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Bởi asijarose

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Jesse Moore, vive ad Amsterdam con sua madre da quattro anni dopo che i suoi genitori hanno divorziato; avend... Xem Thêm

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31

Capitolo 16

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Bởi asijarose


Salita in macchina noto che è davvero molto bella e lussuosa, quindi immagino che dovrebbe stare molto bene economicamente. Da fuori ho notato che ci sono i vetri oscurati quindi probabilmente nessuno può vedere chi c'è dentro. È un audi nera molto bassa ma la adoro comunque.

Dal finestrino posso vedere le luci che sempre si vedono su Amsterdam, come sempre bellissime e noto che Armin e mia madre ogni tanto si scambiano qualche sguardo e un sorriso, una scena molto tenera perchè sembrano davvero due adolescenti.

Armin è abbastanza meravigliato da come mia madre è vestita, nel senso che è la prima volta che l'avrà vista così bella. La guarda con ammirazione e sono contenta che un uomo guardi mia madre in quel modo, e non solo perché si meraviglia dell'aspetto fisico ma semplicemente perché mia madre è diversa e molto felice, è ciò che la rende molto più che bella. Dopotutto un uomo che la rendesse felice ci voleva.

Durante il tragitto Armin alza il volume di una canzone che non capisco di chi sia ma ha una melodia fantastica e il testo è bellissimo. Mi sporgo in avanti per chiedere ad Armin il titolo di quella canzone.

"Hey Armin, sai come si chiama questa canzone?" Chiedo mentre lui è concentrato sulla strada. "Si esatto è davvero bella." Aggiunge mia madre

"Questa? Come non riconoscerla! È scared to be lonely di Martin Garrix, è una canzone davvero bella. Scritta e prodotta da lui e cantata da Dua Lipa, una voce molto bella!" Dice con fierezza, come se lo conoscesse già e alza il volume.

A quel "Martin Garrix" rabbrividisco.
Ha davvero fatto una bella canzone, ma le mie domande sono altre. Il testo scritto da lui?

È un testo molto forte e significativo, con quel pizzico di malinconia nelle parole e mi domando perché l'abbia scritto proprio lui, non sembra il tipo da testi strappalacrime, ma credo di non aver mai letto un testo così bello, vorrei tatutarmi ogni parola sulla pelle perché è davvero una canzone bellissima.

Prendo il telefono e la cerco subito, noto che è disponibile una versione acustica della canzone e decido di ascoltare quella, ringrazio Dio di essermi ricordata di mettere le mie amate cuffiette nella pochette. Devo ammettere che la versione acustica è molto più bella di quella originale.

Passo tutto il tragitto ad ascoltare quella canzone, osservando quel poco di panorama visibile dal finestrino perché è notte, osservando le stelle che sembrano seguire la macchina, un pizzico di malinconia si impadronisce di me ma allo stesso tempo resto appoggiata vicino al finestrino mentre quella melodia e quelle parole mi cullano, ascoltandole e ascoltandole più volte. Mi rimarrà in testa per tanto tempo dato che io mi fisso sempre su una canzone in un determinato periodo.

Mi accorgo che siamo arrivati quando Armin parcheggia fuori da questo ristorante. Metto il tutto nella pochette e scendo. Chiudo la porteria e aggiusto il vestito. Noto che c'è una limousine, deve esserci qualcuno di importante qui.

Vedo Armin aprire la portiera a mia madre per poi offrirle il braccio con un sorriso mentre lei lo avvolge e arrossisce. Sorrido a quella scena tanto carina, ormai è diventa una ship. "Quanto siete carini!" Esclamo da dietro mentre loro cacciano una risatina.

Entriamo e sempre all'entrata noto che ci sono due camerieri a darci il benvenuto, vestiti molto elegantemente, per poi trovarne un altro che ci chiede se noi avessimo già prenotato e ovviamente Armin gli dice di si.

Da uno sguardo a un foglio con degli occhiali per assicurarsi. "Prego signori, potete accomodarvi. Quello è il vostro posto, tavolo dodici. Buona serata" Dice con tono molto gentile.

Armin fa un cenno di testa e ci dirigiamo al nostro tavolo. Il ristorante è molto bello, lussuoso e costoso. Pareti avvolte da un colore simile a quello del legno, solo più chiaro con dei giganteschi lampadari in vetro sopra di noi, non è molto affollato e questo mi tranquillizza, non voglio avere troppa gente intorno a me.

Ci sediamo e la tavola rotonda è ben apparecchiata.
Arriva un cameriere a versarci tre bicchieri di vino che a quanto a pare è molto... Prestigioso? Se così si può dire. Ci dice cosa ci sarà da mangiare e se ne va, a quanto pare è un menù già fisso del ristorante. Spero che arrivi presto il primo dato che sto letteralmente morendo di fame.

"Beh brindiamo a queste due bellissime donne!" Dice Armin, che simpatico, lo adoro già. "E anche a quest'uomo bellissimo" Aggiunge mia madre guardandolo mentre lui sorride.

Sorrido pure io a questa scena, ormai è troppo bello vederli insieme, si guardano in una maniera incredibile, sguardi  innamorati. Chissà cosa si prova. Prendiamo i bicchieri e brindiamo. È davvero molto buono, non bevo vino molto frequentemente, non mi è mai piaciuto più di tanto ma da come sento questo è buonissimo.

A tavola parliamo del più e del meno, mangio il primo con una velocità assurda. Era un misto di salumi e formaggi, accompagnato da un po' di verdure che erano veramente buone.

Armin e mamma si guardano tanto, ridiamo insieme perché lui fa delle battute pessime ma belle. Si è creata un atmosfera molto tranquilla e piacevole, non mi sentivo così bene da tanto.

Armin mi è già simpatico, e sono sicura che sia l'uomo giusto per mia madre. È molto divertente e carismatico, simpatico soprattutto. Tutto ciò viene interrotto da una persona che non avrei mai voluto vedere in quel momento tanto speciale... Martijn.

Lo vedo entrare con uno vestito giacca e papillon, che parla con un cameriere. Capelli che gli ricadono sulla fronte. Nulla da dire.

A malincuore ammetto a me stessa che stasera è davvero illegale, sembra diverso e soprattutto non uno stronzo. Si gira e incrocia il suo sguardo col mio, noto la fronte corrugata ma poi un sorriso beffardo.

Mi mordo il labbro, non avrei mai dovuto vederlo. Sospiro rumorosamente e non capisco perché tutto questo doveva succedere a me. Andava tutto così bene ma doveva perforza essere rovinato.

"Vado un attimo in bagno" Dico e mi alzo, non lasciandoli nemmeno parlare. Mi guardo attorno e vedo dov'è il bagno e a passo svelto lo raggiungo.

Entro e chiudo la porta, mi appoggio ad essa e faccio un lungo sospiro. Perché è qui? Ma che dico? È un ristorante lussuoso, una cena probabilmente tra figli di papà, gente famosa e gente semplicemente ricca.

Vado al lavandino e mi guardo allo specchio. Il trucco copre quelle occhiaie che avevo e mi accorgo che nonostante ciò ho una faccia davvero stanca.

Non smetto di pensare a Martijn e a i suoi occhi chiari che incrociavano i miei. Quel sorriso da stronzo che lo prenderei a calci.

I miei pensieri vengo interrotti dalla porta che si apre lentamente. È Martijn. "Cosa ci fai qui?" Dico seria guardandolo. Mi guarda dalla testa ai piedi mordendosi appena il labbro sottile che ha.

"Cena di amici di amici. Sei uno schianto stasera" dice guardandomi. Mi mette in soggezione, non voglio che mi guardi. "Si grazie ora puoi andare" Dico. "Perché dovrei? Io voglio divertirmi un po' Jesse" Dice con un sorrisetto. Lo odio.

"Assolutamente no. Metti apposto le tue mani" Dico. Lo guardo e noto che ha un erezione. La cosa più imbarazzante della mia vita. Prende una chiave dalla tasca e chiude la porta del bagno. "Cosa? Ora vuoi rapirmi? Se non apri quella porta giuro mi metto ad urlare" Dico minacciosa.

Dalla tasca caccia dei soldi, tanti soldi. Più del solito e so già cosa vuole fare. "Facciamo subito" Dice lui appoggiandosi al muro.

"Sei uno stronzo" Dico con disprezzo. Implicitamente accetto. E lui capisce subito cacciando una risatina. Poso la pochette. Martijn mi prende dai fianchi appoggiandomi sopra al lavandino. Lo guardo, ha degli occhi chiari e uno sguardo che io purtroppo non riesco a capire. Gli slaccio il papillon e subito dopo gli sbottono leggermente la camicia che ha sotto.

Lo guardo di nuovo, il suo sguardo così strano, come se volesse prendermi all'istante, i capelli che gli ricadono leggermente sulla fronte e le labbra umide.

Ricambia il mio sguardo e lentamente vedo che si avvicina al mio viso. Mi avvicino anche io, appoggiando la mia fronte contro la sua. Si lecca le labbra e lentamente le avvicina alle mie.

Mi da un bacio, che io ricambio ma poco dopo si stacca.
Strano da parte sua, dato che è la prima volta che durante il nostro sesso mi bacia. Appoggio le mie mani sul suo petto e mi bacia l'angolo della bocca, mi sposta lentamente i capelli e lascia un bacio sopra il mio collo

Chiudo gli occhi e gli accarezzo il petto. Si stacca da me e mentre si slaccia i pantaloni mi avvicino a lui e gli lascio un bacio sul collo.

"Non resisto, cazzo" sussurra prendendo dalla tasca un preservativo. Mi alza il vestito e abbassa le mutandine, mentre subito dopo si abbassa sia pantaloni che boxer mettendosi il preservativo.

Non so bene perché mi abbia baciata... Ma la cosa più strana, é che non so perché io abbia ricambiato. Mi prende dai fianchi avvicinando il mio bacino al suo, facendomi attorcigliare le gambe attorno a lui. Si struscia lentamente contro di me facendomi ansimare prima di entrare con una spinta abbastanza forte.

Geme e io mi aggrappo a lui, toccandogli il collo e chiudendo gli occhi gemendo insieme a lui. Tra ogni spinta i nostri respiri si fanno sempre più affannosi e intensi, facendomi provare tanto piacere. Lentamente, passa una sua mano dietro alla mia schiena e me la tocca, facendomi rabbrividire.

Mi lascia tanti baci sul collo mordendolo anche a volte, da qualche altra spinta gemendo nell'incavo del mio collo. Sento il suo respiro caldo su di esso, mentre le mie gambe iniziano tremare attorno a lui venendo assieme a Martijn.

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