Kintsugi

By Raelchel

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"Spero di essere l'oro per il tuo cuore." More

0. Intro
1.Finalmente a casa*
2. Claire
3. You've got a friend
4. Arrivi
5. Bentornata
6. La realizzazione di un sogno
7. Scatoloni
8. Piccola palla di pelo
9. James & Adele
10. Strategie
11. Doti Culinarie
12. Colloqui e sorprese
13. Piccolo irlandese biondo
14. Girasoli e peonie
15. Kintsugi
16. Meravigliosa
17. Pancake ai mirtilli
18. Grandi notizie
19. Cocktail e istinto
20. Sono talmente innamorato di te
21. She's a rainbow
22. Scommessa
23. Paure, inchiostro e promemoria
24. Elsie
25. Primo amore
26. Per favore
27. Sono davvero felice per te
28. Appuntamento
29. Voglio raccontarti tutto
30. Claire, sei davvero così stupida?
31. Abiti importanti
32. Insieme
33. Papà
34. Non avere paura
35. I tre moschettieri
36. Andrà tutto bene
37. Déjà vu
38. Realizzazioni
39. Non fermarti
40. Tappi per le orecchie
41. Grease
42. Guerriera
43. Il mio cuore è tuo
44. Ovunque
45. Senza vergogna
46. Ti meriti un amore
48. Ti aspetto
49. Rifugio
50. Restare
Epilogo

47. Fenice

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By Raelchel

🔴🔴🔴

Penso che non ci sia risveglio più bello e felice di quello di svegliarsi con la persona amata accanto e ormai da qualche mese a questa parte quasi ogni mio risveglio è dipinto di felicità. Quello di stamattina è uno di quelli, aprire gli occhi e vedere come prima cosa Harry che dorme al mio fianco non può che far spuntare immediatamente un sorriso sulle mie labbra. Che me faccio del caffè per iniziare bene la giornata, quando davanti agli occhi ho uno spettacolo del genere!? Il viso rilassato affondato nel cuscino, i capelli arruffati, le labbra schiuse per il suo respiro leggero e regolare. E i miei occhi non possono che correre avidi di catturare ogni suo dettaglio, come un appassionato d'arte che ammira e si bea di ogni pennellata di colore o di ogni curva intagliata nel marmo più pregiato, anche io ho la mia personale opera d'arte. L'inchiostro nero sulle sua braccia, infilate sotto la federa, sembrano richiamare ancora di più la mia attenzione, grazie al contrasto con le candide lenzuola del mio letto. Il suo corpo, la sua pelle e il suo profumo sono un richiamo troppo forte a cui resistere e alla fine cedo, come i marinai ai canti delle sirene, azzerando la distanza che divide i nostri corpi. Appena sono abbastanza vicina da poter sentire il suo fiato soffiarmi sul viso, un suo braccio mi circonda il fianco e mi attira ancora più vicina a lui, come se sapesse già di trovarmi lì, pronta per essere accolta tra le sue braccia.

"Buongiorno" Mormoro infilando le dita tra i suoi capelli. "Non avrei voluto svegliarti, ma tra poco devo raggiungere Louis al locale."

"Buongiorno." Mugugna nascondendo il viso tra l'incavo del mio collo e il mio cuscino, mentre il suo palmo percorre con lentezza la mia schiena. "Sei perdonata, ma solo perché sei ancora nuda." Stampa un bacio sulla mia clavicola per poi sollevare il viso e potermi mostrare i suoi meravigliosi occhi.

"Se è per questo sei nudo anche tu." Non che sia una cosa eccezionale, visto che siamo sempre in queste condizioni quando ci svegliamo, in realtà ci premuriamo di coprirci con il minimo indispensabile solo quando sappiamo che Claire sarà in casa il mattino seguente. 

"E allora perché stiamo ancora parlando?" Non fiato più, porto una mano sulla sua nuca e lo bacio, la sua mano scorre lungo la mia coscia, fermandosi nella piega del mio ginocchio e facendo leva, così che possa avvolgere il suo fianco.

"Stamattina questo è tutto quello che avrai." Affermo prima di allontanarmi e sedermi sul bordo del bordo del letto per poter recuperare qualcosa da mettermi addosso, il tutto sotto la sua espressione contrariata.

"Seriamente!? Hai un uomo nudo e pronto per te nel tuo letto e tu lo abbandoni così!?" Scrollo le spalle fingendo indifferenza, mentre infilo la sua camicia chiudendo un paio di bottoni, perché per quanto anche io preferirei rotolarmi tra le lenzuola insieme a lui, il dovere mi attende e sopratutto Louis sarebbe capace di piombare qui a casa se non dovessi presentarmi in orario.

"Si e ora vado a farmi una doccia."

"Vengo anche io."

"Non provarci nemmeno." Affermo puntandogli un dito contro con finta aria minacciosa. "Sappiamo benissimo entrambi come vanno a finire le nostre docce condivise."

"Ti prometto che farò il bravo." Afferra il mio polso, poggiando le labbra in un bacio leggero sul polpastrello del mio dito puntato ancora su di lui, rivolgendomi uno sguardo supplicante, mentre la sua bocca continua poi a scorrere lenta sul mio palmo, tirandomi delicatamente  verso di lui. Non so nemmeno come, ma troppo presa dalle attenzioni delle sue labbra, mi ritrovo con la schiena premuta sul materasso, intrappolata dal suo corpo. 

"Harry." Lo richiamo, ma mi ignora bellamente infilando il viso tra la mia spalla e il mio collo per poter lasciare una scia baci. "Hai appena finito di promettere che avresti fatto il bravo." La mia voce si smorza in respiro brusco, quando sento la sua lingua tracciare la linea della mia gola.

"Mmh mmh." Mugugna, ma continua ad ignorare le mie parole, mentre con una mano sbottona la sua camicia, liberando il mio torace dai lembi del tessuto colorato. "Ed è quello che ho intenzione di fare." Sussurra al mio orecchio e il suo tono suadente, morbido come velluto, accompagnato dai suoi polpastrelli che percorrono tutto il mio corpo, mi fanno improvvisamente scordare per quale motivo avessi tanta fretta di uscire dal letto. Vorrei davvero ribattere, ma quando la sua mano finisce la sua corsa, intrufolandosi in mezzo alle mie gambe a sfiorare la pelle sensibile e liscia, come i petali di un bocciolo di rosa bagnati dalla fresca e profumata rugiada primaverile, il fiato mi si blocca in gola e l'unico suono che esce dalle mie labbra è la cosa più lontana possibile a qualsiasi parola esistente. L'unica cosa che percepisco sono il suo fiato caldo accanto al mio orecchio e le sue dita che, come quelle di un pianista che accarezza con delicatezza e intensità l'avorio dei tasti di un pianoforte per riempire l'aria con la sua melodia, si muovono sinuose su di me, sono io il suo strumento e la mia voce è l'armonia che riverbera dalle mie corde vocali e risuona per la mia gola fino a riversarsi sulle sue labbra, che avide cercano le mie. Il mio bacino si solleva dal materasso, quando il suo tocco si fa più intenso e smaniosa di regalargli lo stesso piacere che lui sta donando a me, faccio scorrere una delle mie mani, strette finora sulla sua schiena ampia, sul suo corpo fino a giungere nel punto in cui più desidera il mio tocco. E il suono basso e roco che gli vibra nel petto nel momento in cui il mio palmo lo avvolge, riesce ad accendermi ancora di più del suo tocco e non c'è nient'altro al mondo che io ami di più delle sue mani su di me. Il fuoco che sento divampare dentro di me, sembra aver attecchito anche in lui, ferma i movimenti prima della mia e poi della sua mano e si fa spazio tra le mie gambe. Cerca la mia bocca, di nuovo, mi bacia lottando contro i nostri respiri affannati, infilando la lingua tra le mie labbra alla ricerca della mia, come un amante alla ricerca disperata della sua amata. I suoi fianchi pressati contro i miei per farmi sentire quanto grande e intenso sia il suo desidero, la sua bocca che si allontana, una sua mano che si intrufola tra i nostri corpi, le mie palpebre serrate, ma il mio cuore aperto, pronto a raccogliere tutte le emozioni di questo momento e farne tesoro.

"Amore." Soffia sulle mie labbra la sua voce dolce come il miele. "Voglio che mi guardi." Il suo naso sfiora il mio in un delicato richiamo e mi chiedo come sia possibile che quest'uomo possa essere tanto dolce e passionale allo stesso tempo. Harry è come il frutto proibito, la mela di Eva,con la sua dolcezza zuccherina, portatrice di peccato, ma io a differenza della prima donna, non mi pento di averlo assaggiato e lo rifarei altre mille volte ancora, anche a costo di finire tra i dannati all'inferno, perché il paradiso lo vivo ogni volta che mi trovo tra le sue braccia.

I miei occhi si aprono, incontrando la giada liquefatta dal desiderio delle sue iridi colme di amore e le mie mani corrono a stringere il suo viso, mentre lo sento farsi spazio centimetro dopo centimetro, appropriandosi di ogni parte di me e per un attimo, quando lo sento riempirmi del tutto, il tempo sembra cristallizzarsi in questo momento: i fiato sospesi,gli occhi pieni dell'altro, le labbra a sfiorarsi e i nostri corpi immobili, ma uniti. Poi sembra ripartire tutto, ad una velocità più alta, come quando mandi avanti veloce una canzone o un film per poter sentire la parte che preferisci. È tutto un susseguirsi di unghie che si infilano nella carne dell'altro fino a lasciare il segno del loro passaggio, di fianchi che si incastrano e assecondano i movimenti per avere di più, di dita attorcigliate tra i capelli o che esplorano ogni angolo di pelle, di labbra che si posseggono, di sapori mischiati, di gemiti, ansimi e mugolii che vibrano nei petti e di amore che sfocia nella ricerca del piacere più sublime. Harry quando fa l'amore è passionale, affamato, insaziabile, ma anche dolce, premuroso e altruista. Inebria ogni senso: l'olfatto con il suo profumo dolce e speziato, il gusto con il sapore dolciastro della sua bocca, l'udito con la sua voce graffiata dal desiderio, il tatto con la potenza dei sui muscoli e la morbidezza della sua pelle e infine la vista, che amplifica tutto il resto, con la visione dei movimenti sinuosi del suo corpo e del suo viso contratto dal piacere. E io non capisco più niente, perdo totalmente il controllo, come non mi era mai capitato prima con nessun altro. Se prima pensavo che la mia vita sessuale fosse soddisfacente, ora che so cosa vuol dire fare l'amore con Harry, sono certa di non aver mai provato nulla di così appagante e totalizzante con nessun altro. E la cosa incredibile è che riesce a farmi sentire in questo modo anche quando non siamo nudi sopra un letto ad amarci.

"Porca puttana." Impreco senza fiato, quando le sue spinte si fanno più profonde e veloci e il calore concentrato nel mio basso ventre sembra ardere incontenibile, pronto a liberarsi da un momento all'altro. La sua mano affonda nella carne della mia coscia, la ancora al materasso così da avere più spazio, facendomi inarcare la schiena, come scossa da una scarica elettrica nel sentirlo arrivare ancora più in profondità dentro di me. Fortuna che Claire non è in casa, perché stamattina sembriamo essere più rumorosi del solito, vista la quantità di gemiti ignobili che abbandonano le labbra di entrambi, gemiti che nessuno dei due sembra voler contenere o smorzare. Le mie mani cercano appiglio sulle sue spalle nel momento in cui sento il mio corpo tendersi, ormai pronto a rilasciare tutto il piacere accumulato e con una sua spinta più decisa e la sua voce roca e carica di eccitazione che sussurra al mio orecchio -Lasciati andare, voglio sentirti Liz- l'orgasmo mi travolge, fino a farmi tremare le gambe e mozzare il fiato in gola. La vista mi si annebbia, percepisco ogni mio muscolo rilassarsi e subito dopo Harry raggiunge il suo apice, crollando su di me e ricoprendo il mio corpo di brividi alla sensazione del suo respiro spezzato contro la pelle accaldata e madida del mio collo. La sua schiena si alza e si abbassa in maniera spasmodica sotto le carezze leggere dei miei palmi, infilo una mano tra i suoi capelli, massaggiando delicatamente la sua nuca, aspettando che si goda il momento e che riprenda fiato. Le sue braccia mi stringono, ritrae i fianchi e posa il viso sul mio petto, l'orecchio proprio in corrispondenza del mio cuore, che batte frenetico.

"Ti batte fortissimo il cuore." Afferma con voce graffiata.

"Batte sempre così quando sono con te." Alle mie parole, sfrega la guancia contro la mia pelle, come un bambino in cerca di coccole, solleva il viso e preme le labbra con dolcezza proprio in quel punto, per poi posarci il mento così da potermi guardare. "Anche se le tue sono promesse da marinaio." Un sorriso furbo gli incurva le labbra, mentre scivola lentamente sul mio corpo, fino a portare il suo viso all'altezza del mio.  

"In realtà ho solo promesso che avrei fatto il bravo, non come l'avrei fatto." Afferma beffardo, tappandomi la bocca con la sua, prima che possa anche solo provare a lamentarmi. "Stai dicendo che non lo sono stato?"
Insinua lasciando sfiorare le nostre bocche, mentre le sue mani si infilano tra i miei capelli, passandoci delicatamente le dita.

"No, sto dicendo che giochi sporco."

Perché sa che per quanto io cerchi di resistergli alla fine non riesco mai a non cedergli. La mia irremovibilità con lui è labile come un fiocco di neve che si posa su un palmo pronto a coglierlo, che al contatto con il tiepido calore si scioglie irrimediabilmente.

"La colpa è tua." Ribatte facendomi inarcare le sopracciglia incredula.

"Sentiamo, perché la colpa sarebbe mia?"

"Primo perché non avresti dovuto svegliarmi." Mormora baciandomi piano una guancia. "Secondo perché non puoi farti trovare nuda e poi pensare di andartene." Le sue labbra si poggiano all'angolo della mia bocca. "E infine il terzo motivo è che ti amo e non puoi non aspettarti che abbia sempre voglia di fare l'amore con te." Conclude baciando il mio sorriso divertito.

"Hai ragione." Affermo lasciandolo stupito.

"Davvero!?"

"Si, a dire che sei bravo..." traccio con un dito il profilo del suo volto, seguendo con lo sguardo il mio percorso. "Davvero bravo a giocare sporco." Aggiungo mentre lego le braccia intorno al suo collo e lo stringo a me, infilando i denti in maniera giocosa nel suo labbro inferiore, per poi lasciargli un bacio leggero prima di spostare la bocca fino al suo orecchio. "Se non fosse che Louis mi sta aspettando..." sussurro, facendo scorrere delicatamente le unghie sulla sua schiena. "...condividerei la doccia con te, solo per lasciarti dimostrare di nuovo quanto effettivamente tu sia bravo." Il respiro gli si spezza in gola alla mia provocazione e sorrido compiaciuta, perché sapere di riuscire ad accenderlo con così poco, mi fa sentire desiderata e amata come non mai. "Ma ti prometto che stasera sarò tutta tua e io le mie promesse le mantengo sempre." Riporto il viso in corrispondenza del suo, poggiando le labbra sulle sue e facendo scorrere con studiata lentezza la lingua sul suo labbro inferiore.

"Se continui così Louis non ti vedrà prima di domani." Parla con le labbra premute ancora sulle mie, stringendomi a se prima di rotolare sulla schiena e farmi ritrovare sdraiata sopra di lui, strappandomi una risata. Poso un mano sul materasso, sollevandomi quanto basta dal suo corpo per poterlo guardare negli occhi e portando l'altra sulla sua guancia, mentre sento le guance farmi male per quanto sto sorridendo. "Che c'è?" Mi domanda sorridente, spostandomi i capelli dietro l'orecchio e il modo in cui mi guarda mi riempie il cuore di gioia.

"Niente, sono solo felice." E ti amo, vorrei aggiungere, ma le parole sembrano non voler uscire dalla mia bocca, perché nonostante tutto ho ancora paura a confessargli apertamente i miei sentimenti. Non ho dubbi su Harry, non potrei mai averne, perché mi ha dimostrato più di una volta quanto tiene a me, ma l'ultima volta che ho detto a qualcuno che lo amavo le cose poi sono andate a rotoli e io ne sono uscita distrutta. E mi sento in colpa nei suoi confronti, perché lui meriterebbe di sentirselo dire ogni giorno, ma per quanto possa suonare egoistico, non voglio sforzarmi solo per farlo felice, voglio confessarglielo quando mi sentirò pronta, perché ora, dopotutto quello che è accaduto, per me hanno ancora più significato quelle due parole. Così scuoto appena la testa, per scacciare questo pensiero dalla mia testa, continuando a guardarlo, sperando di riuscire comunque a fargli capire quanto intenso sia quello che provo per lui. E dal modo in cui il suo sorriso si addolcisce ancora di più e da come i suoi occhi sembrano ancora più luminosi rispetto a poco fa, so che ha capito, anche senza che io abbia bisogno di parlare, lui riesce a capirmi.

"Ti amo anch'io Liz." La spontaneità con cui queste parole escono dalle sue labbra, lo fa sembrare sempre come se fosse la prima volta che me lo confessa, come l'emozione che provo ogni volta in cui me lo dice. "Ma ora vai a farti una doccia, prima che cambi idea e ti tenga intrappolata su questo letto con me per tutto il giorno." Sorrido alle sue parole, perché so che ne sarebbe capace e io non avrei nulla di cui lamentarmi, ma l'immagine di Louis che mi aspetta all'Elsie, imprecando per il mio ritardo mi riempie la mente. Così mi abbasso quanto basta per potergli lasciare un ultimo bacio per poi alzarmi a malincuore dal mio letto e dirigermi verso la porta del mio bagno. "Liz." La sua voce mi blocca appena supero la soglia, facendomi voltare verso di lui. "Con la mia camicia sei ancora più bella." Afferma facendo scorrere lo sguardo lungo tutto il mio corpo, mettendosi seduto tra le lenzuola che ancora profumano di noi. "E lo eri ancora di più prima, qui su questo letto, mentre ti prendevo con solo quella addosso e non potrò mai più metterla senza avere davanti agli occhi quell'immagine e il suono dei tuoi gemiti a riempirmi la testa."  Sento il mio corpo accaldarsi alle sue parole e per quanto siano sensuali dette da lui, so che non ci sono secondi fini dietro, ma solo la sua spontaneità nel dirmi sempre quello che pensa. Ed è questa la differenza sostanziale tra di noi, perché io invece adoro provocarlo ed è per questo che punto il mio sguardo nel suo, senza proferire parola e lentamente porto le mani su quel tessuto decantato, facendolo scivolare dal mio corpo fino a restare completamente nuda di fronte a lui. Anche se siamo a qualche metro di distanza percepisco perfettamente il suo respiro più veloce e i suoi occhi non si lasciano sfuggire neppure il mio più piccolo movimento. Gli sorrido per poi dargli le spalle ed entrare in bagno, lasciando la porta aperta in un invito muto a raggiungermi. Faccio giusto in tempo ad aprire l'anta del box doccia che Harry stringe il mio corpo al suo e ci trascina entrambi sotto il getto dell'acqua calda. E quando la sua bocca si scontra famelica con la mia e la mia schiena entra in contatto con le piastrelle fredde della parete, facendo ricoprire la mia pelle di brividi, l'unico pensiero che mi passa per la testa è che tanto sarei comunque arrivata in ritardo e che tutto questo ne vale pena, anche a costo di venire insultata dal mio migliore amico.

***

Da quando sto con Harry la puntualità non rientra più tra i miei pregi e se prima anche solo l'idea di poter arrivare in ritardo mi metteva ansia, pian piano ho iniziato a lasciar correre e non farne un dramma. Per questo durante e dopo la doccia me la sono presa con tutta calma, conscia che non sarei mai arrivata all'orario stabilito e che comunque Louis, a differenza mia, è sempre stato un ritardatario cronico. Così dopo essere uscita di casa ed essermi fermata da Joe per poter prendere la colazione per me e per il mio migliore amico, mi dirigo verso il locale, canticchiando tra me e me lungo la strada. Parcheggio, ma appena scendo dall'auto e mi dirigo verso l'entrata dell'Elsie tutta la mia spensieratezza sembra svanire, quando vedo Louis seduto ad uno dei tavolini con un'espressione, che incazzata è dire poco, dipinta sul volto.

"Alla buon ora!" Esclamo irritato quando si accorge della mia presenza, fulminandomi con lo sguardo. "È mezz'ora che ti aspetto!"

"Potevi entrare, non c'era bisogno che mi aspettassi qui fuori." Affermo come se fosse una cosa scontata, infilo le chiavi nella serratura, apro la porta e gli faccio segno di passare per primo.

"L'avrei fatto, se non fosse che le mie chiavi le ha Niall." Inutile dire che mi ero completamente dimenticata di questo dettaglio.

"Mi spiace, non pensavo fossi già qui."

"E non potevi avvisarmi!?"

"Hai ragione, ma di solito arrivi sempre in ritardo, non pensavo che saresti stato puntuale proprio stamattina."

"Che scusa di merda." Borbotta, sollevando gli occhi al cielo. "E per colpa tua mi si è gelato il culo."

"Mamma mia Louis!" Esclamo esasperata. "Non metterla giù così spessa, di solito sono sempre io quella che ti deve aspettare."

"Si, ma almeno io ho la decenza di avvisarti!" Esclama irritato, togliendosi la giacca e posandola sul bancone.

"Se ti dico che mi sono fermata da Joe,mi perdoni!?" Gli domando con tono supplichevole, sventolandogli sotto il naso il sacchetto tra le mie mani.

"Dipende da quello che c'è in quella busta." Sorrido soddisfatta, perché nemmeno a farlo apposta stamattina gli ho preso il suo dolce preferito.

"The per entrambi, muffin ai mirtilli e..." tiro fuori ogni cosa, posandola su uno dei tavolini, lasciando per ultima la mia unica speranza di ottenere il suo perdono. "Banana bread!" Esclamo sorridente, ma la sua reazione non è quella che speravo, si limita a guardare il dolce tra le mie mani e poi a guardare me. "Che c'è?" Gli domando stranita, quando ancora non si decide a parlare.

"Mi sa che qui anche qualcun altro ha avuto banana bread per colazione." Afferma con un sorrisetto malizioso a incurvagli le labbra, enfatizzando su l'ingrediente del dolce, che mi sfila dalle mani.

"Non ho ancora fatto colazione, in realtà." Scrollo le spalle con nonchalance, cercando di ignorare il suo sguardo scettico.

"Sai Liz, ti conosco da abbastanza tempo per capire quando mi stai mentendo oppure o no." Si siede al tavolo, prendendo un sorso del suo the senza togliermi gli occhi di dosso. "E sono certo che tu stamattina abbia già preso la tua dose di zucchero."

"Come vuoi, Louis." Scrollo le spalle, prendendo posto accanto a lui e poi lo ignoro iniziando a mangiare il mio muffin.

"Come mai sei così rilassata?" Mi domanda, facendo con le dita il segno delle virgolette sull'ultima parola.

"Sarà merito della doccia di stamattina."

"Vorrai dire della scopata di stamattina." Alle sue parole quasi mi strozzo con il pezzo di dolce che sto masticando, iniziando a tossire convulsamente. "Ti si legge in faccia che hai fatto sesso e se non bastasse questo, il succhiotto che hai sotto l'orecchio ne è la prova schiacciante."

"Ok Sherlock, caso risolto." Alzo le mani in segno di resa. "Ora che l'ho ammesso, sei felice?"

"Elementare Watson,  anche se un po' ti invidio."

"Mi spiace Lou, ma Harry non lo condivido con nessuno."  Sorrido compiaciuta davanti alla sua espressione disgustata e sconvolta.

"Ma che cazzo! Intendevo il sesso mattutino, non il tuo amante focoso, quello puoi tenertelo!" Scoppio a ridere alle sue parole, mentre lui scuote la testa come se volesse cancellare dalla sua mente chissà quali pensieri. Poi all'improvviso veniamo interrotti da un bussare frenetico alla porta e ci guardiamo con aria interrogativa. Il locale questa settimana è chiuso per ferie e oggi io e Louis siamo qui per fare l'inventario e da quello che ricordo non avrebbe dovuto raggiungerci nessun altro.

"Aspettavi qualcuno?" Domando al mio migliore amico, facendo cenno verso la porta.

"In realtà no." Si alza per poter andare a vedere chi ci sia. "Probabilmente sarà Harry che non ce la faceva più a stare senza di te." Scherza, ma la sua espressione divertita scompare nell'esatto momento in cui apre la porta. "Che cazzo ci fai tu qui?" Ringhia su tutte le furie, avanzando minaccioso di un passo verso lo sconosciuto. Incuriosita dalla sua reazione lo raggiungo, perché dalla posizione in cui mi trovo e a causa delle saracinesche abbassate non riesco a vedere chi sia così sgradito al mio migliore amico da fargli cambiare umore così repentinamente. "Vattene!" Sibila di nuovo, cercando di chiudere la porta, ma quando lo raggiungo restando alle sue spalle e vedo chi c'è sulla soglia, capisco perfettamente il comportamento di Louis, perché qui davanti a noi c'è l'ultima persona che avrei mai voluto vedere, non solo oggi.

"Ciao Elisabeth, potresti richiamare il tuo cane da guardia prima che mi salti al collo!?" Il solito stronzo, non che me ne sorprenda perché quello è, ma dopo tutto ha ancora l'arroganza di comportarsi in questo modo.

"In realtà si, mi dispiace, perché sarebbe uno spettacolo enormemente gratificante vederlo prenderti a calci in culo, Jack." Il suo sorrisetto beffardo scompare e tende la mandibola irritato alla mia affermazione. "Ma voglio troppo bene a Louis perché si sporchi le mani con uno come te, perciò segui il suo consiglio e vattene."

"Sono qui per parlare." Afferma prepotente, strappandomi una risata sarcastica.

"Io e te non dobbiamo parlare proprio di niente." 

"Megan mi ha raccontato del vostro incontro." Ribatte facendo un passo verso di me, ma Louis mi si para davanti impedendogli di avanzare.

"Non osare avvicinarti a lei." Lo minaccia, puntandogli un dito contro.

"Altrimenti!?" Domanda beffardo, facendo scorrere lo sguardo dal dito poggiato sopra il suo cappotto al volto di Lou.

"Altrimenti non avrò problemi a sporcarmi le mani, quindi per una volta in vita tua vedi di fare qualcosa di buono e vattene."

"Non prendo consigli da un pezzente, che ha un lavoro solo grazie alla sua migliore amica." Alle sua risposta colma di astio sono io scattare, prima che possa farlo Louis, perché va bene tutto, ma venire qui e avere pure la faccia tosta di insultare il mio migliore amico, quello no.

"Non ti permettere!" Sbotto, superando Louis e fronteggiando il mio ex. "Sei l'ultima persona che si può permettere di aprire bocca su questa questione, perché se non ricordo male tu senza di me, non avresti nemmeno un tetto sopra la testa."

"Ed è proprio di quello che voglio parlare, quindi possiamo deporre l'ascia di guerra e discuterne civilmente!?" Mi domanda abbassando i toni, perché so di aver toccato un nervo scoperto, visto che Jack ha sempre mal sopportato la mia condizione economica, che è sempre stata migliore della sua.

"Parla." Ribatto secca, prima apre bocca e prima mi leverò da davanti agli occhi la sua faccia da sberle.

"In privato, se non ti dispiace."

"Dispiace a me." Afferma Louis, attirando l'attenzione del mio ex. "Non penserai davvero di poter venire qui e pretendere di fare come vuoi."

"Sto parlando con Elisabeth, non con te." Ribatte seccato e decido di mettere fine alla loro discussione, perché c'è talmente tanta tensione tra questi due, che c'è davvero il rischio che finiscano per mettersi le mani addosso.

"Ok." Dico attirando l'attenzione di entrambi. "Ti do 10 minuti, poi te vai." Aggiungo sotto lo sguardo contrariato del mio migliore amico e il sorriso soddisfatto di Jack. "Togliti quell'espressione compiaciuta dalla faccia, non lo sto facendo per te."

"Liz." Mi richiama Lou, mentre recupero la mia giacca e la indosso. "Sei sicura di voler parlare con lui?" Mi domanda sottovoce, visibilmente preoccupato.

"Si tranquillo, tanto peggio di quello che mi ha già fatto non può fare."

"Ok, ma per qualsiasi cosa chiamami." Gli sorrido per poi uscire e raggiungere Jack. Sinceramente pensavo che sarebbe stato molto peggio ritrovarmelo davanti dopo tutto quello che è successo tra noi due e invece di tutto il dolore che ho provato sembra non esserci più traccia, lo guardo e l'unica emozione che mi provoca è indifferenza, lo guardo e mi domando come io abbia potuto essere innamorata di una persona così arrogante e meschina come lui. Ovviamente non mi fa comunque piacere ritrovarmelo davanti, ma essere cosciente che ormai qualunque cosa possa dire o fare non mi farà soffrire come un tempo, mi da un'enorme soddisfazione, perché vuol dire che in fondo sono riuscita a superare tutto e ad andare avanti. Pensavo di non poter essere felice senza di lui e invece mi sono resa conto che lo avevo solo idealizzato, l'avevo reso il baricentro della mia felicità, ma ora ho capito che quello che provavo con lui non era niente in confronto a quello che provo con Harry.

"Ora siamo solo io e te, quindi dimmi quello per cui sei venuto a cercarmi."

"Megan mi ha detto che vi siete incontrate e che non sei stata molto gentile con lei." Alle sue parole sollevo le sopracciglia incredula, quella stronza ha avuto pure il coraggio di andare a piagnucolare dal suo futuro marito, dopo che è venuta a sbattermi in faccia per l'ennesima volta il fallimento della mia relazione.

"Scusami se ho scordato di essere cordiale e gentile con quella che si scopava il mio ex ragazzo, che fingeva di essermi amica e che è venuta a salutarmi solo per informarmi delle vostre nozze imminenti." Affermo sarcastica, scuotendo la testa ancora sconvolta per quello che mi ha appena detto, perché davvero non pensavo che al peggio non potesse esserci mai fine, ma a quanto pare mi sbagliavo.

"È questo il problema? Che mi sposo con Megan?" La sua domanda mi lascia ancora più allibita, perché è così presuntuoso da credere che io sia ancora presa da lui, tanto da esserne gelosa.

"Il problema é che sei un stronzo pieno di se, non che ti sposi con un'altra." Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.

"Io credo che invece sia proprio così, ma la colpa è solo tua Liz. Le cose sarebbero potute andare diversamente, se tu non te ne fossi andata, avremmo potuto risolvere tutto." Alle sue parole sbarro gli occhi sconvolta e lo sono ancora di più davanti alla sua espressione amareggiata. Per lui l'unica che ha colpa per la fine della nostra relazione sono io, perché l'ho lasciato e non gli dato un'altra possibilità.

"Ma ti senti quando parli!? Qui l'unico che ha sbagliato sei stato tu, io l'unica cosa che ho fatto è stata quella di non permetterti più di prendermi in giro. Quando ti ho lasciato l'ultima volta ho preso la decisione migliore della mia vita, perché avrò sofferto, avrò pianto, sarà stato difficile, ma per la prima volta in vita mia ho messo me stessa davanti a chiunque altro. Ho messo me stessa e il mio bene davanti a te, perché prima di allora mi sono sempre messa da parte solo per farti felice, eppure per te non è mai stato abbastanza." Gli vomito addosso tutto quanto e riuscire a dirgli tutto questo è liberatorio come non mai. È come buttarsi da un aereo con il paracadute in picchiata libera, hai paura all'inizio, ma nel momento in cui inizi la discesa senti l'adrenalina scorrerti nelle vene e non c'è sensazione più bella. "E ora finalmente ho capito. Ho capito che tu in realtà non mi hai mai amato, perché quando ami una persona non la tratti come tu hai fatto con me e non parlo dei tradimenti, parlo di tutto il resto. Mi davi per scontata, qualunque cosa facessi o dicessi non andava mai bene, hai persino provato a vietarmi di vedere Louis e io ero talmente accecata dal mio amore per te da non rendermi nemmeno conto che io non ti piacevo per come ero, ma volevi solo plasmarmi secondo i tuoi gusti." Sento la gola bruciare e il respiro spezzarsi da tanto è concitato il modo in cui le parole escono dalla mia bocca, ma non m'importa, vado avanti perché voglio togliermi questo peso dal cuore una volta per tutte. "Quindi non ti permettere di venire qui e dirmi che la colpa è mia, perché non lo è. Ora sono felice, ho ripreso in mano la mia vita, ho degli amici meravigliosi e un ragazzo fantastico accanto, che a differenza tua mi ama e mi fa sentire apprezzata e desiderata in ogni istante. E anche io lo amo, cazzo se lo amo, ma tu mi hai talmente spezzata che ancora non ho avuto il coraggio di dirglielo e sono una stupida perché ora che ho Harry so che quello che provavo per te non è niente in confronto a quello che provo per lui." Sento il mio petto sollevarsi in maniera spasmodica e il cuore battere frenetico appena il silenzio cade tra di noi, ma la soddisfazione che sento in questo momento mi avvolge come il calore di un camino accesso in una fredda notte invernale e mi sento bene, mi sento rinata, come un fenice risorta dalle sue ceneri. Guardo Jack di fronte a me, la mascella serrata e gli occhi socchiusi in un'espressione di pura rabbia, perché so che tutto quello che gli ho detto l'ha colpito nell'orgoglio, perché lo conosco abbastanza da sapere che era convito che io fossi ancora qui a disperarmi d'amore per lui.

"Stronzate." Ringhia a bassa voce, prima di avvicinarsi con un paio di falcate e senza che io me ne possa anche solo rendere conto poggia con prepotenza la sua sudicia bocca sulla mia. È un contatto breve, ma abbastanza per farmi travolgere da un'ondata di disgusto, così con tutta la forza che ho in corpo, poggio le mani sul suo torace e lo spingo lontano da me, facendolo traballare sui suoi piedi e poi nell'aria risuona solo il rumore del mio palmo che si scontra contro il suo viso.

"Sei solo un arrogante figlio di puttana!" Esclamo arrabbiata, passandomi la mano sulle labbra per togliere il sapore amaro delle sue e il suo tocco, che una volta tanto amavo, ora riesce a farmi sentire solo sporca.

"E tu sei una stupida se pensi davvero che io non ti amassi!" Ribatte ancora più arrabbiato di prima. "Pensi davvero che un stupido ragazzino possa darti tutto quello che avrei potuto darti io!?"

"Sarà pure un ragazzino, ma è molto più uomo di te."

"È solo il mio rimpiazzo, ecco cos'è." Sputa velenoso, come l'ispida serpe che è. "Ma basta solo una tua parola, mi dimenticherò di tutto quello che mi hai detto e mando tutto a monte."

"Oh mio Dio." Una risata isterica abbandona le mie labbra. "Ma sei serio!? Ti stai per sposare! Ma sopratutto se ancora non ti fosse chiaro io non ti voglio più Jack! Sei la persona più viscida ed egoista che io abbia mai conosciuto e sai cosa!? Mi dispiace solo di aver perso tutto questo tempo a stare male per te, perché non meritavi nemmeno una lacrima di tutte quelle che ho versato a causa tua." Mi volto pronta ad andarmene, stanca di sentire qualsiasi altra cosa.

"Stella." Mi blocca afferrandomi per un gomito e a sentire il nomignolo che usava di solito con me, sento ribollirmi il sangue nelle vene, perché sta cercando di usare tutti i suoi mezzucci da quattro soldi per cercare di convincermi, ma non sono più quella Liz, che si faceva abbindolare dalle sue parole e dai suoi sguardi imploranti. Strattono il braccio, liberandomi dalla sua presa per poi voltarmi verso di lui, pronta a mettere un punto a questa sua patetica sceneggiata.

"Non chiamarmi in quel modo." Sibilo, puntandogli un dito contro con fare minaccioso, la voglia irrefrenabile di prenderlo a sberle mi fa addirittura prudere le mani.

"Elisabeth cerca di ragionare, voglio solo..."

"No! Qui quello che non ragiona sei tu, ma adesso basta! Per conto mio questa faccenda si chiude qui, non provare a farti rivedere mai più. Per quanto riguarda l'appartamento, come già avevo detto alla tua futura moglie, avrai notizie dal mio avvocato." Sta per ribattere, ma la voce del mio migliore amico attira l'attenzione di entrambi.

"Liz!" Mi corre incontro e corrugo le sopracciglia davanti alla sua espressione preoccupata.

"Che succede Lou?"

"Harry era qui." Afferma con fiato corto. "L'ho chiamato per dirgli che c'era qui Jack. È uscito a controllare che fosse tutto a posto, ma poi non so per quale motivo di punto in bianco è saltato in auto e se ne è andato senza la minima spiegazione." Appena finisce di parlare realizzo per quale motivo avrebbe potuto comportarsi in quel modo.

"Cazzo!" Esclamo portandomi le mani tra i capelli disperata.

"Cosa?" Mi domanda Louis.

"Avrà sicuramente visto Jack baciarmi." Alle mie parole sbarra gli occhi sbigottito, poi il suo sguardo si sposta sul mio ex.

"Come cazzo ti sei permesso!?" Sbotta furioso, spintonandolo.

"Fatti i cazzi tuoi, Tomlinson."

"Liz è i cazzi miei, stronzo." Poi si rivolge a me. "Vai da Harry, Liz. Devi spiegargli cosa è successo." Annuisco alle sue parole e appena provo ad allontanarmi, di nuovo, Jack prova a trattenermi.

"Non abbiamo finito." Afferma, stringendo il mio polso nel suo palmo.

"E invece si! Mollami!" Tiro il braccio, ma non sembra intenzionato a lasciarmi andare.

"Non toccarla!"Louis afferra la mano di Jack e mi libera, poi carica il braccio e lo colpisce in pieno volto con un pugno, facendolo finire a terra. "Dio erano anni che aspettavo di farlo!" Esclama poi strappandomi una risata. "Ora vai, ci penso io a questo coglione."

"Grazie Lou." Lo stringo in un abbraccio veloce, grata di avere un amico come lui. "Mettici sopra del ghiaccio e tu.." volto lo sguardo verso Jack, in piedi poco lontano da noi che si massaggia il punto colpito. "Dopo questa tua sceneggiata vedi di cercarti in fretta una nuova casa, perché ho smesso di essere accondiscendete." Corro verso la mia auto, accompagnata dalle parole di Louis.

"Tienimi aggiornato!" Prima di salire in auto alzo un pollice in segno di ok e poi parto, allontanandomi da Jack e il suo essere tossico per correre a cercare l'unica persona che merita davvero ogni parte di me.

***

È da più di un'ora che provo a chiamare Harry, ma non fa nemmeno in tempo a squillare che subito parte l'odiosa voce metallica della segreteria telefonica. Sono appostata con la mia auto davanti a casa sua adesso, probabilmente i suoi vicini mi prenderanno per una stalker, ma non ho nessuna intenzione di muovermi da qui finché non lo vedrò arrivare, anche perché è l'unico posto che mi è venuto in mente in cui cercarlo. Ho pensato che sarebbe potuto anche andare a casa mia, magari in cerca di Claire, ma oggi mia sorella lavora e so per certo che quello è l'ultimo posto in cui si farà vedere. Dio sono così arrabbiata con Jack, perché tutto questo casino è colpa sua, lui, la sua arroganza e quel bacio insignificante che è riuscito a strapparmi. L'unica soddisfazione in tutto questo è che finalmente sono riuscita a dirgli tutto quello che per mesi mi ha logorato dentro e pensavo che rivederlo mi avrebbe fatto male, avrebbe riportato a galla troppi ricordi dolorosi, ma al contrario è stata una boccata d'aria fresca ed è stato l'ultimo tassello che mi serviva per capire che finalmente sono pronta a lasciarmi andare del tutto con Harry, seppur abbia ancora paura di perderlo, sono pronta a confessargli tutto il mio amore. Spero solo che quello che ha visto non abbia rovinato tutto e che adesso non sia troppo tardi. Sobbalzo nel sentire lo squillo del mio cellulare e la speranza che possa Harry a chiamarmi si fa sentire prepotentemente, ma quando leggo il nome del mio migliore amico sullo schermo un sospiro sconsolato abbandona le mie labbra.

"Dimmi Louis."

"L'hai trovato?"

"No e non mi risponde al telefono. Ora sono davanti a casa sua, ma di lui non c'è traccia." Poso la testa contro il volante e chiudo gli occhi, in questo momento mi sento così impotente e l'unica cosa che voglio è poterlo trovare e spiegargli ogni cosa.

"Magari è con Claire."

"È in studio e conoscendolo non vorrà disturbala a lavoro."

"Hai provato a sentirla!? Magari non sarà andato da lei, ma potrebbe averla chiamata, dopotutto è pur sempre la sua migliore amica." Il suo ragionamento non fa una piega in effetti e io non avevo valutato questa possibilità.

"Non ci avevo pensato, la chiamo subito. Grazie Lou." Fortuna che ho lui, perché davvero a volte non so come farei.

"Figurati." Ribatte "Comunque il coglione se ne è andato con la coda tra le gambe dopo che te ne sei andata, penso proprio che non si farà più rivedere."

"Ok, ora provo a sentire Claire. Ti tengo aggiornato." In questo momento Jack è proprio l'ultima delle mie preoccupazioni.

"Liz vedrai che andrà tutto bene." Afferma con tono convinto, cercando di infondermi un po' di coraggio.

"Lo spero davvero, Lou." Mormoro, prima di riagganciare e far partire la chiamata a mia sorella. Uno squillo, due squilli, tre squilli, quattro squilli...

"Ehi Liz!" Nel momento in cui risponde mi sento un po' più sollevata rispetto a un attimo fa.

"Claire, scusa se ti disturbo. Hai sentito Harry per caso?"

"No, non lo sento da ieri." Alla sua risposta un sospiro frustrato abbandona le mie labbra e tutto il sollievo di prima se ne va con la stessa velocità con cui è comparso. "Che sta succedendo Liz?" Il suo tono si è fatto più serio dopo aver percepito il mio nervosismo.

"È successo un casino Claire." Mormoro sconfitta, perché adesso non so davvero che fare.

"Mi stai facendo preoccupare."

"Jack è venuto all'Elsie."

"Che cazzo ci faceva lì!?" Sbotta con tono irritato.

"Poi ti racconterò con calma, ma in pratica voleva parlare della questione dell'appartamento e non so come ad un certo punto mi ha baciato." Scuoto la testa come a voler cancellare quel ricordo, perché al solo pensiero sento lo stomaco rivoltarsi. "Solo che Lou ha chiamato Harry e lui deve averci visto proprio in quel momento e adesso non riesco a trovarlo da nessuna parte, non mi risponde nemmeno al cellulare. Io non so che fare e inizio ad essere preoccupata, perché a sentire Lou è corso via di tutta fretta e se per caso..."

"Liz, Liz calmati! Ti stai facendo prendere dal panico." La voce di Claire interrompe il mio farneticare. "Ora provo a chiamarlo io, lo troveremo, parlerete e le cose si sistemeranno, ma tu devi stare tranquilla." Ha ragione,non è il momento di lasciarsi prendere dal panico.

"Ok." Mormoro con un filo di voce e spero davvero che almeno lei riesca a sentirlo e scoprire dove sia.

"Ti faccio sapere tra un attimo." Poi nelle mie orecchie risuona solo il bip continuo che mi avvisa della comunicazione interrotta. Stringo il mio cellulare tra le mani e cerco di pensare a cosa fare se non dovesse rispondere anche a lei e proprio mentre penso a una soluzione possibile il mio telefono suona di nuovo. Mi affretto a rispondere con la speranza che Claire abbia buone notizie, speranza che si frantuma nel sentire la sua voce.

"Mi dispiace Liz, parte la segreteria. Gli ho lasciato un messaggio, comunque continuo a provare, prima o poi dovrà pur rispondere a quel maledetto telefono."

"Dove potrebbe essere?" Lei, dopo di me, è la persona che lo conosce meglio e probabilmente l'unica che può davvero darmi una mano in questo momento.

"Il primo posto che mi viene in mente è casa sua."

"Sono qui fuori da più di un'ora, non è qui." Affermo lasciandomi andare contro il sedile, ho i nervi a fior di pelle e la testa mi sta scoppiando.

"No, intendo casa sua a Los Angeles, quella dov'è cresciuto." Ribatte, facendomi scattare, mentre avvio l'auto in tutta fretta.

"Sai l'indirizzo?" Le chiedo immettendomi sulla strada in direzione della città.

"Certo, te lo mando subito per messaggio."

"Claire." La richiamo prima che possa mettere giù. "Grazie mille."

"Figurati, vedrai che andrà tutto bene Liz." Afferma convinta, ma fino a quando non avrò modo di parlare con lui non riuscirò a mettermi l'anima in pace.

"Io lo amo, Clay."

"Lo so e fortunatamente ti ama anche lui." Scherza, riuscendo a strapparmi un sorriso leggero. "Ora, vai a cercare il tuo uomo e fammi sapere."

"Sono già per strada, ti tengo aggiornata." Chiudo la telefonata e appena sono ferma ad un semaforo apro il messaggio di Claire con le indicazioni, inserendole sul navigatore del mio cellulare. Traffico permettendo in mezz'ora dovrei essere là e spero davvero con tutta me stessa che sia quello in posto in cui ha cercato rifugio.

Appena il Tom Tom mi avvisa di aver raggiunto la mia destinazione, mi guardo intorno cercando di scovare tra le varie auto quella del mio ragazzo. Quando,dopo aver percorso quasi tutta la via in cui dovrebbe trovarsi la villa di sua mamma, la vedo parcheggiata su un vialetto a pochi metri di distanza, il mio cuore salta un battito e penso di non essere mai sta più felice di vedere la sua macchina. Parcheggio lungo il marciapiede e dopo aver avvisato con un sms Louis e Claire di averlo finalmente trovato, mi affretto a raggiungere la porta d'ingresso. Prendo un respiro profondo e mi accorgo del tremolio delle mie mani, solo nel momento cui porto il mio pugno a battere sul legno bianco di fronte a me. Non sento provenire alcun rumore dall'interno, così batto un altro paio di colpi alla porta, fino a quando riesco a percepire il suono di passi strascicati e poi il rumore della chiave che gira nella toppa. Appena mi vede sgrana gli occhi sorpreso, come se non si aspettasse di trovare me davanti alla soglia di casa sua e poi la sua reazione mi lascia sbigottita, perché tutto mi sarei aspettata, ma non che mi accogliesse con un sorriso a 32 denti. Ero pronta ad affrontare un Harry arrabbiato e deluso, invece mi ritrovo davanti un Harry più che felice di vedermi.

"Liz, sei qui." Mormora, posando una mano sulla mia guancia come se volesse accertarsi che io sia davvero qui davanti a lui. Sbatto le palpebre incredula, ma poi tutta la mia confusione si trasforma in rabbia, perché per quanto io sia sollevata di vedere che sta bene, mi ha fatto davvero preoccupare tantissimo, sparendo in questo modo.

"Sei un'idiota! Ti ho chiamato non so quante volte, sono stata appostata fuori casa tua per più di un'ora nella speranza di vederti arrivare,hai ignorato persino le chiamate di Claire e poi vengo qui, ti trovo e ti comporti come se non fosse successo nulla! Cazzo Harry, ero preoccupata a morte!" Sbotto spingendo con veemenza i miei palmi sul suo torace, so che non avrei dovuto reagire in questo modo, che alla fine il suo comportamento è comprensibile da una parte, ma ero davvero preoccupata per lui e trovarlo qui tutto felice e sorpreso di vedermi mi ha fatto scattare.

"Scusa amore, scusa." Un pungente odore di alcool mi riempie le narici nel momento in cui mi avvolge tra le sue braccia, stringendomi al suo petto e ora mi è chiaro il perché del suo comportamento così assurdo. Sospiro, ricambiando l'abbraccio e quando percepisco qualcosa di umido bagnarmi il collo, mi rendo conto che sta piangendo e vederlo in questo stato mi spezza il cuore. Se io ho odiato sapere che Madison lo aveva baciato, non oso pensare quanto male abbia fatto a lui vedere Jack baciarmi, sopratutto sapendo benissimo quanto fosse stata importante la nostra storia, almeno per me. "Davvero eri preoccupata per me?" Farfuglia con voce spezzata, il tono incerto come se non lo credesse possibile.

"Certo che lo ero." Gli massaggio delicatamente la nuca, nella speranza di dargli un po' di conforto con le mie attenzioni e con la mia risposta. In questo momento mi sembra tanto un bambino indifeso in cerca di sicurezze, certo è uno sciocco a dubitare della mia preoccupazione, ma se è questo quello di cui ha bisogno non mi tirerò di certo indietro, perché non voglio che abbia alcun dubbio su di noi, su quello che provo per lui. "Sono andata completamente nel panico quando Louis mi ha detto che te ne eri andato di tutta fretta, quando non hai risposto alle telefonate, non sapevo come riuscire a trovarti, poi Claire mi ha detto che potevi essere qui e così sono corsa a controllare." Cerco di usare il tono più dolce e pacato possibile, perché voglio che ogni cosa gli sia chiara, probabilmente a causa della sbornia domani mattina non si ricorderà molto, ma non importa se sarà necessario glielo ripeterò all'infinito. "Non sai che sollievo è stato arrivare qui e vedere la tua auto, non mi interessava se fossi arrabbiato, l'unica cosa di cui mi importava, mi importa, è che tu stessi bene." Poso le mani sul suo viso, allontanandolo dal nascondiglio del mio collo, perché voglio che mi guardi, che riesca a leggere quanto vero e profondo è tutto quello che gli sto dicendo. I suoi occhi arrossati, ancora straboccanti di lacrime sono puntati su di me, vi leggo tutte le sue insicurezze. Le mie dita corrono ad asciugarli le guance bagnate e lo sento sospirare, quando le mie labbra si uniscono in quest'opera.

"Io..." la sua voce esce spezzata a causa dei singhiozzi, deglutisce e poi dopo aver preso un respiro profondo riprende a parlare. "Mi dispiace averti fatto preoccupare, ma quando ti ho vista con Jack, quando ho visto il bacio, non ho capito più niente. Mi sono sentito come se mi fosse crollato il mondo addosso e mi sono chiesto se io non fossi solamente un ostacolo tra voi due." Abbassa il volto, nascondendosi dai miei occhi, così faccio di nuovo presa sul suo viso obbligandolo a rialzarlo.

"Sai cosa ho provato oggi quando ho rivisto Jack dopo tanto tempo?" Alla mia domanda scuote leggermente il capo. "Niente, assolutamente niente. Pensavo che mi avrebbe fatto star male rivederlo e invece non è stato così, anzi per certi versi è stata la migliore cosa che mi potesse succedere. Finalmente ho realizzato che sono riuscita a lasciarmi tutto alle spalle, che sono riuscita ad andare avanti e che tutte le bugie, i tradimenti e le false promesse non fanno più male come un tempo. E tutto questo l'ho detto anche lui, gli ho detto tutto quello che avrei sempre voluto dirgli, gli ho detto che ora sono felice e che accanto ho un ragazzo meraviglioso, che mi ama e mi rispetta e che tutto quello che provavo per lui non è nulla in confronto a quello che provo per te. Perciò non dire mai più che sei un ostacolo, perché Harry tu sei il mezzo, il mio mezzo per la felicità." Ma come fa a non rendersi conto di quanto lui sia importante per me? "E se ti fossi fermato un attimo in più avresti visto che è riuscito a posare la sua bocca solo per un secondo sulla mia, perché l'ho subito spinto via, come se il mio corpo ancora prima della mia testa sapesse quanto fosse sbagliato quel contatto e poi avresti anche visto lo schiaffo,più che meritato, che si è beccato quello stronzo." Una leggera risata sfugge dalle sua labbra alle mie parole.

"Quello in effetti mi sarebbe piaciuto vederlo." Afferma, ma poi il suo sguardo sembra rabbuiarsi di nuovo. "Sei sicura, Liz? Io sono solo un ragazzino, come potrei darti tutto quello che potrebbe darti un uomo? E se non fosse abbastanza?" Mi si stringe il cuore alle sue parole, Harry è un ragazzino si, ma solo un uomo avrebbe il coraggio di mostrare senza vergogna le sue insicurezze.

""Voglio te Harry, solo te. Non mi importa nulla di Jack, su questo non devi avere alcun dubbio. L'unica cosa di cui ho bisogno è di essere amata e tu mi dai tutto l'amore di cui ho bisogno. Non hai nemmeno idea di quanto io mi senta fortunata ad averti trovato." I suoi occhi sono di nuovo lucidi, ma questa volta è la gioia quella che traspare e non più la sofferenza di prima.

"Ti amo Liz, ti amo da morire e sono io quello fortunato." Sussurra, posando la fronte contro la mia e facendo sfregare le punte dei nostri nasi in un gesto di una dolcezza infinita. Poi all'improvviso si allontana e lo vedo correre verso quello che deduco sia il bagno. Così lo raggiungo immediatamente, mi aspettavo che si sarebbe sentito male da un momento all'altro e infatti appena varco la soglia del bagno, lo trovo piegato sopra al water, intento a rimettere anche l'anima. Mi siedo accanto a lui, posandogli una mano sulla fronte e massaggiandogli piano la schiena.

"Liz, no. Non c'è bisogno..."

"Stai zitto ragazzino, non ho nessuna intenzione di lasciarti qui da solo." Lo zittisco immediatamente, perché non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello l'idea di lasciarlo solo mentre sta male. Appena finisce, lo aiuto ad alzarsi così che possa sciacquarsi il viso e la bocca, poi torniamo di là e ci mettiamo sul divano, io seduta e lui sdraiato con il volto poggiato contro il mio petto, mentre faccio scorrere lentamente le dita tra i suoi capelli.

"Liz." Mormora provato da tutto quello che è successo oggi.

"Dimmi,ragazzino."

"Quindi resti?" Mi domanda con tono supplichevole e capisco che non si riferisce solo a questo momento, mi sta chiedendo di restare con lui, di non lasciarlo andare.

"Certo che resto, non vado da nessuna parte." Premo le labbra sulla sua fronte, poi solleva il viso, mi sorride e mi chiedo come possa anche solo pensare che potrei davvero essere capace di andarmene.

"Grazie amore, ti amo." Si accoccola ancora di più a me, sfregando il volto in cerca di maggior contatto, mentre pian piano i suoi occhi si chiudono con me a vegliare su di lui. Ed è in questo momento che sento prepotente il desiderio di ricambiare le sue parole e così lo faccio.

"Ti amo anch'io Harry."

Ma quando non mi risponde, abbasso lo sguardo e mi rendo conto che si è addormentato senza sentire la mia confessione. Sorrido e allungo il braccio per recuperare la coperta sullo schienale del divano così da poterlo coprire e mi spiace che non mi abbia sentita, perché dirglielo è stato ancora più intenso ed emozionante che sentirglielo dire. Per questo glielo ripeto, a bassa voce vicino al suo orecchio come a voler cullare il suo sonno tranquillo.

"Ti amo amore mio e grazie a te di non avermi lasciato andare."

***
Ok, capitolo super lungo (quasi 9000 parole, forse anche troppe) e anche super intenso.
Finalmente dopo averne tanto sentito parlare incontriamo il famigerato Jack. Ovviamente porta solo guai, ma la cosa positiva è che rivedendolo Liz capisce che è tempo che il passato resti dove è e che non deve più influenzare il suo presente.
Ormai manca pochissimo alla fine e abbiate pazienza, ma gli ultimi capitoli sono lunghi tanto quanto questo, ma sono da rivedere.
Vi lascio alla vostra lettura!
A presto,
E.
xxx

Ps. -3 capitoli alla fine + l'epilogo.

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