Last Chance

By Camrenismorethanreal

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Lauren Jauregui, 30 anni, neurochirurgo prodigio di fama mondiale. Nonostante la giovane età, ha già avuto tr... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Ultimo capitolo

Capitolo 47

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By Camrenismorethanreal


"Si sbrighi, segua quella macchina, la stiamo perdendo!" - urlò Camila al conducente che cercava di destreggiarsi tra il traffico -

"Camila calmati, non è colpa sua se c'è gente! Mi spieghi che sta succedendo e perché stiamo inseguendo quella macchina peggio che in un film poliziesco?" - domandò Natalia ancora all' oscuro di tutto -

"È una lunga storia, so solo che devo raggiungere quell'auto il prima possibile!" - la cubana afferrò il sedile anteriore come se in qualche modo potesse fare qualcosa per velocizzare l'abitacolo -

"Se permetti, sono qui ad inseguire qualcuno, con te, che conosco da due ore, vorrei sapere che succede sinceramente!" - esclamò Natalia giustamente irritata -

" No no no!! Cazzoooo!!"

Il taxi in cui Natalia e Camila si trovavano, dovette fermarsi a causa del semaforo, appena diventato rosso. La macchina di Clarissa invece, riuscì a superare l'ostacolo e sparire velocemente, pochi isolati più avanti.
Camila, senza nemmeno pensarci, aprì la portiera posteriore e fece per scendere, nell'esatto istante, in cui il veicolo, stava per ripartire.

"Ma è pazza??? Sta cercando di farsi uccidere?" - imprecò l'autista, frenando di colpo -

"Ma sei fuori Camila? Avresti potuto rischiare di finire sotto una macchina!" - continuò Natalia -

"Hey hey, deve pagare la corsa prima di scendere, anche se non siamo arrivati..." - si lamentò il taxista -

"Tenga! Andiamo!"

Dopo avergli letteralmente lanciato una banconota da 50 euro senza nemmeno pretendere il resto, con enorme stupore dell uomo, le due ragazze scesero frettolosamente dal taxi, rischiando di essere investite dalle macchine dietro di loro e cominciarono a correre.

Neanche Camila sapeva dove stesse andando esattamente: aveva perso la macchina dai vetri oscurati da pochi minuti, eppure sembrava essersi dissolta nel nulla. La cubana continuava a procedere, correndo come se dovesse vincere una maratona.

"Camila fermati! Non ce la faccio più! Sto perdendo un polmone" - ansimò Natalia, posandosi al primo muro che incontró -

" Dobbiamo assolutamente trovarle! Tu sai come si trova una macchina? Inserendo la targa? Il modello? Dove siamo ora? Quale è l indirizzo?" - fosse senza nemmeno prendere un attimo di respiro Camila -

In quell'istante, mentre era troppo impegnata a cercare un metodo per trovarle, le arrivó un messaggio che la fece sobbalzare, visto soprattutto il mittente.

Da quel momento, la donna non le rispose più e tutti i suoi messaggi e chiamate, andarono a vuoto. Camila era sul punto di arrendersi, fino a quando, dopo aver girovagato per interminabili minuti senza una meta, si ritrovarono per puro caso, di fronte ad una villa, che le ricordava molto, un luogo che una volta Lauren le aveva descritto e in cui andava da piccola con i genitori. Clarissa, conoscendo ogni minimo dettaglio della vita della corvina, forse sapeva anche questo ed aveva fatto si di trovare un posto molto simile per farle qualcosa, sicuramente non del bene.

"Dobbiamo entrare qui!" - esclamò poi all' improvviso -

"Che cosa? Ma neanche per idea, non voglio essere arrestata per violazione di domicilio!" - si lamentò Natalia -

" Sono lì dentro! Dobbiamo entrare!" - continuò la cubana cercando di capire come poterlo fare -

" Camila! Smettila! Ci potrebbero vedere! Andiamo via!" - la ragazza provó a prenderla per il braccio ma subito si divincolò -

"Vai se vuoi, io devo entrare!" - Camila inizió ad arrampicarsi per il cancello -

"Santo cielo!" - sospirò Natalia - " credi davvero di poter scavalcare un cancello di quattro metri? Arrivata in alto, se mai ci arriverai, come scavalcherai quegli spuntoni? Vuoi rimanere infilzata?" - osservò giustamente la ragazza -

"Scendi, conosco un'altra via per poter entrare!" - la tirò giù Natalia prima che potesse farsi davvero male -

" E perché non lo hai detto prima? Muoviamoci allora!" - disse la cubana in tono acido -

Natalia conosceva quei luoghi perché era solita andarci con gli amici quando era un po' più piccola e come tutti i bambini, si divertiva a scoprire, cercare e fare scherzi, come suonare i campanelli delle ville più maestose per poi scappare e nascondersi per vedere la reazione dei proprietari. Un giorno, lei ed i suoi amici erano capitati proprio di fronte a questa casa e per puro caso, so trovarono davanti ad un piccolo cancello, alto poco meno di un metro, nascosto tra le siepi, che risultava essere una seconda entrata.
Quella volta non rischiarono tanto e decisero di non entrare per non essere scoperti dai proprietari, che molto probabilmente nemmeno c'erano, visto che si diceva, fossero sempre in viaggio in giro per il mondo per lavoro.

Camila non sembrava affatto preoccupata, anzi, entrò nella proprietà come nulla fosse.

"Hey! Fermati! Dove credi di andare?" - la bloccò Natalia nel nel mezzo del giardino -

" A salvare Lauren da quella pazza!" - cercò di divincolarsi dalla presa dalla cubana senza riuscirci - " Mi lasci andare o..."

" Andare? Ma dove cazzo vuoi andare Camila? Da quanto ho capito, perché qui nessuno mi dice nulla, vuoi entrare dentro ad una villa, per altro non tua, perché credo che una pazza voglia uccidere la tua fidanzata?" - sbottò Natalia -

" Ex ed è la sua sorellastra!" - Camila decise di dare qualche spiegazione -

"Che? Sorellastra?" - domandò Natalia esterefatta -

" È una storia lunga" - scosse la testa la cubana - " senti lo so che ti sto chiedendo tanto  anche perché non ci conosciamo per niente, quindi se vuoi andartene ora ti capisco benissimo.." - disse Camila -

" Certo, me ne vado ora, che sono nel bel mezzo di un giardino di una sconosciuta, mentr...."

In quell' esatto istante, mentre Natalia stava parlando, sentirono un rumore proveniente da dentro: un rumore sordo seguito da poche urla, come se qualcuno stesse litigando e poi il silenzio.

"Hai sentito anche tu?" - chiese Camila    dopo che si erano nascoste dietro ad un albero -

"Andiamo! Però prima chiamo la polizia, non si sa mai"

Camila annuì e si incamminarono verso la porta vetrata del giardino che dava direttamente verso il salone. Provò ad affacciarsi ma la luce era spenta e non si vedevano movimenti. L'unico accenno di bagliore, proveniva dal piano di sopra. La cubana cercò di aprire la porta tramite la maniglia, ma come era ovvio, risultó essere chiusa.

"Aspetta" - la bloccò Natalia, prendendo una forcina dai suoi capelli - " l'ho visto fare nei di, magari funziona"

Camila sorrise per un attimo, mentre vedeva quella ragazza conosciuta da così poco tempo, intenta a scassinare una porta tramite una molletta per capelli. Neanche a farlo apposta, entrambe sentirono un improvviso clic e la porta si aprì come per magia.

"Non ci posso credere! Sono un genio!" - esclamò, ricevendo un piccolo buffetto dalla cubana che le intimó di tacere -

Le due ragazze riuscirono così ad entrare in quella villa così silenziosa e terra, che sembrava di essere dentro un film dell'orrore. Il respiro di Camila cominciò a farsi corto, impaurita da ciò che avrebbe dovuto affrontare. Nell' assoluto silenzio, sentirono la voce di una donna: Camila la riconobbe subito, era Clarissa.

"Ti piace essere imbavagliata eh.." - poté sentire dal piano di sopra -

"Ma che schifo, questa fa cose sconce con la sorellastra?" - esclamò disgustata Natalia -

" Forse non è l imbavagliamento che stai pensando tu.." - sottolineò abbastanza infastidita da quel pensiero Camila -

Continuarono a salire le scale, cercando di non fare troppo rumore. Una dietro all'altra, un passo alla volta come se stessero camminando sul ghiaccio fresco. Arrivate in cima si diressero verso l'unica camera in cui vi era la luce accesa e da dove provenivano i rumori che avevano sentito.

"Quindi ti piace..." - sentirono -

"Camila sei sicura di voler entrare? Magari sai, stanno procreando e facendo un mezzo incesto e non penso tu voglia vedere una scena del genere.." - ironizzò Natalia -

"Lauren non andrebbe mai con la prima che capita..." - ribadì Camila -

"Non ne sarei molto sicura, soprattutto se si sente ferita dall'unica persona a cui aveva davvero aperto sé stessa..." - disse sinceramente la ragazza -

Camila conosceva Lauren, meglio di chiunque altro al mondo, o almeno così aveva sempre creduto prima di conoscere Clarissa, quella parte oscura della sua vita che non sapeva nemmeno esistesse e che le faceva davvero paura. Senza pensare alle conseguenze, si fiondò all interno di quella stanza, sperando di non trovare ciò che stava pensando.

"Ma che diavolo..." - esclamò Lauren spaventata - "Camila?" - sbarrò gli occhi -

"Lauren dobbiamo andare, questa donna è pazza..." - disse subito la cubana, porgendole la mano -

"Tu e Jessica vi conoscete?" - domandò guardando entrambe scioccata -

"Jessica? Non è quello il suo nome, si chiama Clarissa..." - precisò Camila -

" Ma che stai dicendo? Se è una scenata di gelosia te ne puoi anche andare! E poi come hai fatto a trovarci? Mi hai seguito?" -  chiese Lauren -

" E quella chi è?" - la corvina indicò Natalia, che se ne stava poco più dietro della cubana -

" Una mia amica che è venuta ad aiutarmi. Ti prego, per una volta, fidati di me, lei è pericolosa.."

In tutto questo tempo, Clarissa non aveva detto una parola, si era limitata ad ascoltare e sorridere passivamente, vedendo come le cose, giravano sempre più a suo favore. Ora era Camila la pazza agli occhi di Lauren e per lei, si sarebbero aperte altre mille possibilità diverse.

"Camila vattene! Non sto scherzando! Hai superato ogni limite! Fino a poche ore fa non hai pensato un secondo a rovinarmi la vita ed ora sei qui, come una pazza, a chiedermi di fidarmi di te mentre dici delle eresie?" - alzò il tono di voce la corvina, avvicinandosi alla cubana -

"È stata lei, è colpa sua. Lei mi ha detto di rovinarti. È tutto un suo piano!!" - la corvina scosse la testa -

" Lauren, è meglio che io vada, la tua fidanzata è evidentemente infastidita dalla mia presenza, anche se può stare tranquilla, non sono una minaccia.."

Clarissa, dopo aver detto queste parole ed essersi assicurata che la corvina ci avesse pienamente creduto, guardò Camila soddisfatta, formando sul viso quel solito ghigno di vittoria che la contraddistingueva.

"Continueremo la nostra chiaccherata un'altra volta!" - Clarissa fece l'occhiolino a Lauren e prima di andarsene, passò accanto alla cubana, sfiorandole il braccio -

" Tieniti pronta a dire addio a Sofia o Lauren. Vedremo come mi girerà. Raccontale la verità ora e tua sorella muore all' istante! Ti avevo avvisato.." - sibilò la donna all' orecchio di Camila che rabbrividì -

" Tu sei completamente pazza!" - Lauren esclamò di nuovo -

"Lasciami spiegare un secondo..." - la pregó la cubana -

" Ma cosa vuoi spiegare! Sono stufa delle tue parole, sei davvero una ragazzina, gli altri non si sbagliavano!" - le urlò contro la corvina avvicinandosi all' uscita -

"Lauren!" - provò a fermarla Camila, ma si scostò dalla sua presa -

" Potresti darle un secondo no? Visto che è venuta qui alle undici di sera, infiltrandosi in una villa, rischiando tutto, soltanto perché crede tu sia in pericolo. " - intervenne Natalia con tono scocciato -

"E tu chi saresti scusa? Non è tardi per te? Non dovresti già essere a letto?"
- le rispose acida Lauren -

" Senti carina, a me non frega nulla di chi tu sia, grande chirurgo o meno. Sto solo vedendo che sei una grande stronza..."

"Natalia!" - la redarguí Camila, in quanto credeva stesse esagerando -

"No! Io non tollero le persone come lei che si credono chi sa chi solo perché hanno una laurea e poi non sanno fare la cosa più semplice, ascoltare! Quindi vedi di darti una svegliata, che io le cose non te le mando a dire, nonostante abbia 18 anni!" - terminò Natalia -

" Brava bel monologo!" - applaudí la corvina - "peccato che tu non sappia neanche una briciola di quello che succede tra me e lei e soprattutto di chi io sia in realtà! Quindi direi che entrambe, potete lasciarmi in pace!"

Lauren con una leggera spinta, spostò la ragazza dalla sua strada per poter uscire e tornare in albergo dopo una serata davvero folle, ma ancora una volta venne bloccata da quell' uragano, che nonostante fosse così giovane, sembrava avere la grinta di cento persone messe insieme.

" Puoi dettare ordini finché vuoi, però in ospedale, nel tuo ambiente, dove ne sai qualcosa. Da quello che vedo, per quanto riguarda sentimenti ed amore, hai ancora tanta strada da fare. Io non sarò un'esperta, anche perché ho 18 anni e poca esperienza, ma anche se conosco Camila da poche ore, una cosa l ho capita. Ti ama e di certo, non farebbe nulla per farti del male di proposito! Quindi ora ascolti ciò che deve dire e poi puoi andartene dove ti pare!" - disse seria e dura Natalia -

" Pazzesco!" - sorrise Lauren incredula - " dai sentiamo, che cosa c'è di così tanto importante che ti ha fatto venire fino a qui? E non ritirare fuori la storia di gente che mi vuole uccidere perché me ne vado immediatente!"  - precisò la corvina -

"Lauren.." - Camila ripensò alle parole di Clarissa prima che uscisse - " ci sono tante cose che non sai..."

"Questo è sicuro ma ti ascolto! Dimmele!" - incrociò le braccia la corvina in attesa -

" Io..." - la cubana abbassó gli occhi -

"Camila! Raccontale la verità, qualunque essa sia!" - la spronò Natalia vedendola in difficoltà -

"Io..." - a Camila morivano le parole in bocca, nonostante volesse più di tutto urlarle la verità -

" Tu che cosa? Non ho tutta la vita Camila" - si alterò Lauren -

"Non posso!" - esclamò d'un fiato Camila, scivolando a terra, posando la testa tra le mani -

" Che novità! C'è sempre qualcosa che ti impedisce di essere sincera con me. Come vedi, forse ti sei sbagliata sulla tua nuova amica! Io me ne vado! Domani l'aereo è stato anticipato. Si parte alle 11. Ci vediamo in aeroporto!"

Lauren senza dire niente altro, se ne andò, lasciando la cubana a terra, senza forza, perché l'unica persona a cui le interessava venisse creduta, l'aveva presa per una pazza e gelosa. Scoppiò subito a piangere, inerme di fronte alla situazione ormai precipitata.

"Perché non le hai raccontato tutto? Io ho parlato sei ore per cosa?" - disse contrariata Natalia -

" Quella donna ha minacciato di uccidere mia sorella e dio solo sa se ora è ancora viva!" - balbettò tra i singhiozzi -

"Dai vieni, ti riporto in hotel, che domani hai il volo per tornare a casa, così chiami la tua famiglia e vedrai che tutto è apposto"

Camila si poggió al braccio della ragazza perché non aveva più le forze per fare nulla, sentiva le gambe cederle da un momento all altro e lo stomaco le bruciava.

Non sapeva però, che il peggio, doveva ancora venire e che forse, quell' aereo, non sarebbe stato preso da tutte e tre.

Ma una tra Clarissa, Lauren e Camila, sarebbe rimasta a Lisbona. Per sempre.

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