Never Ending Story | Cedric Diggory

❝ Come andrà a finire? ❞

Rimanemmo così per un po' a goderci quella sensazione magica, che riusciva a scaldare quei cuori bramosi. Quelle iridi grigiastre cercavano di comunicare con quelle pozze innevate, suggerendole di unirsi a loro. Il coro di voci continuava ad acclamare Diggory, urlando entusiaste il cognome del Tassorosso, il quale riuscì a grandi linee a superare la famigerata prova. "Ci sei riuscito" esordì contenta, scollandomi dalla sua fronte perlata dalle gocce d'acqua dolce.
Mi ammirò per qualche attimo e sorrise.
Una curva sottile e decisa, che trapassava le sue rosee labbra, tremanti per l'aria gelida.
Il suono lieve della sua risata risuonava nelle mie orecchie: era incantevole.
Posò entrambi i pollici rugosi sulle mie guance arrossate e sfiorò con essi il medesimo strato della mia pelle vellutata. "Merito tuo" affermò con voce profonda, ammiccando con occhi dolci. Non riuscivo a descrivere ciò che stessi provando, poiché quegli attimi parevano eterni. Era tutto così ingarbugliato e nuovo. Una sensazione ignota si scagliava contro il petto, lo stomaco e la gola secca. Era una combinazione perfetta ed unica nel suo essere, ma allo stesso tempo paurosa e da capogiro. Ogni cosa metteva in luce quel bizzarro sentimento fiabesco.

D'un tratto si sentì un forte tonfo e le doghe lignee della torre vennero smosse. Al bordo della struttura giaceva il corpo usurpato di Harry, intento a sputare tutti i residui dell'acqua stagnante.
Fleur Delacour, squalificata per non aver portato al termine la sfida, corse gioisa verso la piccola Gabrielle, felice di poterla rivedere. Hermione e Ron soccorsero l'amico, coprendolo di svariate coperte calde e complimentandosi con lui per la sua grande impresa eroica. Non solo aveva recuperato Ron da quell'abisso tetro, ma anche la sorellina della giovane di Beauxbatons. Gli urli incitatori tra gli spalti vennero interrotti dalla voce rauca di Silente. "Il vincitore è il signor Diggory - il ragazzo fu travolto dagli abbracci amichevoli dei suoi compagni, orgogliosi del suo successo - per la sua innata padronanza dell'incantesimo Testabolla. Ma, visto che il signor Potter sarebbe arrivato primo, se non fosse stato per la sua determinazione nel salvare, non solo il signor Weasley, ma anche gli altri ostaggi, abbiamo convenuto di premiarlo con il secondo posto" Harry rimase sconvolto dalle parole del preside, incredulo di essere riuscito a superare la sfida. I Grifondoro esultarono dalla gioia per la gloria che Potter stava portando alla casata, grazie alla sua fermezza nel Torneo.
Karkaroff fu amareggiato da tale scelta, poiché il campione di Dumstrang aveva superato la prova a pari merito con Diggory, qualificandosi ad un modesto secondo posto.

Finita la premiazione della Seconda Prova, tutti gli studenti si avviarono per la strada di ritorno al castello, dirigendosi nelle proprie camerate. Camminai per il lungo pontile, continuando a stringere il tessuto felpato attorno alla mia esile sagoma.
In un piccolo muretto in pietra sostava Kim.
La schiena era inclinata verso il suolo, formando una gobba, e le braccia erano conserte, adagiando fiacche sulle ginocchia semiscoperte. Il tutto accompagnato dal suo sguardo perso e vagante. "Kim - la raggiunsi - cosa fai qui da sola?". La ragazza dalle ciocche petrolio balzò in aria e distolse la mente dai suoi paranoici pensieri "Nulla. Stavo per rincasare" disse in sussurro insicuro assieme al suo sguardo permanente sul suolo "Capisco. Come ha reagito Malfoy al trionfo di Potter?". Nell'udire il nome del compagno, le due iridi tinte di smeraldo si affievolirono, sopprimendo quel colore brillante. Appassiva a piccoli passi come un fiore malcurato, sottraendosi alla sua bellezza. "Kim - la richiamai - cosa ti sta succedendo? Non sei più tu ultimamente. Parlami, ti supplico, voglio capire". Mi sedetti accanto a lei, tentando di incoraggiarla a sfogarsi. Posò i suoi occhi tristi su di me e abbozzò, per quanto potesse, un flebile sorriso "Sembra così complicato, non riesco a capire nulla - si mise le mani tra capelli - non fa altro che divorare ogni mia singola particella con disprezzo, per ricordarmi quella menzogna su di me, sulla mia vita" "Malfoy?" chiesi perplessa, interrompendola nel bel mezzo del discorso. Kim si limitò ad annuire affranta. "L'estate scorsa, dopo avermi aiutata a recuperare quella dannata materia, i miei avevano deciso di ringraziarlo con una vacanza insieme ai suoi genitori. Abbiamo trascorso ogni singolo giorno insieme, anche se forzati. Più il tempo passava, più la compagnia diveniva piacevole. Stavamo lentamente accettando la situazione e non ci dispiaceva. Ero sicura che fosse scattato un qualcosa, qualcosa di grande. Gli ho rivelato... - si fermò e mi guardò con quel suo sguardo distrutto, cercando comprensione e speranza. Riuscii a capire tra le sue parole velate il suo turbamento. La sua famigerata bugia, confessata al giovane platinato - mi ha distrutta. Ha masticato ogni singolo brandello per poi gettarlo con disgusto. Non riesco più a tollerarlo Solar, sono stanca di sentirmi giudicata dai suoi occhi. Non ho alcuna colpa".  Si nascose tra le mie braccia e pressò il suo viso, rigato dalle gocce salate, sul mio petto. La strinsi calorosamente verso me, poggiando il mento sulla sua impeccabile capigliatura pece. La sua voce era interrotta da quel pianto turbato, il quale non sapeva ancora cosa volesse veramente. Quelle sue emozioni contrastanti si stavano mostrando, aprendosi da quello scrigno, che le teneva prigioniere. Presi il suo volto tra le dita, asciugandole quelle perle di rugiada, che scendevano pericolose. "Lo capirà. Capirà il suo errore e il suo giudizio affrettato. Non scoraggiarti. Lascia scorrere i suoi pregiudizi, perché non meriti questo dolore. Sorridi. Mostra le levigature attorno alle tue labbra anziché le lacrime". La rallegrai nella fiducia che quel messaggio necessario fosse arrivato. "Grazie. - stropicciò la stoffa del giaccone sulle borse - Ci proverò". Mi abbracciò un'ultima volta, alzandosi infreddolita e andando via.