Kintsugi

By Raelchel

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"Spero di essere l'oro per il tuo cuore." More

0. Intro
1.Finalmente a casa*
2. Claire
3. You've got a friend
4. Arrivi
5. Bentornata
6. La realizzazione di un sogno
7. Scatoloni
8. Piccola palla di pelo
9. James & Adele
10. Strategie
11. Doti Culinarie
12. Colloqui e sorprese
13. Piccolo irlandese biondo
14. Girasoli e peonie
15. Kintsugi
16. Meravigliosa
17. Pancake ai mirtilli
18. Grandi notizie
19. Cocktail e istinto
20. Sono talmente innamorato di te
21. She's a rainbow
22. Scommessa
23. Paure, inchiostro e promemoria
24. Elsie
25. Primo amore
26. Per favore
27. Sono davvero felice per te
28. Appuntamento
29. Voglio raccontarti tutto
30. Claire, sei davvero così stupida?
31. Abiti importanti
32. Insieme
33. Papà
34. Non avere paura
35. I tre moschettieri
36. Andrà tutto bene
37. Déjà vu
38. Realizzazioni
39. Non fermarti
40. Tappi per le orecchie
41. Grease
42. Guerriera
43. Il mio cuore è tuo
44. Ovunque
45. Senza vergogna
46. Ti meriti un amore
47. Fenice
48. Ti aspetto
50. Restare
Epilogo

49. Rifugio

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By Raelchel




Fin da quando ero piccola erano pochi i posti in cui riuscivo a trovare conforto. Primo tra tutti erano le rassicuranti mura della mia camera, dove mi accoccolavo sul mio letto a trovare conforto tra le pagine dei miei libri. Quando invece il luogo in cui non volevo stare era proprio casa mia, sono sempre stati due i luoghi in cui mi rifugiavo: la spiaggia o la casa di Santa Monica. Questo quando non potevo contare sul supporto delle persone di cui mi sono sempre più fidata e anche queste si sono sempre potute contare sulle dita di una mano. Prima tra tutti mia mamma, ma a causa del suo lavoro come medico, prima in ospedale e poi in giro per il mondo, spesso non era molto presente. Subito dopo di lei c'erano nonno James e nonna Adele, ma vivendo parecchio distanti non era poi così facile raggiungerli, almeno non fino a quando è sopraggiunta l'età per la patente. Per ultimo, ma non per importanza, c'è sempre stato Louis. Lui è il mio porto sicuro al di fuori della famiglia, la mia ancora e il mio sostegno. Quando uno di noi soffriva, come succede ancora adesso, l'altro era sempre lì pronto ad accoglierlo tra le sue braccia, ad asciugare lacrime, a strappare un sorriso e a minacciare di fini terribili chiunque fosse il colpevole della nostra sofferenza. E stasera, sopratutto dopo il litigio con Harry, la prima persona da cui ho pensato di andare, nonostante la nostra litigata, è proprio lui, ma non posso. Non posso, perché so che in questo momento sono probabilmente l'ultima persona che vorrà vedere. Lo so perché è la stessa cosa per me, lo conosco abbastanza da sapere che, anche se scaturita da fattori diversi, stiamo provando la stessa delusione, la stessa rabbia e sappiamo entrambi che abbiamo bisogno di sbollire prima di risolvere le cose tra di noi. Perché stasera ci siamo fatti del male a vicenda, gli squali fiutano l'odore del sangue a chilometri di distanza, noi fiutiamo le debolezze dell'altro e come il miglior arciere scocchiamo la nostra freccia velenosa, intrinseca di tutta la nostra frustrazione e ira. Però per quanto male ci possiamo fare, per quante volte possiamo mandarci a quel paese, io so che poi risolveremo sempre tutto e anche questa volta sarà così. E se dopo la tempesta con Louis so che poi vedrò di nuovo il sole, non riesco a scorgere nemmeno un raggio di speranza per quanto riguarda il mio rapporto con Harry. Non abbiamo mai litigato così prima d'ora e non so cosa aspettarmi da lui, l'unica speranza è che tutto l'amore che ha sempre professato di provare nei miei confronti sia abbastanza. L'amore smuove le montagne, ma il nostro sarà in grado di superare questo ostacolo!? Ed è questo l'ultimo pensiero che mi passa nella testa, mentre spengo l'auto e poi raggiungo la porta di ingresso di uno dei miei luoghi sicuri e già solo essere qui mi fa sentire meglio, perché tra poco potrò cercare il mio riparo tra braccia conosciute e confortanti. Suono il campanello e appena la porta di apre, rilevandomi la persona che fremevo dalla voglia di vedere, mi getto tra le sue braccia lasciando erompere il mare di lacrime che tempesta nelle mie iridi.

"Shh tesoro." Il tocco piacevole delle sue carezze confortevoli sembra ridare calore al mio corpo freddo e spento.

"Mi dispiace, non sapevo dove altro andare." Singhiozzo nascondendo il viso nella piega del suo collo e inspirando a pieni polmoni il suo profumo pieno di ricordi.

"Non dire sciocchezze, lo sai che puoi sempre correre qui se hai bisogno." Ribatte per poi posare le sue mani sulle mie guance e farmi risollevare il viso, mentre le sue dita si premurano di cancellare ogni traccia volante del mio dolore. "Vieni, entriamo. Mi racconterai tutto davanti a una bella tazza di tè." Afferma sorridendomi dolcemente e un mezzo sorriso incurva appena le mie labbra, perché ha sempre avuto questa strana convinzione che una buona tazza di tè potesse risolvere ogni cosa. Così dopo essermi accomodata su uno sgabello, tento di concentrarmi sull'impegno che mette per preparare la sua magica bevanda, in modo da non correre di nuovo con il pensiero a tutto quello che è successo stasera.

"Ecco qui, piccola mia." Posa sotto il mio naso una tazza fumante e per assurdo l'aroma intenso della bevanda sembra davvero riuscire a farmi stare un po' meglio e ad alleviare parte della tensione che ancora mi porto addosso.

"Grazie, nonna." Mormoro soffiando prima di prendere un sorso di quel liquido miracoloso.

"Non c'è di che." Si siede di fronte a me, anche lei con una tazza davanti, per poi allungare una mano per poter avvolgere una delle mie con il confortante tepore della sua pelle. "Ora dimmi che è successo." Prendo un respiro profondo e poi inizio a parlare. Le racconto di come sono tornata a casa e ho trovato Louis e Claire sul divano a baciarsi, della scoperta della loro relazione nascosta, di tutti i loro stratagemmi per tenermi al segreto di questa storia, del fatto che Niall ne fosse a conoscenza, della mia rabbia e della mia delusione, delle parole affilate di Louis, della mia fuga da Harry, della nostro litigio e infine della sua richiesta. E mentre parlo, mi ascolta senza mai interrompermi, perché nonna prima di dare un qualsiasi giudizio vuole sempre sapere tutto, così da farsi un'idea ben chiara dei fatti e poter offrirti poi il suo aiuto. Ha sempre fatto così, ricordo che quando io e Claire da piccole bisticciavamo, prima di intervenire in qualsiasi modo voleva sapere cosa fosse accaduto, ascoltando le versioni di entrambe. Per questo sono certa che domani mattina la prima cosa che farà, sarà chiamare mia sorella per poter sentire anche la sua versione dei fatti.

"Sono tante cose da assimilare tutte insieme, ma da una parte posso capire la tua delusione per le loro bugie, anche se sono convinta che l'abbiano fatto con le loro migliori intenzioni e non di certo per farti un torto. Purtroppo tu e Louis avete due caratteri simili, vi scaldate in fretta e così spesso si dicono cose che in realtà non si pensano, ma so anche che entrambi vi siete già più che pentiti per il vostro comportamento." Ed è così, ora con la mente un po' più sgombra mi vergogno della mia reazione impulsiva, ma con ciò non giustifico le loro bugie, perché non posso negare di esserne rimasta delusa e ferita.
"Per quanto riguarda Harry credo che sia solamente insicurezza la sua. Per quanto si possa amare una persona a volte i fatti non bastano dopo un po' e si ha bisogno di sentirsi dire dall'altro che il suo amore è ricambiato, si ha bisogno di sicurezze. Lui te ne ha date tante Liz e ora credo che sia arrivato il momento che tu gli dia l'unica di cui ha bisogno."

"Non vuole vedermi,nonna." Mormoro sconsolata, poggiando i gomiti sul marmo dell'isola e prendendomi afflitta la testa tra le mani. 

"Pensi davvero che ti sbatterebbe la porta in faccia se tu corressi da lui!?" Sollevo il volto, puntando lo sguardo nel suo, mentre un sorriso di chi la sa lunga le incurva le labbra.

"No non credo, ma mi ha chiesto del tempo ed è giusto che io glielo dia, visto che lui me ne ha sempre dato in abbondanza, perciò non voglio essere egoista. Sopratutto non voglio che poi prenda il mio ti amo come un tentativo di fargli cambiare idea o di convincerlo a stare per forza con me. Comunque glielo dirò appena riparleremo, qualunque sarà la sua decisione riguardo a noi due." Ho tutta l'intenzione di confessare il mio amore a Harry, sperando però che questa volta sia cosciente per potermi sentire. Se, come dice nonna Adele, sono sicurezze quelle di cui ha bisogno, allora gliele darò, tutte quelle di cui necessita. Ovviamente in cuor mio spero che le cose si risolvano tra noi due, che il suo sia solo un momento di confusione e debolezza, perché se così non fosse e dovesse decidere di troncare la nostra relazione lo capirei, ma sarebbe comunque un duro colpo da digerire. Non mi pento di tutto quello che ho vissuto con lui in questi mesi, anzi gli sono e gli sarò sempre grata per tutto, perché lui ha riportato il sole dove c'era una spessa nube di nebbia. Con i suoi raggi è riuscito a infiltrasi e pian piano prima con solo qualche piccolo luccichio e poi con tutto il suo splendore, mi ha permesso di aprire gli occhi e di vedere oltre la soglia del mio dolore e della mia paura.

"Sono certa che farai la scelta migliore, tesoro. Ora però andiamo a letto, vedrai che dopo una bella dormita ti sentirai meglio." Mi alzo per posare le tazze nel lavello, prima di seguirla al piano superiore, dove ancora tiene sempre pronte due stanze per me e Claire, le stesse che occupavano anche da piccole, quando passavamo il weekend da loro.

"Grazie mille,nonna." Affermo davanti alla porta della mia camera, sorridendole grata.

"Figurati è il mio dovere di nonna." Così mi avvicino a lei desiderosa di un ultimo abbraccio.

"Buonanotte, ti voglio bene."

"Ti voglio bene anch'io, Liz. Buonanotte."

***

La nottata è trascorsa lentamente, troppo, a causa di tutti i pensieri che continuavano a girarmi per la testa. Per quanto avrei voluto cedere ai soavi richiami di Morfeo e lasciar bagnare le mie palpebre dal dolce nettare del sonno, la mia mente immersa nel vortice ripetitivo delle scene della sera precedente, non si è lasciata abbindolare dal fascino del Dio del sonno. Così appena la stanza si è tinta dei caldi colori dell'alba,infuocando con i suoi toni gialli, arancioni e rossi le pareti, mi sono alzata dal letto non sapendo resistere all'invito del sole di correre a vederlo a dar luce ad un nuovo giorno. Per questo ho giusto infilato di tutta fretta una felpa, prima di correre in spiaggia e sedermi sul bagnasciuga a godermi le pennellate di colore riflesse sulla superficie scintillante dell'oceano. Perdermi a osservare piccoli momenti di meraviglia come questo mi ha sempre riempito il cuore di gioia e tranquillità, perché anche se potrebbe accaderti la cosa più terribile di tutti, ti fa capire che comunque intorno a te c'è sempre qualcosa di bello per cui essere grati. Non so per quanto tempo sono rimasta ad osservare l'alba, a farmi coccolare dal primo tepore mattutino, a sentire la melodiosa e ritmica sinfonia delle onde, so solo che, nel momento in cui metto piede in casa, grazie ai rumori che provengono dalla cucina, so che non sono più l'unica ad essere sveglia. Mi levo le scarpe, lasciandole accanto all'ingresso per poi raggiungere nonna Adele, perché conoscendola starà preparando una delle sue rinomate colazioni.

"Buongiorno non..." le parole mi muoiono in gola, quando entrando in cucina mi accorgo che non è sola, ma a farle compagnia ci sono anche Claire e  Louis.

"Buongiorno tesoro, sei stata in spiaggia?" Esclama con tono allegro nonna Adele, mentre io, mia sorella e il mio migliore amico restiamo a scrutarci in silenzio, fino a quando la voce di nonna non mi risveglia dal mio shock momentaneo. "Elisabeth?"

"Scusa, si ero in spiaggia." Scuoto la testa ancora incredula di essermeli trovati qui, ma immagino di chi sia lo zampino che c'è sotto, conoscendola probabilmente ha avvertito Claire ancora ieri sera del mio arrivo.

"Sedetevi, ragazzi. La colazione è pronta!" Eseguiamo tutti e tre l'ordine della donna, accomodandoci a tavola ancora circondati da questo silenzio scomodo e imbarazzante. L'aria qui dentro è talmente tesa che si potrebbe tagliare con un coltello, tanto che passiamo il resto della colazione con in sottofondo solo le chiacchiere di nonna, alle quali rispondiamo giusto con qualche monosillabo. Appena terminiamo di fare colazione però sappiamo tutti noi che il momento del confronto è arrivato.

"Louis caro, potresti dare un occhio al mio televisore in camera!? È da qualche giorno che non riesco più a vedere certi canali e una povera vecchietta come me è persa senza la sua fidata telenovela." Peccato che nonna non abbia mai guardato certi programmi. Ovviamente il mio migliore amico mangia la foglia, seguendola al piano superiore, così da poter lasciar da sole me e mia sorella.

"Mi dispiace." Affermiamo all'unisono, anche se fino ad un attimo fa nessuna delle due sembrava intenzionata a parlare. Non perché non vogliamo chiarirci, ma semplicemente non avevamo il coraggio di aprire bocca per prime. Comunque questo inizio sembra sciogliere la tensione e un sorriso leggero si dipinge sulle labbra di entrambe.

"Prima tu." Le dico, facendole un cenno con la mano per invitarla a parlare per prima.

"Come stavo dicendo, mi dispiace Liz. Davvero, davvero tantissimo. Non volevamo che lo venissi a sapere in quel modo e ora mi rendo conto di quanto la nostra idea di tenerti tutto nascosto fosse così stupida, perché entrambi siamo a conoscenza di quanto odi le bugie." Le parole corrono veloci fuori dalle sue labbra tremanti, facendomi percepire tutto il suo rammarico e le sue iridi lucide mi implorano di perdonarla, di perdonarli.  Sospiro, allungando una mano per fermare le sue mani erranti a causa del nervosismo, sperando con il mio gesto di farle capire che non sono più arrabbiata. Lei è la mia sorellina, la piccola di casa di cui mi sono sempre presa cura e ogni volta che la guardo, ancora adesso che è ormai una donna, davanti agli occhi ho l'immagine di quella piccoletta con i suoi codini che mi implora di guardare con lei per l'ennesima "Lilo e Stitch" e non importa quanto mi faccia arrabbiare, il bene che le voglio riesce sempre a far sfumare in fretta la mia rabbia.

"È a me che dispiace Clay, non avrei dovuto reagire in quel modo. Solo che è stato uno shock arrivare a casa e trovare mia sorella e il mio migliore amico sul divano a pomiciare. Non pensavo che sarebbe mai potuta succedere una cosa del genere." Ancora adesso mi sembra strano pensare a loro due come una coppia, anche perché mi chiedo come io sia stata così cieca da non accorgermi di nulla, sopratutto con Clay che non è mai stata in grado di nascondere le sue emozioni.

"Quindi non ti piace l'idea di me e lui insieme?" Mi domanda con tono flebile.

"Oh mio Dio! No Claire, sono contenta per voi due, l'importante è che siate felici e stiate bene insieme. Certo sarà strano vedervi all'inizio, però non posso che esserne felice. Ma le bugie, il tenermi all'oscuro, non posso mentirti, quello mia ha deluso parecchio."

"Lo so e non sai quanto me ne vergogno." Mormora abbassando lo sguardo sulle nostre mani unite. "Solo che la situazione era delicata all'inizio, ci siamo buttati e abbiamo voluto tenerlo per noi, per farti capire meglio dovrei raccontarti tutto fin dal principio, però non sarò io a farlo." Alle sue parole sono io stavolta ad abbassare lo sguardo e sospirare pesantemente, perché se il confronto con Claire è stato tranquillo, quello con Louis temo che non lo sarà altrettanto. "Sta male Liz, si sente in colpa, sopratutto per quello che ti ha detto. Era distrutto quando te ne sei andata, se non fossi certa dei sentimenti che prova per me, in quel momento avrei giurato di avere davanti un ragazzo innamorato che ha perso la sua amata." Alle sue parole sollevo la testa di scatto, immaginavo che stesse male anche lui per tutto quello che è accaduto, ma ero convinta che fosse ancora terribilmente arrabbiato con me. In realtà quello che ha appena detto mia sorella non è poi così lontano dalla verità, perché in fondo quello che lega me e Louis è pur sempre una forma di amore, non un amore romantico come quello che provo per Harry, ma un amore puro, fraterno. Louis fin da quando ero piccola, insieme a nonno James, è stata una delle figure maschili di riferimento della mia vita, è come un fratello per me.
Il calpestio dei passi sulle scale ci avvisa del ritorno di nonna e Louis e appena mia sorella volta lo sguardo sulla porta alle mie spalle, i suoi occhi sembrano illuminarsi e un sorriso si apre sul suo volto. A vederla risplendere in questo modo alla vista del mio migliore amico mi riempie di gioia, perché riesco a vedere quanto forte e sincero sia quello che prova per lui. "Vi lascio soli." Mormora alzandosi dal suo posto per poi avvicinarsi a me per stringermi in un abbraccio, che non posso rifiutare. Così mi alzo in piedi e la stringo forte tra le mie braccia.

"Ti voglio bene, Claire."

"Ti voglio bene anch'io, Liz."

Poi si allontana rivolgendomi un sorriso di incoraggiamento, mi volto a guardarla, osservandola avvicinarsi al mio migliore amico per lasciargli un tenero bacio sulla guancia prima di uscire dalla stanza. Louis non le toglie gli occhi di dosso fino a quando non sparisce dalla sua visuale, poi volta il suo sguardo su di me, appoggiandosi con la spalla allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto. Lo osservo di rimando, poi dopo qualche attimo di silenzio decido di fare la prima mossa e rompere il ghiaccio.

"Ti va se andiamo fuori a parlare?"

"Va bene." Acconsente alla mia proposta, facendomi un cenno con la mano invitandomi a precederlo e fargli strada. Il percorso dalla casa di mia nonna fino alla spiaggia è accompagnato solo dai nostri respiri e dal rumore dei nostri passi. In realtà sono grata di questo silenzio, perché in questo modo ho la possibilità di riflettere bene su cosa dirgli, soprattutto ora che la rabbia è sfumata lasciando posto solo al mio desiderio di poter risolvere il tutto nella maniera più civile possibile. Mi sfilo le scarpe e prendendo posto sulla sabbia, batto un colpo sui soffici granelli incitando il mio amico a sedersi accanto a me, Louis mi raggiunge e poi entrambi spostiamo lo sguardo sull'orizzonte.

"Io..." pronunciamo allo stesso momento, facendo comparire su entrambi i nostri visi un sorriso leggero.

"Che ne dici se prima di tutto mi racconti come è iniziata con Claire?" gli domando, ricordandomi delle parole di mia sorella, che mi hanno lasciato intuire che ci sia molto altro dietro e che sapendo tutta la storia sicuramente potrò provare a capire meglio la loro decisione di avermi tenuta all'oscuro di tutto.

"Ok." Mormora prendendosi poi un attimo per cercare di raccogliere i pensieri prima di iniziare a raccontare. "Ti ricordi la festa che abbiamo organizzato la sera prima della partenza di Claire per Londra?" Annuisco alla sua domanda,  perché mi ricordo perfettamente quella serata. Dopo una cena con tutti i parenti, io con l'aiuto di Louis e degli altri le avevamo organizzato una festa d'addio per poterla salutare in grande stile prima che partisse per la capitale inglese. Avevamo festeggiato alla grande ed eravamo tutti talmente ubriachi che alla fine avevamo dormito in spiaggia. "Quella sera Claire è venuta da me e senza nessun tipo di preavviso mi ha baciato, poi si è allontanata di scatto e quando io le chiesto spiegazioni, mi ha risposto che era colpa dell'alcool e che poco prima aveva baciato anche Niall." Ok, questa proprio non me l'aspettavo. "Mi ero ripromesso che appena sarebbe stata nuovamente sobria avrei trovato il modo di parlare di quello che era accaduto, anche perché la storia della sbronza non mi sembrava molto credibile. Così qualche giorno dopo la sua partenza le ho scritto, chiedendole di nuovo per quale motivo mi avesse baciato e lei mi aveva nuovamente liquidato con la scusa che fosse ubriaca, che non sapesse nemmeno quello che stava facendo e che per lo stesso motivo, presa dall'euforia di qualche drink di troppo, aveva baciato anche Niall, dicendomi di chiedere conferma al mio amico, visto che non volevo crederle. Alla fine della telefonata mi sono sentito quasi deluso dalla sua risposta, ma ho accettato quello che mi aveva detto e per un po' non ci ho più pensato. Peccato però che più i giorni passassero e più mi rendevo conto che in realtà quel bacio mi era piaciuto e anche parecchio. Non puoi nemmeno immaginare quanto fossi sconvolto da quella realizzazione, la sorellina della mia migliore amica mi aveva baciato ed io non desideravo altro che farlo di nuovo." Scuote la testa, come se fosse ancora incredulo, mentre un sorriso gli si dipinge sulle labbra. "Così le scritto messaggi, l'ho chiamata, mandato e-mail e lei all'inizio mi rispondeva giusto con qualche frase di cortesia o dicendomi che in quel momento era impegnata e non poteva parlare, ma soprattutto cercava di evitare in ogni modo possibile il fatto del bacio, poi di punto in bianco ha smesso persino di rispondermi, ignorando ogni mio tentativo di provare a contattarla,  ho insistito per qualche mese perché credevo che la storia sul aver baciato Niall fosse solo una stronzata, ma alla fine davanti al suo rifiuto ho smesso di cercarla. Peccato però che anche davanti al suo comportamento da stronza io non riuscissi a togliermela dalla testa, continuavo a ripensare a quel bacio, a quanto, seppur breve e disordinato, fosse riuscito a smuovere qualcosa in me e così mi sono ritrovato a capire che mi piaceva la piccoletta che ho praticamente visto crescere e che sentivo terribilmente la sua mancanza. Non ti ho detto nulla allora, perché in realtà non c'era niente da dire, anche perché dopo il modo in cui si era comportata  Claire ero arrivato ad un punto in cui pensavo che probabilmente ero solo io lo stupido che aveva dato peso a una bacio che forse alla fine per lei non significava niente." Assimilo il suo racconto e mentre rifletto su quello che mi ha appena detto un flash di una conversazione avvenuta con Claire poco tempo dopo il suo ritorno mi balza alla memoria.

" C'era qualcuno che mi interessava, prima di partire, ma non mi sembrava il caso di buttarmi in una storia, visto che poi per 3 anni sarei stata dall'altra parte del mondo."

Ora finalmente so chi è questo misterioso ragazzo e immagino che Claire abbia deciso di tagliare i rapporti con Louis dopo la partenza per non rendere le cose ancora più complicate. Già è difficile portare avanti una storia quando si vive nella stessa città, figuriamoci quando uno dei due è dall'altra parte del mondo. Ovviamente non penso che sia impossibile, ma nel caso di mia sorella e Louis non ci sarebbero state delle basi solide, visto che l'unica cosa che avevano condiviso era stato un bacio e nient'altro. Immagino anche che Claire la sera della festa sia stata presa da un impeto di coraggio, forse dopotutto l'alcool centra davvero qualcosa in questa storia, e abbia baciato Louis, convinta probabilmente che lui il mattino dopo, a causa della sbornia, non se ne sarebbe ricordato. Peccato però che Lou, come me, non importa quanto ubriachi siamo, riusciamo comunque a ricordarci quasi perfettamente tutto quello che accade durante la serata.

"Non si è comportata proprio bene, ma immagino che si sia fatta prendere dal panico. Poi che è successo quando è tornata?" Gli domando curiosa di scoprire come sia poi iniziata la loro storia.

"Quando è tornata all'inizio ha cercato ancora di evitare l'argomento." Solleva gli occhi al cielo al ricordo e conoscendolo posso solo immaginare quanto lo abbia irritato questo atteggiamento di Claire. "Poi quel pomeriggio che abbiamo fatto quello stupido gioco proposto da Niall, ho trovato l'occasione perfetta per scoprire una volta per tutte se il bacio tra loro due fosse vero o solamente una bugia."

Domanda che ha fatto beccare una ciabattata in piena fronte al povero Niall, anche se sono lieta di sapere che non è mai successo niente tra loro due. Voglio un mondo di bene al mio amico irlandese, ma visto il suo amore infinito per tutte le donne e la sua incapacità a costruire un rapporto serio, non lo considererei proprio il ragazzo che una sorella maggiore vorrebbe per la sua sorellina. Ovviamente Claire sarebbe comunque libera di frequentare chi più le piace e io non avrei niente da ridire, come lei non ha mai messo in discussione la mia storia con Jack per quanto avesse messo in chiaro che il mio ex ragazzo non le piacesse affatto.

"Non sai quanto sono felice che fosse una bugia!" esclamo strappandogli un mezzo sorriso.

"Oh credimi, lo so eccome!"

"E poi?"

"E poi nel momento in cui ho smascherato la sua bugia l'ho affrontata, le ho chiesto il vero motivo dietro al suo gesto, le ho detto che mi piaceva, che avevo sentito terribilmente la sua mancanza e poi le ho anche dato della stronza per avermi ignorato per praticamente 3 anni." Un sorriso divertito si apre sul mio viso, perché solo Louis può dichiararsi e poi nello stesso momento dare della stronza alla ragazza che gli piace. "Alla fine mi ha spiegato che era andata nel panico, perché non pensava che il suo gesto avrebbe avuto un riscontro positivo da parte mia e che il fatto che sarebbe stata via per 3 anni non era certo di aiuto, che infondo io l'avevo sempre e solo vista come la piccola di casa Stevens, quando lei invece ha sempre avuto una cotta per me." L'espressione dolce che gli si dipinge in volto fa sorridere intenerita anche me, perché è la stessa che ho visto sul viso di mia sorella quando lui ci ha raggiunte prima in cucina.

"Questa cosa della cotta di Clay per te l'ha detta anche Niall. Possibile che noi invece non ce ne siamo mai accorti!?"

"Ah non chiedermelo a me! Sapere che Horan invece l'aveva capito, mi fa sentire tremendamente stupido." Borbotta strappandomi una mezza risata, perché in effetti mi sento stupida anche io. "Comunque alla fine abbiamo chiarito e quel giorno le ho proposto di provare a frequentarci." Il suo tono si fa più serio e immagino che ora arrivi il momento in cui mi spiegherà il motivo per cui hanno fatto tutto di nascosto. "Lo sai come sono fatto Liz, non mi piace fare le cose di nascosto, non mi piacciono le bugie e probabilmente se le cose tra me e tua sorella fossero iniziate in maniera meno complicata non mi sarei fatto problemi a confessartelo subito. In più avevamo paura di metterti in una posizione delicata, che cosa sarebbe successo se alla fine le cose tra me e lei non sarebbero funzionate!? Lo so che sembra una scusa del cazzo, ma volevamo solo vedere come sarebbe andata tra di noi e quando saremmo stati più sicuri te ne avremmo parlato. Non voglio giustificarmi, voglio solamente  che tu capisca che se non ti abbiamo detto nulla, è stato solo per il tuo bene, eri appena uscita da un periodo difficile e non volevamo metterti altre pressioni addosso."

"Ok, ora a mente lucida riesco a comprendere il vostro punto di vista, ma comunque non posso non dirti che questa cosa mi ha profondamente deluso. Io e te siamo sempre stati abituati a dirci tutto, non ci sono mai stati segreti tra di noi e scoprire che mi hai nascosto una cosa così importante mi ha fatto male. Avrei reagito nello stesso identico modo anche se al posto di Claire ci fosse stata un'altra ragazza. Il problema non è che tu stia con mia sorella, non è affar mio con chi decidiate di stare, l'unica cosa di cui mi è sempre importata è che voi foste felici." Mi scruta attentamente e come per Claire poca fa, anche nel suo sguardo posso leggere tutto il suo rammarico. "Io apprezzo che voi vogliate proteggermi ed evitarmi di soffrire, però Louis non sono fatta di vetro e avrei preferito saperlo. Certo magari all'inizio sarebbe stato comunque strano sapere che al mio migliore amico piacesse mia sorella, ma poi mi sarei abituata e soprattutto sarei stata felice per voi. Infine se le cose tra voi due non dovessero andare come sperate, anche se ne dubito fortemente, io farei l'unica cosa che farebbe una persona matura, ne resterei fuori perché sarebbero solo affari vostri o al massimo potrei dire come la penso, ma solo se uno di voi due me lo chiedesse." Mi avvicino di più a lui, allungando una mano per poter stringere la sua e al contatto con le mie dita lo sento sobbalzare come se non si aspettasse questo contatto. " Lou non potrei mai scegliere solo uno di voi due, siete due delle persone più importanti della mia vita e male che vada vorrà dire che dividerò il mio tempo con entrambi." I suoi occhi si fanno lucidi, mentre annuisce alle mie parole sorridendomi emozionato e stringendo di rimando la mia mano.

"Anche tu sei un delle persone più importanti della mia vita e non puoi capire quanto male mi abbia fatto vederti andare via in quel modo l'altra sera. Soprattutto mi dispiace tantissimo per quello che ti ho detto, mi sono sentito attaccato e mi sono difeso, non avrei mai voluto ferirti in quel modo." So che è dispiaciuto per le parole avvelenate che mi ha detto, ma in realtà alla fine, almeno in parte, sono anche la verità.

"Mi ha fatto male sentirtelo dire, ma perché infondo hai solamente detto la verità. In realtà la sera, dopo il casino con Jack, ho detto a Harry quello che provo e solo dopo averglielo detto mi sono accorta che si era addormentato,quindi non mi ha sentita."

"Ma che cazzo!" Esclama contrariato. "Comunque in realtà capisco benissimo per quale motivo tu non sia riuscita a confessarti fino ad ora, voglio che questo sia chiaro."

"Lo so, Lou, lo so." Gli sorrido cercando di tranquillizzarlo, perché so che lui sa quanto sia stato difficile per me riuscire a riaprirmi in questo modo dopo Jack. "La verità a cui mi riferivo però è sulla parte dello scappare."

"Liz.." mormora affranto scuotendo la testa. "Io.."

"No, fammi parlare." Lo interrompo, perché non c'è bisogno che mi chieda scusa. "Quando dici che scappo davanti ai problemi hai ragione, l'ho fatto anche l'altra sera, invece di restare lì e provare a risolvere, me ne sono andata. Ero arrabbiata, delusa e sono andata via perché avevo bisogno di sbollire. Tu mi conosci sai che quando sto così la mia bocca perde qualsiasi filtro e non volevo rischiare di dire qualcosa di cui poi mi sarei pentita."

"In realtà il fatto che tu sia andata via è stata la miglior cosa che potessi fare, perché non voglio nemmeno immaginare quanto sarebbe potuta degenerare la situazione, perché pure la mia bocca, come abbiamo notato anche ieri sera, si scollega dal cervello quando sono in preda alla rabbia."

"Forse riguardo a ieri sera la mia fuga può anche essere giustificata, in parte, però l'ho fatto tante altre volte nella mia vita, quando invece avrei solo dovuto tirare fuori i denti e affrontare il problema." Le sue parole per quanto mi abbiano ferito alla fine mi ha fatto realizzare tutto questo, sentirmelo poi dire anche da Harry non ha fatto che rafforzare questa realizzazione, perché con la fuga non ho mai risolto tante questioni in sospeso che mi sono trascinata dietro per anni e così facendo non sono poi riuscita a superare certi dolori, a lasciarmeli alle spalle dove invece sarebbero dovuti rimanere. "Basta guardare come faccio con mio padre, invece di affrontarlo spesso lo ignoro semplicemente, ma alla sua festa non sai quanto è stato liberatorio potergli dire tutto quello che pensavo. La stessa cosa vale per Jack, non che avrei mai voluto risolvere con lui, ma se avessimo affrontato da subito quello che era accaduto, forse poi ci avrei  messo di meno a superare il mio dolore." Ora però finalmente ho capito che le questioni in sospeso vanno solo risolte il prima possibile, perché tenersi dentro tutto ed evitare il confronto non serve a niente, se non a starci solo più male.

"Avrei comunque potuto dirtelo in maniera diversa." Afferma sorridendomi dispiaciuto. "Ma Liz tutti almeno una volta nella nostra vita siamo scappati davanti ai nostri problemi. Siamo umani, sbagliamo, ma va bene così, perché è dai nostri errori che poi possiamo imparare. Quando eravamo ragazzini non saresti mai scappata davanti a nulla, quello che ti ha bloccato è stato quello che è successo con quell'infame del tuo ex, perché ricordo benissimo tutte le volte in cui hai affrontato di petto tuo padre, cercando di fargli capire quale fosse il problema, che il suo modo di comportarsi non ti stava bene, che invece dei regali avresti preferito un suo abbraccio, ma avevi davanti un muro e alla fine anche tu ti sei stancata di provare ad abbatterlo, l'avrebbe fatto chiunque con davanti uno come Mike Stevens." Il suo discorso non fa una piega, è vero prima di Jack affrontavo di petto ogni situazione spiacevole in cui incappavo, non mi sono mai fatta chissà quali problemi a dire quello che pensavo e a cercare di trovare una soluzione o un chiarimento. "Hai sofferto tanto Liz e rinfacciarti le tue fughe non è stato corretto, soprattutto da parte mia che ho assistito in prima persona al tuo dolore, che ho asciugato le tue lacrime e poi ti ho vista rimetterti in piedi e riaggiustare i pezzi di te stessa." Un groppo mi stringe la gola, la vista annebbiata del volto del mio migliore amico preannuncia l'arrivo delle lacrime e in questo momento quello che sento mi confonde, sono amareggiata, felice, commossa, triste. È come se le miei emozioni fossero un quadro di Pollock con i suoi mix di colori in spruzzi sulla tela, confusi e nitidi allo stesso tempo. Mi sollevo sulle ginocchia, portando le braccia al suo collo e stritolandolo in un abbraccio che lui ricambia immediatamente.

"Odio litigare con te, ma alla fine ti sono sempre un po' grata perché riesci a farmi aprire gli occhi, quindi smettila di sentirti in colpa, abbiamo sbagliato entrambi, l'importante ora è che sia tutto risolto." Farfuglio con voce spezzata dal pianto, sentendo la sua presa farsi più stretta e il suo petto scosso dai leggeri singhiozzi che gli sfuggono dalle labbra. "Ti voglio bene, Boo, tantissimo."

"Ti voglio bene anch'io Elsie, non puoi nemmeno immaginare quanto." La voce gli si spezza a causa del pianto, facendo di conseguenza solo aumentare anche le mie lacrime. "Sono così felice di aver risolto con te, ieri sera quando ti ho vista andare via in quel modo mi sono sentito così in colpa, volevo solo correrti dietro e risolvere, ma Claire mi ha fatto capire che prima era meglio che entrambi sbollissimo la rabbia e che assimilassimo quello che era successo." Il suo torace si gonfia a causa del profondo respiro che prende, per poi sciogliere la nostra presa e potermi guardare in volto.

"Stai davvero piangendo Louis Tomlinson!?" Scherzo cercando di rallegrare un po' l'atmosfera così carica di emozioni.

"È quel tuo schifoso profumo di fiori, mi fa venire l'allergia." Borbotta imbarazzato, usando i suoi palmi per cancellare le scie bagnate sulle sue guance arrossate, strappandomi un leggero sorriso, che ricambia prontamente.

"Louis." Lo richiamo con tono più serio e il suo sguardo preoccupato scatta su di me. "Ho bisogno di sapere un'ultima cosa."

"Ok, dimmi pure."

"Dicevi sul serio quando mi hai detto di amare Clay?" Non che non mi fidi di lui e delle sue parole, ma il mio istinto protettivo nei confronti di mia sorella prevale sempre e ho bisogno che me lo confermi nuovamente.

"Si Liz, la amo. La piccola Stevens si è presa il mio cuore." Appena quelle parole escono dalla sua bocca sulle sue labbra si dipinge un sorriso sognante e l'azzurro dei suoi occhi sembra più luminoso di quello di un cielo d'estate.

"E lei!? Lei ti ama?" Claire non mi ha esplicitamente detto quello che prova per Lou, anche se mi è bastato guardarla stamattina per capire che quasi sicuramente anche lei ricambia l'amore profondo del mio migliore amico.

"Incredibile, ma si, mi ama." E il suo sorriso sembra farsi ancora più splendente nel momento in cui confessa che anche il suo amore è ricambiato.

"Non è incredibile Louis, sarebbe strano se fosse il contrario." La sua espressione stupita mi fa sorridere. "Non esserne così stupito, sto semplicemente dicendo la verità. Claire non poteva essere più fortunata di così, perché sei una persona meravigliosa."

"Sono fortunato anche io ad avere lei."

"Ovviamente e io sono così felice per voi due, mi basta sapere questo, che vi amate, che siete felici e che state bene assieme, ma sappi che se la farai soffrire non ci penserò due volte a prenderti a calci in culo, poi amici come prima." Gli punto un dito contro con fare minaccioso, strappandogli una sonora risata, poi il suo sguardo si fa più serio.

"Credimi Liz con la fatica che ho fatto per riuscire ad averla non ho nessuna intenzione di farmela scappare da ora in poi."

"Louis Tomlinson sei uno stronzo fortunato, hai due sorelle Stevens tutte per te!"

"Puoi dirlo forte!" Sorride divertito, ma so che lo pensa anche lui. "Ho un dubbio però." Alla sua affermazione mi acciglio confusa. "Perché sei qui da Adele? Pensavo fossi andata da Harry ieri sera."A sentire il nome del mio ragazzo abbasso lo sguardo sulle mie mani e il mio repentino cambio d'umore ovviamente non sfugge al mio migliore amico. "Che succede Liz?"

"Che ne dici se prima andiamo a dire a Claire che abbiamo risolto, conoscendola sarà in preda all'ansia." Mi alzo in piedi porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi e non mi sfugge il suo sguardo contrariato. "Poi ti racconterò tutto, ora torniamo a casa."

Annuisce e una volta in piedi posa un braccio attorno alle mie spalle, lasciandomi un bacio  leggero sulla tempia , in un gesto che riesci darmi tutto il conforto di cui necessito, perché Louis sa sempre quello di cui ho bisogno. E così stretti l'uno all'altra, come è sempre stato, ci avviamo verso casa di mia nonna.

***

Nel momento in cui entriamo in casa, Claire vedendoci scatta in piedi e lo sguardo preoccupato e speranzoso che ci lancia, rende chiaro quanto sia stata in ansia fino ad ora.

"Allora?" Ci domanda, facendo scorrere gli occhi su di noi cercando di capire attraverso il nostro comportamento o le nostre espressioni se abbiamo chiarito o meno.

"È tutto risolto Claire." Le sorrido, ma ancora non sembra convinta.

"Davvero!?" domanda titubante, cercando un'ennesima conferma.

"Davvero piccola Stevens." Alle parole di Louis ci corre incontro e ci si butta praticamente addosso, stringendoci entrambi in un abbraccio entusiasta, tanto da farci finire tutti e tre con il culo per terrà.

"Grazie a Dio! Ero così in ansia." Le sue parole sono intrise di sollievo, così come il profondo sospiro che abbandona subito dopo le sue labbra. "Sono davvero felice che abbiate risolto."

"Lo so anch'io, ma mi stai schiacciando le palle Claire, quindi potresti alzarti per favore." Afferma il mio migliore amico tra i denti, strappandomi una risata divertita, mentre mia sorella balza in piedi con le guance arrossate per l'imbarazzo, mormorando qualche scusa e porgendomi una mano per aiutarmi a rialzarmi.

"Immagino che in altre occasioni non ti lamenteresti di averla sulle palle." Strizzo un occhio a Louis, facendolo scoppiare a ridere.

"Elisabeth!" Esclama mia sorella, nascondendo il viso dietro i suoi palmi, per poi trucidarci con un'occhiataccia nel sentire le nostre risate aumentare. "Smettetela, idioti!" Borbotta schiaffeggiandoci sulle braccia, ma senza ottenere il risultato sperato.

"Ha semplicemente detto la verità, perché ti arrabbi?" Louis le si avvicina stringendosela addosso, mentre lei cerca di sgusciare dalla sua presa.

"Cretino." Alza gli occhi al cielo, ma il suo viso si addolcisce quando il mio migliore amico le tempesta il viso di baci, fino a quando anche lei scoppia a ridere e allora soddisfatto si allontana sorridendole amorevolmente. "Quindi abbiamo la tua benedizione Liz?"

"Non avete bisogno della mia benedizione, l'unica cosa che mi importa è che voi siate felici e da quello che vedo e da quello che mi avete detto entrambi so è così." Un sorriso emozionato si fa spazio su entrambi i loro volti. "Nonna Adele?" domando e solo ora mi accorgo della sua assenza.

"Dovrebbe essere nello studio, ha ricevuto una telefonata poco dopo che siete usciti." Mi spiega mia sorella, indicandomi con un dito il piano superiore dove si trova il vecchio studio di nonno James. "Ormai sarà quasi un'ora che sta al telefono."

"Vado a vedere." Affermo per poi salire le scale e bussare delicatamente alla porta della stanza, dalla quale sento arrivare la voce pacata di mia nonna che chiede chi sia. "Posso?" le domando infilando solo la testa oltre lo stipite, mentre lei mi fa cenno con la mano di entrare. Così dopo essermi richiusa la porta alle spalle, prendo posto su una delle poltrone davanti alla scrivania, di fronte al posto occupato da nonna Adele. Mi guardo intorno e mi tornano alla mente un sacco di ricordi legati a questa particolare stanza, perché è proprio qui che è nata la mia passione per l'architettura, mentre sfogliavo i grandi volumi presenti sugli scaffali della libreria o mentre osservavo nonno James all'opera, che mi spiegava con entusiasmo cosa stesse facendo, affascinandomi con i suoi lavori e i suoi progetti.

"Elisabeth." La voce di mia nonna mi richiama dal mio viaggio nei ricordi e solo ora mi accorgo che ha interrotto la telefonata.

"Scusa, ma qui dentro ci sono un sacco di ricordi." Alle mie parole un sorriso consapevole si fa spazio sul suo viso, perché lei sa quanto tempo ho trascorso qui dentro e soprattutto quanto poi era difficile riuscire a far uscire da qui me e nonno James. "Ti ho disturbata?"

"No, in realtà volevo venire a chiamarti ma non volevo interrompere la tua chiacchierata con Louis." Mi spiega facendomi accigliare. "Ero al telefono con il tuo avvocato. Ti ha chiamato, ma mi ha detto che il tuo cellulare risulta staccato."

"Infatti è scarico, novità sull'appartamento?"  Non mi stupisco che abbia chiamato qui, perché Thomas è il nostro avvocato di famiglia da anni. Gli avevo anche detto che in caso non fosse riuscito a contattare me, avrebbe potuto benissimo riferire a mia nonna qualsiasi cosa riguardo alla faccenda dell'appartamento. Non che ci fosse bisogno di un legale per trattare questa questione, ma quando si tratta di Jack è sempre meglio prendere precauzioni, perché conoscendolo sarebbe capace di qualsiasi cosa pur di non dover smettere di vivere a scrocco in quella casa, sopratutto visto il suo recente comportamento.

"Ha detto che l'idiota ha liberato l'appartamento, anche se ha dovuto velatamente minacciarlo che saresti passata per azioni legali se non se ne fosse andato di sua spontanea volontà."

"Dubito che Thomas l'abbia apostrofato in quel modo, ma almeno ho ottenuto quello che volevo." In realtà sono sollevata, perché non avrei avuto la forza di dover affrontare il procedimento giudiziario, ma fortunatamente per una volta nella vita Jack ha fatto qualcosa di intelligente, anche se immagino che sia stato più per il timore di dover tirare fuori i soldi per una causa, che non perché fosse la cosa più corretta da fare.

"Ha detto che puoi passare da lui in studio a prendere le chiavi quando vuoi." Annuisco alle parole di mia nonna e sarà sicuramente la prima cosa che farò appena ritornerò a casa. "Ora che ne farai di quell'appartamento?" All'inizio la mia idea era di venderlo, perché ho già una casa in cui vivere e sinceramente quel luogo è troppo pieno di ricordi, ma ora ho un pensiero che mi frulla nella testa da qualche tempo.

"Pensavo di venderlo all'inizio."

"Ma.."

"Ma ora penso di avere un'idea migliore." Affermo prima di spiegarle quello che ho in mente e mentre parlo un sorriso contento si apre sulle sue labbra, facendomi capire che è approva completamente la mia scelta.

"Mi sembra un'ottima idea."

"Lo spero. Ora però me ne torno a casa, ti ho già disturbata fin troppo." Mi alzo in piedi seguita subito da lei, per poi raggiungere la porta e tornare al piano inferiore da Louis e Claire.

"Non mi hai disturbata affatto, Liz. Lo sai che puoi venire qui quando vuoi, mi fa solo piacere poter stare con le mie nipoti, anche se la prossima volta mi auguro che sia per un'occasione più felice."

"Sono d'accordo con te." Le sorrido, mentre arriviamo in fondo alle scale, ma prima di proseguire verso il salotto ci arrestiamo davanti alla vista che ci ritroviamo di fronte. Louis e Claire sono seduti sul divano, accoccolati l'uno all'altra, mentre sfogliano uno dei tanti album fotografici di mia nonna.

"Sono così carini." Mormora nonna Adele osservandoli con dolcezza. "Non sei d'accordo!?" Proprio in quel momento vedo Louis stringersi ancora più vicino Claire, lasciandole un delicato bacio sulla tempia, mentre mia sorella gli sta raccontando qualche aneddoto sulle foto che stanno guardando, poi lei volta il viso portando una mano ad accarezzare la guancia ispida del mio migliore amico, prima di premere dolcemente le sue labbra su quelle di Louis e quando si allontana, il sorriso che lui le rivolge è così luminoso e pieno d'amore, che riempie anche il mio cuore di gioia.

"Sono molto più che carini." Nonna Adele sorride soddisfatta dalle mie parole e immagino quanto anche lei sia felice di vedere che le cose si sono risolte al meglio.

"Già, ma vai a chiamarli prima che decidano di procreare sul mio divano." Scoppio a ridere alle sue parole e non c'è nemmeno bisogno che vada a chiamarli perché basta la mia risata ad attirare la loro attenzione.

"Che c'è di così divertente!?" Mi domanda mia sorella con la curiosità dipinta sul volto.

"Credimi, meglio che tu non lo sappia." Affermo facendo un cenno con la testa verso nonna Adele, che sbatte le palpebre in maniera innocente, facendo aggrottare le sopracciglia a Claire.

"Ok, resterò nella mia ignoranza. Comunque sei pronta per andare?"

Annuisco e così dopo aver recuperato il mio borsone e aver salutato nostra nonna, ci avviamo alle nostre auto.

"Devo passare in posto prima." Gli avviso mentre lascio sul sedile posteriore la mia borsa.

"Sto ancora aspettando la tua spiegazione Liz." Afferma il mio migliore amico, ricevendo un'occhiata confusa da Claire.

"Che spiegazione?"

"Lo farò, ma prima devo davvero andare a fare questa cosa. Intanto voi andate a casa, io vi raggiungo." Ignoro la domanda di mia sorella, perché se le dicessi a cosa si sta riferendo Louis non mi lascerebbe andare, sarebbe persino capace di trascinarmi a casa con la forza.

"Ok, allora ti aspettiamo a casa." Lou annuisce e dopo esserci scambiati un sorriso, salgo in auto.

"Che spiegazione?" Insiste Claire strattonando il suo ragazzo per la manica della felpa e Louis solleva gli occhi al cielo snervato.

"Sta un po' zitta, piccola Stevens." Esclama prima di metterla a tacere con tenace bacio sulle labbra.

Con un sorriso divertito parto, in direzione per lo studio di Thomas, sempre più convinta che la mia decisione non possa essere più che azzeccata.

***
Eccomi di nuovo qui!
Penultimo capitolo, non ci posso credere che siamo quasi giunti alla fine😢
Comunque non disperate c'è ancora l'ultimo capitolo e poi l'epilogo.
Intanto vi lascio alla vostra lettura, fatemi sapere che ne pensate.
Alla prossima!
E.
xxx

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