Parte 47.

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L'odore dei libri m'invade subito e mi godo questo breve istante in cui vengo trasportata tra le pagine incise d'inchiostro nero e copertine usurate. Saetto lo sguardo tra i titoli nelle mensole della libreria ordinati per poi passare al resto della stanza. Il letto rosa che occupa la maggior parte dell'ambiente è ancora sormontato dai piccoli cuscini delle stesse tonalità nella parte superiore, la scrivania bianca incornicia me e mio fratello mentre lo specchio dell'anta dell'armadio è ancora ricoperto da frasi dei miei scrittori preferiti.
Sembra più una camera di una ragazzina ma ho amato da sempre questa stanza proprio per questo, per ricordarmi di essere sempre un po' così, di sognare senza limiti e di amare incondizionatamente come il cuore dei bambini.

Entro nel piccolo bagnetto privato e faccio scorrere l'acqua calda che poco dopo appanna i vetri innalzando una nube di vapore, m'infilo sotto il getto caldo dove chiudo gli occhi e perdo la cognizione del tempo. La testa mi pulsa di pensieri che mi costringono con la mente a rimanere lucida e ancorata qui, il cuore invece è assente perché sta battendo prepotentemente in un luogo lontano.
Faccio scorrere le dita negli stessi posti che hanno percorso le labbra di Blake solo qualche ora fa e posso sentirne ancora il profumo e la sua presenza addosso. Sento bruciare i muscoli indolenziti del ventre e sorrido pensando che ha mantenuto la sua promessa: lo percepisco ancora dentro me anche a distanza di un giorno e non penso ad altro se non al "nostro posto".

Traccio lo stesso sentiero dei suoi baci e rivivo le sue carezze che contrastano con la rudezza della persona che vuole apparire, sento ancora il suo tocco e presto la pelle liscia lascia il posto ai brividi che mi fasciano il corpo. Il suo sapore scivola via da me come l'acqua che rimuove ogni traccia di noi e quando esco dal bagno il sole sta calando mentre la luna incombe.

Infilo una felpa larga e dei pantaloni neri prima di recuperare il telefono dalla borsa. Non l'ho ancora acceso da quando sono atterrata e lo sto stringendo così forte tra le mani che iniziano a diventare più bianche e fredde, ma so di non poter più rimandare.
Mi appoggio alla finestra e premo il pulsante d'avvio mentre la stanza si riempie del suono delle notifiche ricevute. Ci sono per lo più chiamate perse da Blake e messaggi da Becka che mi avvisa di aver dovuto confessare e di quanto sia diventato furioso con tutti.
L'avverto del mio arrivo e la ringrazio ancora per quello che ha fatto, silenzio il telefono e lo appoggio sopra al comodino con la consapevolezza di dover affrontare presto anche lui.

Guardo il cielo e mi meraviglio della visuale che si riesce a vedere dalla mia stanza perché le poche luci intorno non oscurano le stelle a differenza del campus. La luna piena inizia a brillare alta e mi domando se anche da loro è così bella o se le nuvole ne coprono lo splendore, se anche Blake la starà guardando in questo momento o se i suoi occhi staranno osservando qualcosa di migliore.

La voce di mio padre che mi avverte della cena pronta mi riporta alla realtà, lancio un'ultima occhiata al cielo prima di uscire dalla camera.
Brianne dev'essere tornata perché mentre sto attraversando il corridoio ascolto in sottofondo le loro voci che si mischiano al suono della televisione, alzo gli occhi al cielo perché so che nessuno può vedermi e lo sguardo mi cade sulla porta socchiusa della camera di Scott.
Non sono più entrata dal primo attacco di panico che ho avuto nel suo letto, da quando ho capito che la sua stanza risvegliava in me sensi di colpa e sensazioni troppo potenti da poter essere gestite come avrei voluto.
Faccio scorrere la mano sulla maniglia fredda e ne vedo filtrare una luce accesa al suo interno, solitamente avrei richiuso la porta e avrei chiesto a mio padre di spegnerla, non sarei mai entrata di nuovo senza la presenza Scott al mio fianco.
Fino a qualche mese fa avrei pensato così, ma la verità è che da quando ho ritrovato me stessa in un'altra città il mondo sembra fare meno paura.

Così con le mani che iniziano a tremare scosto la porta lentamente prima di fare un passo al suo interno e sbatto le palpebre velocemente mentre mi guardo intorno confusa.
Non posso credere a ciò che i miei occhi stanno osservando.
Il profumo di mio fratello è stato ricoperto dall'odore fresco di vernice azzurra che ricopre le pareti bianche, il suo letto ha lasciato spazio ad una culla posizionata al centro della stanza e un lettino bianco che l'affianca. L'armadio imponente è stato sostituito da mobili più piccoli e altri oggetti di cui non ne conosco l'utilizzo mentre apposto della sua scrivania si trova un fasciatoio.
Scott non c'è più, ogni traccia di lui è scomparsa.
Sento i muscoli del corpo intorpidirsi e una rabbia accendersi velocemente quando realizzo che mio fratello è svanito per questa casa, che il suo posto è stato distrutto.
Mi sento bruciare come le fiamme di un incendio indomabile e non ho intenzione di smettere. Stringo i pugni lungo i fianchi per trattenere le lacrime mentre scendo le scale e irrompo in cucina con la vista annebbiata.

(Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora