capther 22- A W A Y

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"Si può sapere dove ti eri cacciata?" urlò suo madre.
"Ho dormito da Vic e avevo il telefono scarico" mentì.
"Questa è l'ultima volta che esci di casa"
"Ma mamma-"
"Niente ma, fila in camera tua" disse sgridandola.

'Sai cosa? Vaffanculo' pensò.
Probabilmente non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma in quel momento sembrava essere l'unica soluzione.
Prese la sua borsa,dei soldi, il telefono e il caricatore.
Uscì dalla finestra, dirigendosi verso l'aereoporto, prendendo il primo volo che le capitò davanti.

Voleva scappare da tutto, dai suoi genitori, dai suoi amici, dal suo ragazzo, e lo stava facendo.

Si sedette accanto ad una signora ben composta.
"Scusi sa dirmi dove siamo diretti?" chiese spaesata.
"America, tesoro hai fatto il biglietto e non sai dove siamo diretti?" chiese stupita.
"È complicato...grazie"

America, stava andando in America da sola.
Prima di rifarsi una nuova vita aveva bisogno di dire a qualcuno dove stesse andando.

"Ehy"
"Ricordi qualcosa di ieri sera?"
"A stento"
"Va bene, ti ho chiamato per dirti che sto andando in America da sola, per favore fai di tutto per farmi dimenticare da Ethan" spiegò.
"In America?" chiese Thomas stupito.
"Si, non mi vedrete per un po', avvisa gli altri da parte mia"
Chiuse la telefonata.

"Questioni amorose suppongo" disse la signora affianco a lei.
"Purtroppo"
"Mia cara, se vuoi amare devi imparare ad accettare una rosa piena di spine"
"Le spine mi hanno punta fin troppe volte"
"Magari, un giorno,la rosa ricrescerà"

Forse aveva ragione, magari un giorno la Rosa sarebbe ricresciuta senza spine, ma in quel momento non c'era più nessuna rosa, solo un misero petalo.

Si sentiva indipendentemente, stava prendendo un aereo per chissà quale città dell' Inghilterra da sola.
Si sentiva, però, altrettanto sola.
Iniziò a capire che partire all'improvviso non avrebbe aggiustato niente, stava facendo una scemenza, ma l'aereo era già partito da un 'ora e non poteva mica buttarsi.

Una chiamata importante la precedette.
"Sono Armando, credo di dover rimandare il nostro ultimo impegno, mi trovo a Londra in questo momento e ho un concerto importante" spiegò lui.
"In realtà io sono su un aereo per l'America quindi se ti fa piacere posso esserci"
"Fantastico, dove vengo a prenderti?"
"Non so, non sono ancora atterrata" ammise sincera.
"Tranquilla, tu chiedi di me e sarò da te"
"Va bene, grazie"

"Tranquilla, tu chiedi di me e sarò da te""Va bene, grazie"

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Era finalmente atterrata.
Londra era stupenda, non era lontanamente comparabile con il suo paesino.
Incantevole.

"Scusi sa dirmi dove posso trovare il signor Armando?" chiese spaesata.
"Mi segua" disse l'uomo.

"Eccoti qui!, oggi assisterai ad un concerto dei '5 second of summer', una band inglese" spiegò.
"Oh, va bene"
"Vieni, te li presento"

La band è composta da 4 ragazzi: Luke, Micheal, Calum e Ashton.

"Nice to meet you!"
"You' re Serena, right?" chiese uno di loro.
"Yes I'am"
"Armando often talks about you" disse Calum, incrociando le braccia.
"Oh, nice"

"5 minutes in show"

I ragazzi si diressero verso il palco, iniziando a suonare.
"Perciò, come mai qui a Londra?" chiese Armando.
"È una lunga storia... i ragazzi sono molto talentuosi"
"Oh si, sono davvero entusiasti di avere qualcuno come te al loro fianco" spiegò.
"Non vedo l'ora di iniziare a scrivere qualcosa per loro" ammise sincera.

 "Non vedo l'ora di iniziare a scrivere qualcosa per loro" ammise sincera

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Erano le 9 e mezza di sera, il concerto era stato splendido.

Grazie ad Armando, Serena ha un'intera casa a sua disposizione.

Avrebbe voluto tornare indietro e non partire.
Avrebbe voluto baciarlo un'ultima volta.
Avrebbe voluto scusarsi con Thomas, abbracciare Damiano e Victoria.

Ogni tanto le arrivava qualche telefonata da Thomas, ma di Ethan, nessuna traccia.

Eppure, nonostante tutto il male che le stesse facendo, lo amava ancora.
Lo amava ancora come la prima volta che l'aveva visto.

Le mancava, era inevitabile.
Le mancava ogni cosa.
A partire dai più piccoli gesti, alle sorprese più grandi.

Come aveva potuto farle una cosa del genere?
Si meritava davvero questo?
No che non lo meritava, non meritava di stare così, nessuno lo merita.

Una rosa piena di spine | Ethan, MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora