Parte 48.

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Mi specchio un'ultima volta non convinta dei miei abiti. Il vestito nero e gli stivaletti bassi dello stesso colore che ho scelto per andare in tribunale erano sembrati la scelta migliore stamattina ma adesso non ne sono così sicura.
Non sono riuscita a dormire stanotte e le occhiaie violacee ne sono la dimostrazione. Anche se ce l'ho fatta a camuffarle in modo discreto con del trucco riesco a sentire la pesantezza degli occhi a causa dei pensieri che mi hanno lasciato un po' di pace solo nei pochi istanti in cui ho chiamato Blake.

Non volevo farmi sentire debole, non volevo trasmettergli il turbinio di paure che mi stavano attraversando, eppure ho scelto di chiamarlo perché mi era sembrata l'unica cosa giusta in tutte quelle azioni insensate. Ho pianto al telefono ma non me ne sono vergognata, almeno una dozzina di volte mi è barcollata l'idea di riagganciare ed isolarmi ma ogni volta il mio corpo non rispondeva ai miei comandi creando una linea diretta con lui.
Non sono riuscita a raccontargli ogni cosa, ho solo accennato a tutto ciò che ieri ho scoperto e stavo attraversando perché volevo solo dimenticare in quel momento. Dimenticare la distanza, la solitudine che mi ha ritrovata quando sono tornata, volevo solo chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare in un posto lontano.
Blake ha lasciato che mi sfogassi senza interrompermi facendomi allo stesso percepire la sua presenza, il suo respiro regolare e misurato ha fatto calmare anche il mio e in quei minuti non mi sono sentita più sola.
Non abbiamo parlato molto e gliene sono stata grata, non c'erano bisogno di ulteriori parole che descrivessero quello che stavo vivendo perché nessuna frase sarebbe stata sufficiente.
Lui era lì con me e non serviva altro.

Ha aspettato che ritornassi a respirare normalmente, che i singhiozzi sparissero e le frasi iniziassero ad uscire senza interruzioni prima di parlare e condurmi dove solo lui sa farmi arrivare. Porterò le sue parole con me in quell'aula, mi rinchiuderò nella forza di quelle stesse parole per rivivere ancora una volta davanti ai giudici e avvocati i ricordi di quella sera, per guardarli in faccia e reagire.
Lo sentirò vicino in questo modo e non avrò paura con lui al mio fiano.

Chiudo gli occhi e faccio tre respiri profondi come d'abitudine quando sento l'agitazione salirmi dallo stomaco, li riapro per indossare la sicurezza e la superficialità che ho imparato a crearmi in queste situazione per apparire più forte e sicura di me.
Faccio una coda alta e svuoto lo sguardo da ogni emozione che potrebbe trapelare facendomi vacillare, gli avvocati sono bravi a riconoscerle e a far leva su queste, ecco perché ho imparato a distaccarmi da sensazioni emotive apparendo fredda e razionale. Non sono abituata a fingere di essere una persona che non sono ma nel mondo di avvoltoi ogni movimento deve essere ponderato o finirò per diventare la preda da consumare in cerca d'informazioni utili.
Sono riuscita a mangiare un'insalata per pranzo evitando d'incrociare lo sguardo di mio padre e Brianne che non è servito però a declinare il loro passaggio in macchina verso il tribunale.
Condividere lo stesso spazio stretto mi fa mancare l'aria rendendo l'atmosfera ancora più tesa. Apro il finestrino e respiro il vento fresco che mi sbatte in volto fino al nostro arrivo.
Guardo quell'edificio di mattoni rossi fin troppo familiare e riesco solo a pensare che pochi metri mi stanno dividendo da Scott, che ogni passo che sto percorrendo riduce le distanze da lui e mi da la forza di entrare senza indugiare.

L'ampio ingresso bianco asettico decorato solo da alcune piante verdi agli angoli accoglie alcune persone con completi eleganti e vestiti di marca che stanno parlando tra di loro. Guardo il pavimento di marmo lucido che riflette la mia immagine e seguo le linee delle piastrelle fino a quando non sento una voce conosciuta chiamarmi.
<<Alyssa ti stavo aspettando>>
Alzo gli occhi e incrocio lo sguardo del mio avvocato che mi sta sorridendo, l'unica persona che ci è stata vicina e ci ha sostenuto con determinazione fino alla sentenza ufficiale.
<<Ciao Paul>> rispondo prima di abbracciarlo.
Prima di essere il nostro avvocato Paul è stato soprattutto un amico che non ha voluto leggere le accuse ma ha deciso di parlare con me e mio fratello per sapere la nostra verità. È stata la prima persona a credere alla nostra innocenza e solo dopo essersi accertato di come stessimo ha accettato di volerci difendere.
Abbiamo passato interi pomeriggi parlando, è stato sempre molto onesto e non ha mai nascosto la verità circa la gravità della posizione di Scott ma nonostante tutto non ha mai smesso come noi di crederci.
Di fronte la sua giovane età che potrebbe farlo apparire inesperto agli occhi esterni non abbiamo mai creduto e non ci siamo sbagliati. Paul infatti è riuscito a far ottenere la pena minore a mio fratello, condannato a due anni e quattro mesi di carcere, e per questo ci fidiamo entrambi ciecamente dei suoi consigli.
L'umanità che lo contraddistingue è stato il motivo per cui non abbiamo avuto riserve nei suoi confronti da subito, riuscendo allo stesso tempo a tirar fuori davanti ai giudici le sue abilità, trasformandosi in un difensore perfetto.
Prima di parlare mi indica delle poltroncine rosse più appartate all'angolo dove un attimo dopo ci sediamo.

<<Come già sai Alyssa siamo stati convocati nuovamente perché ci potrebbe essere una svolta significativa della sentenza chiusa dieci mesi fa>> si ferma per aggiustarsi la cravatta e sfoglia alcuni documenti all'interno della sua cartella tirandone fuori uno.
<<Non hanno creduto alla tua versione ritenendo Scott colpevole di aggressione aggravata dalla quantità eccessiva di presenza di alcool in circolo nel corpo.>> Stringo i pugni a queste frasi che mi trafiggono il petto ogni volta, mi costringo a chiudere gli occhi per scacciare questo dolore e mi concentro sulle sue parole.
<<Non sei stata creduta Alyssa, ma c'è una deposizione mai ascoltata prima che potrebbe ribaltare la decisione della sentenza definitiva. Potresti quindi essere chiamata nuovamente a testimoniare ma io farò il possibile per non farlo accadere>> sorride calorosamente per tranquillizzarmi mentre io annuisco in modo automatico.
<<Scott sa già tutto?>> Chiedo apparentemente tranquilla mentre il tremore nella voce tradisce tutta la mia preoccupazione.
Non ho più sentito mio fratello da quando sono partita evitando anche d'informarmi sul suo conto tramite Paul, ma i miei pensieri non hanno smesso un istante di cercarlo.
Sono passati alcuni mesi dal nostro ultimo incontro, da quando gli ho promesso che avrei ricominciato la mia vita e avrei smesso di sopravvivere.

Quel pomeriggio ero entrata alla sala incontri inconsapevole che sarebbe stata l'ultima volta, odiando come sempre quel vetro spesso che mi divideva da lui e quel telefono che era l'unico mezzo per ascoltare la sua voce nonostante i suoi occhi fossero poco distanti dai miei. Vederlo con la tuta arancione era ogni volta una tortura perché mi ricordava che ero stata io a metterlo in quella situazione e non potevo fare più niente per impedirlo.
Ero entrata in quella stanza sforzandomi di sorridere ma appena avevo incontrato il suo sguardo il mio cuore, come ogni volta, aveva iniziato a vacillare. Ho ascoltato le sue parole che mi erano sembrate così insensate e disconnesse tra loro inizialmente, mi stava chiedendo di non cercarlo più, di vivere la mia vita distante da lui, di partire e riscoprire cosa significasse vivere, vivere davvero. Io non riuscivo a fare quello che mi stava chiedendo, non volevo lasciarlo solo e non volevo stare lontana da lui, riuscivo in quel momento solo a negare tutte le sue richieste ma lui questo lo sapeva già. Ecco perché mi aveva guardato freddamente dicendo che gli dovevo un favore e che dovevo promettergli quindi di fare tutto ciò che aveva detto, di andare via da quel posto e non tornarci mai più, di non parlare più neanche con Paul.

Non capivo e mentre le lacrime rigavano il mio viso non ho potuto fare altro che annuire piano, non potevo deluderlo ancora una volta ma le parole erano rimaste bloccate in gola impedendomi di pronunciare anche quell'unica promessa. Avevo visto però nei suoi occhi la preoccupazione alleviarsi e il suo sguardo distendersi, si era soffermato a guardare il mio viso in lacrime come a memorizzarne ogni dettaglio prima di parlare un'ultima volta ed andarsene.
Quelle parole erano state la chiave di tutto perché le avevo sentite anche molto vicine a me, e mi avevano fatto capire che la sua richiesta era in realtà un aiuto per sé stesso. Mi stava confessando una verità scomoda che mi rifiutavo di voler vedere, mi stava dicendo quanto ogni volta che me ne andavo sentisse il cuore trafitto da un coltello e che quel dolore era diventato troppo grande da portare in posti come quello perché significava essere vulnerabile, e non c'era spazio per la vulnerabilità nella lotta alla sopravvivenza in quell'ambiente. Avevo capito con quella frase che il modo migliore per restargli vicino fosse allontanarmi da lui, liberarmi dalle catene dei suoi pensieri per sostenerlo nel modo in cui voleva.

Non l'ho più sentito da quel giorno, anche se ogni tanto ricadevo nella tentazione di volerlo rivedere mi ripetevo che stavo facendo la cosa più giusta per lui, per noi. Perché se all'inizio faticavo ad accettare quella proposta col tempo ho capito che quella situazione stava bloccando la nostra vita, che quel dolore costante ad ogni visita ci ricordava il nostro passato come un segno indelebile e troppo vicino al presente, rendendoci fragili.

<<Scott sa tutto e non era d'accordo nel farti ritornare, ma forse avremmo bisogno ancora di te e anche lui lo sa.>>
Sbatto le palpebre velocemente perché i pensieri mi stanno annebbiando il cervello facendomi fuggire dalla realtà.
Paul sblocca il suo telefono e guarda l'ora mentre un'ondata di vento entra dalla porta principale facendomi voltare verso di essa.

Come l'ultima volta un brivido risale dalla spina dorsale e mi gela il sangue.

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Finalmente ci risiamo!
Spero in questo capitolo di aver chiarito aspetti importanti della vita di Alyssa; come il motivo che la spinta ad andar via dalla sua vecchia vita.
Inoltre, cosa le avrà detto Blake?
Cosa pensate accadrà?

Non manca ormai molto, grazie per essere ancora qui dopo questa breve assenza.
Cercherò di aggiornare prima del prossimo venerdì.
A presto.♡

(Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now