Capitolo 20

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Erika p.o.v

Quello che mi ha fatto avere è un mini abito glitterato argentato, con uno spacco profondo sulla schiena che me la lascia completamente nuda, ma per fortuna, insieme all'abito, mi è stata consegnata anche una pelliccia.

'Ti vestirai in questo modo' mi ha ordinato Min, 'comincia a prepararti'.

Min non fa che impartire ordini. Quella dove vivo da diversi giorni deve essere la sua dimora, forse non proprio la casa nella quale sta, credo una sorta di posto nel quale nascondersi, dal quale muovere i suoi passi, non è niente di che del resto, è una casa piccola, con lo stretto necessario. Con tutto il denaro che gli è stato consegnato anni addietro, dubito molto che l'abitazione nella quale dimora davvero sia così e specialmente non deve trovarsi nemmeno nei paraggi, sarà lontana.

Da quando siamo qui, Min non fa che tenermi d'occhio per paura che possa commettere sciocchezze, esce poco e quando lo fa, lascia che sia qualcun altro a sorvegliarmi.

Non mi tiene legata, ne mi maltratta, però mi costringe a prendermi cura della casa: devo tenerla pulita, devo cucinare per lui, lavare la sua roba ma sopratutto non devo dargli fastidio. E' un pò come stare da mio padre, anche Min, del resto, mi si rivolge con lo stesso tono freddo e autoritario.

Le mie giornate trascorrono così, tra le faccende domestiche e i pensieri che mi assillano, preferisco spazzare, strofinare e stirare per tenermi impegnata, piuttosto che restarmene a letto a lasciare che la mia stessa mente mi logori il cervello.

'Sono pronta' lo avverto, il rumore dei tacchi contro le piastrelle del pavimento lo fa voltare. Anche lui si è messo tutto in tiro.

'Wow, sei uno schianto' ammette con un sorrisino.

Min non ha mai osato abusare di me, credo perchè altrimenti il mio valore potrebbe diminuire. Comunque non rientra nei suoi interessi violentare una ragazza, a lui importa solo il denaro.

'Il tuo ventre è ancora piatto' nota, io mi sfioro la pancia con una mano e deglutisco, poi fisso la mia immagine allo specchio.

E' vero, la pancia non si nota ancora.

Non riesco ancora a credere che dentro di me si stia sviluppando una vita.

Non riesco a capire se sia una cosa positiva o meno.

Forse in altre circostante piangerei dalla gioia, ma non è questo il caso. 

Ho paura per la creatura che porto in grembo, la mia non è poi una così bella situazione e quella di suo padre è anche peggio. Questo è il figlio di Yoongi che ancora nemmeno sa di lui e temo la decisione che potrebbe prendere se ne venisse a conoscenza.

Una famiglia tutta mia è quello che ho sempre desiderato avere, volevo ricostruire quel nido familiare, quel quadro perfetto che non ho mai avuto ma forse non siamo pronti, non lo sono nemmeno io che tanto l'ho voluto, non lo è certamente Yoongi.

Anche senza tutti questi guai potrebbe non accettarlo mai. Del resto stava tentando di costruirsi una carriera. Un figlio potrebbe rappresentare un ostacolo.

Come reagirei se mi obbligasse di sbarazzarmi di questo esserino innocente?

No. Yoongi non lo farebbe mai.

Solo non posso ancora parlargliene.

Devo smetterla con questi cattivi pensieri.

'Dove siamo diretti?' domando a Min che continua a fissarmi con approvazione, come si fa con un bocconcino succulento. E' vero che Min finora non ha mai osato guardarmi in questo modo, ma mi ha sempre vista in jeans e felpa, completamente struccata e con i capelli in disordine. I suoi occhi, ora, sono diversi e non vorrei iniziare ad avere paura di lui.

°you're the light°Where stories live. Discover now