⚜Preghiere udite⚜

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Improvvisamente la voce sua freme e vien colta da singhiozzi che interrompono il racconto, i suoi occhi si arossiscono e traboccano di lacrime, il suo respiro diventa un affanno alterato dalla tristezza, dall’amarezza e da ogni peso che lo sta persuadendo.
Le sue mani vacillano, la punta del suo naso s’imporpora, e fiumi di lacrime sgorgano dai suoi occhi, rigandogli le guance e finendo appese sulla barba. Si asciuga come può con i lembi delle maniche ma le lacrime non cessano di uscire.

«Ma alla fine il Signore me lo portò via comunque…»

Dichiara singhiozzando con la mano sulla bocca, vengo ferito dalla sua stessa tristezza e i miei occhi ardono e si annebbiano.
L'uomo poi si riprende, soffia e ricomincia a parlare nonostante sia esausto.

«Sul suo lettino, mi strinse con la sua piccola manina e mi chiese “zio, perché non guarisco?”
Che cosa avrei dovuto dirgli? Come avrei dovuto rispondere a quella domanda? Neppure io lo sapevo…aveva solo otto anni»

Le mie lacrime si uniscono alle sue, quel che ha raccontato riesco a vederlo di fronte al mio sguardo, posso vedere quel piccolo bambino ammalato steso sul suo letto con la mano chiusa in quella dello zio. Riesco a immaginare la sua flebile voce roca parlare a Ettore, e l’espressione sul suo viso. Tutto ciò mi addolora e mi fa arrabbiare, mi ferisce e già mi tormenta. 

«Mi dispiace profondamente tanto per la vostra perdita…»

Dico posando la mano sulla sua schiena, vorrei potermi spogliare dalle mie vesti e mostrargli tutto il dispiacere che provo per la morte del piccolo Simone, vorrei poter portargli via questo dolore, desidero potermene caricare un po' su di me.

«Quando Albert venne a sapere che Simone era morto andò su tutte le furie, si arrabbiò, agli occhi suoi quel prestito si era rivelato uno spreco di denaro. Così mi disse che rivoleva il doppio di tutto quello che mi aveva dato, pur sapendo, che io non avevo nulla. Così mandò alcuni dei suoi uomini e ordinò loro di far tagliare sia a me che a Edoardo le orecchie, perché per gli umani valgono molto» 

Allibito di quel che ho udito per ultimo, lo interrompo prima che possa proseguire e gli domando.

«Siete degli elfi?»

Egli annuisce e per un po’ lascia lo sguardo posato su suo nipote, ancora di spalle.

«Entrambi i miei genitori erano elfi, mentre Edoardo era figlio di un elfo e un'umana» aggiunge.
«Ma è terribile, perché non siete scappati?» Chiedo.

«Dove?»

«È ingiusto, non avete fatto nulla per meritarvi tutto questo! Voi credete in Dio e ieri mi avete detto che chiunque crede nel Signore non sarà mai deluso, però ora mi dite che Simone è morto» Ribatto deluso e irritato.

«Simone è ora in un luogo migliore, so che si trova tra le braccia di mio fratello»
«Allora perché Dio ora non vi aiuta?» Domando.
«Il Signore farà tutto a suo tempo» 
Risponde.

«Zio, smettila»
Ribatte irrequieto il nipote.

«So che l'aiuto arriverà, Dio non ci ha mai abbandonati e mai lo farà» 

risponde Ettore alzando il tono, ma il giovane risponde erdendosi e sbraitando furibondo contro suo zio.

«Dio non esiste!»

L'uomo resta senza fiato, mi dedica un'occhiata, ma poi si rivolge di nuovo al nipote.
«Edoardo che stai dicendo?»
Chiede.
«Il tuo maledetto Dio ha portato via mio fratello! Inoltre, se c'è sempre stato dove diavolo era quando mi hanno tagliato le orecchie? Dov’era quando mia madre mi ha abbandonato? Dov’era quando mio padre è morto? Dov’era? Dove zio? Dove?»

Il principe azzurro è gayWo Geschichten leben. Entdecke jetzt