Capitolo 37

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Pov Carlos

<<Non c'era bisogno di trattarla così>>

<<Leclerc fatti anche tu i cazzi tuoi oggi ok?>>

<<ma che problemi hai eh?>> si avvicina prepotentemente a me, venendo in seguito afferrato dal braccio dalla ragazza <<la colpa è di entrambi>>

<<Charles tu hai il veleno en tu cuerpo cuando estamos en Monza, volevi a tutti i costi sorpassarmi pero mi ritmo era mas rapido que el tuyo in quel momento, è logico che avresti dovuto farmi passare>> e quando comincio a mischiare lo spagnolo all'italiano vuol dire che sto cominciando a  innervosirmi

<<Carlos stai dicendo un enorme cazzata>> sputa una risata nervosa <<sai che c'è? Ne parliamo domani con Fred, non mi va di stressarmi ancora di più con te. Quando fai così innalzi un muro che sinceramente non ho voglia neanche di sfiorare>> prende per mano Alexandra ed entrambi se ne vanno senza salutarmi. Mi incammino verso il motorhome dove mi chiudo dentro, così da cambiarmi in santa pace. Ho bisogno di stare solo, rilassare ogni muscolo teso del mio corpo e staccare la testa dalla gara di oggi. E' vero, oggi abbiamo fatto un grande errore: mostrarci come due rivali nella gara in casa. Forse è proprio quello il problema, entrambi volevamo mettere piede sul podio e si è creata quella sensazione che ti fa chiudere gli occhi su tutto, non importa più se si è compagni di squadra, amici o migliori amici al di fuori, l'importante è che si vinca. Eravamo solo io e lui a lottare per il terzo posto, fosse stato un'altra scuderia questa situazione sarebbe stata del tutto normale. Il mio cervello ha smesso di essere razionale, volevo vincere..vincere per la Ferrari, per tutti i tifosi italiani e per Cloe, volevo farle godere la mia vittoria nel suo paese. Il mio teammate avrà avuto i suoi motivi ed è finita così, una lotta spietata e tremendamente rischiosa. Ho i nervi tesi da giorni e questa cosa non mi ha aiutato, tanto che mi sono rivolto in quel modo a Cloe poco fa. Se ne è andata da sola, neanche mi sono preoccupato di dove potesse andare, talmente ho la testa da un'altra parte. Non ho intenzione di tornare in hotel e affrontarla, quindi opto nel farmi una doccia qui e di girare in macchina per la città, l'unico modo che preferisco per stare in solitudine.

Decido di non cenare. Sono in macchina da un'ora, girando senza senso per le strade di Monza con ancora molti tifosi in giro. Chissà se anche loro sono delusi da noi quanto l'intero team. Sento il tintinnio di una notifica, afferro il telefono sul sedile accanto al mio per leggere 'mi fai sapere almeno se hai intenzione di tornare in hotel stasera?' poggio il telefono sulle gambe e continuo a guidare. Guido fino a quando dopo dieci minuti fermo il veicolo 'scendi, sono fermo davanti l'entrata'. Nell'arco di cinque minuti vedo la sua figura scendere le scale di ingresso ed entrare in macchina. Le lascio uno sguardo, poi metto di nuovo in moto e come fatto fino ad ora torno a vagare per le strade. So che sarà in grado di non parlare fino a che non torneremo in hotel perciò preferisco parlare io <<ho girato a vuoto per la città>> la informo tranquillizzandola di queste orette di assenza <<hai cenato?>> scuote la testa <<vuoi mangiare?>> sussurra un flebile 'no'

<<non mi piace il tuo comportamento Carlos. Se sei incazzato per una tua bambinata come oggi, non hai il diritto di prendertela con me. Ti ho solo detto un mio parere, non ti ho fatto la telecronaca del tuo lavoro>>

<<tienes razon>> stringo il volante <<quando sono dentro quelle situazioni divento impulsivo. Ero e sono arrabbiato con me stesso e con Charles, in quel momento mi sono sentito attaccato anche dall'unica persona da cui voglio essere soltanto che cullato quando tutto va male>>

<<ti posso cullare con piacere quando hai delle sconfitte, quando non sei soddisfatto del tuo lavoro o quando una qualifica ti è andata male ma non quando le situazioni difficili le crei tu e trattarmi di merda inoltre davanti a Charles e Alexandra non mi ha di certo addolcita. E' orribile quando mi riversi a parole tutta la rabbia che hai dentro, dicendomi che non capisco niente del tuo lavoro, che non centro nulla, che non sono mai affari miei. Lavoro nel team anche io e sono la tua ragazza>> senza rispondere accosto la macchina in un parcheggio. Come un cane bastonato la guardo poggiando la testa al sedile

Tutto nasce dal nulla|| Carlos Sainz Where stories live. Discover now