Last Chance

By Camrenismorethanreal

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Lauren Jauregui, 30 anni, neurochirurgo prodigio di fama mondiale. Nonostante la giovane età, ha già avuto tr... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
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Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
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Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Ultimo capitolo

Capitolo 4

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By Camrenismorethanreal

Fare da balia ad un gruppo di specializzandi alle prime armi, dotati solo delle conoscenze base, era faticoso e richiedeva pazienza, la stessa, che Lauren non aveva mai avuto. Non aveva nè la voglia nè il tempo di seguire quei ragazzi in ogni loro mossa, ma se avesse voluto qualche possibilità per diventare primario, doveva rispettare le regole senza lamentarsi più di tanto. Così, quella mattina, ancora frastornata dopo la notte passata in compagnia della sua amica Keana, si precipitò al lavoro, sapendo che come al solito, non avrebbe passato una giornata leggera.

Il mal di testa continuava ad essere presente e martellarle sulle tempie, nonostante avesse già preso una pastiglia per risolvere questo problema. Oramai non poteva più uscire per tutta la notte ed il mattino seguente affrontare una giornata di lavoro, non con un lavoro come il suo, dove era necessaria la massima attenzione e precisione. Non aveva più l'età giusta per fare delle cose del genere o semplicemente, il suo fisico, non era più abituato.

Quella mattina aveva anche saltato la sua abituale corsa ed era passata direttamente al caffè, che aveva preso doppio, sperando nelle sue capacità risveglianti. Come sempre succedeva, non era riuscita a dire di no dopo la fine del primo drink. Non ricordava neanche precisamente quando avesse bevuto, aveva perso il conto dopo il quarto martini. Sapeva che tutto ciò non era molto salutare per la sua salute, perdersi a bere senza aver mangiato nulla, perchè di solito, il tempo anche solo per un panino, non lo riusciva mai a trovare. Così saltava i pasti o ingeriva le prime schifezze veloci che riusciva a trovare e tornava al lavoro.  L'altra sera non aveva mangiato nulla prima e l'effetto dell' alcool a stomaco vuoto, ci mise meno a farsi sentire.

Ricordava solamente di essersi trascinata fuori dal locale insieme alla sua amica a notte fonda, soltanto perchè i dipendenti, prossimi alla chiusura, avrebbero dovuto iniziare a pulire. Colsero così l'occasione per tornare a casa dopo aver chiamato un taxi, visto che entrambe, non riuscivano quasi a reggersi in piedi. Con Keana le serate finivano sempre più o meno in questo modo: alcool, ballo, sbornia e mal di testa, queste le quattro fasi principali.

"Allora ragazzi..." - Lauren entrò nella sala conferenze dove aveva riunito tutti - " come vi ho già spiegato, entro stasera, quindici di voi dovranno cercare un altro tirocinio a cui poter partecipare. Nella giornata di oggi voglio vedere tutto il vostro spirito di iniziativa, la vostra voglia di saper risolvere un problema, le vostre capacità che non sono sicuramente un dettaglio, ma soprattutto voglio vedere la vostra umanità, il vostro rapportortarvi con i pazienti. Per me è una cosa fondamentale saperli mettere a proprio agio, dargli tutta l'assistenza necessaria. Fare il chirurgo non significa soltanto tagliuzzare parti del corpo e rimetterle a posto, significa anche empatizzare con la persona che hai di fronte e che sicuramente, in qualche modo, sta soffrendo"

I ragazzi seduti di fronte a lei l'ascoltavano ammirati, pronti ad assorbire anche il più piccolo insegnamento che gli sarebbe poi servito in futuro.  D'altronde Lauren non era molto più grande di loro, eppure era già un chirurgo più che affermato, in una delle specializzazioni più difficili al mondo. Come si poteva non essere meravigliati davanti a cotanta bravura?

"Soledad? Non si possono abbassare un po' le luci in questa stanza, quel neon mi sta uccidendo.." - si lamentò Lauren, serrando leggermente gli occhi infastiditi dal chiarore -  "comunque direi che sia arrivato il momento di iniziare..." - in sala scoppiò un vociferio tra le matricole in ansia - "Vi spiegherò come funziona, se ho capito bene anche io, visto che è la prima volta che mi occupo di queste cose.." - la dottoressa cominciò  asfogliare delle carte - "Allora, la giornata sarà suddivisa principalmente in quattro parti che ognuno di voi dovrà affrontare..."
- prese in mano un pennarello ed iniziò a scrivere sulla lavagna bianca -

"Dottoressa Jauregui?" - la interruppe Soledad - "mi hanno appena chiamato per un'emergenza in sala operatoria, dovrà cavarsela da sola..." - la informò la donna, scappando via dalla sala -

Lauren si ritrovò leggermente spaesata, davanti ad un gruppo di ragazzi che la fissavano, attendendo la sua prossima mossa. Non era molto brava con le spiegazioni e le cose tecniche, se n'era occupato sempre qualcuno al posto suo, per questo aveva portato con sè Soledad, nel caso avesse sbagliato o dimenticato qualche punto. Non riusciva a trovare la scalatte che si era preparata, così andò a braccio, dicendo tutto ciò che le veniva in mente al momento.

" Come avete potuto appena vedere, anche questo significa lavorare in ospedale: essere sempre reperibili e correre qui anche quando non se ne avrebbe molta voglia. Comunque dicevo..."
- le caddero a terra i fogli che aveva in mano mentre era intenta a scrivere alla lavagna -

"Tenga..." - una delle specializzande, l'aiutò a raccorglierli -

"No no, resta pure qui. Come ti chiami?" - la bloccò Lauren prima che potesse sedersi -

"Camila, Camila Cabello" - replicò un po' intimorita la ragazza -

Lauren rimase sorpresa nel vedere di fronte a lei quella ragazza, sorpresa, di non averla ancora notata. A differenza di tutti gli altri, era vestita in modo casual, con una semplice maglietta, un paio di jeans e delle sneakers, che non dovevano essere poi così tanto nuove. Nonostante non si fosse messa in tiro come tutti gli altri, era quella che Lauren preferiva. Semplice e senza tanti fronzoli inutili.  Aveva un viso dolce con dei lineamenti poco marcati, la pelle color cappuccino, una tinta che qualsiasi persona gli avrebbe invidiato. Non doveva essere abbronzatura, ma proprio la sua origine etnica. I capelli lunghi castani, le scendevano ondulati sino alle spalle.

"Resta pure qui accanto a me che mi dai una mano, se no qui ci mettiamo anni e non ho tempo da perdere.." -borbottò Lauren e la ragazza le sorrise - "Ripartiamo, sperando questa sia la volta buona. Dicevo, ognuno di voi dovrà affrontare quattro fasi diverse: la prima.." - iniziò a scrivere sulla lavagnetta - "Il pronto soccorso. Cinque di voi, scelti poi da me, dovranno passare tre ore al pronto soccorso, occupandosi, naturalmente sotto supervisione dello strutturato e con i casi meno gravi, di tutti i pazienti che entreranno oggi. Io, starò dietro le quinte ad osservare e chiederò poi informazioni, anche ai medici con cui lavorerete. Tutto chiaro fino a qui?"
- chiese mentre tutti annuirono - 

"Nel frattempo, altri cinque di voi, andranno agli ambulatori, dove riceveranno tutti i pazienti che avranno preso appuntamento, li visiteranno e sempre sotto stretto controllo di un medico strutturato, faranno quella che pensano essere la propria diagnosi. A fine visite, passerò io e sentirò dagli altri come siete andati e come avete gestito la situazione." - Lauren fece una pausa, controllando ciò che veniva dopo -

"Terza fase, lavorerete a stretto contatto con me nel reparto di neurochirurgia. Seguirete con me i miei pazienti, mi aiuterete se necessario, a fare degli esami e vedrete da vicino, cosa vi attenderà, se riuscirete ad essere, stasera, tra i primi cinque specializzandi che sceglierò."
- Lauren rivolse il suo sguardo alla ragazza di fianco a lei, che più andava avanti a spiegare, più sembrava essere terrorizzata -

"Quarta e ultima fase. Ognuno di voi dovrà scegliere un reparto in cui voler lavorare per alcune ore: potete sceglierne uno qualsiasi, tranne neurochirurgia naturalmente, che dovrete fare per forza. Anche qui, ci sarò io a controllare e fare i miei giudizi." - i ragazzi cominciarono a parlare fra di loro, scambiandosi opinioni - " Verrete divisi in gruppi di cinque persone come ho già detto prima, che si alterneranno per ogni fase appena descritta. Ripeto, tutti dovranno fare tutte e quattro le fasi. Ognuna durerà 3 ore, ci rivedremo tutti qui quindi, verso le ore 18."

Lauren si fece consegnare da Camila, che per il momento fungeva da sua assitente, la lista con tutti i nomi degli specializzandi.  La tensione si poteva percepire nell'aria ed alla dottoressa Jauregui, tornarono in mente tutti quei momenti in cui lei, aveva dovuto affrontare esami, valutazioni ma anche porte sbattute in faccia.

"Ora vi dividerò in gruppi di cinque che rimarranno esattamente uguali per tutte le fasi, fino alla fine. Non voglio sentire lamentele perchè magari non capiterete con il vostro amico o con la persona che più vi sta simpatica. Non siamo alle elementari e state lavorando." - imprecò dura Lauren -

"Smith, Lopez, Evans, Parker e Reyes" - coloro che sentirono il proprio cognome si alzarono in piedi - " Potete iniziare dal pronto soccorso. Prendete un camice ed il cartellino con il vostro nome corrispondente lì.." - indicò un tavolo poco distante con dei camici bianchi piegati e dei badge messi in fila - "Appena arrivate di sotto, comunicate che siete gli specializzandi del programma di chirurgia, sapranno loro poi cosa fare. Andate!"

Poco a poco la stanza si svuotò e rimasero solamente le ultime cinque matricole che avrebbero sin da subito lavorato con la dottoressa Jauregui e conosciuto senza perdere tempo, la vera essenza di essere un medico. I ragazzi rimasti avevano un po' di apaura ed imbarazzo in più rispetto a tutti gli altri, visto che avrebbero lavorato con quella che poteva essere, il loro futuro capo.

"Rivera, Wilson, Moore, Lee e Cabello come avrete potuto notare, voi inizierete con me nel reparto di neurochirurgia. Forza, muoviamoci, che non abbiamo tempo da perdere!"

Le matricole scattarono in piedi e dopo aver preso tutto il necessario per iniziare, seguirono come cagnolini ammaestrati la dottoressa Jauregui che non aveva intenzione di rallentare il suo lavoro solo per loro. Quella mattina iniziarono con uno dei compiti che potevano risultare più facili: i controlli post operatori, valeva dire controllare quei pazienti che già avevano subito l'operazione vera e propria e vedere i loro progressi.

"Moore? Che abbiamo?" - chiese Lauren entrando nella prima stanza -

"Ehm, mi scusi ma, io, io non trovo.." - Lauren alzò gli occhi al cielo mentre lo specializzando stava andando nel panico, non riuscendo a capire come funzionasse il tablet -

"Quanta gente stamattina dottoressa Jauregui, ha portato i rinforzi? Non deve essere un buon segno" - intervenne giocosamente la paziente -

"Si, signora Morrison, tante persone che però non sono preparate nel loro lavoro!" - Lauren fulminò con lo sguardo il ragazzo che divenne tutto rosso - " Cabello? Che abbiamo?" - passò immediatamente alla matricola successiva -

"Jane Morrison, 67 anni, operata cinque giorni fa per piccolo aneurisma cerebrale rotto su uno dei vasi arteriosi. La paziente risponde bene, è vigile e i risultati della risonanza fatta ieri, confermano l'esito positivo."

Camila non sbagliò un colpo: si fece trovare pronta e preparata sulle informazioni necessarie, tanto che Lauren, non appena finì di esporle il caso, mostrò un leggero sorriso sul viso in segno di approvazione.

"Rivera! Quindi? Ora cosa dobbiamo fare?" - domandò ad un altra specializzanda -

"Viste le buone condizioni della paziente, l'embolizzazione dell'aneurisma che richiede una ripresa più breve rispetto al clippaggio e la degenza di cinque giorni già avvenuta, consiglierei che il decorso post operatorio possa avvenire nella propria abitazione con visita di controllo fra circa tre settimane" - Lauren annuì -

"Molto bene!" - affermò contenta - "Come ha sentito signora Morrison, tutto è andato per il meglio. Siamo riusciti in tempo a trovarlo e chiuderlo come se non fosse successo nulla. La perdita di sangue è stata minima, quindi direi che posso dire a Soledad di portarle i documenti per le dimissioni"

La signora, contenta delle buone notizie, sorrise e ringraziò fortemente la dottoressa Jauregui che le aveva salvato la vita. Quest'ultima le diede le ultime informazioni sui farmaci e sulle precauzioni che avrebbe dovuto prendere una volta uscita e tutti passarono poi, alla camera successiva.

"Moore?" - richiamò lo specializzando in corridoio - "Non esiste che si ripeta una scena come quella di prima. Vi ho dato tutte le informazioni sui casi. Sono contenute lì dentro!" - indicò il tablet - " se non sai usare nemmeno un aggeggio elettronico, come pensi di poter fare quando dovrai tenere in mano un bisturi?" - le altre matricole sghignazzarono, tranne Camila -  "non c'è nulla da ridere! Invece di sfottere, cercate di fare tesoro dagli errori degli altri!" - tuonò Lauren fulminando tutti con lo sguardo -

In quell esatto istante in cui era calato il silenzio più totale dopo il rimprovero, si sentì squillare il telefono di qualcuno. Subito Lauren guardò il suo cerca persone credendo fosse una chiamata per lei, ma nulla e all improvviso tutti si girarono verso Camila che era la colpevole del fatto.

"Signorina Cabello vuole anche un thè con i pasticcini mentre risponde al messaggio?"
- esclamò Lauren irritata, vedendola con il cellulare in mano -

"Mi..mi scusi è soltanto che mia..." - la dottoressa scosse la testa, fermandola -

"Cabello non mi interessano le tue vicende personali. Se sono più importanti di quello che stai facendo ora, puoi andare, ma non tornare più!" - sbottò seria -

"No mi scusi, lo metto via!" - replicò la cubana non molto convinta -

"Sarà anche meglio. spegnilo direttamente! " le rispose abbastanza seccata - "Diamoci una mossa che il giro è lungo e ne abbiamo fatto soltanto uno!"

Lauren non tollerava le persone distratte che pensavano ad altro durante le ore di lavoro. Era una delle cose che più la facevano imbestialire oltre l'incompetenza, per questo Camila, dopo aver fatto una buona figura dimostrandosi preparata sul caso, ora dopo questo episodio, aveva perso parecchi punti davanti ai suoi occhi.

Gli specializzandi continuarono il giro sperando di poter rimediare agli errori appena commessi e che questi, non avrebbero pregiudicato l'esito finale della dottoressa Jauregui.





















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