capther 18- P O L A N D

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"Sai, a volte ho un po' di paura" disse improvvisamente.
"Cioè?" chiese lui, stupito.
"Ho paura che questo possa finire"
"Il tour?"
"No, questo che c'è fra noi" spiegò.
Si voltò verso di lei.
"Non succederà"
"E se dovesse succedere, promettimi che non te ne andrai mai"
"Sono soltanto le 3, hai intenzione di dormire un po' o vuoi continuare i tuoi discorsi filosofici?" le domandò lui.
"Prima promettimelo" insistette.
"Te lo prometto"
Poco dopo, Serena si addormentò con la testa sul suo petto.

Questo.
Era questo ciò di cui aveva bisogno; essere amata.
Solo con Ethan riusciva ad essere se stessa.
A volte immaginava di compare una casa, magari in riva al mare o su un albero, con due o tre bambini.
Le sarebbe piaciuto avere un bambino con i capelli di Ethan ed i suoi occhi; o una bambina con gli occhi di Ethan e le sue labbra.
Fantasticava spesso su un'potetico futuro insieme a lui, e l'idea che tutto questo sarebbe potuto finire la spaventava terribilmente.

Fantasticava spesso su un'potetico futuro insieme a lui, e l'idea che tutto questo sarebbe potuto finire la spaventava terribilmente

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"Oh non ci provare bello mio, adesso ci sto io con Sere" disse Vic rivolgendosi ad Ethan, sedendosi accanto a lei in aereo.
"Heilà bellissima"
"Devo assolutamente dirti una cosa, in poche parole io e Damiano abbiamo deciso di ufficializzare la relazione dopo il tour" spiegò la bionda.
"Sono così contenta per te!" disse abbracciando l'amica.

"Oggi, prima del concerto ci sarà un'intervista e dovrai esserci anche tu" spiegò la chitarrista.
"Perché?"
"Sei la fidanzata di Ethan e ormai sei di famiglia, lo sei sempre stata"
"Va bene" disse annuendo.

"L'ho sempre saputo, sai?" disse improvvisamente.
"Cosa?"
"Che era innamorato di te"
"Davvero?" chiese confusa.
"Dal modo in cui ti guardava, lo stesso modo in cui ti sta guardando adesso" spiegò.
"Perché, come mi guarda?" chiese voltandosi verso di lui.
"Come se non avesse altro su cui contare, come se fossi l'unica cosa da guardare"
"State davvero bene insieme" continuò.
"Grazie Vic, anche tu e Damiano state molto bene insieme"

Dopo un'ora di sonno e discorsi profondi, le due ragazze scesero dall'aereo insieme al restante della band.

"Per favore ditemi che l'intervista sarà in italiano" disse il chitarrista preoccupato.
"Mi dispiace Thomas, ma non credo proprio" disse Ethan dandogli una pacca sulla spalla.
"Tranquillo, tu sorridi ed annuisci, io ti faccio da traduttore" disse Serena, quasi ridacchiando.

Arrivarono in un grande 'spiazzale', un luogo molto pulito, ordinato e pieno di giornalisti.
In effetti, la Polonia era uno dei miglior posti in cui fare il tour: nessun pazzo scatenato, nessun urlo, nessuna confusione, zero disordine.

Vennero accompagnati davanti ad un lungo tavolo, munito di microfoni e bottigliette d'acqua.

I giornalisti iniziarono a fare le prime domande, a scattare le prime foto ed i primi video.
Ad un certo punto fecero una domanda per niente banale alla scrittrice, che sembrava confusa.
"Do you need someone for write? A song? Some food, some friends..?"

'E mo che rispondo?' pensò fra sé e sé.

Di cosa aveva bisogno per scrivere?
Niente, nient'altro che se stessa.
Si faceva prendere dall'emozione di quel momento.

"I always have my notebook with me, so I write what I feel, for exsample if I feel sad, I write only sadness things" questa fu la prima cosa che le venne in mente, ed effettivamente era così, era sempre stato così.

L'intervista continuò per poco più di un'ora.
La serata proseguì con il solito show dei måneskin su un enorme palco.

Le loro performance sono ipnotizzanti, o così ha sempre pensato lei.
I måneskin sono come una seconda famiglia per lei.
Damiano è un ragazzo da incredibili doti canore, sa comporre e cantare sia in italiano che in inglese.
Thomas e Victoria sorprendono sempre con il basso.
E poi c'è Ethan, nonostante stia fermo, è merito suo se le canzoni prendono vita, è come un filo conduttore per tutti gli altri strumenti.

Una rosa piena di spine | Ethan, MåneskinTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang