Fino Alla Fine

By seicomeungirasole

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La complicità batte tutto, persino quello che potrebbe sembrare impossibile. Lei è Gwen. Una giovane ragazza... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16 parte 1
Capitolo 16 parte 2
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 58
Capitolo 59
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Capitolo 61
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Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 107
Capitolo 108
RINGRAZIAMENTI
Freedom
✋🏻👆🏻
Oh capitan,my capitan!
AAA
Civico 182
Sorpresa
Annuncio
Hoplites

Capitolo 57

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By seicomeungirasole

Le mie scarpe da ginnastica, camminavano calpestando le lisce balaustre di pietra grigia che, facevano da pavimento ad una delle più famose piazze di Italia.
Era un sabato pomeriggio nuvoloso e per fortuna il tempo stava rimanendo stabile e le previsioni per terribili acquazzoni erano state del tutto smentite a favore del fatto che in giro si sarebbero viste tante persone, un solo giorno prima della fine dell'anno.
-Podemos ir al balcón?- annui entusista.
Anche io volevo andare la, dove una delle più grandi e tormentate storie d'amore aveva trovato casa.
Romina e Alicia camminavano al nostro fianco e ogni cosa che vedevano diventava motivo di interesse; era da tutta una mattinata che avevamo fatto in tempo a lasciare le valigie in albergo per poi improvvisarci turiste per caso.
Verona non era così grande, o almeno non era grande quanto Torino e pensavo che l'avremmo potuta percorrere a piedi, almeno nel suo centro storico ma, ciò a cui non avevo pensato era che ci trovavamo a fine anno e la gente era sparsa dappertutto, inesorabilmente attratta dai deliziosi mercatini di Natale.
Purtroppo, questi accendevano le luci dei propri gabbiotti di legno all'incirca verso le sei del pomeriggio e noi, dovevamo già essere dentro lo stadio per la partita.
L'idea di passare un'intera serata, a bere vino cotto e a mangiare biscotti di zenzero mi aveva resa felice ma, volevo Paulo al mio fianco e quindi, accantonai immediatamente la questione.
-oh Romeo Romeo,porque tu eres Romeo?- recitò sognante, mentre il suo volto da giovane ragazzina era totalmente incantanto dal piccolo ma delizioso balcone che si trovava nascosto dentro quell'antro che più volte mi ero immaginata.
-Niega a tu padre y rechaza tu nombre!- continuai per lei e le sorrisi. Se anche solo per un'istante mi era sembrato di non aver nulla in comune con Dolody, ero stata felicemente sorpresa del fatto che: eravamo simili, molto più di quanto fosse anche solo possibile immaginare.
-O bien, no quieres, manténlo puro y júrame amarme, y ya no seré un Capuleto- ci stupì Alicia,abbracciandoci e trattenendo tra le mani una guida turistica che non sapevo nemmeno dove avesse comprato.
-con nonno, volevamo venirci non appena avremmo fatto venticinque anni di matrimonio- spiegò alla nipote e il mio cuore si strinse insieme al suo,nel ricordo di quel volto che sarebbe stato per sempre nella mia testa.
Se mi commossi, non lo diedi a vedere ma l'idea che Alicia potesse rivivere il suo amore, a cosi tanti kilometri di distanza mi fece capire una cosa: non c'è tempo ne spazio per l'amore.
Dolores emanava gioia da tutte le parti del suo corpo, voleva fare tutto e non perdersi nulla e lasciai che si divertisse come più le piaceva.
Scattava infinite foto da ogni angolatura e guardandola salatare come un grillo, talvolta scontrandosi con qualche altro turista che le sorrideva per il suo gentile e luminoso volto, mi faceva ricordare della mia follia adolescenziale, quella che mi aveva portato in posti che forse mai avrei potuto rivedere con gli stessi occhi.
Me ne stavo seduta in quella piccola panchina di legno e vedevo entrare ed uscire una quantità infinita di coppie che, tenendosi per mano giuravano di amarsi in eterno.
Pensai a Paulo e se noi fossimo fatti per gesti così eclatanti, mi venne da sorridere e scuotere negativamente la testa.
No, non eravamo fatti per promesse, balconi ed elisir d'amore.
-vorrei tanto che Gustavo fosse venuto- Romina di sedette al mio fianco e guardò come me, tutti quei lucchetti appesi alla griglia metallica, nella loro vernice erano incise lettere dell'alfabeto che nascodevano non solo nomi ma storie d'amore.
Il marito era rimasto con Mariano e Lautaro in hotel, cosi dopo sarebbero andati con la squadra in campo allo Stadio Bentegodi la, dove c'era un grande filo che li univa.
Dal suo sorriso capii quanto fosse romantica, quanto amasse suo marito e quanto fosse felice della vita che conduceva.
Per le donne argentine, la famiglia era il grande e arduo compito che sceglievano nella loro vita; non era un sacrificio ma un dono e si sentivano apposto cosi.
C'erano cose che mai avrei realmente capito della loro cultura, e questo era uno di quelli.
-sei proprio un'inguaribile romantica- le dissi mentre lei annuiva consapevole.
La immginavo seduta su un divano, ricoperto da fazzoleti unti di lacrime e con un grande cesto di cartone pieno di pop corn, mentre in tv una commedia romantica andava avanti spezzando il silenzio ed il buio della stanza.
Scommettevo che Titanic doveva essere uno dei suoi film preferiti.
-non ti piacciono queste cose?- non è che non mi piacessero, solo non riuscivo a trovarci lo stesso entusiasmo che vi trovavano gli altri.
-mi piacciono più le cose meno- con le mani cercai di spiegarle che preferivo quello che non era ne pomposo ne plateale.
Semplice.
-posso dirti una cosa, senza che tu ti offenda?- annui energicamente,non ero nemmeno una persona con le spine sotto il sedere.
-sei totalmente diversa da Antonella- non capii perché avrei mai dovuto offendermi. Non volevo somigliarle ma non perché mi sentivo superiore ma, perché volevo dare a Paulo cose diverse da quelle che lei era stata in grado di dirgli.
-in realtà per me è un complimento- sorrise ed annui.
-si, intendevo dire che Paulo ha proprio cambiato genere di persone che frequenta- faticai un po a capire cosa volesse dirmi ma alla fine arrivai dritta al punto.
Io non ero Antonella e Paulo non cercava altre Antonelle in giro per il mondo, ecco perché eravamo finiti a stare insieme; se prima le nostre strade erano due rette parallele, ad un certo punto i binari del treno di Paulo avevamo incrociato i miei,come due rette perpendicolari.
La matematica, tornava utile in tutte le occasioni.

Il mio posto era a destra di quello di Andrea Agnelli che, era già seduto e cercava qualcosa dalle tasche della sua giacca.
-buonasera- lo salutai chinandomi leggermente per baciargli la guancia.
-penso di aver perso il mio telefono- mi disse affranto e io avrei voluto ridere della situazione.
-è qui- gli indicai il cellulare che giaceva sul seggiolino del mio posto.
Lo afferrò e si porto una mano in fronte.
-sto impazzendo- speravo per lui che andasse in qualche isola tropicare a rilassarsi perché, di questo passo l'avrebbero chiuso al reparto di pschiatrica.
-protezione cinquanta, moito e salsedine- gli risposi mentre poggiavo la mia borsa per terra.
-puoi giurarci- mi disse contento.
-approposito, auguri- mi disse contento sporgendosi per baciarmi una guancia.
Non capii a cosa facesse riferimento, tant'è che il mio volto era seriamente stranito.
-Paulo è venuto nel mio ufficio ieri sera dopo gli allenamenti- arrossi di botto.
-so che fate sul serio- annui anche se io più di lui ero sorpresa.
Che facevamo sulserio era ovvio ma, non pensavo che Paulo sarebbe andato da Agnelli a riferirglielo di persona.
-è un ragazzo a cui tengo molto aldilà della squadra e tu sei una ragazza a cui tengo molto oltre l'ufficio, per cui vi raccomando a vicenda- sorrisi del suo modo alquanto strano di averci, in un certo senso, dato la benedizione.
-la Juventus è proprio una grande squadra.
Grandi giocatori, grandi allenatori, grandi ragazzi , grandi collaboratori e grandi amori....sono proprio un gran Presidente- si vantò facendo ridere me e Pavel Nedved che era arrivato giusto in tempo per ascoltare gli autoelogi di Agnelli.
-e anche con grande modestia- gli disse
-quella prima di tutto- si presero in giro per un altro paio di minuti mentre io fui attratta dai ragazzi che arrivarono in campo per riscaldarsi.
La mia maglia gialla di Paulo era stata abbondantemente impregnata dal suo profumo e quando poggiai il mio mento sui palmi delle mani, persi totalmente la cognizione della realtà.
Era tutto un contrarsi e rilassarsi di muscoli, aveva il volto sereno e sorrideva con i suoi compagni di squadra mentre si passavano le palle.
Le loro risate si disperdevano nello stadio e potevo solo immaginare cosa frullasse nelle loro pazze teste; il pallone che rotolava sull'erba bagnata si mischiava con quello del tessuto delle loro divise che strisciava su se stesso per ogni azione fisica che compivano.
Era un mondo a parte, come se si creasse un nuovo ecosistema capace di inghiottirmi per novanta minuti, dove c'erano: due porte, due squadre, una sola palla e una sola vittoria.
Come prima di ogni partita, si iniziava ad accumulare un po di ansia, figlia di tutta una serie di circostanze che si venivano a creare.
Ogni squadra sperava sempre di portare a casa la vittoria e per noi non era diverso anzi, forse era la fame di vittoria che ci aveva portato sempre così in alto.
La Juve schierava in campo uno schema d'attacco del 4-3-2-1con Szczesny al posto di Buffon e Benatia al posto di Barzagli, dando loro la possibilità di potersi riposare.
Insieme a Benatia alla difesa vi erano: lo svizzero Lichtsteiner, Giorgione e Alex Sandro.
Davanti di loro Sami Khedira, Bentancur e Blaise Matuidi.
All'attacco Paulo e Mandzukic a coprire Higuain come punta centrale, nel suo solito posto di sempre.
Giorgio, oggi ,avrebbe capitanato la squadra e Miralem stava seduto in panchina, lasciando spazio a Rodrigo.
Dall'altro lato giocava Caceres, un ex giocatore della Juventus che, si era traferito in Inghilterra, purtroppo per una breve parentesi durata fino a quando un grave infortunio non l'aveva tenuto fuori dal campo per parecchi mesi e poi era passato al Lazio ed infine qui all'Hallas Verona, dove speravo si trovasse bene.
La squadra con cui dovevamo batterci, il Verona per l'appunto, veniva da una vittoria netta in trasferta contro il Milan dove, avevano vinto per un punteggio di 0-3.
Per il primo tempo, la squadra bianco nera attaccherà da sinistra verso destra con addosso le maglie gialle, a gran sorpresa persino per me che non sapevo fossero andati in trasferta con questa divisa.
Al fischio di inizio, afferrai un lembo della maglia stringendolo con forza come se posseti strasmettergliela.
Al secondo minuto venne assegnato un calcio d'angolo per la Juventus che calciò Paulo, stacca bene di testa Benatia sfiorando la traversa ma, la palla è leggermente alta. Subito dopo Khedira prova a metterla in porta con la conclusione con il mancino in diagonale ma la palla oltre ad essere fuori di poco è anche un fuori gioco.
Il gioco sembra immediatamente a nostro favore e ne sono sentitamente contenta.
Al quarto minuto Paulo fa partire il contropiede indirizzando la palla centralmente per Sami che puó avanzare; c'è Higuain largo e viene servito .
Gonzalo porta la palla in area di rigore e con il destro tira in porta ma prende palo; la palla rimbalza sul sinistro di Blaise Matuidì che la tira, violando la porta Veronese e portando la Juventus in vantaggio.
Si abbracciano velocemente e guardo Pjanic che dal suo posto urla come un matto.
Ben fatto ragazzi!
Il Verona cerca di recuperare ma Benatia difende perfettamente e si vede che è in splendida forma.
Attimi più tardi, Mario toccq di tacco per Dybala nella metà campo del Verona;la squadra non ha fretta di accellerare i ritmi dunque, palleggia con Bentancur che, tocca il pallone per Matuidì che la passa a sinistra a Sandro che la riporta tra i piedi di Mandzukic.
Mario prova la sponda cercando Higuain che però, aveva tagliato dall'altro lato sovrapponendosi e dunque non riesce a servirlo.
Sono appena passati otto minuti dall'inizio della pertita e siamo già in vantaggio e abbiamo giocate favolose.
Il Verona prova nuovamente ad attaccare con Bessa che però, viene anticipato ba Medhi che la lancia a Szczesny.
Il polacco la tira bassa a Khedira che la passa a Giorgione, tocco corto per Alex Sandro che, la gioca per Bentancur e poi, tocco all'indietro per Matuidì.
La palla viene riportata sui piedi di Rodrigo che serve a destra Paulo, trovandosi nell'attacco a tre invertito che ha scelto oggi il mister.
C'è molto pressing su Paulo che decise di passarla ad Alex Sandro che la dribbla e prova a sfondare su Romulo ma, non ci riesce.
Romulo riparte, tocco per Bessa che avanza largo e la passa nuovamente a Romulo che, finta un lancio ma c'è poco spazio per lui e la passa a Buchel; il compagno di squadra viene pressato asfisiantemente dalla Juve e Szczesny recupera il pallone e la tira con i piedi a Benatia.
Sembra passata un'eternità ma, sono solo i priminove minuti e mezzo di partita; al decimo Blaise viene messo a terra da Zuculini e ci viene dato un calcio di punizione.
All'undicesivo attacca nuovamente la Juve con Higuain centralmente, si trova in area di rigore e tira con il destro, palla rasoterra ma Nicolas la para e poi la blocca in un secondo tempo.
Difesa a due tempi, davvero notevole.
Dopo il calcio di punizione al tredicesimo minuto, per fallo di Bentancur ai danni Bessa, l'azione vede Caseres che gioca in centrocampo anticipato da Paulo che fa un dribbling sul lato di destra in mezzo a quattro, tocco per Bentancur che controlla male e scivola su Bessa.
Al quattordicesimo minuto, calcio da corner per la Juve.
Batte Dybala da destra ma, è troppo sul portiere veronese che la blocca e può far ripartire la sua squadra, lanciandogli la palla lunga per Verde che, rincorre la palla ma Rodrigo di testa prova a servire Paulo che però, viene anticipato da Buchel.
Buchel prova a servire Caceres che lancia da sinistra verso Kean; ha spazio per salire e ancora tocco esterno per Caceres in posizione di mediano centrale.
Avanza Caceres, lancia a Verde che la mette comodamente a terra e fa la finta con un cross basso che allontana Benatia.
Caceres ancora, prova a coordinarsi e allontana ancora una volta la nostra difesa che adesso fa muro davanti la porta di Szczesny.
Avanza, ancora, il Verona con Zuculini e va in area dove si era proposto Kean ma, il pallone è troppo lungo e prende il nostro portiere.
Tiro un lungo sospiro di sollievo.
Non siamo nemmeno a metà del primo tempo e io ho già una grastrite in corso.
Al diciassettesimo minuto, pallone girato per la Joya che lancia per Gonzalo che scambia nuovamente con Paulo; tocco forse un po' troppo corto ma Dybala riesce a prenderla e la restituisce ad Higuain che va al cross per Mandzukic che, diamine non ci arriva per un niente!
Dall'altro lato Alex Sandro in uno contro uno con Caracciolo, prova a saltarlo ma non ci riesce ed è quindi costretto ad indietreggiare mantenendo il pallone; vuole ritornare verso il fondo ma si arrende e va all'indietro per Blaise che ritocca per Sandro che , cerca Paulo ma il lancio è troppo corto e viene recuperato da Zuculini che la tira ma Giorgione la blocca e fa ripartire la Juventus.
Chiellini tocca centrare per Stephen Lichtsteiner che, allarga per Dybala che tira a destra per Khedira.
Sami va in orizzontale per Bentancur che, con il mancino allarga tutto per Alex Sandro ma lo anticipa Matuidì e Zuculini commette fallo.
Calcio di punizione.
Paulo osserva concentrato la palla, guarda Higuain che va con il destro e la mette quasi in porta poiché la palla finisce all'angolo esterno sul fondo, sfiorando il palo.
Illusione ottica del goal.
Al ventiduesimo ,Stephen serve Paulo che controlla perfettamente e conserva il possesso della palla; salta tutti ma Caceres lo ferma.
So quanto possa essere nervoso Paulo in questo momento, posso percepire l'ira da qui.
È in cerca del goal e so che solo se la mette in porta, riuscirà veramente a riappropriarsi del proprio sorriso.
Sette minuti più tardi , Daniele Verde va in conclusione pericolosa su Szczesny; dall'altro lato de campo Zuculini fa fallo su Paulo che rimane a terra per alcuni minuti.
I più lunghi della mia vita.
Quando si rialza, mi accorgo si aver conficcato le unghia delle dita nel palmo delle mie mani che adesso bruciano.
Al quarantesimo minuto, poco prima della fine de primo tempo, Gonzalo ci riprova dal centro ma ancora una volta il portiere la para miracolosamente, secondi più tardi viene estratto il primo cartellino giallo per Martin Caseres a causa di protesta.
Al quarantatresimo ancora una volta Higuain con il piatto sinistro la passa alla Joya che, con un tunnel su Ferrari lo salta con l'esterno destro ma viene bloccato da Buchel che,gli porta via il pallone e lo lancia su Kean ma Giorgio Chiellini lo anticipa e lo blocca concedendo un calcio d'angolo al Verona che, viene calciato da Romulo ma Bentancur lo allontana.
Fine primo tempo e si torna negli spogliatoi con il vantaggio di un punto.
Bevo un po d'acqua e mi sgranchisco le gambe, muovendomi sulla fila.
Alicia e Dolores parlano tra di loro e chiaramente per loro, vedere Paulo a terra non sarà mai una questione di abitudine.
Nella borsa cerco un pacco di caramelle gommose e quando trovo quelle frizzanti alla cocacola, le preferite nella mia top five, li spacchetto mangiandone alcune.
Aver saltato il pranzo non è stata una buona idea.
All'inizio del secondo tempo viene comunicata la sostituzione di Rodrigo con Federico Bernardeschi o come lo chiamo io, " il Brunnelleschi" .
Fin da subito il toscano va in uno contro uno con Caseres e con il sinistro improvvisa ma non la mette in porta.
Più tardi, al quattordicesimo minuto del secondo tempo, Caceres recupera dal fondo la palla persa da Blaise; avanza e calcia con il destro violando la porta, portando in pareggio il Verona.
Tutto da rifare per noi, anche se abbiamo dominato la gara dal punto di vista del gioco.
Allegri inizia a sbraitare contro i ragazzi e seppure l'immagine è comica, so che in realtà per loro deve tanto somigliare alla professoressa cattiva dei film.
Al quarantanovesimo Bessa mette a terra Benatia che, accusando dolore guarda in cagnesco l'avversario, probabilmente preoccuparto per la sua condizione fisica.
Non appena però,il giocatore del Verona gli porge la mano lui la accetta volentieri e da sportivo gliela stringe.
Al sessantatresimo minuto viene assegnato un calcio d'angolo per la Juventus, ancora una volta è Paulo che prova a metterla in mezzo ma, Caseres riesce ad allontanarla tirando male e facendo finire la palla sui piedi di Gonzalo che, tira indietro per Lichtsteiner.
Tocco alto di testa e va in lancio per Dybala che mette splendidamente il pallone a terra al limite poi però, scivola e perde il pallone in contrasto con Caseres che parte in contropiede e avanza con la palla per il Verona.
Martin Caceres dalla sinistra, lancio lungo ma non concretizza e Szczesny interviene e fa ripartire la squadra.
-l'ho sempre detto che Caceres era un bravo giocatore- asserisce Nedved mentre, mastica freneticamente una gomma al gusto della menta.
-penso che gran parte dell'adrenalina gli stia venendo dal fatto che gioca contro una sua ex squadra. Il goal dell'ex è un classico- se me lo avessero chiesto ore prima del match avrei detto con sicurezza che Martin Caceres avrebbe fatto qualsiasi cosa per fare un goal alla Juventus.
-non possiamo pareggiare contro il Verona- si lamente il Presidente.
Il Napoli è a quarantotto punti e noi a quarantacinque, ha ragione lui: bisogna vincere!
Il cambio modulo, al rientro della fine del primo tempo, ha scoperto il centrocampo della Juventus ma Allegri sa sempre cosa fare.
La sostituzione di Bentancur non ce la aspettavamo ma chissà cosa si saranno detti negli spogliatoi.
In campo Chiellini allarga a sinisra per Alex Sandro che ha tanto spazio per salire ma è inseguito da Romulo.
Alex Sandro va a cross per Higuain che tira ma  va in deviazione sul secondo palo.
Non oso immaginare i livelli di frustrazione.
La palla rimbalza sui piedi di Bernardeschi che lancia lungo su Dybala che, non ci arriva e vede la palla sfilargli davanti per poi essere allontanata da Caseres.
Recupera Benatia per Lichtsteiner che può attaccare ancora sulla destra; sale Stephan a limite corto dell'area, salta tutti e mette il pallone dentro per Gonzalo ma la palla gli viene portata via dal difensore veronese Heurtaux.
Poi, al limite ancora la Joya che sterza di sinistra e prova a girarsi ma viene chiuso.
Probabilmente domani Paulo cambia sport e si da al wrestling.
Al ventinovesimo minuto Alex Sandro per Khedira, tocco per Lichtsteiner che, va al cross per Paulo che tira basso , quasi in caduta, con il destro e la mette in rete.
Si rialza dopo la scivolata e guarda dal nostro lato della tribuna sorridendo.
A parte la paresi del faciale, non mi limito di certo a urlare ma, accompagno il tutto con la sua Dybala Mask.
Anche lui, dal campo, fa la mossa e Mariano da dietro sta sbraitando come un pazzo per suo fratello.
Mi volto verso di lui e come me anche il presidente che scoppia in risate mentre tutti i nostri tifosi, anche se non molti per questa partita ultima dell'anno e ultima  dell'andata, urlano il nome di Paulo.
Vantaggio per la Juventus di 1-2 .
Lichtsteiner nel cross ha probabilmente avuto un piccolo stiramento e prima che il gioco riparta viene sostituito dal numero quindici, l'unico e il solo Andrea Barzagli.
Attacca ancora la Juventus con Alex Sandro che ferma Zuculini, parte il contropiede ed il tocco per Dybala che si esplica in avanti che, tocca largo a destra per Bernardeschi che si ferma e tocca di nuovo per Paulo.
Ancora la joya che gioca il pallone per Alex Sandro che centralmente avanza portando il pallone e lo tocca ancora per Dybala.
Il gioco passa in direzione di Matuidi che mette a terra il pallone, lui che ha aperto la partita con l'uno a zero a pochi minuti dal fischio di inizio.
Pallone centrale per Blaise, allarga per Mandzukic che viene anticipato nel passaggio di tentativo di ritorno.
Paulo stoppa la palla con il petto, palleggia va al limite, avanza in mezzo a due e la mette in rete per la seconda volta al settantasettesimo minuto con il destro.
Li ha saltati tutti come birilli, i quattro avversari veronesi.
Il primo con lo stop di petto ed il palleggio, gli altri tre tutti in fila con un semplice tocco e poi l'ha messa con il destro all'angolino.
Stavolta esulta, allarga le braccia e le mani verso il basso , corre per un paio di metri e si inginocchia sull'erbetta lasciandosi scivolare.
Ancora una volta la Dybala Mask, la sua che diventa di riflesso la mia.
È adrenalina allo stato puro, ho come la sensazione che tutta la pressione che si era accumulata su se stesso sia finalmente andata via e i due goal ne sono la prova perfetta.
Anche se da lontano, il suo corpo esprime quanto sollievo prova nell'aver ritrovato il goal...oggi il tredicesimo e subito dopo il quattordicesimo in questo inizio di campionato.
La maglia che indosso sembra incollarsi alla mia pelle e vorrei tanto che me la sfilasse e che fosse le sua pelle,calda anzi rovente, ad entrare in contatto con la mia.
Esce Caseres ed entra Pazzini che precedentemente si era riscaldato a bordo campo; il gioco riparte e al settantanovesimo calcio piazzato per la Juventus.
Paulo intorno ai trentacinque metri potrebbe tentare la conclusione, si china e sistema la palla poi, la osserva e la calcia...trattengo il respiro, la palla va vicino alla rete ma, miracolosamente per loro , Nicolas la respinge.
Cercherà la tripletta, ormai ha iniziato a ritrovarci gusto e vederlo scatenarsi in campo è una goduria pazzesca.
Roberto due file più sotto alle nostre sta scrivendo freneticamente su un pezzo di carta che è stato già particolarmente impiastricciato di inchiostro nero.
Il fischio di fine partita ci dichiara vicitori e abbraccio sia il presidente che Nedved.
-ci vediamo più tardi- mi salutano e io scappo letteralmente verso gli spogliatoi.
Con il badge al collo che sbatte sul tessuto giallo della maglia e gli scalini scesi a due a due con il rischio di capitombolare per terra, arrivo intera all'inizio del corridio e li vedo entrare.
Sorrido a tutti e quando lo vedo ridere insieme ad Andrea e Gonzalo, il mio cuore scoppia letterlamente dalla gioia.
-nena- mi saluta Gonzalo e io ricambio il suo abbraccio.
-Pipita, lascia stare i due piccioncini e vieni con me- lo tira via Barzagli mentre Paulo gli fa un occhiolino e gli dice "Grazie Barza" con la zeta che somiglia più ad una esse.
Gli salto addosso e stringo le mie gambe al suo busto sorridendogli e baciandogli le labbra ripetutamente.
È zuppo di sudore e i suoi capelli gocciolono per questo ma, non ha assolutamente importanza.
-sei stato bravissimo, come sempre- mi sorride e vorrei poter vivere per sempre di questo sorriso.
-fammi un po vedere come ti viene la Dybala mask- la imito immediatamente e lui mi bacia le labbra mordicchiandole.
-mia- mi dice lasciandomi scendere dal suo corpo.
È eccitazione mista a tante altre sensazioni, la prima tra tutti è felicità vera.
Roberto, rientrato anche lui dalla tribuna, ci saluta e io lo fermo quasi urlando.
-Rob- si volta e anche Paulo osserva il mio volto euforico.
-si?- mi chiede
-Dybalissimo è il titolo del tuo prossimo articolo- Allegri e gli altri scoppiano a ridere mentre Roberto ci pensa su e annuisce scrivendoselo sul cellulare.
-non rubarmi il lavoro però- mi dice scappando via.

Ero euforica per la vittoria e continuavo a reggermi in piedi nonostante durante la giornata avessi accumulato, passo dopo passo, una buona quantità di stanchezza.
Accanto al me, al posto di guida, nel suo bellissimo completo elegante, stava seduto Paulo che era totalmente concentrato sulla strada.
Non riuscivo ancora a capire bene quale fosse il suo umore, ma speravo che la nube nera che aveva sovrastato il suo capo nei giorni passati, si fosse allontanata per lasciare spazio ad un cielo sereno, come quello di Verona.
Dovevamo tornare indietro al club perché un'importante cena di gala, organizzata dalla Juventus ,ci attendeva.
Era la prima volta che in maniera ufficiale, lo accompagnassi come la sua ragazza e non sapevo bene come dover gestire tutte le ansie che in fila, una dopo l'altra, iniziavano ad annodarsi a livello della gola.
Non era facile come stringergli la mano quando eravamo da soli, quando sapevo che nessun altro a parte noi avrebbe potuto vedere quanto sentimento ci fosse nei miei occhi per lui.
Per quanto dura fosse la mia corazza e per quante ne avevo dovute passare, ben lontane dai balli di fine anno e da tutte quelle cose che rendevano magica l'adolescenza, questa serata continuava ad agitarmi.
Probabilmente non ero fatta per lustrini, ne per  calici di champagne e avrei sicuramente fatto fatica a prenderci l'abitudine ma l'unica vera consolazione risiedeva nel suo sorriso, quello che speravo ricomparisse velocemente sul suo volto e che mi stringesse il cuore, più di quanto la sua ampia mano avesse fatto.
Il parcheggio era pieno zeppo di macchine, alcune utilitarie altre delle vere e proprie auto sportive a tanti zeri, alcune delle quali avevo unicamente visto in qualche rivista automobilistica quelle rare volte in cui ero stata costretta a portare la macchina dal meccanico per un cambio d'olio o per qualche spia che si accendeva all'improvviso sul quadrante.
Avrei voluto dirgli che questo religioso silenzio che manteneva, mi stava attorcigliando inconsapevolmente le budella e che da li a poco sarei scesa dalla macchina non per entrare dentro ma per darmela a gambe levate.
Non ero stata io a volerlo accompagnare, non che non mi avesse fatto piacere potergli stare vicina ma, perché come lui avevo bisogno di spazi e di tempo per capire dove fossi arrivata e di certo non ignoravo il fatto che la strada che aveva deciso di percorrere era piena di salite e sicuramente era totalmente diversa da quella che aveva appena lasciato.
-Paulo- spezzai il silenzio non appena spense la macchina.
Il suo volto si girò verso il mio e la tenue luce arancione ,dei lampioni esterni, illuminó il suo volto.
-si?-non mi ero immaginata questa serata cosi e non volevo assolutamente che assumesse un finale che poco mi convincesse.
-stai bene?- annui ma continuavo a non essere sicura di quello che stavamo facendo.
-vai- gli dissi accarezzandogli il volto.
Era giusto che fosse cosi e non volevo che ci venisse sottratto del tempo che meritavamo di avere; bruciare era stata per antonomasia la cosa che meglio avevamo saputo fare ma questo perché il fuoco ci apparteneva e sembrava da stupidi lasciarsi divorare da qualcosa che faceva parte di noi.
Gli sorrisi e mi sfilai i tacchi dai piedi provando un gran sollievo, come se da li riuscissi finalmente a cacciar via tutte le cattive sensazioni.
Non avevo alcun bisogno di ricevere spiegazioni ne scuse;io per prima avevo accettato la cosa forse, percependola con maggiore intensità rispetto a lui o forse perché il mio carattere da sempre realista mi aveva permesso di confrontarmi con quella che ad oggi si presentava come una delle peggiori cavolate che mai avrei potuto fare.
Le mie orecchie sentirono perfettamente l'apertura della portiera e dopodiché il tessuto dei suoi pantaloni accompagnò il suo corpo fuori dalla macchina.
-Gwen io n- lo fermai all'istante perché tra di noi non avrei mai voluto che ci fossero degli obblighi.
Gli sorrisi sincera, donandogli tutto quello che sapevo adesso gli servisse, la consapevolezza che mi avrebbe trovata ovunque non appena si fosse sentito pronto.
Chiusi la portiera al suo posto e afferrai velocemente un paio di scarpe da tennis che stavano nel borsone sportivo che aveva ancora sui sedili posteriori della sua macchina.
Mi calzavano grandi ma almeno mi avrebbero salvata da una multa ma ancora di più da un possibile incidente.
Fui grata ai vetri oscurati che mi comprirono dal resto del mondo, e quando ritornai indietro dirigendomi verso l'ingresso vidi Roberta stretta a Claudio, erano sicuri mentre si accompagnavano a vicenda e il loro amore li avvolgeva interamente grazie ai due figli che li precedevano sorridendogli.
Nonostante fosse sera inoltrata, per strada c'erano ancora tante persone e Via Roma come al solito era gremita di gente che si proteggeva dal freddo con capelli di lana e cappotti lunghi.
Lasciai la macchina nel suo garage, poco distante dal portone di casa sua e nuovamente con i tacchi ai piedi e un vestito lungo argentato, camminai in strada.
Ogni tanto qualcuno mi osservava e non mi meravigliavo, sembravo una squilibrata a camminare per strada vestita così elegantemente ma, non gli diedi molta importanza.
Davanti al portone di casa mia,sospirai di gioia e sfilai immediatamente le scarpe per poter camminare gli ultimi passi, prima dell'ascensore, a piedi.
Quando apri la porta di casa, c'era buio come era normale che fosse.
Mat era tornato a casa sua e mi serviva stare da sola, almeno per alcuni istanti;  la valigia era pronta vicino al divano su cui mi sedetti in cerca di sollievo.
La cerniena del vestito era scomoda da tirar giù da soli e vi impiegai non poca fatica per riuscire ad uscire fuori da li; lo lasciai adagiato sul divano e corsi in cucina a bere un bicchiere di acqua fresca.
Volevo decisamente piombare nel sonno e lasciare che questo mi cullasse per l'intera nottata ma, l'unica cosa che riuscivo a fare era pensare al ti amo che mi ero trattenuta in gola.
Non era stata una vendetta e nulla di simile , avevo avuto solamente paura che, dirglielo anche in quel momento lo avrebbe spaventato; quasi spaventava persino me.
La cornice, sul comodino, racchiudeva la foto di me quando avevo sette anni, avevo un paio di stivali di gomma dove nascondevo i pantaloni di jeans che mi venivano sempre troppo lunghi.
Il mio volto era sporco di gelato al cioccolato, il mio preferito, che continuava a colare sulla mia canottiera gialla e verde.
Era Aprile di molti anni fa ed eravamo in vacanza a Castelbuono di Berardenga, un piccolo comune vicino le colline del Chianti, uno dei posti di campagna che mia nonna amava da morire.
Si respirava il sapore delle cose fatte in casa e ancora di più l'odore della natura; era il posto che più mi avrebbe rappresentata, con tutte quelle casa fatte di pietra e quei lunghi arbusti che le circondavano proteggendole in estate dal forte caldo e in inverno dal vento furente.
Quella foto mi stava suggerendo una cosa e non sapevo cosa, sperai di capirlo lì.



Lo so, non ve lo aspettavate.
Questo capitolo è un po una specie di cerchio ⭕️ che si chiude.
Anche io mentre lo scrivevo ho sofferto parecchio e ho pensato che forse avrei potuto modificarlo ma, non sarebbe stato sincero per come la mia mente l'aveva pensato.
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate del comportamento di Paulo e di Gwen.
Buona giornata 😘.

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