Capitolo 39

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Pov Cloe

L'ira funesta di Carlos entra nel motorhome al termine delle qualifiche in cui è andato a classificarsi nell'ottava posizione. Siamo ad Abu Dhabi, l'ultimo Gran Premio, la tensione è alle stelle. Si toglie bruscamente la balaclava andando dritto nella dress room. Potrei lasciarlo solo a sfogarsi ma non sopporto vederlo così quindi busso prima di entrare. Chiusa la porta alle mie spalle alziamo contemporaneamente la testa <<non voglio sfogarmi su di te>>

<<abbiamo detto che devi migliorarti su questo lato perciò resterò qua>> è seduto sul tavolino con entrambi i gomiti sulle ginocchia, mi avvicino piegandomi alla sua altezza <<ehy>> con la mano accarezzo il suo polso cercando di fargli aprire gli occhi che tiene chiusi per regolare il suo umore

<<ottavo in qualifica..è da inizio stagione che non ho fatto altro che posizionarmi nelle prime file ed ora proprio qui ad Abu Dhabi, proprio all'ultimo Gran Premio, partirò ottavo>>

<<sono qualifiche, hai una gara davanti domani, potrà accadere qualsiasi cosa>>

<<andrà tutto a puttane Cloe. Voglio vincere ma se siamo partiti così non siamo sulla strada giusta>>

<<tu sei Carlos Sainz, lo Smooth operator, el matador. Ti basteranno pochi giri per ottenere il podio. Ti rendi conto di chi sei su quella monoposto? Sei una forza sovrannaturale. Non abbatterti per un'ottava posizione perchè per te sarà una passeggiata e comunque vada per me sarai tu il campione del mondo. Campione per avermi fatta innamorare, per aver realizzato il mio sogno, per avermi fatto appassionare a questo sport>> rimane in silenzio, assimilando le mie parole, poi finalmente sul viso spunta un sorriso

<<ti amo>> sussurra poggiando la fronte sulla mia

<<nel tardo pomeriggio andiamo a farci una passeggiata solo io e te, stacchiamo un pò da questa giornata, mh?>>

<<si>> gli accarezzo la guancia stampando sulle sue soffici labbra un bacio

<<vai a fare le interviste, ti aspetto nell'Hospitality>> quando ci alziamo ci troviamo l'uno di fronte all'altra, ci viene naturale stringerci tra le nostre braccia che sanno per entrambi di casa, un posto in cui tutto per un momento è in grado di placarsi.

Fuori città, nella zona in cui inizia il deserto degli Emirati Arabi, passeggiamo mano per mano. A volte abbracciandoci, a volte lasciandoci dolci baci e altre incrociando silenziosamente gli sguardi. Stiamo facendo ciò che ci siamo prefissi, lui più di me: starcene da soli staccando la testa dalle qualifiche ed io ci sto mettendo tutto il mio impegno per farlo rilassare. Guardandomi attorno penso a quanto certi paesi possano essere estasianti, adoro come in dieci minuti di strada ci sia un contrasto tra città e deserto e devo ammettere che è difficile per me scegliere quale parte preferire. Abu Dhabi, un mondo ultraterreno, grattaceli immensi, infrastrutture sostenibili, invenzioni che sembrano provenire dal futuro e poi il deserto, non bisogna immaginarlo come nei film con soltanto balle di fieno, perchè questa parte presenta lungo il tragitto alberghi extra lusso, ristoranti ma anche case dei meno abbienti. Mi separo un attimo da Carlos per fare una foto con il mio telefono ad un gruppo di cammelli in piedi accanto ad una casa <<ti assomigliano sai?>> lentamente giro la testa verso il mio ragazzo per fulminarlo con lo sguardo <<dai scherzo..loro sono più belli>> mi mordo l'interno guancia per non ridere e dargli la soddisfazione

<<sei stronzo Sainz>> punto il telefono su di lui, che anche se stronzo è maledettamente bello <<è fantastica questa foto>>

<<fammi vedere>> afferra il telefono tra le mani scrutandola attentamente <<si è fantastica, perchè ci sono io>>

Tutto nasce dal nulla|| Carlos Sainz Where stories live. Discover now