Last Chance

By Camrenismorethanreal

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Lauren Jauregui, 30 anni, neurochirurgo prodigio di fama mondiale. Nonostante la giovane età, ha già avuto tr... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Ultimo capitolo

Capitolo 29

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By Camrenismorethanreal


"Abbiamo provato di tutto, l'abbiamo messa alle strette, l'abbiamo quasi minacciata, ha scelto comunque di stare dalla sua parte." - spiegò Lucy alla donna che aveva di fronte a lei -

"Maledetta!" - Clarissa posò il suo bicchiere di whisky sulla scrivania dopo aver ingurgitato una bella dose di liquido -

"E ora che facciamo? Non è servito a nulla tutto questo" - disse Lucy delusa -

"Innanzi tutto quello che serve o non serve, lo decido io Vives! - la donna la fulminò con lo sguardo - " e poi il nostro piano, cambia solo di qualche virgola. Pensano di essere imbattibili perché il loro legame è così forte da andare contro tutto, dobbiamo solo ricordargli, quanto l'amore sia fragile ed imprevedibile"

Lo sguardo penetrante e scaltro di Clarissa iniziò ad infiammarsi, segno che aveva appena avuto altre idee per proseguire la sua battaglia. Nella vita non si era mai arresa, aveva sempre combattuto per arrivare all'obiettivo, in modo morale o no.

Aveva avuto un'infanzia molto movimentata: era stata abbandonata dai genitori di fronte alle porte di una chiesa ed aveva trascorso la sua infanzia in un convento tra suore e sacerdoti che non le permettevano di fare quasi nulla. All'età di dodici anni, finalmente fu adottata da una ricca famiglia New Yorkese che non poteva avere figli e da allora la sua vita era cambiata totalmente. Dal non avere quasi nulla, se non il necessario, Clarissa, questo era il nome che la madre naturale voleva le venisse dato, si ritrovò a vivere nel lusso, dove tutto ciò che chiedeva le veniva dato.

Questo però non fece che peggiorare la sua situazione in quanto cominciò a sentirsi sempre più sola, rinchiusa in quell'enorme casa, circondata da oggetti che non le significavano nulla. Non aveva amici, tutti la definivano strana, lasciandola così in disparte. Nel corso degli anni il suo carattere era totalmente cambiato: dalla bambina dolce e solare diventò una donna fredda e meschina. Aveva imparato a contare solo su sé stessa e nessun altro.

Clarissa ora era a capo dell'azienda del padre adottivo, ritiratosi qualche anno prima, a causa di un tumore che lo aveva portato via alla sua famiglia troppo presto. Ai suoi fratellastri, dediti solo al gioco ed alla bella vita, non importava nulla di quegli affari, a loro bastava soltanto avere il conto in banca pieno. Così si era occupata sempre di tutto da sola, non ricevendo neanche un piccolo ringraziamento in cambio.

Quando diventò maggiorenne ebbe l'idea di andare a cercare i suoi genitori naturali, che non appena la videro, la rifiutarono senza battere ciglio. Il padre arrivista e parassita, non ebbe nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi.

Si limitò a dirle " non posso prendermi cura di te! Non voglio figli!". Clarissa ci rimase molto male, visto che il suo intento era solo quello di poterlo conoscere, nulla di più. Aveva un carattere molto diverso da lei: risultava essere più codardo, più egoista, più timoroso, tutti difetti che odiava in una persona. Aveva immaginato tante volte come potesse essere suo padre ed in quel momento, aveva deluso tutto le sue aspettative.

L'incontro con sua madre invece fu diverso: lei, donna di successo, austera e di bella presenza, le assomigliava più di quanto non volesse ammettere. Dopo i primi istanti di shock, l'aveva trattata con gentilezza ed era sembrata anche interessata a conoscerla, fino a quando, messa di fronte alla realtà di dover dire alla sua famiglia dell'esistenza di Clarissa, si tirò completamente indietro, abbandonandola, di nuovo.

Da allora non li aveva più cercati, aveva tagliato qualsiasi tipo di collegamento con loro, ci era rimasta troppo male per voler riprovarci. Come sempre, le persone, avevano messo al primo posto qualcos'altro rispetto a lei. Così aveva proseguito per la sua strada diventando una ricca e stimata manager di una delle più grandi aziende di New York, ma dietro l'apparente donna equilibrata, si nascondeva tutt altro.

Le era stata diagnosticata all'età di nove anni, una malattia mentale che le provocava strani pensieri, portandola molto spesso, al limite di situazioni in cui avrebbe anche rischiato la vita. Nessuno se ne era mai preoccupato, tutti avevano sempre creduto  fosse il periodo adolescenziale, dove i ragazzi sono ribelli e sconsiderati ma ora, che era una donna adulta, niente era cambiato. Era come se il suo cervello fosse diviso in due parti ben distinte: il bene ed il male ed ultimamente fosse sempre quest'ultimo a prevalere.

Aggiunto a tutto ciò, c'era il carattere di Clarissa, sicuramente non uno dei più semplici mai esistiti. Era una donna fredda, cinica, a cui dava fastidio ogni singola dimostrazione di affetto. Era cresciuta nella solitudine più totale e questo non l'aveva di certo aiutata.

" Dobbiamo far sì che Camila veda Lauren con occhi diversi, che perda quella fiducia che ha in lei.." - esclamò poi Clarissa all improvviso -

" Non ci riuscir..."

Lucy non fece neanche in tempo a finire la frase che vide la donna di fronte a lei, sbattere per terra il bicchiere fino a poco prima pieno di whisky. Il vetro si frantumò in centinaia di pezzi che si sparsero per tutto l'ufficio, rischiando anche che qualche frammento, potesse fargli del male.

"Non voglio essere contraddetta! Tu fai quello che dico io, sempre! Se non ti sta bene, quella è la porta!" - Clarissa la indicò con forza -

" Non è questo e lo sai! Ma..." - Lucy di di nuovo fermata -

" Chiama Carlos e digli di venire subito qui!" - la donna tornó a sedersi alla sua scrivania come se nulla fosse -

Carlos, era da sempre, uno dei suo collaboratori più fidati. L'aveva aiutata migliaia di volte e non aveva mai pensato neanche una volta di poterla tradire. Eseguiva sempre i suoi ordini alla lettera, nonostante questi, non sempre fossero dei più semplici. Lo aveva conosciuto in Messico, durante una visita fatta per la sua azienda che in realtà nascondeva parecchi retroscena.

Clarissa, da parecchi anni, era entrata nel giro della droga, diventando una delle maggiori spacciatrici del paese. Lavorava con i più rinomati cartelli internazionali e questo, faceva si, che non frequentasse delle persone molto affidabili. Nonostante in maggioranza fossero uomini, non si era mai fatta scavalcare da nessuno anzi, il suo temperamento, l'aveva messa in cima alla scala sociale, dove tutti ora, la rispettavano e molto spesso, avevano paura di lei.

Pochi istanti dopo la telefonata, le due donne sentirono bussare alla porta. Un uomo alto, con la carnagione olivastra ed i capelli neri, vestito con una maglietta attillata che risaltava i pettorali, entrò nella stanza.

" Eccomi. A tua disposizione" - disse, assumendo una posizione da soldato -

"Ho un lavoro per te." - Clarissa si avvicinò al portatile, girandolo verso l'uomo -

"Questa è la cartella clinica di una delle pazienti di Lauren Jauregui. Grazie a Normani sono riuscita ad hackerare il sistema ospedaliero e modificare in parte ciò che c'era scritto. Questa ragazza..." - continuó a spiegare mentre Lucy e Carlos la seguivano attentamente -

" È allergica al betaprofanil, un antidolorifico che di solito viene usato nei post operatori. Noi, faremo in modo.." - Clarissa venne interrotta -

"Noi?" - esclamò Lucy perplessa -

"Si Vives! Noi! Hai qualcosa in contrario? Ti ho avvertito che non sarebbe stato come giocare al parco giochi, hai voluto fare parte di questo piano, ora ci rimani senza fiatare. Altrimenti sai che cosa succederebbe vero?" - la donna si avvicinò al volto di Lucy, sfiorandola con un dito - "non vorrei dover rovinare questo bel faccino" - all' improvviso l'afferrò per il mento, facendo pressione - " ma sai che se dovessi farlo, non avrei problemi! Quindi stai zitta ed ascolta!" - Clarissa mollò la presa, spingendola poco più in là -

"Come stavo dicendo prima di essere interrotta.." - guardò Lucy con disprezzo - " noi faremo in modo che questo medicinale, entri per sbaglio in una delle sue flebo e che il medico che l'abbia ordinato, sia proprio Lauren!" - Clarissa non appena finí la frase, sfoggiò un sorriso soddisfatto -

" E se muore?" - chiese ovviamente Lucy -

" Sarà un effetto collaterale del nostro piano. Può succedere.." - disse tranquillamente la donna -

Lucy, nonostante fossero anni che conoscesse Clarissa, in quel momento in cui nei suoi occhi vide niente altro che piacere e soddisfazione in ciò che aveva appena deciso di fare, notò per la prima volta, la sua vera natura. Cominciava ad avere un po' di paura, sapendo che quella donna, non si sarebbe fermata di fronte a nulla, nemmeno alla morte di una ragazza innocente.

"Okay. Quando vuoi che proceda?" - domandò Carlos senza farsi alcun scrupolo -

" Stasera. Attento a non farti vedere. Ci sono telecamere di sicurezza nel corridoio. Ti invierò tutti i dettagli prima di cominciare. " - disse Clarissa risoluta -

L'uomo senza nemmeno dire una parola, annuì con il capo e se ne andò, come se tutto ciò, fosse per lui, semicerchio routine. Lucy invece era rimasta in un angolo dell'ufficio, ancora sconvolta per ciò che aveva visto e sentito. Era una stronza, doppiogiochista e molto spesso manipolatrice anche lei, ma non sarebbe mai arrivata a private qualcuno della propria vita per raggiungere i suoi obiettivi. Ma d'altronde non poteva fare o dire nulla, Clarissa aveva in mano tutto il potere e poi era la persona che l'aveva aiutata di più in tutta la sua vita. Per lei, avrebbe fatto questo ed altro.

"Vives? Vives sei tra noi?" - Clarissa schioccò le dita di fronte alla ragazza che sembrava essere in trans -

" Si scusami, che cosa stavi dicendo?" - domandò confusa -

" Vives, Vives, Vives! Che devo fare con te?" - sospirò, sfoggiando un leggero sorriso mentre si affacciò all' enorme vetrata del suo ufficio - " se ti sconvolgi per così poco, non oso immaginare che farai alla fine. In questo lavoro ci vuole sangue freddo, precisione, prontezza" - Clarissa cominciò a camminare intorno a Lucy, tenendo le braccia incrociate a le petto -

" Ho tutte queste caratteristiche.." - affermare convinta Lucy -

" Certo che le hai! Altrimenti non saresti nemmeno qui oggi! Il problema è che non riesci a tirarle fuori nei momenti giusti. Ti fai troppi scrupoli, troppe domande, troppi ripensamenti. " - la donna le spostò una ciocca di capelli dietro le spalle -

" Tu sei uguale a me! " - le sussurrò vicino all' orecchio - " vedo nei tuoi occhi quella luce nascosta che nessuno conosce, nessuno percepisce." - il suo indice iniziò a sfiorarle il collo, scendendo verso il petto - " la vedo brillare. Molti ti potrebbero dire che sia una disgrazia, per me è un dono. Naturalmente solo se sai sfruttarla al meglio!" - spiegò mentre nel frattempo la sua mano catturò il ventre della ragazza spingendola verso di sé -

Clarissa, con uno scatto, fece voltare Lucy, in modo che potesse guardarla bene negli occhi, senza mai però lasciare la presa che aveva su di lei. In quel momento, quell' incrocio di sguardi, fu così intenso, che la ragazza sentì tremare le gambe. Fu come, se quelle due iridi azzurro cristallino, le fossero penetrate nel profondo.

"Ti aiuterò io a fare uscire questo lato meraviglioso di te. Insieme saremo invincibili Vives!" - esclamò maliziosa -

Lucy, nonostante non fosse pienamente d'accordo con i metodi di quella donna, decise di lasciarsi andare e farsi prendere dal desiderio e dalla passione che provava nei suoi confronti. Clarissa con un gesto improvviso la sbattè sopra la scrivania, facendo cadere a terra tutto ciò che vi era posto sopra. Fu una notte di fuoco dove due menti perverse, riuscirono ad incontrarisi e lavorare insieme.

Erano passate alcune ore e Lucy si era addormentata nuda sul divano. Clarissa, già in piedi, prese subito il suo cellulare e compose il numero che aveva in rubrica tra i preferiti.

"Procedi!"

Non disse nente altro, colui che stava dall'altra parte del telefono aveva ricevuto già tutte le informazioni necessarie al procedimento del piano. Tornò poi a sedersi accanto a Lucy che ancora era assorta nel suo pisolino. Le accarezzò leggermente i capelli e la fissò per qualche istante.

"Il declino di Lauren Jauregui sta per avere inizio, tieniti pronta a goderti lo spettacolo!" - le sussurrò come se lei potesse sentirla -

Era proprio così, Lauren, quando si sarebbe risvegliata il mattino seguente, avrebbe visto il suo mondo sgretolarsi pezzo dopo pezzo, sotto ai suoi piedi, inerme e senza armi apparenti, con cui combattere.

Clarissa aveva intrapreso il cammino verso la vittoria e fatto si che finalemnte, la sua sete di vendetta, venisse ripagata?



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