Fino Alla Fine

Door seicomeungirasole

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La complicità batte tutto, persino quello che potrebbe sembrare impossibile. Lei è Gwen. Una giovane ragazza... Meer

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16 parte 1
Capitolo 16 parte 2
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
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Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
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Capitolo 53
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Capitolo 108
RINGRAZIAMENTI
Freedom
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Oh capitan,my capitan!
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Civico 182
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Capitolo 103

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Door seicomeungirasole

Paulo sonnecchiava leggermente sulla mia spalla, mentre eravamo in volo da Mykonos per Torino.
Le vacanze, ahimè,erano purtroppo finite, e forse realmente nessuno dei due voleva ritornare a casa ma nemmeno rimanere in Grecia, un po' un controsenso effettivamente.
La verità è che volevamo la nostra quotidianità senza dividerci, ma sapevamo che, la nostra vita a Torino inevitabilmente ci avrebbe diviso per alcune ore della giornata e in fin dei conti andava bene cosi, perché era giusto avere del tempo per se stessi.
Domani entrambi avremmo ripreso a lavorare ed io, sapevo già quante carte risiedevano sulla scrivania nuova di zecca del mio ufficio alla Continassa.
Mi persi ad osservare il volto di Paulo e sorrisi contenta per la settimana che avevamo passato insieme, lontani da amici e parenti, prendendoci un po di tempo per stare da soli come una vera e propria coppia.
Mi aveva coccolata e trattata come una principessa per tutto il tempo e, se ne avessi avute le possibilità, mi sarei relegata in una vita fatta di quello che ci eravamo regalati a vicenda.
Sole, mare e tanto infinito amore.
Il suo respiro lento si infranse sul mio collo, nudo e abbronzato, di un color caramello che pochissime volte nella mia vita ero riuscita ad avere.
-sei sveglia?- mi chiese sussurrando.
-si- gli risposi accarezzando il suo ciuffo quasi argentato, alzó il suo volto e automaticamente rimosse il bracciolo tra i sedili.
Mi avvolse con le sue braccia,ignorando quelle poche persone che viaggiavano insieme a noi , e mi baciò il profilo della mascella.
-dovrò andare dal parrucchiere a cambiare tinta- gliela guardai un'ultima volta sorridendo della sua follia.
-non vuoi rimanere biondo platino per il tuo incontro con Ronaldo?- era cosi contento che ritornare a sudare e a correre non gli pesava per niente.
-in realtà ho paura di Agnelli, sarebbe capace di rasarmeli a zero- annui perfettamente concorde con lui.
I capelli in quel modo, per il suo giocatore preferito che amava come se fosse suo figlio, forse non erano esattamente ciò che si aspettava.
-li fai neri come i miei?- ci pensò su
-probabilmente si- mi baciò le labbra e tornò ad appoggiarsi su di me, le sue mani si posarono sulle mie gambe nude lasciate scoperte dal vestino estivo che stavo indossando e lui, come sempre, le sfiorò.
Non c'era alcuna malizia nei suoi gesti, semplicemente gli piaceva accarezzarmi la pelle e onestamente se pensavo a me stessa lo capivo bene perché, anche io come lui volevo sempre avere un contatto fisico con lui, anche solo per farmelo sentire più vicino.
-sai che siamo finiti persino su una trasmissione gossip Argentina?- lo informai , decidendo finalmente di aprire i social e cercare l'ashtag #Dybaghini.
Ormai ci convivevo con molta più serenità di prima e nonostante mi fossi beccata qualche insulto e qualche apprezzamento decisamente spinto, alla fine le persone carine e mature erano di più ed in grado di eclissare il resto.
Guardò,insieme a me, la quantità di foto che ci avevano scattato ,alcune senza che nemmeno ce ne accorgessimo.
Una in particolare mi piacque parecchio per la dolcezza che esprimeva.
Ero sdraiata sul muretto di marmo bianco che circondava la piscina del piccolo appartamentino a Cavo Tagoo ed indossavo il mio bichini color oro, Paulo mi stava accarezzando la pancia mentre la mia mano accarezzava il suo volto quasi incline sul mio in procinto di baciarci.
La salvai perché me ne ero innamorata immediatamente e per la prima volta, adorai chi facendosi i fatti nostri avesse immortalato un momento cosi bello.
Ricordavo ancora cosa ci eravamo detti in quell'istante.
-mi sono svegliato e non ti ho trovata a letto. Non mi piace svegliarmi senza di te- mi aveva accarezzato la pelle della pancia e i capelli, guardandomi con gli occhi stretti tra di loro per ripararsi dai raggi del sole.
-non vado da nessuna parte. Sto prendendo un po di sole così posso essere bella per il mio bellissimo uomo- gli avevo accarezzato il volto sorridendogli innamorata.
Sempre più di prima.
Si era abbassato sul mio viso baciandomi morbidamente le labbra e sfregando i nostri nasi.
-per me tu sei bella cosi, la più bella donna dell'universo- e mi riempi di complimenti come ogni giorno.
-andiamo in spiaggia?- io annui alzandomi da lì e lasciando che stringesse il mio corpo al suo, trascinandoselo dietro
-questa la stampiamo e la metto nella mia camera da letto- all'improvviso alzò di scatto la testa,come se si fosse ricordato di dovermi dire qualcosa.
-Nenita- quando mi chiamava cosi, stava per chiedermi cose che sapeva mi avrebbero scossa.
-perché non vieni a vivere da me ,per sempre? Io voglio svegliarmi tutti i giorni con te e addormentarmi tutte le sere con te- ci avevo pensato alcune sere prima e non mi era sembrata per niente una cattiva idea.
-mi sopporteresti per cosi tanto tempo durante una giornata?- sorrise annuendo energicamente
-ti do massimo tre giorni per sistemare tutto in degli scatoloni- come sempre la sua impazienza mi fece sorridere.
-amore, ora che arriviamo a Torino tu non immaginerai nemmeno la quantità di cose che devo fare. Devo andare a Milano per Gonzalo e Mattia e poi, devo incontrarmi con Georgina- mi baciò sbuffando un pochino
-tutti ti tengono lontano da me- si lamentò come un bambino a cui avevano appena rubato due caramelle dal pacchetto.
-sarai cosi preso ad allenarti con Ronaldo che, io sarò l'ultimo dei tuoi pensieri- mi baciò la mano da sopra l'anello.
-Ronaldo è sicuramente un mio idolo ma, chi è che mi tiene il letto caldo a casa ?- risi per il suo modo carino di dirmi che Ronaldo lo emozionava ma che comunque non si sarebbe di certo dimenticato di avere una fidanzata.
-mi vuoi solo per il letto caldo?- lo guardai fintamente shoccata e lui rise mordendomi un labbro
-per il letto caldo e per tantissime altre cose- mosse maliziosamente le sue sopracciglia beccandosi uno schiaffo leggero sul braccio.
-Paulo Dybala, sono seriamente indignata- rimasi seria poco meno di due secondi prima che il luccichio brillante dei suoi occhi mi facesse persino dimenticare il mio nome.
Rendersi conto,ogni giorno ad ogni momento di quanto lo amassi e di come questo sentimento non avesse fine, fortunatamente, mi rendeva diversa, in un modo che trovai assai difficile da spiegare.
L'arrivo a Casellette fu come ce lo aspettavamo; Mariano venne a recuperarci all'uscita e fortunatamente aveva chiamato con se la sicurezza perché dietro le porte scorrevoli dell'aeroporto,una quantità immensa di tifosi lo stava aspettando.
-Paulo,possiamo farci una foto?-
-Paulo che ne pensi dell'arrivo di Cristiano alla Juventus?-
Paulo,nonostante la stanchezza del viaggio, non perse altro tempo e si dedicò a loro mentre io, mi rivolsi a quello che ormai potevo definire a tutti gli effetti mio cognato.
-sei più abbronzata di me- mise a confronto le nostre braccia e ovviamente non era assolutamente vero.
La sua pelle nonostante il mare ,in quest'estate che stava avendo il suo corso,l'aveva visto due volte o forse anche meno, risultava comunque sempre più scura della mia e addirittura persino di quella di Paulo.
-spiritoso- gli dissi mentre mi abbracciò togliendomi di mano le valigie.
-eppure so che sei stata al sole per tanto tempo, ma a mio fratello piace spalmarti la crema solare e ahimè è controproducente se vuoi abbronzarti- arrossii per il significato che diede al " a mio fratello piace spalmarti la crema solare".
-Dybala 2.0, quand'è che ti trovi una ragazza con cui impiegare il tempo piuttosto che spettegolare su ciò che facciamo io e tuo fratello?- rise divertito del mio tono di voce
-e perdermi l'opportunità di far incazzare mio fratello? Mai- neanche a farlo apposta Paulo tornò da noi giusto in quel momento
-che hai combinato? Mi hai distrutto casa?- gli chiese aiutandolo a posare l'ultima valigia nel bagagliaio della jeep nera di Paulo.
-no, è tutta intera, pulita e profumata per il vostro rientro. Stavo parlando con Gwen delle sue chiappette sparse per i social- gli diedi uno scalpellotto dietro la nuca e Paulo rise applaudendomi.
-se guardi ancora il culo della mia fidanzata, ti cavo gli occhi e li sostituisco alle palline del bigliardino del mio salotto- gli batté una mano sulla spalla ed io risi della cosa.
-te l'ho detto: ti conviene trovarti una ragazza con cui tenerti impegnato- Paulo prese le chiavi al volo e si mise alla guida della sua macchina ed io lo affiancai nel posto passeggero anteriore mentre Mariano si mise al centro dei sedili posteriori.
Ci aggiornò un po sulle ultime cose di Torino, spiegando di aver recuperato Aladin e Jasmine da mia madre e di averli portati nell'enorme acquario.
-dovresti aumentare il mio stipendio per tutti i favori che ti faccio. Tirchiaccio- si lamentò con Paulo che lo ignorò completamente.
-senti qualcuno parlare?- mi disse sorridendomi
-bah, forse qualche ronzio lontano- gli tenni il gioco
-siete due pezzi di merda fatti per stare insieme- ci accusò e noi ridemmo mentre mi voltai a mandargli un bacio volante.
-hai chiamato il parrucchiere come ti avevo chiesto, perfavore?- Paulo domandò a suo fratello mentre quell'altro cercò qualcosa sul suo cellulare di ultima generazione ed annui.
-viene dopo cena- era perfetto perché io contavo di farmi un bagno lungo un'ora e poi volevo decisamente mettermi su un tapis roulant a smaltire tutta la pesantezza che mi gravava sullo stomaco.
Quando poi arrivammo su, davanti il pianerottolo di casa con tutte quelle valigie a cirocndarci,  girò la chiave nella serratura della porta di casa ed inserì il codice per disattivare l'allarme, la prima cosa che feci fu lanciarmi sul divano e sospirare.
Mariano era stato intelligente da accendere l'aria condizionata e si stava da Dio.
-bene, vi lascio alla vostra vita da brutti fidanzati e ci vediamo per cena. Non stancarlo troppo Gwen- Paulo gli chiuse la porta in faccia con tanto di "fatti i cazzi tuoi".
Mi raggiunse sul divano sdraiandosi letteralmente su di me ed io gli circondai il corpo con le mie gambe.
-mio fratello tiene poco alla sua vita- risi per il tono serio con cui lo disse.
-vuoi sul serio parlare di tuo fratello oppure...- lasciai la frase in sospeso baciandogli il mento.
La Grecia aveva sortito effetti decisamente piccanti sulla nostra relazione e me ne accorgevo ma poco mi importava.
Mi prese in braccio lasciando che le mie gambe e le mie braccia circondassero il suo corpo mentre alla cieca, conoscendo perfettamente il suo appartamento, salii le scale senza farci ammazzare e mi portò nel bagno della sua camera da letto.
Quando i miei piedi toccarono per terra, ricordai velocemente la domenica scorsa, quando eravamo venuti qui solo per cambiare valige e farne due piene piene di roba estiva pronti per la Grecia.
-mi porto le camicie?- me ne mostró alcune togliendole dalle grucce .
-si, ti stanno bene- come se qualcosa poi effettivamente fosse in grado di stargli male.
Era bello con qualsiasi cosa addosso e non riuscivo a capire come diavolo facesse o se fosse semplicemente uno strano effetto che il mio amore verso di lui mi faceva provare.
Paradossalmente io ero stata molto più veloce di lui a fare la valigia, avendo già discusso con Dols per tutto il tempo di vestiti, appena ce li avevo avuti sotto tiro ne avevo presi alcuni, decisamente estivi e li avevo infilati dentro.
Paulo, tra i due, era quello a cui piaceva uscire persino con le mutande abbinate a tutto il resto e seppure certe volte fosse snervante, per il troppo cambio di abiti che faceva prima di uscire definitivamente da casa, alla fine con il tempo imparavi ad amare anche questa cosa di lui.
Feci un piccolo video di lui mentre si allacciava la camicia con il cappello di paglia in testa, in quella che chiaramente era la sua camera da letto.
Quando se ne rese conto si voltò a guardarmi e risi per la sua espressione divertita.
Misi via il cellulare, abbandonandolo sul materasso del letto e mi alzai andandogli incontro.
Era sexy nei suoi attillati bermuda di jeans, la pelle non ancora troppo abbronzata ma nemmeno chiara come la mia.
-posso offrirti da bere?- gli dissi tirando un lembo della camicia verso di me
-mi dispiace sono già impegnato- mi sorrise furbo
-ma io non sono gelosa- gli risposi e lui rise baciandomi e accarezzando la mia schiena nuda.
-cosi, potresti chiedermi e offrirmi tutto quello che vuoi- mi baciò dapprima la spalla e poi la bocca; percorse il mio torso nudo e mi spinse ad indietreggiare verso il comodo letto.
Mi adagiai su di esso, osservandolo mentre sbottonava nuovamente la sua camica e la lanciava centrando la sedia all'angolo della camera.
Risi per il suo sguardo da ragazzino con gli ormoni sparati ma, mi zittii immediatamente quando la sua bocca calda atterrò su di me.
Le mie mani automaticamente si strinsero tra i suoi capelli mentre le sue provavano a tenere ferme le mie gambe.
Con la mente lucida certe cose non avrei nemmeno mai pensato di farle ma, con Paulo le volte in cui avevo la mente totalmente lucida, erano cosi poche che potevi contarle sulle dita di una mano.
-Pa-uu- gemetti mentre non mi resi nemmeno conto si cosa percepii prima, se la sua bocca con la sua lingua o le sue mani.
Immaginavo di avere le orecchie rosse perche percepivo da esse un calore disumano, come se mi stessero prendendo fuoco.
Persa nei miei ragionamenti sconclusionati non udii il rumore della zip dei suoi pantaloni ne, quello dell'elastico dei suoi boxer.
L'unica cosa che il mio cervello fu perfettamente in grado di registrare, avvenne nel momento in cui si congiunse a me, nel modo più carnale che potesse esserci.
Lo tirai a me per sentirlo ancora più vicino, più di quanto già adesso non lo percepissi.
-diosa- mi sussurrò accarezzando il mio petto e mordendolo delicatamente.
Ogni volta che la passione ci consumava, mi sembrava di conoscere sempre nuove versioni di un uomo che era capace di farmi fare tutto, di trasportarmi da tutt'altra parte.
Ebbi l'istinto e la forza di capovolgere la situazione, guardandolo dall'alto mentre il mio corpo seduto sul suo faceva tutto il resto.
Mi persi nei suoi occhi totalmente liquidi e neri, di un nero limpido e profondo,come le sensazioni che stavo provando.
Eravamo a casa, solo noi due dopo tanto tempo e mi sembrò quasi come se fosse il giorno del giudizio universale.
-vieni, che ti asciugo i capelli- infilai la spina nella presa e mi dedicai ad asciugargli i capelli, cosa che lui odiava da impazzire.
-non ti addormentare- gli dissi non appena la sua testa si appoggiò sul mio seno e iniziò a lasciarvi sopra delicati baci.
Lo faceva sempre per rilassarsi e poi attimi dopo potevo osservarlo mentre dormiva beato.
Mi strinse protestando per aver interrotto il suo piano di finire in un sonno profondo.
-cattiva- borbottò mentre mi vibrò il cuore per il tono dolce e fanciullesco con cui lo disse.
-ci metto poco, e poi sai bene che deve venire il parrucchiere a sistemarti i capelli- erano ancora le otto della sera e avevamo deciso che la nostra cena si sarebbe limitata ad un integratore e nulla di più perché sulserio in vacanza avevamo mangiato tanto.
-ma ho sonno- protestò mentre ormai rimaneva davvero poco affinché tutta la sua testa fosse asciutta.
Quando tirai via la spina dalla presa, Mariano chiamò Paulo nel suo cellulare e lo informò che erano per strada cosi si tirò si tirò su e usci dalla stanza da letto brontolando.
-ti aspetto qui- gli dissi mentre sentii il rumore delle sue ciabatte di gomma nere e bianche che sbattevano svogliatamente contro il marmo del pavimento.
Mentre ero certa che Paulo avesse utilizzato il servizio del piano di sotto per bagnarsi i capelli e lasciarseli sistemare, io mi dedicai a me stessa, passando della crema su tutto il mio corpo mentre mi temevo seduta in bilico sul bordo della deliziosa vasca da bagno.
Avevo ancora i capelli umidi nel turbante di spugna con cui li avevo avvolti e con dell'acetome stavo rimuovendo la smalto dalle unghia delle mani perché mi infastidiva troppo sapere che avrebbe potuto macchiare la carta dei documenti su cui lavoravo.
Tornare a Torino aveva ovviamente i suoi pro, primo tra tutto perche si sarebbe ripresa la routine a cui io ero da sempre stata affezionata in quanto era capace di darmi una certa stabilità e poi, qui c'erano un sacco di cose che mi aspettavano e che io non vedevo l'ora di fare.
Quando indossai l'intimo, frizionando poi i capelli e mettendogli della schiuma per poi intrecciarli, guardai distrattamente l'orologio digitale mentre segnava quasi le dieci e mezzo della sera.
Mi sentivo davvero stanca, oltretutto avevo tirato via tutti i vestiti dalle valigie e li avevo sistemati affinche Pamela li avesse poi potuti facilmente mettere a lavare e dopo, mi ero diretta verso il letto.
Mi infilai sotto le lenzuola, fresche e profumate di pulito, per prima mentre aspettai che Paulo, appena tornato dal piano inferiore, si lavasse i denti e si passasse il filo interdentale tra di essi.
Il cuscino fresco , su cui avevo pesantemente poggiato la testa, era una vera e propria goduria per la pelle ancora troppo calda dal sole cocente che l'aveva abbronzata.
Con gli occhi chiusi avverti il movimento del materasso e attesi che la luce si spegnesse ma dopo due buoni minuti i miei occhi, seppur chiusi, erano ancora infastiditi.
-Paulo la luce- gli dissi stringendo il più possibile il cuscino alla mia faccia
-spegnila tu- mi rispose, immaginando già che avesse trovato la posizione ideale in quel lato letto che era suo e che aveva ormai preso la sua forma.
-chi si è sdraiato per ultimo?- gli dissi, come se fossimo ragazzini di dieci anni che bisticciano
-gli ultimi sono i primi- mi rispose saputello, sfoderando quei quattro modi di dire che tra l'altro glieli avevo insegnati io.
-Paulo!- con i piedi, freddi, provai a buttarlo giù dal materasso mentre lui non si scompose nemmeno di un millimetro.
Era una roccia.
Rideva sotto i baffi, che non aveva, e il cuscino soffiava a sua volta per l'arrivo della risata.
-Paulo se non ti alzi immeditamente, sai quanto mi ritoccherai? Mai-  era grandioso essere la femmina in una coppia; si alzò infatti immediatamente spegnendo l'interruttore e venendo dal mio lato del letto, buttandosi addosso al mio corpo.
-aiha- protestai avvertendo la pesantezza dei suoi muscoli
-ho spento la luce, voglio la mia ricompensa- poteva dimenticarselo, stavo morendo dal sonno e rischiavo di addormentarmi sul momento.
-ho mal di testa- mi inventai.
Ci fu un attimo di silenzio prima che entrambi scoppiassimo a ridere come i deficienti che eravamo.

La sveglia suonò alle otto in punto, aprii gli occhi e uscii fuori dalle lenzuola per spegnerla e poi capitombolai nuovamente con la testa sul cuscino,impedendo ai miei occhi di richiudersi.
Oggi sarebbe stato il mio primo giorno di lavoro alla Continassa e per la quantità enorme di cose che mi aspettavano, già volevo andare nuovamente in vacanza.
Svegliai dolcemente Paulo, evitando che una luna storta potesse compromettergli il suo primo incontro con Ronaldo, osservai inoltre i suoi nuovi capelli più scuri di quelli naturali che gli stavano benissimo perche erano in contrasto con i suoi splendidi occhi verdi.
-vado a lavarmi i denti, tra dieci minuti ti voglio fuori dal letto- lo avvisai mentre a piedi scalzi mi recai al bagno.
Avevo ancora il dentifricio in bocca quando si alzò e andò al bagno a fare la pipì con gli occhi chiusi.
Se non avesse centrato il buco del water penso che mi sarei trasformata in Satana nel giro di pochi secondi.
-buongiorno amore- mi baciò la fronte mentre si lavò accuratamente le mani.
A pulizia ed igene, per essere un uomo, era nettamente su livelli altissimi anzi, per tutte quelle volte che si lavava durante il giorno,  mi chiedevo come facesse ad avere ancora la pelle.
Indossai l'intimo e il mio tailleur bianco, nuovo di zecca, comprato proprio con l'intenzione di mettere in risalto la mia abbronzatura di cui ne andavo estremamente fiera.
Per quanto olio abbronzante avevo spruzzato sulla mia pelle, a quest'ora avrei dovuto somigliare alla sorella di Blaise ma, mi accontentavo.
-hai preso le tue chiavi di casa- mi disse prima di premere sul tasto avvio dell'allarme.
Controllai dentro la borsa e si, le chiavi del mio appartamento c'erano cosi come c'erano le copie delle chiavi del suo.
-tutto preso- lo rassicurai con un sorriso e chiamai l'ascensore.
Nel garage attesi che le luci di una delle quattro macchine che possedeva, si accendessero cosi da non fare la figura dell'idiota.
-tieni, guida tu- mi passò le chiavi della sua jeep nera e le presi sbloccando le portiere; sistemò il suo borsone da allenamento che, costava quando un discreto stipendio di un operaio ,e la mia ventiquattro di pelle nei sedili posteriori.
-lo sai che è veramente brutto,vero?- gli dissi non appena usci fuori da garage, immettendomi in via Roma e indossando il paio di occhiali da sole che gli avevano fatto trovare a casa ma che, essendomi piaciuti era chiaro che fossero diventati miei.
-certo, come tutte quelle cose che sono mie e che puntualmente finisco nel tuo armadio- risi e gli mandai un bacio volante
-perché profumano di te e mi piace avere il tuo profumo addosso- gli dissi sincera
-ma allora mi conviene comprarti il profumo, mi viene a costare di meno- finse di non sapere a cosa realmente facessi riferimento e lo fece perché sapeva che quando gli dicevo con sincerità il mio sconfinato sentimento per lui, poi nom dovevamo troppo rimanere li perché iniziavo a nom sentirmi più a mio agio.
-nah, te le ruberei comunque- si sporse a baciarmi e poi a sintonizzare la radio su una stazione di musica che trasmettesse ovviamente un genere che più gli piacesse.
Alla Continassa, Matilde e tutta la squadra di fotografi ufficiali della Juventus, li avrebbero dovuti attendere per riprendere il loro momento d'arrivo nella nuova struttura e infatti cosi fu.
Quando parcheggiai la macchina, Ronaldo stava appena entrando dentro e Paulo che lo intravide sorrise come un bambino davanti al suo gioco preferito.
-vuoi fangirlare ?- gli proposi ridendo mentre mi fece un dito medio sporgendosi poi a baciarmi.
Quando scendemmo dalla macchina, i ragazzi scattarono le foto anche a lui mentre io molto discretamente recuperai la mia borsa.
Il leopardo o ghepardo che fosse, stampato sulla maglia nera di cotone, presumevo del brand Dolce e Gabbana, stamattina con molta meno luce, non sembrava cosi poco sobria ma ora che la guardavo meglio mi rendevo conto che certi acquisti nell'armadio Paulo, li aveva per forza dovuti fare sotto effetto di allucinogeni.
-di qua?- scherzò con uno dei ragazzi che gli indicò la porta di ingresso.
Tenni la porta aperta aspettando che mi raggiungesse,dopo di che lasciammo che i ragazzi rimanessero fuori ad attendere l'arrivo degli altri.
Andrea era in piedi davanti la porta dell'enorme stanza in cui avrebbero fatto i test di sforzo prima di iniziare definitivamente il loro primo allenamento di stagione.
-Dybala, togli un po il cappello- gli disse e Paulo sorrise verso di me come a dirmi: "che ti avevo detto?".
-non mi deludi mai- lo abbracciò e lasciò che andasse a cambiarsi mentre i miei occhi finirono su Cristiano che stava già facendo la prova di sforzo.
-Marotta non è ancora arrivato?- gli chiesi e lui negò con la testa.
I miei pensieri si materializzarono quando Gonzalo fece il suo ingresso, nonostante la trattativa con il Milan fosse quasi alla fine, avevo insistito molto affinche avesse le visite mediche di stagione e il suo primo e tristemente,anche ultimo allenamento con i ragazzi qui alla Juventus.
-hola- salutò genericamente mentre mi baciò una guancia.
Lo abbracciai piu forte che potessi e poi fui obbligata a lasciarlo andare negli spogliatoi.
-mi dispiace- mi sussurrò il Presidente
-beh, allora dovrebbe impedire una vendita definitiva, proponga un prestito - la mia mente, per niente felice di questo affare di mercato, le aveva pensate tutte.
Mi allontanai ben consapevole di avergli appena messo un tarlo in testa.
-hola Ginebra- mi salutò contento Ronaldo non appena raggiunsi lui e Paulo che stavano parlando tra di loro.
-hola- ancora mi faceva parecchio strano.
Avevo le sue figurine da anni ed anni e fino a mesi prima, non mi stava per niente simpatico.
-come estas? Tenía razón en decirte que en la Juventus te haria encontrado bien!- annui guardando Paulo e stringendolo in un abbraccio di quelli che si davano tra di loro gli uomini.
-sono venuto per i tifosi e per questo piccolo gioiello- se a me mancò un battito , Paulo invece  forse era addirittura morto, ecco perché rimase due minuti buoni a guardarlo senza muovere nessun muscolo .
Mi venne da ridere e non ce la feci a trattenermi,e  menomale che non era emozionato per Cristiano Ronaldo.
Talmente ,invece, lo era che mi aspettavo a momenti si facesse la pipì addosso.
-Georgina e i bambini si sono sistemati bene?- annui contento
-si, Cristiano voleva venire qui stamattina - beh, mi aveva appena messo in testa un'idea strepitosa.
-organizzo qualcosa e prometto che verrà a giocare qui- mi sorrise e mi abbracciò stupendomi.
Okay, io lo immaginavo meno sorridente,meno affettuoso e meno simpatico.
Forse c'erano di mezzo una partita di finale Champions persa a Cardiff e il goal di rigore al novantunesimo al Bernabeu.
Paulo sembrò capire il flusso dei miei pensieri e mi abbracciò la vita baciandomi una tempia.
-noi andiamo ad allenarci, non metterti a fare la magica già da subito e prenditi il tempo che ti spetta okay?- annui guardandolo e dimenticandomi completamente di Ronaldo.
-te amo- mi sussurrò
-yo tambien- gli risposi.
Dovevo iniziare a rifrequentare il vocabolario italiano perché non parlavo italiano da tre settimane e Paulo sembrava adorare la cosa perché gli facilitavo la vita.
Quando aprii il mio ufficio, l'aria di nuovo mi investi come un camion in autostrada.
Okay, avrei dovuto necessariamente comprare qualche deodorante per ambienti se non volevo finire a fine giornata con i sintomi di una drogata.
-Gwen!!!- sobbalzai dallo spavento per la voce squillante di Valentina.
-ma che ti urli?- la abbracciai facendo attenzione alla pancia che le stava crescendo
-non ti vedo da due mesi- mi strinse a se
-e in due mesi hai messo su famiglia- in realtà in cinque se consideravamo che era rimasta incinta in viaggio di nozze o cosi mi aveva detto a telefono, quando ero all'ingresso per la partita Marocco-Iran.
-e tu ti sposi con Dybala, siamo pari- la notizia inevitabilmente aveva fatto il giro del mondo, molto più velocemente di quanto ci avesse impiegato Marco Polo
-siamo pari- gliela diedi vinta.
-hai visto quanto è bello il tuo ufficio? Ti invidio, si vede proprio che sei la preferita del Presidente- risi
-preferita? Forse stamattina gli ho messo una pulce in testa che non so se effettivamente domani avrò ancora un posto di lavoro- mi rendevo effettivamente conto di essermi spinta un po più in la del dovuto.
Marotta era da sempre stato il suo braccio destro e con lui anche Paratici , nonostante la parte più razionale e matematica di me sapeva bene che a livello economico questo voleva dire incassare parecchi soldi ma, per me la Juventus non era mai stata solo un'azienda.
Era una famiglia.
In quello spogliatoio, non si incontravano ventiquattro giocatori il cui scopo era allenarsi e giocare novanta minuti di partita.
In quei spogliatoi alla fine tutti diventavano fratelli, chi più chi meno ma comunque le loro vite finivamo sempre per intrecciarsi.
Quando mi chiusi dentro, sedendomi in una nuova poltrona di pelle, i miei occhi caddero immediatamente su una busta firmata a nome di Gianni Infantino.
La aprii immediatamente conoscendo il valore del nome del mittende, quasi mi tremarono le mani nel reggere l'elegante pezzo di carta scritto con inchiostro nero e firmato personalmente.
" Alla cortese attenzione della Sign.ra Ginevra Artemide Meneghini.
Un ringraziamento speciale per aver reso strepitosa,insieme ai suoi colleghi , questa ventunesima edizione del campionato mondiale di calcio.
Onorati di averla avuta a nostro servizio e grati della professionalità e l'attenzione riservata alle squadre e ai tifosi a casa.
Con l'augurio di poterla incontrare nuovamente in altre manifestazioni sportive, Le mando i più Cordiali saluti.
Il Presidente della Federazione Internazione dell'Associazione Calcio (FIFA)
Giovanni Vincenzo Infantino. "
La lessi due volte, giusto per essere sicura che non stessi sognando, dopodiché presa da un'enorme contentezza mi alzai bussando velocemente alla porta di Andrea Agnelli.
Quando entrai dentro, mi sorrise perché riconobbe il pezzo di carta che tenevo in mano e mi indicò la poltrona nella quale mi sedetti.
-è su quella scrivania da due settimane ma, tranquilla ho risposto personalmente dicendogli che al rientro delle tue ferie lo avresti contattato di persona- gli sorrisi grata
-io, non mi aspettavo una cosa del genere- si sistemo la cravatta.
-io si, ecco perche ho mandato i miei due migliori collaboratori e, ho raccolto complimenti anche da molti allenatori. Sono fiero di voi e del fatto che possa fidarmi di persone estremamente competenti per questo: Gwen...- afferrò un plico di fogli dalla sua destra.
-sarei estremamente contento se tu accettassi il posto di lavoro come direttore generale del settore Marketing e comunicazione dell'azienda- guardai la penna e il foglio circa una ventina di volte.
Mi sembrava tutto troppo assurdo per essere vero e senza nascondermi mi pizzicai il dorso della mano provando dolore.
Lo guardai e poi ritornai nuovamente sul contratto.
-io..- erano talmente tante le emozioni che credetti di svenire sul momento.
-il tuo stupendio sarà di trentacinquemila euro al mese- strabuzzai gli occhi.
Era una cifra esorbitante e che diamine avrei dovuto fare con tutti quei soldi?
-come?- gli chiesi innocentemente
-se firmi ti fai carico di tante responsabilità e siccome, in questo anno e mezzo indirettamente hai lavorato come se lo fossi già, mi sono sentito in dovere di darti ciò che ti spetta- mi sentii onorata.
-Presidente io, io sono così onorata di poterla aiutare, ancora di più nel sapere che lei prova questa grande stima verso di me; non vorrei deluderla- mi toccò la mano in un segno di una confidenza che sapevo avevamo.
-mi fido di te, mi hai dimostrato tante volte quanto vali- gli sorrisi e poi apportai la mia firma su quei fogli.
Quando riusci a reggermi nuovamente in piedi,mi abbracciò ed io con la mia copia personale del contratto me ne tornai al mio ufficio ancora troppo su di giri.
Nascosi i fogli dentro una carpetta che infilai nella mia ventiquattro ore, mi ci voleva una bottiglia del miglior champagne per una roba simile ma, volevo al mio fianco le persone che più contavano nella mia vita.
Costrinsi me stessa a trattenere l'entusiasmo fino all'ora di pranzo; Paulo andò con i ragazzi  al nuovo ristorante proprio costruito per loro mentre io, mi misi in macchina con Federico Higuain diretta per Milano.
Paratici e Marotta erano già lì, avendo già sistemato le carte della cessione ma, il messaggio di Andrea ricevuto proprio sull'istante mi fece sorridere.
La famiglia Agnelli non mi avrebbe delusa mai e infatti me lo stava dimostrando.
-niente cessione definitiva, facciamo un prestito di venti milioni con possibilità di riscatto da trentasei milioni a salire- dissi a Federico che mi guardò stranito
-la Juve non venderà tuo fratello, non finchè il buon senso in quelle quattro mura continuerà ad esistere- Federico mi sorrise sapendo bene quanto affezionata fossi a suo fratello.
-Gwen, davvero vuoi proporre una cosa simile?- annui decisa
-sono diventata il direttore generale del settore Marketing della Juventus, Marotta dovrà ascoltare ciò che ho da dire- era una questione di principio morale.
Se Leonardo poteva tornare alla Juve, Gonzalo si meritava almeno il doppio dato che era stato in grado di rendere la squadra un ambiente unico.
-ti fidi di me?- gli chiesi
-si- mi disse stupendomi per la velocità con cui lo disse.
-perfetto, chiedi una buon'uscita di quattro milioni e mezzo perché Gonzalo sta andando a giocare in una squadra che è già fuori dalla Champions, al resto ci penso io- mi abbracciò
-non permetterò che l'onore di una squadra intera, di una storia intera, venga infangato per un po di opportunismo- su questo purtroppo io e Marotta non avremmo mai trovato un punto in comune.
Quando Federico fece la richiesta, Paratici rimase un po confuso forse perché mai nessuno aveva voluto una buon'uscita quella che io chiamavo più che altro una mora da pagare.
Cosi, la riunione da due passo a quattro e poi a sette ore consecutive senza che poi alla fine si potesse effettivamente concludere qualcosa.
Alle nove di sera ero ancora per strada da Milano per tornare a Torino e mi ero sentita a telefono con Agnelli tre volte, consapevole che forse avrei messo piede a casa in nottata.
C'erano ancora troppe carte da sbrogliare perché il contratto era saltato dato che non si parlava più di vendita.
Quando arrivai alla Continassa, Gonzalo scherzava con Agnelli in campo, probabilmente salutandosi amichevolmente come mi ero immaginata.
-eccoli- ci introdusse il Presidente vedendoci arrivare.
-avete concluso?- gli sorrisi
-mister Paratici avrà delle carte da stampare in nottata e domani mattina alle sette dobbiamo ritornare a Milano- Gonzalo guardò me e suo fratello un po confuso.
-que pasa?- chiese piu a suo fratello che a me.
Federico lo chiamò fuori mentre io affiancai Andrea sentendomi fiera di quello che avevo fatto.
Non avevo potuto evitare il passaggio al Milan e forse era meglio così perche a Gonzalo non serviva un anno in panchina ma, nemmeno avrei permesso che ci soffiassero un campione del genere.
-è cosi che andrai avanti nel mondo del lavoro Gwen. Bisogna fare la voce grossa quando non ci piacciono le cose e provare a cambiare le cose- in quel momento mi resi conto di che lezione di vita mi avesse appena dato.
Non importava l'età e le esperienze che potevano essere collezionate, se volevo farmi valere dovevo sentirmi alla pari delle persone con cui lavoravo.
Ecco perché amavo la Juve, perche aveva sempre qualcosa di nuovo da insegnarmi.

Quando aprii la porta di casa di Paulo, sfilandomi immediatamente i tacchi per non fare rumore sul pavimento, trovai tutte le luci spente, segno che Paulo era già andato a dormire.
Di fatti, quando arrivai nella camera da letto, il suo corpo dormiva disteso sul letto mentre la sua faccia era sprofondata sul mio cuscino.
Automaticamente i miei piedi si mossero verso il letto e gli lasciai un bacio sulla fronte.
Immaginavo quanto stanco dovesse essere, era pur sempre il suo primo giorno di allenamento dopo settimane che era andato in meritata vacanza.
Mi spogliai dentro al bagno per non disturbare il suo sonno e con i capelli legati sulla testa e i dischetti imbevuti di struccante mi ripulii la faccia e poi i denti, spazzolandoli con cura.
Spensi la luce dei faretti e a passo felpato raggiunsi la mia parte del letto, mettendo dapprima il cellulare sotto carica e poi infilandomi sotto le lenzuola.
Non capivo il perché Paulo amasse tenere il condizionatore a sedici gradi, creando una vera e propria situazione invernale e poi si copriva con le lenzuola.
Non appena appoggiai la testa in quel piccolo spazio di cuscino che mi era rimasto, Paulo si mosse automaticamente verso di me, stringendomi al suo corpo e posando la sua testa sotto il mio mento.
-buonanotte- gli sussurrai accarezzandogli la testa e lui mugugnò in apprezzamento.
Chiusi gli occhi cadendo definitivamente tra le braccia di Morfeo.

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Ma, realmente quanto vi sta piacendo che sto praticamente aggiornando ogni giorno?
Ve l'ho detto che vi adoro troppo.
😍😍😍😍
Questo capitolo mi piace un sacco, davvero.
La prima parte perché mi sa di quotidianità e io amo la versione cosi semplice della vita di Paulo e Gwen mentre la seconda parte perche si parla di Gonzalo e sapete bene quanto io sia affezionata a lui.
Nulla, sono super felice...non lo so, ma questo capitolo mi mette di buon umore 😍😍.
Spero il capitolo vi piaccia, se si commentate qui sotto che vi aspetto come si aspetta babbo natale 🎅🏻 ♥️♥️♥️.
Sempre vostra.
Girasole 🌻

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