Multicolor || Michael Clifford

By Lottie_Lollipop

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«Quando ero piccolo mia mamma si vestiva ogni giorno con il colore che pensava la rappresentasse meglio. Abbi... More

Prologo
Capitolo Primo
Capitolo Secondo
Capitolo Terzo
Capitolo Quinto
Capitolo Sesto
Capitolo Settimo
Capitolo Ottavo
Capitolo Nono
Capitolo Decimo
Capitolo Undicesimo
Capitolo Dodicesimo
Capitolo Tredicesimo
Capitolo Quattordicesimo
Capitolo Quindicesimo
Capitolo Sedicesimo
Capitolo Diciassettesimo
Capitolo Diciottesimo
Capitolo Diciannovesimo
Capitolo Ventesimo
Capitolo Ventunesimo
Capitolo Ventiduesimo
Capitolo Ventitreesimo
Capitolo Ventiquattresimo
Capitolo Venticinquesimo
Capitolo Ventiseiesimo
Capitolo Ventisettesimo
Capitolo Ventottesimo
Capitolo Ventinovesimo
Capitolo Trentesimo
Capitolo Trentunesimo
Capitolo Trentaduesimo
Capitolo Trentatreesimo
Capitolo Trentaquattresimo
Capitolo Trentacinquesimo
Capitolo Trentaseiesimo
Capitolo Trentasettesimo
Capitolo Trentottesimo
Capitolo Trentanovesimo
Epilogo
Extra
Le Mie Storie

Capitolo Quarto

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By Lottie_Lollipop

Il primo giorno di lezioni non è andato male, quasi per niente. E si vede che anche a Calum tutto è andato piuttosto bene. L'ho incontrato alla mia ultima lezione della giornata, quella di letteratura, che per lui era solo la seconda. Mi ha chiesto se avevo visto Molly e io gli ho detto che era molto agitata per questa prima giornata e che l'ultima volta che l'avevo vista è stato stamattina prima che entrambe uscissimo. Sfortunatamente lei ha scelto dei corsi completamente diversi dai miei, penso che non la vedrò troppo spesso. Poi Molly mi ha mandato un messaggio chiedendomi se per caso volevo pranzare insieme a lei, così alla fine abbiamo appuntamento al bar del college, sperando che non ci siano tanti studenti.

Mentre cammino mi lego i capelli mori, cercando anche di tenere la borsa sulla spalla: non vorrei che si rovesciasse tutto a terra. Una volta raggiunto l'esterno del bar trovo Ashton impegnato a parlare con dei suoi amici, ma decido comunque di non disturbarlo. Cerco di superarli e di entrare senza essere vista, ma non mi va tanto bene.

«Bethany, aspetta» mi urla dietro. Mi volto, trovandomelo un po' troppo vicino, tanto che arrossisco.

«Scusa, avrei voluto salutarti ma parlavi con i tuoi amici e non volevo disturbare» mi giustifico.

Sorride, facendo comparire le sue splendide fossette e io mi sento sciogliere «Non avresti disturbato. Che ci fai qui? Aspetti qualcuno?»

«Molly, la ragazza che era con me al tavolo ieri» spiego, stringendo la tracolla con una mano.

«Oh, la signora cappuccino» ride lui e io annuisco.

«Esatto, proprio lei» mi guardo intorno ma non la vedo «Ma è un pochetto in ritardo»

«Allora rimani con noi mentre l'aspetti, non ti va? Ti presento i miei amici» porta una mano a sfiorarmi il braccio.

«Forse non è il caso» rispondo con un sorriso di scuse «Magari la prossima volta. Sembra ci sia un po' di gente e forse trovare un tavolo per mangiare sarebbe la cosa migliore» indico con lo sguardo l'interno del locale. Un po' pieno lo è, ma non così tanto da spingermi a rifiutare una tale proposta. È che alla fine sono tutti ragazzi e non credo mi sentirei completamente a mio agio.

«Per due minuti non ti ruberanno nessun tavolo, te lo prometto. Dai, solo il tempo di dirti dei nomi e di un saluto» mi scongiura facendo anche il labbruccio. Dannata faccia da cucciolo!

Sto per cedere quando, all'ultimo secondo, Molly spunta dal nulla salvandomi dalla rovina.

«Ciao Bettha» saluta prendendomi a braccetto «Ti piace il tuo nuovo soprannome?» chiede lei, dando l'impressione di esserselo studiato per tutta la mattina.

«No» rispondo ridendo e guardandola mettere il broncio.

«Non importa, ne troverò un altro. Piacere, sono Molly» allunga una mano verso Ashton e lui la stringe sorridendole.

«Ciao miss cappuccino, sono Ashton» dice lui facendomi ridere.

«Bene, miss cappuccino e Bettha devono mangiare, quindi ciao» lo saluta sorridendo e trascinandomi a forza dentro il bar. Ordiniamo due panini e aspettiamo di andare al tavolo. I panini sono molto buoni.

«E quello?» chiede riferendosi ad Ashton. Prende un bel morso aspettando che io parli.

«Lavora qui, è quello che ci ha portato le bibite ieri» spiego «Ci ho fatto amicizia quando sono andata a pagare»

«Dopo che me ne sono andata? Ah, ma quindi è lui che ti ha fatto da guida turistica» dice con la bocca mezza piena.

«Sì, è stato molto gentile. Come è andata questa giornata per la quale stavi per morire?» chiedo, prendendola un po' in giro.

«È andata molto bene» risponde non prendendosela «Prima ho avuto storia dell'arte con Calum, poi lui è andato a letteratura. L'hai visto? Non importa. Poi ho avuto medicina e, ti giuro, è stata una lezione interessantissima» spalanca gli occhi come per far capire quanto è stata bella.

«Posso capirti, con psicologia per me è stata la stessa cosa» rispondo. Mi pulisco la bocca con un tovagliolo e faccio per continuare, ma Molly ricomincia.

«Sì, è perché la cosa ci appassiona. È stata veramente una giornata ottima. Scusa se ti ho interrotto, va' avanti» prende un morso del suo panino.

Sorrido e ricomincio a parlare «La psicologia è fantastica, la prima ora che ho avuto è stata molto bella, come per te medicina. Poi ad astrologia mi sono seduta affianco ad un ragazzo strano»

«Strano?» mi fa eco.

«Sì. Mi sono avvicinata e l'ho salutato, ma lui non ha nemmeno aperto bocca. Mi ha soltanto ringraziato quando gli ho prestato la matita, visto che la sua era scivolata via tra le sedie davanti» riassumo.

«Quindi non sai come si chiama» fa lei, più come un'affermazione che come domanda.

«Sì, lo so. Quando mi ha restituito la matita mi ha detto Michael. In pratica da lui ho sentito solo un "Grazie" e "Michael"» alzo leggermente le spalle. Continuo a mangiare il mio panino, lasciando che il mormorio riempia il nostro silenzio. Lei sta pensando.

«A che pensi?» le chiedo.

«Niente, pensavo che quel ragazzo deve essere un po' andato. Hai ragione, è strano» riprende a mangiare, finendo velocemente il suo panino.

«Disegna bene però» ammetto a mezza voce.

«Stava disegnando?» chiede lei.

«Sì, un cielo stellato. Sapeva perfettamente dove erano tutte le stelle, o almeno qualcuna visto che ho riconosciuto qualche costellazione» finisco con un morso il mio panino e mi pulisco le mani nel tovagliolo di carta.

«Ma allora è un nerd» dice lei ridacchiando. Alzo gli occhi al cielo.

«O forse solo un appassionato» propongo come alternativa.

«Tanto da sapere dove si trovano le stelle?» alza un sopracciglio, scettica.

«Ok, allora mettiamola così: potrebbe aver fatto tanti puntini e aver messo delle costellazioni a caso» dico anche se so che non è vero. C'era qualcosa di veramente autentico in quel disegno, mi sembrava una vera mappa.

«Così sarebbe soltanto uno strambo» ribatte lei con un sorrisino sul volto.

«No, uno che sa disegnare bene»

«Ma se hai detto tu che ha fatto solo tanti puntini» ride Molly. Incrocio le braccia al petto, cercando inutilmente di non ridere.

«Ha fatto una bella luna, lei mi piaceva» dico mentre penso "Ma perché sto cercando di difenderlo?"

«Santo cielo Bettha, perché ti sei seduta affianco a lui?» chiede a questo punto mordicchiandosi il labbro.

«Non lo so, volevo sedermi lì e basta» ammetto. Gioco con le briciole che il panino ha lasciato «E non chiamarmi Bettha, è abbastanza brutto»

«È favoloso!» ribatte testarda «Non puoi dire che non ti piace. Te lo stamperò sulla fronte, così tutti ti chiameranno Bettha» sorride, soddisfatta della sua pessima idea.

«Non ci provare» intimo puntandole un dito contro. Ma poi cedo e mi metto a ridere anch'io.

«Starai lontana da lui?» domanda dopo che entrambe abbiamo ritrovato il respiro.

«Perché?» rispondo. L'ho descritto così male da dare l'impressione di dover stare lontano da lui?

«Così, mi sembrava che fare scena muta con le persone non sia molto incoraggiante per socializzare. Tipo che io lo lascerei in pace: se non vuole parlare, perché qualcuno deve stargli vicino? Magari gli dai noia» ipotizza.

Ci penso su un po', poi rimando la decisione a più avanti, tipo mercoledì quando lo rivedrò «Non lo so, ci penserò la prossima volta»

Anche se, in cuor mio, so già che non lo lascerò in pace facilmente.

Quando, qualche minuto dopo, mi volto verso la vetrata che dà sull'esterno noto due paia di occhi nocciola addosso, che sorridono subito appena li incrocio, esattamente come fa il ragazzo. Saluto Ashton con la mano, mentre anche a me un sorriso mi piega le labbra.


Ehi, come vi sembra? Puntiamo ancora a 5 stelline? Spero che la storia vi stia piacendo, ditemelo con un commento <3

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