Tutto nasce dal nulla|| Carlo...

By aurorabrozzetti

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Chissà perchè la vita attrae sempre ciò che all'apparenza sembra così lontano. Due mondi opposti. Due vite op... More

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Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
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Capitolo 21
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Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55

Capitolo 43

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By aurorabrozzetti

Pov Carlos

Anche quando siamo in vacanza non può mai mancare l'allenamento ed un'ora più che abbondante di scii, è sufficiente <<ad un certo punto ti ho visto prendere una traiettoria diversa, mi sono detto 'ci stiamo per giocare Norris'>>

<<ti preoccupi sempre per me amorcito>> cerca di darmi un bacio sulla guancia ma lo scanso ridendo

<<Charles caduto invece una cosa come...4 volte?>> interviene Alexandra, alzando delle prese in giro contro di lui che assume un volto imbronciato. Posiamo gli scii e ci incamminiamo verso il rifugio dove avevamo lasciato i tre

<<cristo santo>> sussurro

<<che co-...oh>> ci fermiamo tutti e quattro davanti alla scena di Daniel che carica sulle spalle Cloe, lanciandola poi su una piccola collinetta di neve

<<mantieni la calma Sainz>> si rassicura il mio teammate mentre ci avviciniamo sempre più, fantastico sembrano proprio una famigliola felice: lui che tiene in braccio la bambina con Cloe che gli cammina accanto lasciando pizzicotti ad entrambi

<<siete tornati>> a parlare è proprio lei <<come è andata?>>

<<Charles è caduto 4 volte, Lando ce lo stavamo perdendo e Carlos si sentiva alle olimpiadi di scii>> la informa Alexandra facendola sghignazzare <<adesso ho davvero voglia di una cioccolata calda>>

<<anche io!>> esclama Lando

<<forza bambini andiamo>> Charl sospira accompagnandoli entrambi dentro il rifugio

<<che avete fatto?>> con la mano scoperta mi tolgo il cappello per scuotere il ciuffo ribelle bagnato dal sudore

<<abbiamo creato quello>> indica il pupazzo di neve poco distante da noi <<e esordito ogni richiesta di Penelope>> sussurro un semplice 'ok' <<mettiti il cappello Carlos, sei sudato non ti farà bene>> esito per qualche istante e poi torno a indossarlo

<<hai il naso tutto rosso>>

<<il freddo>> arriccia il naso, dio come posso continuare ad essere infastidito dopo questo gesto

<<vuoi anche tu qualcosa da bere o mangiare?>>

<<no, voglio un abbraccio>> abbozzo un sorriso prima di farla sparire tra le mie braccia, nonostante il freddo i nostri corpi emanano calore che avvolge entrambi. Questo calore si spezza quando inaspettatamente e perciò privo di equilibrio, Cloe mi spinge per terra tra la neve

<<bastarda>> riesco ad  afferrare il suo polpaccio facendola cadere accanto a me. Giriamo la testa per poterci osservare ed entrambi, contemporaneamente mossi dal nostro amore, ci protendiamo per dar vita ad un lungo bacio <<te amo>> non risponde a parole ma decide di farlo baciandomi di nuovo

<<ehm ehm>> qualcuno schiarisce la sua voce <<non vorremmo disturba->>

<<in realtà si, ce una bambina>> dice Max interrompendo Charles. Ci alziamo da terra, pronti ad ascoltarli <<visto che sono le cinque direi di andarci a fare una doccia e per le sette ci incontriamo per l'aperitivo>> ci troviamo tutti d'accordo e quando ci stiamo per separare prendo parola

<<volevo dirvi una cosa..per correttezza o per prevenire qualsiasi scenario. Rebeca è qui, l'ho incontrata qualche ora fa>> guardo le espressioni degli altri che sembrano sorpresi in positivo e poi di nuovo Cloe, il suo volto torna ad incupirsi. Tutti hanno conosciuto Rebeca molto molto bene, tranne Daniel che probabilmente a causa degli scarsi, se non inesistenti, rapporti che abbiamo, l'avrà vista soltanto da lontano.

<<Piccola ho fatto>> urlo dal bagno legandomi l'asciugamano in vita <<Cloe>> canzono il suo nome ma non ricevendo risposta raggiungo la camera. Mi esce un sorriso spontaneo quando capisco essersi addormentata. Delicatamente mi siedo dalla sua parte del letto incominciando ad accarezzarle la pelle delicata del suo volto <<nena>> sussurro mentre si muove sotto il mio tocco <<devi fare la doccia, altrimenti faremo tardi>>

<<mhh>> mugugna affondando il viso nel cuscino, è così buffa quando ha sonno. Notando la sua opposizione scuoto i capelli bagnati sopra di lei <<Carlos!>> si copre in un lampo con il piumone, arrotolandosi al suo interno

<<ti sei arrotolata tutta tonta>> rido <<devi uscire ora>>

<<no, ho sonno>> sospiro e mi lancio accanto a lei, riuscendo ad infilarmi a fatica sotto il piumone <<vattene>> scoppia a ridere spingendomi

<<devi fare la doccia Cloe>> ripeto come un padre che rimprovera sua figlia ma continua a riempirmi di calci delicati con l'intento di spintonarmi via <<vale>> allungo le mani sul suo corpo per dare inizio ad uno straziante solletico

<<Carlos>>

<<mh?>> indica con la testa in basso. Muovendomi l'asciugamano si è slacciato lasciandomi como mama me creò <<che c'è?>> le chiedo apposta

<<lo sai>> sorride arrossendo

<<e se non lo sapessi?>> sollevo le sopracciglia <<quindi? Che cè?>>

<<odio quando cominci a parlare con questa voce roca>>

<<ah si?>> sussurro baciandole la mandibola

<<si>> porta le dita in mezzo ai miei capelli <<ancora non riesco a capacitarmi come solo io possa godere di questo>> abbassa lo sguardo per ispezionare il mio corpo, sotto il suo sguardo sento l'eccitazione accrescere, sapere che soltanto noi due possiamo goderci l'altro mi manda fuori di testa

<<lo sai quante vorrebbero vivere questo momento?>> ho voglia di stuzzicarla un pochino

<<che intenzioni hai Sainz? Farmi venire una crisi di nervi? L'istinto omicida?>>

<<nah>> infilo la mano dentro i suoi leggins per stringerle la natica <<ti volevo solo far sapere di quante vorrebbero vivere un momento così ed invece mi hai solo tu>>

<<e di certo non mi ti farò mai scappare>> afferma mettendosi a cavalcioni su di me, l'aria sotto il piumone comincia a mancare ma poco ci importa quando facciamo scontrare le nostre bocche, dandoci ossigeno a vicenda, l'unico che davvero vogliamo per sopravvivere <<mi piace quando ti agiti con un semplice bacio>> sussurra al mio orecchio. Il contatto dei suoi leggins sulla mia intimità nuda non mi fa più ragionare, un desiderio incontrollabile si sta impossessando di me

<<Cloe non hai la minima idea di cosa ti farei>> provo a dirle affondando le dita sulla pelle che le circonda i fianchi

<<davvero?>> annuisco <<<beh allora me la puoi far vedere..>> sto per avventarmi prepotentemente su di lei quando mi blocca contro il materasso con una mano sul petto <<..un'altra volta>> conclude divertita. Ci scopre dal piumone e si alza <<non mi guardare così, hai detto tu che devo andare a farmi la doccia>>

<<vaffanculo>> con quel ghigno da stronza si spoglia durante il tragitto verso il bagno, aumentando ancora di più la voglia che ho di farla mia. Neanche un minuto dopo sento l'acqua della doccia scorrere, entro in doccia o non entro? Mi rimbomba questa domanda nella testa, sono completamente stordito ma l'orologio segna le sei e venti, faremo troppo tardi.



<<Charles andiamo!>> esclamano esasperate quando dopo cinque minuti non ha ancora scattato una foto

<<mettetevi in posa ragazze>> ad ogni parola che dice corrisponde una mia risata, che standogli accanto lo contagio non permettendogli di svolgere il suo compito

<<charles ti lascio, te lo posso giurare>>

<<è lui>> ride dandomi una spallata, quanto adoro dargli fastidio. Gli concedo una pausa, riuscendo così a fare diverse foto alle ragazze <<finalmente possiamo entrare>> molla il telefono ad Alexandra scappando all'interno dell'hotel

<<el no tiene la sangre latina caliente como nosotros>> mi rivolgo ad Alexandra essendo messicana

<<è super freddoloso>> risponde mentre poso il braccio sulle spalle di Cloe <<oggi mi stai antipatico>> a questa farse Charles ci guarda sconvolto ma non possiamo fare a meno che ridere, perchè Leclerc deve essere preso in giro da tutti, è una regola

<<Lando mi ha scritto che sono già al bar>> avverto e ci dirigiamo verso gli altri ma quando arriviamo nella sala, rallentiamo tutti e quattro il passo. Il corpo di Cloe si irrigidisce, allontanandosi o meglio sfuggendo dalla mia presa <<Cloe>> sussurro, alza allarmata gli occhi su di me <<è tutto ok>> la tranquillizzo ma fugge da Alexandra

<<ciao Charles!>> esclama Rebeca vedendo il mio teammate, i due non vedendosi da molto tempo si stringono in un mezzo abbraccio, così come con Alexandra e poi eccola, che mi guarda con quegli occhi color ghiaccio che mi provocano dei brividi di freddo <<ciao Carlos>> le rivolgo un semplice sorriso a lei e al suo ragazzo. Sto per voltarmi verso Cloe per presentarla ma vengo preceduto <<tu dovresti essere Cloe, giusto?>>

<<..si>>

<<piacere di conoscerti, Rebeca>> le porge la mano che l'italiana stringe molto esitante. Uniti tre tavolini ed esserci accomodati fortunatamente vicini, il cameriere prende le ordinazioni per tutti <<Cloe, conosco tutti qui, perciò dimmi qualcosa su di te>> sarei curioso di sapere se il sorriso che le sta rivolgendo sia vero o falso,  sono passati anni e neanche mi interessa più decifrarla

<<oh ehm...non saprei che dire>> noto le sue guance macchiarsi di rosso <<faccio la fotografa in Ferrari>>

<<davvero? Allora dovrei chiederti qualche scatto!>> purtroppo senza controllarmi mi scappa una risata che storpio con una finta tosse <<e da dove vieni? Anche se è facile capirlo>>

<<sono italiana, precisamente di Roma>>

<<bellissima, ci sono stata poche volte..una non era mica con te?>>

<<si>> rispondo schietto, non ho per nulla intenzione di tirare a galla quei ricordi <<tienes frio?>> poggio una mano sulla gamba di Cloe coperta solo da una calza fina

<<un pochino>> sia per riscaldarla che per tranquillizzarla comincio ad accarezzarle la coscia

<<qua in fondo stavamo pensando ad un bagno nella piscina calda dopo cena>> ci informa Lando parlando con Max <<ovviamente siete compresi anche voi due>> guarda la coppia inseritasi

<<se non è un problema ci farebbe molto piacere>> riceviamo nel frattempo i nostri drink

<<un mojito nena?>> le chiedo apposta prendendola in giro per la basicità del cocktail, mi guarda imbronciata <<che piccola che sei>> sorrido affondando il viso nel suo collo in modo da poterci stampare un bacio. Sto cercando di farla sentire il più possibile a contatto con me, così da non perdersi nei suoi pensieri ma anche per farle capire che non mi importa se ci sia o meno la mia ex..continuerò comunque a starle attaccato.


<<Come mai ancora non sei entrata?>>

<<mi vergogno>>

<<e per quale motivo?>> prima che risponda passano diversi secondi, lo afferra per il braccio così da avvicinarsi al suo orecchio e sussurrargli parole a me sconosciute. Sono all'interno della piscina con tutti quanti, mancano soltanto Cloe e Daniel. Lei è seduta sul bordo del lettino, ancora vestita con una mia maglia, lui la raggiunge piegandosi alla sua altezza. Cerco di dissociarmi dalle altre voci e concentrarmi solo sulle loro mentre mi reggo con le braccia sul muretto <<dici sul serio?>> annuisce, comincio a sentire i muscoli irrigidirsi <<Cloe hai un fisico pazzesco, che te ne importa del resto. Avanti>> la incita e lei si alza in piedi per sfilarsi la maglia. Scatto fuori dall'acqua

<<ce qualche problema?>> li raggiungo a passo felpato passando una mano tra il ciuffo bagnato, la domanda è per chi mi risponde ma i miei occhi sono fissi in quelli di Ricciardo. Quest'ultimo preferisce allontanarsi ed ora lo sguardo si posa sulla mia ragazza <<quindi? Ce qualche problema?>>

<<no>> sussurra stringendosi le braccia attorno al busto

<<Cloe, che problema c'è?>> ripeto cominciando a perdere la pazienza

<<Carlos, nulla>>

<<nada..allora perchè hai avuto il bisogno di essere incoraggiata da Ricciardo?>>

<<Carlos non voglio farmi vedere in costume, ok?>> sputa di getto <<non mi va di ripetere le stesse cose, puoi già immaginare il perchè>>

<<non pensi che dovresti crescere un pò?>>

<<cosa?>>

<<hai ventiquattro anni, basta paragonarti alle altre dicendo soltanto 'loro sono modelle', 'loro sono influencer', 'loro sono questo, loro sono quest'altro'. Ti amo, però diventa pesante Cloe. Nel momento cui sto con te me ne può fregare di meno di tutto quanto, puoi essere anche in carne, magra, quel che vuoi ma a me basta che sia tu>> scaccio fuori questo piccolo sfogo e me ne torno in acqua, lasciandomela alle spalle. Posso capire le insicurezze, le accolgo ma sentire ogni volta 'lei è una modella, io non sono nulla' o l'episodio di adesso, mi fa sentire un peso sul petto. Fa parte della mia vita: essere circondato da persone famose, persone che fanno questo lavoro ma la mia vita ha voluto anche una ragazza comune come lei e sentire spesso quelle parole comincia anche ad infastidirmi, è come se dovesse sbattermi ogni volta il mondo da cui vengo, fatto di perfezione. Ciò mi fa sentire come se lei non meritasse me o io non meritassi lei, come se venissimo da due mondi paralleli in cui uno dei due è inferiore o superiore all'altro. Voglio soltanto vivere serenamente, con la mia passione che porta il successo che deve e la mia fidanzata che non deve essere per forza emergente.

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