𝕀 π•Ÿπ•–π•–π•• π•ͺ𝕠𝕦𝕣 𝕝𝕠𝕧𝕖

By speechlessgirlx

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Lei Γ¨ Sophia Nelson, meglio detta Sofy, una semplice ragazza di 17 anni che ha avuto modo di sperimentare la... More

PROLOGO
Chapter One
Chapter Two
Chapter three
Chapter Four
Chapter Five
Chapter Six
Chapter Seven
Chapter Eight
Chapter Nine
Chapter Ten
Chapter Eleven
Chapter Twelve
Chapter Thirteen
Chapter Fourteen
Chapter Fiveteen
Chapter Sixteen
Chapter Seventeen
Chapter Eighteen
Chapter Nineteen
Chapter Twenty
Chapter Twentyone
Chapter Twentytwo
Chapter Twentythree
Chapter Twentyfour
Chapter Twentyfive
Chapter Twentysix
Chapter Twentyseven
Chapter Twenty eight
Chapter Twentynine
Chapter Thirty
Chapter Thirtyone
Chapter Thirtytwo
Chapter Thirtythree
Chapter Thirtyfour
Chapter Thirtyfive
Chapter Thirtysix
Chapter Thirtyseven
Chapter Thirtyeight
Chapter Thirtynine
Chapter Forty
Chapter Fortyone
Chapter Fortytwo
Chapter Fortythree
Chapter Fortyfour
Chapter Fortyfive
Chapter Fortysix
Chapter Fortyseven
Chapter Fortyeight
Chapter Fortynine
Chapter Fifty
Chapter Fifty-One
Chapter Fifty-Two
Chapter Fifty-Three
Chapter Fifty-Four
Chapter Fifty-Five
Chapter Fifty-Six
Chapter Fifty-Seven
Chapter Fifty-Eight
Chapter Fifty-Nine
Chapter Sixty
Chapter Sixty-One
Chapter Sixty-Two
Chapter Sixty-Three
Chapter Sixty-Four
Chapter Sixty-Five
Chapter Sixty-Six
Chapter Sixty-Seven
Chapter Sixty-Eight
Chapter Sixty-Nine
Chapter Seventy
Chapter Seventy-One
Chapter Seventy-Two
Chapter Seventy-Three
Chapter Seventy-Four
Chapter Seventy-Five
Chapter Seventy-Six
Chapter Seventy-Seven
Chapter Seventy-Eight
Chapter Seventy-Nine
Chapter Eighty
Chapter Eighty-One
Chapter Eighty-Two
Chapter Eighty-Three
Chapter Eighty-Four
Chapter Eighty-Five
Chapter Eighty-Six
Chapter Eighty-Seven
Chapter Eighty-Eight
Chapter Eighty-Nine
Chapter Ninety
Chapter Ninety-One
Chapter Ninety-Two
Chapter Ninety-Three
Chapter Ninety-Four
Chapter Ninety-Five
Chapter Ninety-Seven
Chapter Ninety-Eight
Chapter Ninety-Nine
Chapter One-Hundred

Chapter Ninety-Six

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By speechlessgirlx

Quando arriviamo a casa, nessuno di noi ha ancora spiccicato parola, io troppo impegnata a sfogarmi con Jade e lui troppo concentrato a guardare la TV mentre accarezza Aiscia.

Forse è la convivenza di quasi un anno, o magari è solo un fatto naturale, ma il fastidio che provava prima la mia gattina nei confronti di Zayn ora è sparito, sostituto invece da carezze e coccole a più non posso.

Quasi quasi rimpiango quei momenti, ora un bel graffio sul suo braccio gli starebbe più che bene.

Sospiro frustrata e rispondo al messaggio di Janet e di Smith, per poi sbloccare lo schermo del mio cellulare ed appoggiarlo sul tavolo.

Odio questo silenzio, e soprattutto odio il fatto che mi stia nascondendo qualcosa.

Voglio solo capire cosa c'è tra di loro, nient'altro.

Mi sollevo lentamente e mi avvicino a Zayn, mettendomi seduta sulle sue ginocchia, anche se il mio pancione ci mantiene un pò distanti.

Lui allaccia le sue mani sui miei fianchi e mi abbassa verso le sue labbra, baciandomi delicatamente.

Il bacio è così leggero, dolce e gentile che mi manca il fiato.

"Fidati di me, non c'è niente tra di noi." Mi sussurra all'orecchio, stringendomi poi in un abbraccio.

"Lo spero per entrambi, sono una donna incinta pericolosa." Sdrammatizzo, ricevendo una risata da parte sua. Ah, la sua risata.

"Scusi Miss Nelson, prometto di non farla arrabbiare più!" Si giustifica, capovolgendomi sul divano e piazzandosi sopra di me.

Con molta calma e leggerezza, mi solleva la maglia dal corpo, scoprendo la mia pancia sensibile.

Soffia un pò di aria calda sul mio ombelico, mandandomi in estasi, e con grazia mi bacia dolcemente dall'alto fino al basso il pancione.

La mia pelle formicola e dei brividi iniziano a ricoprirmi tutta, ricevendo un ghigno malizioso e fottutamente maligno da Zayn.

"Fragile?" Domanda innocentemente, sfiorandomi il pube. Ansimo a quel leggero contatto e lui scoppia a ridere.

"Piccola, non sai quanta voglia ho di scoparti, ma non è ancora il momento." Mi riabbassa la maglietta, sollevandosi verso di me e baciandomi le labbra.

"Ed ora..." Mormora, lasciandomi incompleta e piena di desiderio. "Louis e Norah ci vogliono da loro entro dieci minuti, muovi il culo amore!" Mi da una leggera pacca sulla coscia e si alza da sopra di me, lasciandomi il via libera per alzarmi.

***

"Devi per forza andare?" Mormoro, assonata e triste. Perchè sono triste? Dio, odio il pre-parto.

"Si piccola, ma per qualsiasi cosa chiamami, non esitare! Sarò qui a casa verso le 17:00." Mi bacia la fronte ed esce dalla porta di casa, lasciandomi ferma sulla soglia.

"Ah, Zayn?" Lo richiamo, prima che si addentri nelle strade di Londra. Si volta verso di me e mi fissa, aspettando che continui a parlare.

"Ti amo." Sorrido, captando anche il suo sorriso, per poi chiudere la porta e tornare al caldo di casa mia.

Giovedì 7 gennaio.

Fra tre giorni è stabilita la data di parto, anche se non sono sicura di arrivare fino a domenica.

Le contrazioni, anche se leggere, sono iniziate ieri pomeriggio. Ho parlato con Alice, mi ha assicurato che è normale e che fino a quando non inizio a sentire le vere contrazioni e doglie, quelle dolorosi e forti, allora posso anche stare tranquilla.

"Fai la brava, amore." Biascico alla mia bimba, accarezzandomi la pancia.

Mi dirigo in cucina e mi verso un bicchiere di latte caldo, estraendo dal mobile della cucina anche un pacco di biscotti al cioccolato.

Sono le 9:30 quando finisco di mangiare e decido di andarmi a fare una doccia. Anzi, un bel bagno caldo.

Vado in camera da letto, rifaccio il letto, sistemo quei pochi vestiti sparsi per terra, accendo la lavatrice e finalmente posso dedicarmi al mio bagno.

Entro in bagno, aprendo l'acqua calda del rubinetto e programmando la temperatura, fino a quando non trovo la più adatta a me.

Mi spoglio dai miei vestiti in fretta, mi lego i capelli in una crocchia alta e finalmente mi immergo nell'acqua focosa e profumata.

I miei muscoli si rilassano in men che non si dica, facendo calmare tutto il dolore corporeo che sentivo.

Mi rilasso sotto quella beatitudine per almeno venti minuti, fino a quando non mi si intorpidiscono le dita delle mani e l'acqua inizia a raffreddarsi.

Mi affretto a lavarmi i capelli, insaponandoli due volte con lo shampoo, passando poi al balsamo ed alla maschera.

Infine, mi passo il bagnoschiuma sul corpo, per poi sciacquarmi ed uscire con riluttanza da quella meraviglia.

Mi asciugo i capelli con il phon dopo essermi asciugata dalle goccioline di acqua sul mio corpo, poi li rilego in un altra crocchia ed esco dal bagno.

Corro verso il cassettone che contiene il mio intimo, estraendo un reggiseno blu in pizzo coordinato con le mutandine.

Li indosso velocemente e passo nella cabina armadio, estraendo una canottiera, un maglione lungo ed un paio di leggings.

Mi vesto velocemente, infilo le pantofole calde nei miei piedi e vado fuori dalla stanza, raggiungendo il salotto e sprofondando sul divano.

***

L'orologio attaccato al muro indica le 18:05.

Non ho fatto niente per tutto il giorno, ho solo riposato e mangiato, aspettando che Zayn torni. E' anche in ritardo, io sono stanca, sia emotivamente che fisicamente, il peso della gravidanza mi sta uccidendo e la mia schiena si sta spaccando.

Le contrazioni pulsano nell'interno del mio corpo fac-

"Oddio!" Grido, bloccando i miei pensieri e portandomi una mano sulla pancia.

Dio mio, mi manca il fiato. Una fitta mi ha preso il basso ventre, facendomi sobbalzare dal dolore. Una contrazione.

Cazzo, Zayn!

Mi sollevo velocemente dal divano, raggiungendo piano piano la mia stanza, ma appena ci metto piede un altra contrazione forte e dolorosa mi fa urlare.

Mi affretto a prendere la mia borsa, infilo dentro il telefono, le chiavi ed il portafoglio, per poi dirigermi lentamente verso lo stanzino appendi abiti e prendo fuori il mio giubbotto, la sciarpa ed il cappellino, infilandomi tutto velocemente accompagnati dalle mie Air Jordan.

Esco poi di casa, sbloccando la portiera della mia auto ed entrando, mettendo in moto e partendo. Devo fare in fretta, devo muovermi. Merda.

Il compleanno di Zayn è tra cinque giorni ed io devo ancora prendergli un regalo.

Se finisco in ospedale non potrò uscire probabilmente per tre o quattro giorni, ed anche se torno a casa non potrò portarmi dietro Chantal o lasciarla sola in casa, quindi devo per forza prenderglielo oggi.

Le contrazioni si stanno facendo sempre più forti, perciò mi resta poco tempo.

Raggiungo velocemente il negozio di musica, parcheggiando l'auto nel parcheggio ed uscendo poi da essa, dirigendomi verso l'entrata.

So già cosa desidera, quindi quando arrivo davanti alla commessa gli dico velocemente che voglio un paio di cuffie Beats Solo2 bianche.

Me le incarta, prendendo poi la carta di credito che gli porgo ed effettua il pagamento.

Infine mi saluta con un sorriso soddisfatto per la sua vendita ed io esco dal negozio, salendo in auto e dirigendomi dalla Nike.

Cerco di fare tutto il più velocemente possibile, dato che le forze mi stanno abbandonando lentamente e le contrazioni iniziano a farsi sentire sempre di più.

Parcheggio ancora una volta, scendendo dalla macchina ed entrando nel negozio d'abbigliamento.

Evito tutti i clienti ed i reparti, dirigendomi immediatamente nella sezione maschile ed adocchiando la felpa che ho amato dal primo momento che ho visto.

Ci coordino anche una maglietta troppo figa, per poi dirigermi in cassa.

Mi gira la testa e mi fanno male tutti i muscoli, soprattutto del basso ventre.

Mi appoggio al bancone, cercando un pò di supporto per stare in piedi, e la commessa sembra accorgersene.

"Signorina, ha bisogno di aiuto?" Mi chiede gentilmente e con tono di voce preoccupato. Gli sorrido pigramente ed annuisco.

"Un bicchiere d'acqua, per favore." Mormoro.

"Vuole un pò di zucchero? Le chiamo un ambulanza?" Penso che stia entrando in panico più di me, quindi mi limito a scuotere la testa in segno di negazione.

"No, solo acqua e zucchero, grazie." Riesco a dire, sedendomi sulla sedia che mi ha portato l'altra commessa.

Lei annuisce e sparisce dietro ad un porta di servizio, tornando pochi minuti dopo con un bicchiere d'acqua in mano e tre bustine di zucchero.

Ne apre due, svuotandole nel bicchiere d'acqua e mescolandolo, prima di porgermelo.

"Grazie." Sussurro, bevendolo in un sorso completo.

Devoi ristabilire le mie forze per pagare e poi tornare a casa, ce la posso fare, mi manca poco.

"Va meglio?" Chiede sempre con tono gentile. Mi alzo dalla sedia ed annuisco.

"Molto meglio!" Sorrido, anche se non è vero niente che va meglio.

"A che mese sei?" Domanda curiosa, mentre mi posiziono davanti alla cassa e gli passo la mia carta di credito, chiedendogli di incartare anche questo regalo.

"Ultimo mese, la data di parto è prevista fra tre giorni." Stringo forte la cinghia della mia borsa, illudendo che sto bene e che le contrazioni non mi stanno uccidendo.

"Sei agli sgoccioli ormai." Afferma, applicando l'ultimo pezzo di scotch e mettendo il mio regalo in una busta.

"Si, non vedo l'ora." Rispondo, sorridendole. "Beh, grazie davvero." Dico infine, prendendo la busta.

"Grazie a te, congratulazioni e buona fortuna per il parto!" Esclama, salutandomi poi con un cenno della mano.

Esco dal negozio e l'aria fredda d'inverno mi colpisce dritta in faccia, svegliandomi leggermente. Fuori è tutto buio, dato che sono ormai le 19:00 di sera.

La mia macchina è parcheggiata davanti ad un bar a pochi metri di distanza, quindi inizio ad incamminarmi, prendendo profondi respiri e cercando di controllare il dolore.

Mi avvicino sempre di più, arrivando davanti al bar. Cinque passi dopo c'è la mia auto, ma io mi ritrovo ferma e bloccata nei miei stessi passi quando vedo cosa c'è davanti ai miei occhi.

All'interno del locale c'è un tavolo specifico riempito da due persone. Una è Kailee, e l'altra persona è il mio fottuto ragazzo.

E si stanno tenendo per mano.

Lui sorride in sua compagnia e lei grida felicità da tutti i pori.

La terra sotto ai miei piedi inizia a girare ed io inizio a sentirmi male, sia fuori che dentro.

La rabbia si impossessa di me e le lacrime minacciano di uscirmi fuori dagli occhi. Mi aveva promesso che non l'avrebbe più rivista!

Lo odio, li sto odiando entrambi. Come ha potuto farmi questo?

Combatto la voglia di entrare li dentro e versargli addosso del caffè bollente, per poi continuare a camminare in avanti fino a raggiungere la mia auto.

Sblocco la portiera e salgo, mettendo in moto ed uscendo dal mio parcheggio.

Alla fine lascio il via libera alle amare lacrime che sgorgano dai miei occhi come una valle di fiumi, mentre il mio cuore, ormai stanco ed esausto, si strappa ancora una volta, lacerando le ferite appena guarite.

Sento un macigno sul petto appesantirsi sempre di più fino a farmi mancare l'aria, mentre le false promesse di Zayn girano e rigirano nella mia testa.

Giungo a casa dieci minuti dopo, stremata dalle lacrime ed infuriata con quello stronzo e la sua troia.

Vuole divertirsi? Va benissimo, ma mia figlia la terrò per me, non voglio che abbia un padre bugiardo, traditore e stronzo fino al midollo che mente e tradisce la madre nel momento esatto in cui dovrebbe partorire.

La mia mente continua a pensare ed a ripensare, seduta sulla penisola della cucina con una tazza di tè caldo, aspettando che lui faccia ritorno.

Resto li seduta per almeno mezz'ora, fino a quando non sento la serratura della porta aprirsi e la maniglia di casa abbassarsi, seguita dal rumore di una porta che si chiude.

E per finire, pochi secondi dopo, Zayn compare sulla soglia della cucina, con un fottuto sorriso sul volto.

"Ciao piccola." Mi si avvicina, abbassandosi per piantarmi un bacio sulle labbra, ma io volto immediatamente la testa non permettendoglielo.

In tutta risposta, alzo la mano in aria e la riabbasso sulla sua guancia, mentre il suono dello schiaffo riecheggia in cucina.

"Ehi ma che cazzo? Che succede?" Chiede ignaro di tutto, meravigliandosi di quel gesto inaspettato. Oh, adesso ti spiego io cosa succede.

"Intanto smettila di fingere, funziona una o due volte ma poi la verità viene a galla. Poi, tanto per la cronaca, potresti anche tornare da Kailee piuttosto che promettermi di non vederla più per poi fare tutto alle mie spalle. Ed infine, non voglio avere niente a che fare con te, e sarà così anche per MIA figlia, che sia chiaro. Non riesco più nemmeno a guardarti in faccia per quanto mi fai schifo. Come hai potuto farmi una cosa del genere? Non mi hai mai nascosto niente, nemmeno quando una ragazza ci prova con te. Se lo stai facendo ora allora significa che qualcosa tra di voi c'è, e se proprio volevi tradirmi almeno non mettermi incinta per poi mettermi delle gran corna con la prima ragazza che te la da."

Sputo velenosamente le parole, fermandolo dall'intervenire continuando il mio discorso.

"Sei un verme schifoso, dopo quasi nove anni, tu te ne vieni fuori con questa stronza. Va bene, grazie, e non provare a controbattere o a rispondere, lasciami semplicemente in pace, non voglio parlarti, e nemmeno vederti." Concludo più arrabbiata che mai, con il viso rigato di lacrime ed il respiro affannoso.

Mi sollevo dalla penisola tornando in piedi, per poi incamminarmi verso la nostra camera da letto.

"Sofy ti prego, aspetta!" Urla alle mie spalle, seguendomi.

"No!" Sibilo, entrando dentro la stanza e sbattendo la porta.

Vado verso il letto e tiro indietro le coperte, piazzandomi sul materasso morbido e coprendomi.

Il dolore al basso ventre continua e le lacrime minacciano di uscire di nuovo, ma provo a respingerle indietro affondando la testa nel cuscino.

Zayn mi ha ferita davvero così tanto, si è arreso al primo colpo e nonostante non voglia vederlo non ha neanche provato a persuadermi ad ascoltarlo.

Senza rendermene conto, sto singhiozzando e piangendo, portando la mia disperazione oltre il limite.

Riuscirò mai a perdonarlo? Mi ha tradito, come faccio a perdonarlo?

E così, senza risposte in mente, con il viso bagnato e con le contrazioni che si dilatano nel mio corpo, mi addormento.

***

Dei mormorii e delle piccole carezze mi fanno divincolare nel mio sonno, disturbandomi. Biascico qualcosa di incomprensibile, girandomi dall'altra parte del letto.

"Se solo avessi saputo da prima che questo casino sarebbe successo, ti avrei detto la verità o avrei scelto tutto per conto mio."

La voce calda di Zayn risuona intorno a me, facendomi immediatamente sgranare gli occhi. Nel momento esatto in cui mi rendo conto di cosa sta succedendo e mi sollevo per allontanarmi da lui ed urlargli contro, una fitta feroce mi perfora la pancia, inebriandomi la mente dal dolore.

"Oh mio... Oh mio Dio!" Grido, portandomi le mani alla pancia. "Zayn!" Urlo, e la fitta fortissima e duratura nel basso ventre aumenta.

"Che c'è? Stai bene?" Si allarma immediatamente, vedendomi in quelle condizioni. Mi sento bagnata e le contrazioni.. Oddio.

"Le acque, mi si sono rotte le acque!" Mi precipito a dire, levando via le coperte e cercando di alzarmi.

"Cosa devo fare? L'ambulanza.. oddio.. cazzo stai bene?" Sembra più in panico di me, quindi decido di calmarmi in modo tale da pensare razionalmente.

"Prendi il borsone. Poi vestiti, devi portarmi in ospedale, ora. L'ambulanza ci metterebbe troppo t-" Grido, fermandomi dal parlare e portandomi una mano alla pancia.

"Ti prego resisti.." Mormora in preda ad un attacco di ansia, mentre corre nell'altra stanza e prende il borsone, precipitandosi da me pochi secondi dopo.

Mi porta verso la scarpiera e mi infila le scarpe, aiutandomi poi a mettere anche il giubbotto.

Riprende infine il borsone, la mia borsa ed apre la porta, correndo fuori. Dovrei essere incazzata nera con lui, e a dir la verità lo sono, ma non è il momento di pensarci.

E' così disperato che mi fa anche pena. Non riesco a resistere e ridacchio, richiamandolo dentro.

"Vestiti, sei a mezze maniche e sei uscito senza giacca." Gli ordino, reggendomi sul mobiletto all'entrata.

"Okay.." Mormora, correndo in camera e vestendosi.

La rabbia verso di lui è ancora presente, ma in questo momento sto per partorire nostra figlia e non voglio aggravare la situazione. Calma, sangue freddo e pensiero razionale.

Ripeto mentalmente tutto ciò che ci hanno spiegato al corso di preparazione al parto, aspettando che Zayn ritorni.

Ci mette meno di due minuti, correndo come un dannato di qua e di la ed aiutandomi a camminare verso la sua macchina, una volta che ha chiuso la porta di casa ed inserito l'allarme.

Mi fa accomodare il meglio possibile sul sedile per poi fare il giro e salire anche lui, mettendo in moto e facendo una manovra per uscire che ho visto solo nei film di Fast and Furios.

"Dio!" Urlo ancora, mordendo il tessuto della mia maglia e soffocando i miei lamenti. "Ti prego, Zayn.." Piagnucolo, accarezzandomi la pancia.

"Resisti Sofy, tra due chilometri arriviamo." Mi prende una mano nella sua e la stringe velocemente, tornando a concentrarsi sulla strada.

Pochi minuti dopo, intravedo l'insegna dell'ospedale e tiro un sospiro di sollievo, prima di gridare di nuovo.

Zayn corre sulla strada come un pazzo, parcheggiando nel primo posto libero che trova e correndo giù dall'auto, aprendomi la portiera e prendendomi letteralmente in braccio.

Il dolore si sta intensificando, rendendomi le gambe molli, non riesco a stare in piedi e la testa mi fa malissimo.

Ogni tre o quattro minuti le contrazioni si fanno sentire sempre più forti e dolorose, le doglie sono inarrestabili ed il mio mondo sta vorticando in un groviglio di emozioni.

Sono a stento consapevole delle grida di aiuto da parte del mio ragazzo e delle infermiere che corrono in nostro soccorso con una barella, prima di chiudere definitivamente i miei occhi.

Mi sveglio di soprassalto grazie al doloroso battito che ho nel ventre.

Caccio un grido e mi porto le mani alla pancia, non sapendo più cosa fare. Sono stanca, mi fa male tutto e non credo che riuscirò a superare il parto.

La porta della stanza dove sono sdraiata si apre ed entra una donna, sorridendomi calorosamente.

"Sono Ellie, l'ostetrica." Si presenta gentilmente, informandomi del fatto che deve farmi una visita per vedere se sono dilatata e che deve pormi delle domande.

"Zayn, chiama mia mamma per favore." Gli chiedo gentilmente e con voce sforzata, quando lo individuo seduto di fianco al mio letto.

"Va bene, per qualsiasi cosa, io sono qui fuori." Mi lascia un bacio sulla fronte ed esce fuori.

"Da quanto sono qui?" Chiedo all'ostetrica, che intanto tira fuori una penna ed inizia a scrivere qualcosa sulla mia scheda clinica e controlla gli esami ed ecografie che ho fatto negli ultimi nove mesi.

"Circa un quarto d'ora, hai avuto un calo di pressione e sei svenuta, abbiamo deciso di aspettare il tuo risveglio per visitarti e farti le domande personalmente." Sorride gentilmente e si piazza davanti a me, iniziando la sfilza di domande a cui devo rispondere.

Quando finisce l'interrogatorio, l'ostetrica procede alla visita con la palpazione dell'addome, per stabilire la posizione del bambino, l'auscultazione del battito del feto, la misurazione della pressione sanguigna, del battito cardiaco e della temperatura corporea.

Effettua poi un'esplorazione vaginale per determinare a quale punto si trova la dilatazione del collo dell'utero, e poi mi informa del fatto che la mia ginecologa ha chiesto di essere presente al mio parto e che la chiameranno subito per farla venire.

"Grazie." Riesco a dire, trattenendo le urla di dolore che si manifestano nel mio corpo.

"Non c'è di che, ora ti trasferiamo in sala travaglio e quando sarai dilatata di nove centimetri potremo procede con il parto." Mi informa, incoraggiandomi ed augurandomi buona fortuna.

Zayn compare sulla soglia pochi secondi dopo, seguito da un infermiere che probabilmente mi porterà nella sala travaglio.

"Ho chiamato tua mamma, esce di casa tra cinque minuti ed arriva." Esclama, prendendomi la mano e percorrendo con me quel tratto di corridoio.

"Grazie.." Sussurro, strizzando gli occhi per colpa delle contrazioni.  Non ce la faccio più.

Quando arriviamo in sala travaglio, veniamo lasciati soli dall'infermiere e Zayn decide di rompere quel silenzio.

"Ti prego, piccola, credimi. Non ho niente di segreto con Kailee, l'unica ragione per cui la vedevo è perchè avev-" Lo fermo, alzando una mano verso di lui.

"Non ora, ti prego." Mi lamento, girandomi e rigirandomi sul letto. Non voglio peggiorare la situazione. Lui sospira e si avvicina a me, sedendosi sul letto e prendendo la mia mano nella sua.

"Cosa ti ha detto l'ostetrica?" Cambia argomento, accarezzandomi la mano gentilmente.

"Sono dilatata di..." Mi blocco, respirando affannosamente e stringendo forte Zayn, emettendo un grido disperato. "Di cinque centimetri." Borbotto sfinita.

"Resisti piccola, manca poco." Mi sussurra gentilmente, passandomi le dita sui capelli.

"Sta nascendo.." Dico, ed un grandissimo sorriso si insinua sulle mie labbra.

"Non ci posso credere!" Afferma, chinandosi verso la mia pancia e lasciandoci un bacio. Le sue dita disegnano segni astratti sul ventre, sussurrando parole dolci a nostra figlia.

Guardando questa scena mi viene da piangere, stremata da tutte le emozioni e le cose successe ultimamente, intensificate dalle forti contrazioni.

"Ti prego, ti prego, non piangere." Si alza dal letto, piazzandosi al mio fianco e gettandomi le braccia intorno al collo ed abbracciandomi..

"Mi fa male tutto.. tutto!" Biascico, poggiando le mie braccia attorno il suo collo e sfogandomi nelle lacrime.

"Non ce la faccio più, è da stamattina che mi fa male. Poi tu eri li con lei ed io stavo solo comprando il regalo per il tuo compleanno.. Non ci sto capendo più niente e ti giuro ch-"

Grido, bloccando il mio discorso e faticando a respirare quando un altra contrazione mi strazia il corpo.

"Basta. Basta." Piango come una piccola bimba che si è sbucciata il ginocchio.

"Ehi amore, guardami." Mi solleva il mento, inchiodando i miei occhi nei suoi.

"Ti prego Zayn, non mi lasciare. Non mi tradire. Non so più che fare, non so più niente." Lo supplico, la mia voce spezzata dai singhiozzi.

"Ti amo, ti basta sapere questo." Appoggia le sue labbra sulle mie, sollevandomi l'umore giusto un pò.

***

Due ore e mezzo di contrazioni.

Sono le tre di mattina, mia mamma sta parlando con l'ostetrica ed Alice è arrivata giusto una mezz'oretta fa.

Le mie grida hanno ormai preso una tregua dato che mi manca la voce, il dolore continua a pulsarmi ovunque e queste sono le ore più dolorose e complicate della mia vita.

Non sono preoccupata o altro, non sono entrata in panico e l'ansia non mi sta divorando come avevo pensato, perciò l'unico problema sono le doglie interminabili.

Zayn non mi ha abbandonato un attimo, asciugandomi le lacrime, il sudore e sostenendomi ad ogni urlo e ad ogni sclero che mi prendeva.

Mi ha fatto delle 'foto ricordo' che probabilmente gli eliminerò dal telefono appena posso, ha scherzato e sorriso con me ed ha cercato di farmi scordare del dolore con delle coccole.

"Vedrai che sarà bellissima come te." Sussurra Zayn, baciandomi la fronte.

"Sono ancora incazzata con te, te lo dico." Lo informo, crogiolandomi tra le sue braccia.

La porta si apre lentamente ed Alice entra dentro, seguita dalla mia ostetrica.

"Facciamo un controllo per vedere a che punto sei?" Mi chiede Ellie, con un accenno di sorriso.

Annuisco semplicemente e spingo via gentilmente Zayn, chiedendogli di uscire a prendermi una bottiglietta d'acqua.

Ellie mi divarica le gambe ed infila un dito all'interno della mia intimità, controllando come sono messa.

Quando finisce la visita, guarda Alice e gli dice delle cose in tono formale e da medico, facendomi solo incuriosire.

Nel momento esatto in cui mia mamma ed il mio ragazzo entrano dalla porta, la mia ginecologa mi fissa e decide di parlare.

"Sei dilatata di dieci centimetri." Mi dice, ed il mio cuore fa una capriola. E' il momento.

Si gira un altra volta verso Ellie e dice con voce piatta e seria ciò che ho desiderato sentire da anni.

"Preparate la sala parto, la bimba nascerà a momenti."

Nota Autrice:

Tadaaaaaaaaaan!
-4

Faty xx

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