Last Chance

Autorstwa Camrenismorethanreal

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Lauren Jauregui, 30 anni, neurochirurgo prodigio di fama mondiale. Nonostante la giovane età, ha già avuto tr... Więcej

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Ultimo capitolo

Capitolo 27

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Autorstwa Camrenismorethanreal


I raggi del sole pallido di quella mattina, entravano sommessi dall' enorme vetrata presente nella stanza di Lauren. Le tende, di un azzurro chiaro brillante in tinta con le pareti, avevano lasciato un leggero spiffero da cui la luce, facilmente entrò. Camila, ancora assorta nel sonno più profondo, aveva assunto una posizione buffa che la rendeva ancora più bimba: si trovava accovacciata su sé stessa, quasi come un uovo, mentre il suo viso angelico, sembrava avere un'espressione assolutamente rilassata e serena. Quella era stata la notte delle sue prime volte: la prima volta che aveva dormito con qualcuno che non fosse stata Dinah o la sorella, la prima volta che aveva fatto l'amore con qualcuno per cui provava così tanto e la prima volta, che era riuscita a perdersi in due occhi color smeraldo. Non avrebbe potuto chiedere di meglio. Quella era stata la notte più bella della sua vita.

Quando incominciò a svegliarsi ed allungò un braccio per stringere a sé la donna che l'aveva fatta impazzire, sentì il posto accanto a lei vuoto. Subito spalancò gli occhi ancora assonnati e vide che effettivamente, era sola nel letto.

"Lauren?" - chiamò, sperando di ricevere risposta -

"Lauren?" - disse per la seconda volta alzando il tono -

"Che c'è, che c'è, sono qui..."

Non appena sentí la sua voce, iniziò a calmarsi ed il cuore a riprendere il suo battito consueto. In quei pochi istanti si era fatta mille paranoie che l'avevano mandata nel panico, aveva creduto di non essere stata abbastanza.

Lauren entrò in camera con un vassoio tra le mani, ricolmo di ogni prelibatezza per la colazione. La corvina era già vestita e preparata per andare al lavoro: Camila pensò subito a quanto fosse bella. Indossava un tubino nero Armani che le rendeva le curve ancora più sinuose, un paio di scarpe nere lucide con il tacco ed aveva lasciato che i suoi capelli neri corvini ondulati, scendessero morbidi sulle spalle. Non era truccata molto, solamente il giusto per evidenziare un viso già stupendo. Non poteva mancare il suo rossetto rosso vivo che le segnava le labbra, facendole diventare ancora più carnose.

"Buongiorno!" - posò il vassoio sul comodino e lasciò alla cubana un leggero bacio a stampo -

"Credevo te ne fossi andata.." - replicò Camila con la voce ancora impastata dal sonno -

"Sarebbe stato strano visto che questa è casa mia e scappare da qui, non avrebbe avuto molto senso" - le sorrise Lauren, ordinandole alcuni ciuffi di capelli ribelli -

"Quindi non sono stata così male?" - chiese la cubana, provocando una risata nella donna di fronte a lei -

" Ti dirò un segreto.." - Lauren saltò sopra al letto, rubando un biscotto dal vassoio - "Stanotte ero io quella più agitata e preoccupata.." - disse sgranocchiando il cibo -

"Tu?" - spalancò gli occhi Camila mentre sorseggiava la sua spremuta - " E sentiamo, perché? Lauren Jauregui, donna autoritaria, tutta d'un pezzo, era agitata..impossibile.." - mormorò la cubana -

" A volte, raramente, anche io mostro di avere un cuore e purtroppo o per fortuna, con te, mi sento nuda, priva di ogni tipo di barriera o muro" - confessò la corvina, vergognandosi un po' -

" Vale lo stesso per me. Non mi sono mai sentita così con nessuno, neanche con Dinah che conosco da una vita. Sei l'unica persona che riesce a leggermi dentro senza che io neanche parli. Fa paura un po'.." - disse Camila in tono dolce -

"Un po', direi molto!" - esclamò la corvina ansiosa -

" Eh beh certo per la regina di ghiaccio che vive i sentimenti come se fossero malattie infettive.." - la prese in giro la cubana -

"No ma prego, continua pure a prendermi in giro. È necessario che tu sappia però, che avrai una punizione!" - esclamò Lauren maliziosamente -

"Ah sì?" Ed in cosa consisterebbe dottoressa Jauregui?" - Camila si prestó al gioco -

Quella mattina, la corvina, si dedicò completamente a quella ragazza che la faceva impazzire, con ogni suo gesto, ogni suo sguardo, rischiando anche di arrivare tardi al lavoro per la prima volta nella sua vita. Non era in grado di resistere al suo fascino naturale, era come una calamita da cui non riusciva a staccarsi.

"Lo sai, mi piace come suona detto da te.." - disse Lauren -

"Che cosa?" - domandò incerta la cubana -

"Dottoressa Jauregui. Detto da te ha diciamo, un altro effetto.." - sorrise la corvina fissando le labbra morbide di Camila -

"Ah capisco..." - la cubana, sopra al letto, si mise in ginocchio di fronte a Lauren che osservava attentamente ogni suo movimento - "quindi mi dica dottoressa Jauregui.." - iniziò a baciarle il lobo dell' orecchio lentamente - " cos'altro le piace che io le dica?" - la sua lingua scese fino al collo, dove lasciò alcuni segni -

"Camila! Devo andare al lavoro.." - disse la corvina, non riuscendo a spostarsi dalla presa della cubana -

"Perché non facciamo un ripasso di anatomia questa mattina? Sa, mi farebbe bene.." - Camila salì a cavalcioni sopra la donna, tirandole indietro i lunghi capelli neri -

"Camil..." - provò a ripetere Lauren con poco successo -

"Ssssh. Non si parla mentre una studentessa sta iniziando a spiegare Dottoressa Jauregui, dovrebbe saperlo" - la cubana iniziò a far scendere lentamente la cerniera del tubino senza però aprirla del tutto -

Le mani di Lauren si attaccarono come colla ai glutei sodi e prosperosi di Camila che ora stava prendendo completamente il controllo. Questo la eccitava ancora di più se possibile. La cubana fece scivolare giù le spalline del vestito, lasciando alcuni piccoli baci sulle spalle nude della corvina.

"Qui, abbiamo l'omero.." - la sfiorò con l'indice - "Qui inizia a formarsi la clavicola" - continuò a a salire, provocandole dei brividi - "per arrivare infine a quello che tutti semplicemente chiamiamo collo..." - la cubana le lasciò un bacio pieno e corposo -

Lauren sentì un calore strano salirle dallo stomaco ed una fitta attraversarle il petto. Essendo un medico, sapeva che quelli non erano sintomi dovuti ad una malattia, ma solamente il suo cuore, che per la prima volta, stava provando sensazioni violente. Rimase stregata da quel profumo inebriante e dal calore di quella pelle sotto le sue mani. Non si sentiva più padrona delle sue azioni.

Si guardarono negli occhi per alcuni istanti, come se in quel momento, quello sguardo, potesse legarle ancora di più. Lauren la spinse verso di sé, respirando a pieni polmoni il profumo dei suoi lunghi capelli che le sfioravano il viso.

In quel momento furono interrotte dalla suoneria vivace e movimentata di un cellulare.

"Non rispondere!" - la pregó Lauren -

"Sai bene che potrebbe essere l ospedale e non posso rifiutare una chiamata!"

Camila si alzò per andare a prendere il telefono poggiato sopra al comodino, provocando la reazione di disappunto della corvina che sembrava totalmente presa dal momento.

"Pronto? Mamma? Che cosa? Perché?" - la cubana sembrava essere agitata - " Okay, arrivo subito!"

Camila iniziò ad arrancare i vestiti lasciati sul pavimento dalla sera prima ed a rivestirsi in fretta senza nemmeno dare peso a Lauren che era rimasta ferma lì ad osservarla, cercando di capire la situazione.

"Hey! Che sta succedendo? Che ti ha detto tua madre?" - domandò la corvina vedendola agitata -

"Vogliono sbattere mia sorella fuori dall'ospedale!" - esclamò irritata mentre cercava una delle sue scarpe -

"Che cosa? Perché?" - chiese sconvolta -

"Perché dicono che non abbiamo i soldi per pagare le sue cure e l'assicurazione non le copre. Ma come diavolo si fa, a negare ad una bambina la possibilità di stare meglio!" - borbottò la cubana, cercando una delle due scarpe che era finita sotto al letto -

"Ci parlo io! Non esiste una cosa del genere!" - si impuntó subito Lauren rivestendosi -

Quella mattina le due ragazze chiamarono un taxi per arrivare prima all' ospedale ed infatti una decina di minuti dopo, erano dentro lo stabile. Lauren sembrava inferocita, così arrabbiata che avrebbe demolito chiunque si trovasse davanti al suo cammino. Si diresse a passo svelto verso l ufficio del suo capo e senza nemmeno bussare, entró, scardinando quasi la porta.

"Mi spieghi che diavolo sta succedendo?" - urlò quasi -

"Buongiorno anche a te Dottoressa Jauregui.." - le rispose l'uomo con tutta la calma possibile -

"Buongiorno un cazzo Jack! Allora? Mi spieghi perché vorresti cacciare via Sofia Cabello?" - insistè la corvina -

" Non che questi siano propriamente affari tuoi, ma per questioni amministrative.." - spiegò calmo -

"Questioni amministrative? E tu per queste stronzate, sei capace di negare ad una bambina delle cure necessarie? Non te lo permetterò mai!" - si impose Lauren, sbattendo i pugni sulla scrivania -

"In realtà lui non sta negando proprio nulla..." - in quel momento entrò Lucy nell' ufficio -

"E mi sembrava strano che non fossi coinvolta anche tu in tutto questo schifo!" - la corvina alzò gli occhi al cielo -

" Io sono coinvolta nelle cose che mi interessano Lauren, dovresti conoscermi ormai no?" - replicò Lucy in tono altezzoso -

" E questa non dovrebbe! Visto che i Cabello non sai nemmeno chi siano o cosa facciano. Quindi fatti da parte prima che sia troppo tardi!" - le intimò Lauren -

"Che fai Jauregui? Mi minacci? Hai sentito anche tu no Jack?" - gli domandò retoricamente soltanto per farsi dare ragione -

"Io non minaccio nessuno Vives. Ti sto soltanto chiedendo con le buone maniere di farti da parte perché non sono cose che ti riguardano!" - fece un respiro profondo Lauren per non peggiorare la situazione -

" E sentiamo..." - Lucy andò dietro la scrivania di Jack, mettendosi a fianco a lui - " sarebbero affari tuoi, perché? In fondo è una paziente come un'altra, non vedo perché preoccuparsi dei loro problemi economici. Giusto Lauren?"

In quel momento, Lucy avrebbe voluto far confessare alla corvina, che oltre ad un rapporto puramente lavorativo, tra lei e la specializzanda, ci fosse molto di più. Lauren non era pronta per dire a tutti della sua relazione con Camila, tra l altro appena iniziata ed ancora in fase di rodaggio, così si limitò a contrattaccare il colpo, non lasciando che quella donna potesse vincere.

" Camila Cabello non è nessuno per me, se non una semplice specializzanda come tutte le altre. Quindi smettila di insinuare cose che non esistono! " - rispose infastidita Lauren ma dire quelle falsità, le aveva fatto male -

"Camila!" - esclamò all' improvviso Lucy -

La corvina si girò di colpo vedendo subito lo sguardo triste e deluso della cubana di fronte a lei. Aveva sentito le sue parole ed aveva interpretato la situazione in modo totalmente sbagliato. L'espressione di Camila cambiò in un istante da delusa ad arrabbiata. I suoi occhi sembravano lanciare fulmini infuocati. Distolse subito lo sguardo da Lauren che invece era immensamente dispiaciuta ma al momento, non poteva spiegarle come stavano realmente le cose.

"Dottoressa Vives? Capo Devemport? Posso parlarvi?" - domandò la cubana in tono secco -

"Certo!" - tutti gli occhi vennero puntati verso Lauren, che ora sembrava essere di troppo -

" Dottoressa Jauregui, può scusarci?" - le propose di andarsene Lucy approffitando dell'astio tra le due -

"Camila, io non vol..."

La cubana ignorò completamente il tentativo di Lauren di darle una spiegazione, ma anzi la lasciò uscire dall' ufficio come se davvero, in quel momento, fosse soltanto un'estranea. Fu come se quelle parole, dette alla sprovvista, le fossero appena costate la bellissima notte passata insieme.

" Sono qui perché stamattina, mio padre mi ha chiamato quasi piangendo, perché aveva appena ricevuto la notizia che mia sorella non poteva più essere curata..." - Camila incrociò le braccia al petto -

"Purtroppo signorina Cabello suo padre le ha detto bene. L'ospedale non può più fornirle le cure necessarie, non senza che questo siano remunerate. Capisce anche lei che sono cure molto costose e per l'ospedale significano migliaia di dollari persi che non ci possiamo permettere.." - spiegò l'uomo sotto il vigile consenso di Lucy -

"Quello che Jack vuole dire, è che..." - la donna fu interrotta dall' impeto di Camila -

"Che se non troviamo i soldi entro oggi, mia sorella verrà rimandata a casa come se nulla fosse. Ma com'è possibile? Che razza di sistema sanitario è mai questo? Mi vergogno persino di farne parte!" - cominciò ad agitarsi la cubana -

" Signorina Cabello è consapevole quanto me che non sono io a decidere le regole e se fosse per me, curerei sua sorella gratis, ma non è possibile. La legge non me lo permette e mi dispiace molto..." - Jack finse di essere affranto dalla situazione -

"Però se vuoi, potrebbe esserci una soluzione..." - incalzò subito Lucy -

"E quale? Almeno che io non trovi per strada decine di migliaia di dollari, non esiste!" - disse sconsolata la cubana -

"Posso aiutarti se me lo permetti!" - disse Lucy, cercando di essere gentile -

" Se ti stai riferendo ancora a quella sorta di cura sperimentale, io ed i miei genitori abbiamo già scartato l'opzione. Non vogliamo utilizzare mia sorella per degli esperimenti..." - replicò sicura Camila -

"Jack puoi scusarci un secondo?" - gli diede un'occhiata fulminea tanto che l'uomo si alzò ed uscì dal suo ufficio senza dire una parola -

Qunado finalmente rimasero sole e Lucy aveva fatto in modo che la fiducia della cubana in Lauren piano piano cominciasse a cedere, era pronta per sferrare il colpo iniziale del suo diabolico piano in accordo con la donna che da dietro, controllava tutto.

Camila, ragazza ingenua e buona di cuore, sempre pronta a credere al prossimo, non aveva la minima idea di dove sarebbe finita e cosa avrebbe fatto fidandosi di quella donna. La cubana  verrà messa davanti ad una scelta che le farà perdere tutto o quasi. Quale sarà la via del cuore che deciderà di seguire?



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