𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑�...

Bởi september199six

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«Lo faccio perché io ero come loro.» Cover / logaphile Trailer / @-Niaas : https://www.youtube.com/w... Xem Thêm

𝐂𝐚𝐬𝐭 / 𝐍𝐀
𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓
𝐨𝐧𝐞
𝐭𝐰𝐨
𝐭𝐡𝐫𝐞𝐞
𝐟𝐨𝐮𝐫
𝐟𝐢𝐯𝐞
𝐬𝐢𝐱
seven
eight
nine
ten
eleven
twelve
thirteen
fourteen
fifteen
sixteen
seventeen
eighteen
nineteen
twenty
twentyone
twentytwo
twentythree
twentyfour
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twentyseven
twentyeight
twentynine
thirty
thirtyone
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forty
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fifty
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sixty
sixtyone
sixtytwo
sixtythree
sixtyfour
sixtyfive
epilogue
ANNUNCIO

fiftyseven

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Bởi september199six

[Night changes — One Direction]

Sono sul letto della mia stanza; la schiena contro la parete e la copia di Jane Eyre di mia madre tra le mani. Le pagine sono consumate e sono troppe le citazioni evidenziate: i colori risaltano ai miei occhi mentre scorrono sulle parole ormai impresse nella mia mente.

Sono sola in casa, Liam è uscito con Todd e mio padre è in clinica. Ho sentito le lacrime di mio fratello anche quando Liam era qui con me e la mia testa era sulle sue gambe.

Le sue parole continuavano a ripetersi insieme a quelle di mio padre, e io non ci ho neanche provato a reagire in qualche modo. Non ci ho provato perché so che loro avevano ragione. Ogni loro singola parola mi ha sfiorata, perforata lentamente e poi distrutta, perché ci sono ancora così tante consapevolezze che io cerco di tenere fuori, di non lasciare entrare, che le interiorizzo fino a renderle tali da auto distruggermi.

Improvvisamente sento qualcuno bussare alla porta e scuoto la testa, poi mi alzo con ancora il libro tra le mani. I miei piedi nudi battono contro il pavimento freddo di questo appartamento mentre mi avvicino alla porta.

Non domando chi ci sia dall'altro lato, non ci penso abbastanza da prendere in considerazione che possa non trattarsi di Liam o di mio padre. E io me ne rendo conto soltanto quando la figura di Harry compare davanti ai miei occhi.

I suoi occhi trovano inevitabilmente i miei e un sorriso si costruisce sulle sue labbra come se fosse la prima volta che succede.

«Harry», mormoro. Una mano ancora sulla porta e l'altra tra le pagine del libro.

«Ciao, Ariel Green», dice e il mio nome scivola fuori dalle sue labbra nell'unico modo in cui soltanto lui riesce a pronunciare.

Io non dico niente, lui entra sorpassandomi e io chiudo la porta per poi voltarmi di nuovo a guardarlo.

«Quanto ci metti a cambiarti?» Mi chiede prima che io riesca a rispondergli. La sciarpa intorno al suo collo cade lunga in due parti simmetriche e si appoggia sul suo corpo; un cappotto nero lo avvolge perfettamente.

«Per cosa?»

«Per venire in un posto come me», risponde, un accenno di sorriso ancora sulle sue labbra.

Io abbasso lo sguardo su me stessa e mi rendo conto di quanto sia poco presentabile in questo momento, con dei pantaloni di tuta e una felpa che potrebbe contenere due volte il mio corpo.

«Non è perché tu non stia bene così, solo che fuori fa davvero freddo», dice ancora riportandomi a risollevare lo sguardo per incontrare il suo.

«Non mi dirai dove mi porterai, vero?» Gli domando incrociando le braccia al petto, la copia di Jane Eyre adesso contro di esso.

Harry socchiude gli occhi, che cadono sul libro tra le mie mani e poi inclina leggermente la testa da un lato. «Probabilmente no.»

Io scuoto la testa e sospiro, cercando di reprimere un sorriso.

«Ti odio», dico muovendomi per sorpassarlo.

«Sappiamo entrambi che non è vero», replica, e questa volta sono io che non riesco proprio a fermare le mie labbra e a reprimere quel sorriso. Entrambi sappiamo che non è assolutamente vero.

Harry mi aspetta nella mia camera mentre mi cambio velocemente; sciolgo i capelli quando attraverso il corridoio breve per raggiungerlo.

È di spalle, fermo a guardare una foto che è come se fosse stampata sul mio cuore. Per un breve istante mi fermo anche io a guardare lui.

I suoi occhi sono su quella foto, la sua espressione è concentrata e la sua mascella è contratta, i lineamenti pronunciati e le sue mani sono nelle tasche del cappotto. Potrei restare a guardarlo per ore, giorni, mesi, senza stancarmi mai.

«Era bella, vero?» Chiedo retoricamente. La mia voce pronuncia quelle parole senza che quasi io me ne renda conto.

Se fosse stato sei mesi fa probabilmente non l'avrei mai fatto, non ci sarei riuscita. Non sarei riuscita neanche a pensare a lei, al fatto che non sia più qui e che invece quando sorrideva in quella fotografia sulla mensola lo era. Solo che se fosse stato sei mesi fa, io adesso non sarei qui, non sarei qui con Harry.

«Le somigli molto.» Si volta, i suoi occhi nei miei.

Cammino verso di lui, mi fermo al suo fianco e lui raggiunge la mia mano quando anche io mi fermo a guardare quella foto, a guardare il mio sorriso e il suo, prima che le fosse portato via. Prima che tutto le fosse portato via.

Mi lascio andare contro il ragazzo al mio fianco che con una mano mi sposta i capelli dal volto, le sue labbra poi sfiorano la mia fronte e i miei occhi si chiudono sotto il suo tocco.

«Ti ha chiamato Liam, vero?» Non posso evitare di chiederglielo, non ci riesco e so che in un momento potrei continuare a rovinare ogni cosa, ma lo faccio comunque. Continuo a sbagliare.

Harry prende il mio volto tra le mani quando riapro gli occhi e li porto nel verde intenso dei suoi, ma non mi guarda come se avessi rovinato ogni cosa. Mi guarda come ha sempre fatto, ogni volta in una maniera diversa, ma sempre diversa rispetto a tutti gli altri. Perché lui mi vede davvero, non tralascia niente.

«Sì», sussurra a voce bassa.

Continuo a guardarlo, perché ero sicura che sapesse ogni cosa. Lui sa ogni singola cosa di me; mi è dentro anche se io non lo volessi, anche se so che è inevitabile che mi lascerà andare.

E so che Liam lo ha fatto perché per quanto io continui dannatamente a negarlo, lui è l'unico che può frammentarmi e poi essere lì a rimettere insieme i pezzi, a raccoglierli fino all'ultimo. Lo so e basta.

Ma quando lui non ci sarà, chi raccoglierà i miei pezzi?

«Non scivolare via da me, Ariel», dice, quasi come se volesse riprendermi e tenermi con lui. Come se davvero lui non mi lascerà andare.

Non so cosa siamo adesso. Non so chi siamo, non so se stiamo insieme nel modo in cui lo intende la gente, se abbiamo un per sempre in cui non ho mai creduto, ma siamo semplicemente insieme. Siamo insieme in un modo quasi inspiegabile, quello imprescindibile, quello senza riserve e quello che è presente perché non può farne a meno.

«Sono pronta», affermo poi, e so che lui ha capito. Ha capito ogni cosa.

🌹

Harry sosta la sua auto in uno spiazzale e insieme scendiamo dall'abitacolo; mi prende la mano nella sua e la stringe delicatamente. Io lo seguo: non so ancora dove siamo e durante il viaggio non abbiamo parlato, c'era soltanto la musica a riempire i nostri silenzi.

Ci avviciniamo, e mentre lo facciamo, qualcosa mi permette di rendermi conto di dove siamo. Nel momento in cui ci fermiamo all'ingresso improvvisamente sento il cuore battermi forte nel petto.

Una pista di pattinaggio si apre davanti a noi, le luci si riflettono sul ghiaccio e sulle persone che si muovono velocemente, illuminando ogni cosa.

Mi volto verso Harry che adesso non ha più la sua mano nella mia.

«Non so cosa dire.»

«Mi basta il modo in cui mi stai guardando», risponde Harry, e io vorrei soltanto riuscire a dimostrargli cosa tutto questo significhi per me. Cosa lui è per me.

«Andiamo», dice poi, riprendendo la mia mano e portandomi con lui in un piccola serie di corridoi dove ci sono i pattini da poter prendere in prestito.

Cerchiamo entrambi quelli che dovrebbero essere i più giusti per noi, e quando li ha trovati si volta con i pattini tra le mani e un sorriso sul volto. I suoi capelli sembrano diversi dalle altre volte, sono più lunghi da quando l'ho conosciuto e adesso sono tutti spinti da un lato; i riccioli gli ricadono sulla fronte e sul collo. È bellissimo e io mi sento così bene in questo momento.

Gli sorrido ancora e questa volta sono io a prendergli la mano, ci sediamo e indossiamo entrambi i nostri pattini. Lui è il primo ad alzarsi e a poggiarsi alla ringhiera della pista.

«Spero davvero che tu sia più brava di me», dichiara, tenendosi ancora e restando ancorato in quel posto, teso e senza neanche accennare ad un singolo movimento.

Io scrollo le spalle e mi alzo, raggiungendolo e tenendomi alla ringhiera prima di entrare sulla pista. «Mi dispiace, non lo sono.»

Harry sospira e alza gli occhi al cielo, poi torna a voltarsi verso di me e a guardarmi, sollevando una mano.

«Allora credo che non possiamo lasciarci andare.» Io rido dopo le sue parole, rido davvero perché lo sento, di essere felice, di quello che sto provando.

Prendo la sua mano e lui chiude le sue dita intorno alla mia. Insieme entriamo, sorpassando quella ringhiera e ritrovandoci sul ghiaccio, che quasi scivola sotto i nostri piedi.

Le nostre mani sono ancora unite quando entrambi ci lasciamo andare, solo che Harry è più bravo di quanto mi ha voluto far credere, e me lo dimostra quando le sue mani si avvolgono intorno alla mia vita e mi tengono stretta mentre ci fa muovere insieme in circolo, pur circondati da tutti gli altri.

Io mi aggrappo a lui e avvolgo le braccia intorno al suo collo. «Dimmi qualcosa che tu non sappia fare.»

Scrolla le spalle e un accenno di sorriso gli curva soltanto una parte delle labbra, che si sollevano mostrando la fossetta incisa sulla sua guancia. Il suo naso è quasi completamente arrossato per il freddo, e mi fa sorridere di più.

«Sei un musicista, uno scrittore e un volontario», dico toccando con una mano la sciarpa dal fondo rosso scuro che indossa. Motivi dorati sono incisi su di essa, ed è l'unica traccia di colore che Harry indossa oltre ai pattini bianchi.

«E sto per laurearmi in Letteratura inglese», aggiunge. Io scuoto la testa e mi mordo il labbro inferiore mentre lo spingo via.

Inizio a muovermi dal lato opposto al suo, cercando di mantenere l'equilibrio che mi basta per non scivolare sulla lastra.

Quando mi volto Harry è dietro di me, il suo sorriso sempre impresso sul volto e le sue mani ai lati del suo corpo. Gira una volta su se stesso sollevando le braccia, e rendendosi conto di esserci riuscito davvero ne resta sorpreso, così rido ancora.

Rido e anche lui lo fa, poi scuote la testa e tende la sua mano verso di me, solo che io mi volto velocemente e riprendo a muovermi. Nel momento in cui credo di essermi stabilizzata spingo di più, aumentando la mia velocità e percorrendo il perimetro della pista.

Mi volto come ho fatto anche prima, solo che questa volta Harry non è dietro di me, e prima che possa rendermi conto di dove sia le sue braccia si avvolgono intorno a me.

Adesso ai lati delle sue labbra ci sono entrambe le fossette incise sulla sua pelle, e mi chiedo se anche lui si renda davvero conto di cosa io stia provando in questo momento, qui tra le sue braccia.

«E per te cosa sono, Ariel Green?» Mi domanda poi, la sua voce roca mi attraversa nel brivido che la riconosce.

«Sei quello che mi ha aggiustato il cuore.» E so che anche se la notte cambiasse non riuscirebbe mai a cambiare niente di me e lui, di quello che siamo e di quello che continueremo ad essere.

Fino alla fine, fino a che riuscirò a tenerlo con me.

🌹🌹🌹

Qui tutte pubblicano libri, ma beate loro. #maiunagioiaaf

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