57

101 3 0
                                    

SEAL

Domani. Mancano 24h. Compirò diciotto anni e forse morirò. Non potevo restare a scuola, non vedendo tutti preparare la mia festa. In una circostanza normale sarei stata lì ad organizzare ogni più piccolo dettaglio, ma non oggi.

Ho già infranto tutte le regole esistenti sui viaggi nel tempo, perché preoccuparmi ora? Per questo sono qui, difronte al locale dove ho rivisto mio padre dopo. Dove mi ha rivolto la parola e mi ha accettata, ancora una volta. È dentro con mia madre che ha in braccio una bambina... me. Quando mi vede esce e mi raggiunge a qualche metro distanza, più vicini al bosco che al locale.

-Ehi piccola- mi abbraccia lasciandomi un bacio affettuoso sui capelli

-Ciao papà- non sopporto il suono della mia voce in questo momento. È come se si potesse spezzare da un momento all'altro. È debole, vulnerabile.

-Che succede?- mi chiede subito prendendomi il volto tra le mani e guardandomi negli occhi.

-Sai che non funziona con me- accenno un sorriso riferendomi al soggiogamento.

-Non volevo costringerti a parare con me... Domani compirai un anno- dice voltandosi verso il locale e guardando mia madre che gioca con la piccola. Ha uno sguardo così felice. Come faccio a dirgli che potrei morire e che tutti i suoi sacrifici, la sua morte, potrebbe essere stato tutto inutile?

-Domani ne compirò diciotto. Per questo sono qui. Volevo vederti- non ho mai pianto così tanto in vita mia, ma lui è mio padre ed è solo per questo che mi permetto di avere gli occhi lucidi mentre osservo la sua espressione preoccupata sul volto.

-Domani è il giorno?- non voglio neanche chiedergli come lo sa. Semplicemente annuisco incapace di parlare. Prendo un respiro profondo per cercare di ritrovare le forze. Non è così che mi ha cresciuta.

-Non voglio morire papà. La morte colpisce le persone che ti vogliono bene. Perché sono loro che restano e soffrono per la tua morte, lo so meglio di chiunque altro isto tutte le persone che ho perso e che sono morte per me. Tu trovi la pace dall'altra parte- "l'alta parte" è l'aldilà delle creature sovrannaturali, me lo ha detto Lucifer una volta.

-Ho rotto con Set, che tra parentesi è un angelo, ora sto con Lucifer, che è il diavolo. Capisci? Lascerò a soffrire la mia migliore amica, un angelo che mi ha salvato ka vita quando ne avevo bisogno e il diavolo che me l'ha cambiata invece così come io ho cambiato la sua- è ufficiale, ormai sto piangendo incapace di fermarmi.

-Seal, tu sei una Grafite. E noi non ci arrendiamo, mai. Non demordiamo, mai. Non perdiamo la speranza, mai. Guarda tua madre- mi indica il locale poco distante da noi mettendosi di fianco a me per lasciarmi copleta visuale. La vedo mentre gioca con la bambina, la ama tantissimo lo riesco a pecepire anche da qui.

-Nonostante sapessimo i rischi che avresti corso e i sacrifici che avremmo dovuto fare. Nonostante sapessimo tutto ti abbiamo comunque voluta e ti amiamo. Ti ameremo sempre-

Come se avesse avvertito la nostra presenza, mia madre alza lo sguardo e ci vede. Dopo un attimo di confusione mi sorride e mi saluta mimando "ti amo" con le labbra e facendo salutare la bambina con la piccola manina. Mio padre ritorna difronte interrompendo quello scambio di sguardi.

-Ascolta. Tu sei forte, più di quanto credi e vincerai. Io so che lo farai. Non morirai il giorno del tuo diciottesimo compleanno. Non con tutta la vita davanti. Quindi ora torna a casa. Preparati. Sta con i tuoi amici e i tuo nuovo ragazzo che, fra parentesi, sapevo sarebbe successo. E dopo i tuo compleanno torna qui. Io, noi, ti aspetteremo proprio fuori questo locale-

In un attimo non ho più quasi diciotto anni, ma sono tornata la bambina piccola che voleva essere protetta da suo padre e cercava rifugio tra le sue braccia. Ha un odore così familiare e allo stesso tempo nuovo. Non vorrei lasciarlo più andare, ma devo. Per lui, per la mamma e tutti i miei amici. Non posso arrendermi e non lo farò.

-Ti amo, piccola- così come mi ha salutata al mio arrivo, mi da un ultimo abbraccio lasciandomi un bacio affettuoso sui capelli per poi tornare dentro. Resto ancora un minuto per vederli, tutti e tre, come una famiglia normale che si ama. È impensabile che lo stesso uomo che ha sulle gambe sua figlia e quella della donna che ama e la fa giocare e divertire con delle facce buffe sia stato un tempo cattivo.



Non sto piangendo ho solo qualcosa nell'occhio... Che ne pensate di questo capitolo?

Il Mio Diavolo Guardiano. LuciferWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu