❝ Debolezze ❞

263 15 15
                                    

Lasciai quel posto pieno di dolore, che si infliggeva dritto nel mio petto, facendo cadere i piccoli granelli di fiducia rimasta.

Correvo, correvo via, da tutto, dalle mie insicurezze, dal mio dolore.
Persino da me stessa.

Mi fermai dinanzi all'entrata del ponte, boccheggiando degli azzardati respiri affaticati.

Lo stomaco si attorcigliava su stesso, il petto si faceva cullare dal male e la testa era avvolta da un uragano di paura. Volevo buttare tutto fuori: rabbia, paura, tristezza, dolore, insicurezza. Qualsiasi cosa passasse azzardata da quel via vai di informazioni interdette, che si trovavano dentro a quella mente persa.

Mi avvicinai ad una sporgenza, facendo scompigliare la mia pettinata chioma dal vento irrequieto.

Iniziai ad urlare, tutte le mie forze rimaste in un unico urlo durante lo scoccar della mezzanotte del gioioso Natale.
Un grido di disperazione, in quella notte illuminata di false speranze. Era uno sfogo, desideravo buttare giù e sgretolare quel muro costruito da mattoni di preoccupazioni, che ogni giorno mi comprimevano il respiro.

Gli occhi lucidi chiedevano pietà. Pietà da quel malessere, da quel sentimento astratto che diventava una orribile realtà in quest'anima contorta. Le lacrime che erano stanche di colare, per il timore di prosciugarsi per sempre, come un arido fiume, privo della sua lucente acqua fresca. Il mio corpo chiedeva pace, serenità da questo mondo che continuava a produrre disgrazie infinite.

Pace dalle persone che sanno solo deluderti.

Portai i palmi delle mie mani sulle mie rosate guance, coprendo gli occhi con le esili dita, asciugando quelle malinconiche e implacabili gocce. "Devo essere forte, forte per me stessa, forte di fronte a queste drastiche emozioni. Allora perché non ci riesco? Perché mi sembra tutto così inutile e privo di senso? E' così difficile. Sta diventando tutto impossibile, pure continuare a respirare o far fuoriuscire qualche breve parola. Mi sento così stupida, una stupida pazza che parla da sola." Sospirai, scuotendo la testa per riprendermi "Sono esausta di piangere, voglio smetterla di essere debole" dissi con voce tremante, guardando la splendente e bianca luna.

Acchiappai un po' del tessuto della gonna, alzandola lievemente per permettermi di camminare senza inciampare su di essa.

Rientrai nel caldo castello, in cui tutti stavano festeggiando ancora l'allegra festa. Intravidi Grace ballare con George Weasley un lento, si poteva benissimo notare la sua immensa felicità dai suoi sgargianti occhi verdognoli. Non potei che sorridere a quella dolce scena. Kim si era seduta su una delle tante sedie della sala, scambiando degli amari sguardi con l'egocentrico Malfoy. Cho si trovava al centro della pista, cercando il suo amato cavaliere scomparso.

Camminai per i corridoi, vagando con lo sguardo sulle pareti ornate da quadri antiquati. Tutti erano così radiosi per questo giorno così importante.

Le madri che cullavano i figli dando loro dei teneri baci, i bambini che gioivano per i regali ricevuti, i signori che si facevano compagnia a suon di canzoni natalizie e un po' di vino.
Tutti avevano trovato quella stabilità che si era persa tra quell'accumulo di brutti pensieri

"Oh tesoro, cosa ci fa quel musetto in quel visino?" "Non saranno mica problemi di cuore? Sei così giovane e bella, non scoraggiarti!" blaterarono fra di loro due ritratti di nobil donne. Le guardai "Mi rincuora sapere che due persone così gentili e oneste come voi mi appoggiano, ma la tenebrosità che porto dentro è più possente delle vostre conoscenze" sorrisi, lasciando le due in bilico.

Never Ending Story | Cedric DiggoryWhere stories live. Discover now