Pov Cloe
L'ira funesta di Carlos entra nel motorhome al termine delle qualifiche in cui è andato a classificarsi nell'ottava posizione. Siamo ad Abu Dhabi, l'ultimo Gran Premio, la tensione è alle stelle. Si toglie bruscamente la balaclava andando dritto nella dress room. Potrei lasciarlo solo a sfogarsi ma non sopporto vederlo così quindi busso prima di entrare. Chiusa la porta alle mie spalle alziamo contemporaneamente la testa <<non voglio sfogarmi su di te>>
<<abbiamo detto che devi migliorarti su questo lato perciò resterò qua>> è seduto sul tavolino con entrambi i gomiti sulle ginocchia, mi avvicino piegandomi alla sua altezza <<ehy>> con la mano accarezzo il suo polso cercando di fargli aprire gli occhi che tiene chiusi per regolare il suo umore
<<ottavo in qualifica..è da inizio stagione che non ho fatto altro che posizionarmi nelle prime file ed ora proprio qui ad Abu Dhabi, proprio all'ultimo Gran Premio, partirò ottavo>>
<<sono qualifiche, hai una gara davanti domani, potrà accadere qualsiasi cosa>>
<<andrà tutto a puttane Cloe. Voglio vincere ma se siamo partiti così non siamo sulla strada giusta>>
<<tu sei Carlos Sainz, lo Smooth operator, el matador. Ti basteranno pochi giri per ottenere il podio. Ti rendi conto di chi sei su quella monoposto? Sei una forza sovrannaturale. Non abbatterti per un'ottava posizione perchè per te sarà una passeggiata e comunque vada per me sarai tu il campione del mondo. Campione per avermi fatta innamorare, per aver realizzato il mio sogno, per avermi fatto appassionare a questo sport>> rimane in silenzio, assimilando le mie parole, poi finalmente sul viso spunta un sorriso
<<ti amo>> sussurra poggiando la fronte sulla mia
<<nel tardo pomeriggio andiamo a farci una passeggiata solo io e te, stacchiamo un pò da questa giornata, mh?>>
<<si>> gli accarezzo la guancia stampando sulle sue soffici labbra un bacio
<<vai a fare le interviste, ti aspetto nell'Hospitality>> quando ci alziamo ci troviamo l'uno di fronte all'altra, ci viene naturale stringerci tra le nostre braccia che sanno per entrambi di casa, un posto in cui tutto per un momento è in grado di placarsi.
Fuori città, nella zona in cui inizia il deserto degli Emirati Arabi, passeggiamo mano per mano. A volte abbracciandoci, a volte lasciandoci dolci baci e altre incrociando silenziosamente gli sguardi. Stiamo facendo ciò che ci siamo prefissi, lui più di me: starcene da soli staccando la testa dalle qualifiche ed io ci sto mettendo tutto il mio impegno per farlo rilassare. Guardandomi attorno penso a quanto certi paesi possano essere estasianti, adoro come in dieci minuti di strada ci sia un contrasto tra città e deserto e devo ammettere che è difficile per me scegliere quale parte preferire. Abu Dhabi, un mondo ultraterreno, grattaceli immensi, infrastrutture sostenibili, invenzioni che sembrano provenire dal futuro e poi il deserto, non bisogna immaginarlo come nei film con soltanto balle di fieno, perchè questa parte presenta lungo il tragitto alberghi extra lusso, ristoranti ma anche case dei meno abbienti. Mi separo un attimo da Carlos per fare una foto con il mio telefono ad un gruppo di cammelli in piedi accanto ad una casa <<ti assomigliano sai?>> lentamente giro la testa verso il mio ragazzo per fulminarlo con lo sguardo <<dai scherzo..loro sono più belli>> mi mordo l'interno guancia per non ridere e dargli la soddisfazione
<<sei stronzo Sainz>> punto il telefono su di lui, che anche se stronzo è maledettamente bello <<è fantastica questa foto>>
<<fammi vedere>> afferra il telefono tra le mani scrutandola attentamente <<si è fantastica, perchè ci sono io>>
<<Carlos io credo che questa passeggiata ti stia facendo rilassare un pò troppo>> scoppiamo a ridere entrambi e mentre riprendiamo a camminare posto la foto sulle storie.
Qualche minuto più tardi raggiungiamo un chiosco per fermarci a fare un aperitivo, il cameriere ci accompagna nella terrazza esterna che affaccia sull'enorme distesa di sabbia e rocce, prendendo subito le nostre ordinazioni <<è meglio di tutte le città viste fino ad ora>>
<<anche meglio di Las Vegas, Ferrara?>> domanda sorpreso da questo mio parere
<<ehm..>> inclino la testa colta nel fatto <<non lo so..>>
<<forse non hai la giusta percezione per quanto hai bevuto quella sera>>
<<Charles era messo peggio, non credevo potesse avere le capacità di ballare sopra un tavolo e poi guarda che anche tu hai bevuto>>
<<non ho negato nulla infatti>> alza le mani. Arrivano i nostri cocktail, analcolico per Carlos dato che domani avrà la gara, accompagnati da un infinità di stuzzichini <<ceneremo con tutta questa bontà>> mi sfugge una risata <<perchè ridi?>>
<<è buffo come dici 'bontà', ogni volta sembra come se non avessi mai visto cibo>>
<<ci sono tre cose che venero: la Formula 1, il cibo e te>>
<<certo, un pò più in fondo potevi mettermici no?>>
<<pensala così: se non fosse per la Formula 1 noi non ci saremmo mai conosciuti, se non mangiassi morirei e tu rimarresti sola, però entrambe le cose ci sono e mi portano a te>> ascolto attentamente il filo del discorso divertita dai suoi pensieri
<<sei surreale, te lo giuro>> scuoto la testa sorseggiando il drink. Mi sistemo verso la vista così da potermela godere, al solo guardarla sento ogni muscolo del mio corpo rilassarsi e assimilo tutto, assimilo tutto perchè questa è vita, questa è la capacità che la vita ha di ribaltare la tua storia. Se qualcuno, ormai un anno fa, mi avesse esposto tutto ciò che ho vissuto fino ad ora probabilmente sarei scoppiata a ridere e se invece dovessi parlare con quella Cloe le direi 'preparati a vivere quella che è sempre stata la tua concezione di Vita, preparati ad amare, preparati a soffrire, preparati a sbagliare, preparati a viaggiare ininterrottamente in compagnia della tua passione. Non pensare che non sarai all'altezza di ciò che ti capiterà o meglio, se ti capiterà di pensarlo non preoccuparti accanto avrai un uomo meraviglioso che tirerà fuori da te tutte le insicurezze che hai sempre avuto'. Esco fuori dai miei pensieri sentendo la dolce melodia della risata di Carlos <<che c'è?>> gira il telefono verso di me <<Carlos! L'hai messa sulle storie non ci credo>> mi copro il viso con le mani
<<anche tu hai messo la storia e non mi hai detto nulla>>
<<il fatto è che tu a differenza mia sembri il dio Apollo sceso nel regno dei vivi>> apro il mio Instagram per ripubblicare la storia come lui ha fatto con la mia <<che coglione che sei>> ridacchio leggendo quel che ha scritto
<<posso farti una domanda?>> annuisco <<in un futuro vorresti dei figli?>> ci mancava poco che finissi per strozzarmi con un pezzo di focaccia, non ci siamo mai addentrati in questi discorsi che ho sempre amato ma parlarne ora con lui fa uno strano effetto
<<sin da quando sono piccola ho sempre desiderato diventare mamma e tu?>>
<<cinco niños >> spalanco gli occhi
<<cinque?! Meglio una sola femmina, massimo due, un maschio e una femmina. Del matrimonio invece che ne pensi?>> stavolta sono io a lanciare la domanda
<<ognuno ha i suoi pensieri ma io non condivido il pensiero di coloro che dicono che per dimostrare il loro amore non hanno bisogno di sposarsi. Ok, il matrimonio togliendo tutte le celebrazioni alla fine è un documento ma se per affermare ancor di più il mio amore per qualcuno ce bisogno di firmarlo sono pronto a fare qualsiasi cosa>>
<<penso lo stesso>> sorrido abbassando la testa, non nego che in questo momento parlando di ciò immagino ovviamente Carlos al mio fianco, forse sbagliando perchè c'è sempre una piccola parte di me che mi tiene preparata a qualsiasi eventualità
<<spero vivamente che tutto questo prima o poi si realizzi con te al mio fianco>>> alzo la testa quando come se mi avesse letta nel pensiero pronuncia queste parole, al che sento il mio stomaco fare sottosopra <<dalla faccia non sembri dello stesso pensiero>>
<<no è che..mentre parlavamo mi stavo immaginando tutto questo con te al mio fianco e non credevo potesse essere lo stesso per te>>
<<Cloe>> allunga la mano sul tavolo per afferrare la mia <<è soltanto un anno che ci conosciamo pero ya veo todo mi futuro contigo. Vedo per ora ancora una vita come quella di quest'anno, viaggiando facendo vacanze nei posti più belli del mondo, lavorando insieme nella scuderia. Quando entrambi staremo sui trenta cominceremo a pensare ai figli e chissà se saremo già sposati o no>> sento gli occhi farsi lucidi al solo pensiero che possa accadere questo nella mia vita <<ya me imagino a una pequeña Sainz con il nasino all'insù come il tuo e le lentiggini sul volto come le mie, ya me imagino cuando potrò dire 'mi mujer'. Ripeto, è passato soltanto un anno ma ti amo così tanto che mi viene naturale a volte soffermarmi ad immaginarmi mi futuro contigo a mi lado>>
<<dio, ti odio>> nascondo il viso quando una lacrima bagna la mia guancia. Mi alzo dalla sedia per andarmi a sedere sulle sue gambe e cingergli il collo con le braccia. Non so per quanto ma rimaniamo così, io cullata tra le sue braccia mentre entrambi ammiriamo la vista ed ormai anche se ci sono altre persone presenti, non ci importa più di farci vedere in tutte le nostre forme.