Multicolor || Michael Clifford

By Lottie_Lollipop

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«Quando ero piccolo mia mamma si vestiva ogni giorno con il colore che pensava la rappresentasse meglio. Abbi... More

Prologo
Capitolo Primo
Capitolo Secondo
Capitolo Terzo
Capitolo Quarto
Capitolo Quinto
Capitolo Sesto
Capitolo Settimo
Capitolo Ottavo
Capitolo Nono
Capitolo Decimo
Capitolo Undicesimo
Capitolo Dodicesimo
Capitolo Tredicesimo
Capitolo Quattordicesimo
Capitolo Quindicesimo
Capitolo Sedicesimo
Capitolo Diciassettesimo
Capitolo Diciottesimo
Capitolo Diciannovesimo
Capitolo Ventesimo
Capitolo Ventunesimo
Capitolo Ventiduesimo
Capitolo Ventitreesimo
Capitolo Ventiquattresimo
Capitolo Venticinquesimo
Capitolo Ventiseiesimo
Capitolo Ventisettesimo
Capitolo Ventottesimo
Capitolo Ventinovesimo
Capitolo Trentesimo
Capitolo Trentunesimo
Capitolo Trentaduesimo
Capitolo Trentatreesimo
Capitolo Trentaquattresimo
Capitolo Trentacinquesimo
Capitolo Trentaseiesimo
Capitolo Trentottesimo
Capitolo Trentanovesimo
Epilogo
Extra
Le Mie Storie

Capitolo Trentasettesimo

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By Lottie_Lollipop

MICHAEL'S POV


Fa fresco questa sera e mi ritrovo a ringraziare la felpa rossa che mi sono messo, sia per aver raccolto le brutte macchie di tinta che sfortunatamente mi sono cadute sul tessuto, sia per tenermi caldo nel momento del bisogno. Trovo sia assurdo che faccia freddo, qui fa sempre caldo, e non esagero se dico proprio sempre, era da almeno un anno prima di oggi che non mi trovavo costretto a dovermi stringere le braccia contro il petto. Ma forse non è solo quello a farmi quest'effetto.

Bethany non vuole sparire dai miei pensieri, dai miei sogni e dalla mia vita. E sì, mi manca. Mi manca il modo in cui mi sorrideva, facendo luccicare i suoi occhi scuri; mi manca come saltella quando è felice o eccitata, nonostante lei pare non notarlo; mi manca la sua concentrazione, quando fissa un libro in modo talmente tanto attento che pare bucarlo con lo sguardo, perché in quei momenti è più bella che mai, con le ciocche di capelli che le cadono distrattamente lungo la guancia. E mi manca baciarla, il modo innocente con cui iniziava a sfiorarmi le labbra e quello più passionale con il quale continuava, sorridendo sempre prima di staccarsi un attimo; mi manca il suono dei nostri baci e il gusto dolce di lampone che hanno le sue labbra.

Il cuore mi si stringe e io passo la mano tra i capelli, tirandomi leggermente le punte per distrarmi da questi pensieri distruttivi. È stato giusto così, se Beth avesse sentito le parole di Ashton mi perdonerebbe, magari mi capirebbe. Parlava così bene, con così tanto trasporto di lei, come se per lui Bethany fosse una principessa da conquistare, il più grande piacere della sua vita, e ogni volta che si metteva a sognare su di lei, a raccontarmi cose che non avrebbe mai detto a nessuno se non al suo migliore amico, un'enorme senso di colpa mi stringeva il cuore e faceva barcollare il senso di stabilità che con Ashton ho costruito mattone per mattone negli ultimi due anni. E io ho bisogno di stabilità, la mia vita ne ha bisogno.

È tardi quando la vedo uscire dal Paradiso. Già, non ne vado molto fiero, ma aspetto ogni sera di vederla uscire dal Paradiso, e ogni pomeriggio di vederla entrare, e ogni qual volta che posso cerco di sapere dov'è. Resto dietro l'albero, il cappuccio della felpa calato sui capelli tinti da poco e aspetto che superi il punto in cui sono prima di ritornare a guardarla. Seguo i suoi passi con lo sguardo, appoggiando il capo al tronco dell'albero e sospiro piano, osservando le curve del suo corpo. È l'unica cosa che Ash vuole, desidera poterla amare, forse come desidero farlo io. Ma se fossi io quello che stesse con lei le cose non andrebbero sicuramente a finire bene.

Vado in Paradiso e ci rimango per una mezzoretta circa, poi mi stufo e mi incammino verso i dormitori. Lei non c'è più e questo posto ha perso il suo fascino senza la sua presenza.

Allungo la strada, sperando di trovare Ashton già addormentato (d'altronde è quasi l'una del mattino) e gironzolo un po' per i corridoi sentendo a volte vari suoni per niente innocenti.

E quando arrivo alla mia camera trovo l'ultima cosa che mi sarei potuto aspettare: Bethany si è addormentata contro la parete alla destra della porta, la testa ciondolante e la borsa stretta alla pancia. Ma soprattutto un ragazzo è inginocchiato accanto a lei e le sfiora delicatamente la spalla.

«Che stai facendo?» domando a bassa voce camminando verso di loro. Il biondo si alza in piedi, scuotendo leggermente la testa e allontanandosi di un passo da lei.

«Stavo passando poco fa e l'ho trovata addormentata così. Mi sembrava brutto lasciarla qui quindi volevo svegliarla» ma a me Beth non sembra proprio propensa a svegliarsi.

«Oh» dico solamente. Resto a fissarla mentre il ragazzo guarda me, come a domandare "Allora? Cosa devo fare? Posso andarmene visto che sei arrivato tu?"

«La conosci?» chiede il biondo. Annuisco, indicando distrattamente la porta e poi voltandomi verso di lui.

«Sì, la conosco. Non preoccuparti, puoi andare, ci penso io» mi sorride, facendomi un cenno del capo prima di avviarsi lungo il corridoio.

«Comunque» mi richiama all'ultimo «Bei capelli blu»

Mi tocco una ciocca con le dita «Grazie» mormoro. Il ragazzo sparisce.

Mi avvicino a Beth, inginocchiandomi al suo fianco e valutando la situazione: se la svegliassi si metterebbe ad urlare, ma non posso lasciarla qui a dormire. Sospiro, mettendole una mano sulla spalla.

«Beth» mormoro, scuotendola un po' «Beth, svegliati per favore» oso un pochetto di più, muovendola con più forza. Bethany si lamenta, tenendo gli occhi chiusi, e si muove un po', troppo, tanto che se non la prendessi io cadrebbe stesa sul pavimento.

La guardo, il viso sereno e disteso mentre dorme, e non riesco a trovare altra soluzione se non una. Porto una mano dietro la sua schiena, sistemo meglio la borsa sulla sua pancia e poi la prendo da sotto le ginocchia. Mentalmente conto fino a tre, poi la sollevo tenendola tra le braccia a mo' di sposa. La testa ciondola all'indietro e io cerco di spostare il suo peso, di modo che il capo sia appoggiato contro la mia spalla.

Mi sistemo e la stringo meglio, godendomi al meglio il calore momentaneo del suo corpo vicino al mio. Mi mancava averla accanto.

Inizio a camminare verso la sua camera, guardando di tanto in tanto i ciuffi bruni che le cadono sulla fronte: è così bella. Aspettarsi che si muova o che parli mi sembra da film, ma io lo aspetto lo stesso, come se da un momento all'altro potesse iniziare a parlare nel sonno e a rigirarsi tra le mie braccia. Ma non siamo in un film e il sonno di Beth è troppo pesante per farla muovere o addirittura farla parlare. Mi godo solamente tenerla stretta tra le braccia, il respiro calmo che si scontra con la mia maglietta e il dondolio che provoca la mia camminata, facendole ondeggiare i capelli.

Cammino piano, cercando di allungare la strada e di non muovermi troppo per non svegliarla, ma alla fine arrivo davanti alla sua porta, con il numero 312 che mi guarda aspettando che faccia qualcosa. Sospiro e con il piede dò un breve calcetto al legno, sperando che la sua compagna di stanza mi apra senza fare troppe domande, ma nessuno risponde da dentro così riprovo, con più forza, prima di sistemare Beth meglio tra le mie braccia.

«Ehi» la voce roca del biondo mi stupisce, più di quanto abbia fatto la sua comparsa. Cosa ci fa in camera loro?

«Ciao, dov'è Molly?» chiedo, ricordando all'ultimo il nome della ragazza. Luke porta la mano tra i capelli, socchiudendo gli occhi e soffocando uno sbadiglio.

«In camera mia» borbotta lui, appoggiandosi contro lo stipite della porta, come se dovesse cadere da un momento all'altro.

Stringo le labbra, storcendole tra di loro. Non sono più tanto convinto a volerla lasciare in stanza da sola con lui. Guardo da una parte del corridoio e poi dall'altra mentre Luke inizia a svegliarsi «Ma quella è Bethany?» chiede indicandola.

Annuisco solamente, stringendola di più «Posso entrare?» faccio. Luke mi guarda stranito, mezzo intontito dal sonno e forse dall'alcol, e rimane qualche attimo ciondolante fermo sulla soglia prima di spostarsi, finalmente.

Entro dentro, mettendomi di profilo per non far scontrare Bethany con la porta, e poi mi dirigo verso il suo letto, quello che abbiamo diviso la notte di qualche tempo fa. Ero così stranamente felice con lei stretta a me, in un letto tanto piccolo da non poter essere diviso veramente per due.

La faccio scivolare dalle mie braccia, lasciandola sopra le coperte e ringraziando il cielo che l'abbia presa dal lato giusto per farla stendere con la testa sul cuscino. Le tolgo la borsa dalla pancia e la lascio ai piedi le letto, inizio a toglierle le scarpe, con quanta più delicatezza offrano le mie mani, e riesco a non svegliarla.

Sono sotto lo sguardo vigile di Luke, lo sento sulla schiena, e raggiunge il suo massimo quando mi piego sul volto di Beth, baciandole la guancia e sussurrando «Sogni d'oro piccola. Ti amo» talmente piano che anch'io fatico a sentire la mia stessa voce.

Mi alzo, faccio un cenno veloce a Luke e mi avvio verso la porta, quando la sua voce mi ferma «Hai cambiato colore dei capelli?» strana domanda per uno che fa incursione in una camera con una ragazza addormentata in braccio, ma è meglio di qualsiasi altra che avrebbe potuto farmi.

«Sì, prima erano verdi» tiro un ciuffo di capelli, come per mostrarglieli, poi mi volto e me ne vado.


Una volta arrivato in camera il sonno mi sta uccidendo, e vedere Ashton ancora sveglio mi fa disperare ancora di più.

«Vieni qui quasi ogni giorno, Mike» dice solamente. Non lo guardo, semplicemente mi tolgo le scarpe con i piedi.

«È la ragazza più triste e desolata che io abbia mai visto» continua e io sospiro. Lo so, lo so che è triste, lo so che le ho spezzato il cuore, ma l'ho fatto per Ash, l'ho fatto per la nostra amicizia.

«Già, lo so» rispondo piano sedendomi sul mio letto e guardandolo steso sul suo.

«Dovresti tornare da lei» suggerisce, la voce bassa come il sibilo chiaro del vento.

«Pensavo l'amassi» ribatto con la gola secca. Non mi aspettavo queste sue parole.

«Infatti, ma la ami anche tu» sposta lo sguardo nel mio «E vederla in questo stato mi uccide»

«Ashton, non posso farlo» dico angosciato.

«Sarebbe la cosa giusta, e fidati se lo dico io»

Lo fisso senza dire una parola, senza accennare ad un respiro e sento il cuore stretto in una morsa. Me lo sta dicendo lui, il mio migliore amico.

«Se ne andrà tra tre settimane» conclude Ashton, portandosi le mani dietro la testa «Vuole prendersi una pausa anticipata per le vacanze di natale e non tornerà prima di un mese. Sai cosa ti consiglio?»

Forse aspetta che io dica qualcosa, ma resto in silenzio.

«Datti una mossa, Mike, seriamente. Rendila felice, restituiscile il sorriso che le hai rubato» finisce, guardandomi un'ultima volta prima di voltarsi, spegnere la luce e mettersi a dormire.


Ciao ciao persone bellissime, come la va la vita? Benissimo spero. Uh, il primo capitolo di Michael... Cosa ne pensate? Aspettavo da tanto di scriverlo, ero anch'io molto curiosa di vedere come sarebbe venuto, quindiii... Spero vi piaccia <3 Ah, un'ultima cosuccia: penso che la storia non andrà avanti ancora molto, ma non sono brava a prevedere queste cose, finisco sempre per allungare tutto. Ciao ciao bellissime, vi adoro. Lasciate una stellina e un commentino <3

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