capther 6- C O M E

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Questa mattina Serena è stata svegliata dalla sua maledetta sveglia: una chiamata di sua madre.

"Mamma sono le 6 e mezza, cosa c'è?" chiese lei fra uno sbadiglio ed un altro.
"Ero in pensiero, a che ora tornerai?"
"Probabilmente questo pomeriggio, buonanotte" disse lei rimettendosi immediatamente a dormire.

Era arrivato il giorno di tornare a casa dai propri genitori.

"Hai preso tutto?Hai dimenticato qualcosa?"
"Vic, ho preso tutto"
"Sei sicura? Non vorrei che dimenticassi qui la piastra"
Serena la interruppe riassicurandola: "Ho preso tutto, sta' tranquilla".
"Avanti Vic, le hai controllato la valigia 18 volte" disse Thomas scocciato.
"Voglio solo essere sicura che abbia preso tutto" rispose la bionda roteando gli occhi.
"E adesso che ne sei sicura stai tranquilla dai" controbbattè il chitarrista sbuffando.
"Piuttosto, dove sono gli altri?"
"Eccoci qui!" esclamò Damiano entrando in stanza.
"Avanti bella mia, viè qua!" continuò lui abbracciandola.
"Per te la porta è sempre aperta" disse Thomas.
"Non sto mica andando in guerra" disse lei ridacchiando.
"Non esitate a chiamare o a venire da me se avete bisogno" continuò lei.
"Ci si vede" affermò Ethan accennando un sorriso.
"È stato un piacere Emma"
"Anche per me" controbbattè lei.

La ragazza salutò gli amici e si diresse verso casa sua.
Prese le sue cuffiette e mise la riproduzione casuale.

Prese le sue cuffiette e mise la riproduzione casuale

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Probabilmente una delle sue canzoni preferite.

Si mise a camminare fra il traffico della città, i semafori, le luci delle auto...
C'era una leggera pioggia che le inumidiva i capelli.

Sapeva che non avrebbe più visto la band almeno per un po', non voleva recare disturbo, o forse non voleva sembrare pressante, in effetti non si conoscevano ancora del tutto.

Tornata a casa, sua madre la riempiva di domande e suo padre se ne stava lì davanti a lei a guardare qualcosa di estremamente inutile al cellulare, era proprio tornata a casa.

Sempre così vuota, scialba, grigia non c'era nessuno spiraglio di luce in quella casa.

Si mise sul letto, e senza mai distogliere lo sguardo dal suo libro, iniziò ad immaginare lei al college, magari con una bella borsa di studio, una casa vicino al mare o magari una casa sull'albero, con un gatto o magari 2, e l' uomo che l'avrebbe accompagnata per tutta la vita.

Ha sempre immaginato la vita in bianco e nero, senza nessuna sfumatura di grigio, o è tutto bello, o è tutto brutto.

Voleva ed aveva bisogno di qualcosa di diverso, voleva rischiare.
La monotonia non fa proprio per lei.

Una rosa piena di spine | Ethan, MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora