L'occhio mi cade sulla gamba. Già... io volevo solo chiarire, volevo solo che fosse mia amica... e questo è quello che mi è successo. Ecco quello che sono riuscita ad ottenere a fidarmi delle persone, una gamba graffiata, degli artigli sui fianchi, una notte passata nella paura... e la consapevolezza che gli esseri sovrannaturali esistono.

Io stavo cosi bene prima! E chiunque dica che me la sono cercata, mente... perché avrebbero potuto spiegarmi prima la situazione, avrebbero dovuto dirmi la verità! Non so cosa avrei fatto, ma sicuramente sarebbe stato meglio delle ferite e delle urla di poche ora fa.

Mi alzo dal letto decisa. Io ho paura... ma sono anche arrabbiata e non voglio rimanere un secondo di più a contatto con queste persone... no, mostri! Tutti loro sono dei mostri, tener nascosta una cosa del genere... ma cosa hanno nel cervello? Dovrebbero chiamare un dottore, ma uno di quelli bravi, ma molto bravi.

Fanculo... mi poteva ammazzare, anzi lo voleva fare, Charlotte era pronta a darmi il colpo finale, non mi sentiva, non ragionava, e anche se la considero mia amica, io voglio ancora vivere cazzo! No! Sono tutti dei mostri.

In un moto di rabbia prendo la piccola lampada che c'è sopra il comodino. Passo di nuovo davanti allo specchio di prima e adesso mi riconosco. Voglio andarmene e me ne andrò... anche a costo di impugnare un fucile e diventare un cazzo di cacciatore di lupi!

Apro lentamente la porta, cercando di fare il minor rumore possibile... non ho tutte le informazioni perciò mi affido a quello che ho letto nei libri o quello che ho visto nei film... oh sticazzi, sicuramente qualcosa di vero ci dovrà essere.

Dovrebbero avere un udito più sviluppato e anche un olfatto da cani. Ma che discorsi faccio? Mai mi sarei immaginata di arrivare a fare questi pensieri.

Faccio un passo nel corridoio. Per fortuna mi ricordo com'è organizzata la casa. La porta accanto a quella di Brutus è uno sgabuzzino, a poca distanza c'è quella degli ospiti e a metà corridoio ci sono le scale che mi porteranno al piano di sotto. Stringo la lampada come un'ancora di sicurezza.

Mi guardo i vestiti portando al naso la maglietta... sa di Brutus... una fitta mi colpisce al cuore. Mi compare in mente il ricordo di lui che mi bacia in una distesa di girasoli. Scuoto la testa. Ok... il mio odore è mascherato dal suo. Mi lego i capelli in una coda alta.

Non ho un piano preciso ... anzi per ora sto pensando solo a capire dove sono, cosi poi da capire come e da dove poter uscire. Mi avvicino alle scale e sento chiaramente delle voci... anzi delle urla. Butto giù un bel po' di saliva. Che cavolo sto facendo? Forse è meglio se torno in camera e salto dalla finestra.

"che cazzo Brutus!" sento urlare dal piano inferiore. "un'umana!? Davvero? Come hai potuto essere cosi stupido" mi avvicino fino accucciarmi a terra. Dalle scale riesco a vedere alcune ombre. Sono tutti molto agitati. Appoggio la guancia alla lampada... la mia arma micidiale.

"zitto Erik!" Brutus... questa è la sua voce, la sua voce autoritaria. "non sono affari tuoi" ribatte piccato. "ed invece sono affari nostri... Charlotte stava per ucciderla. Se non fossimo intervenuti noi adesso sarebbe morta e saremmo tutti nella merda" sarei morta... lo sapevo, ma sentirlo dalla bocca di altri rende la cosa più reale. Stavo per morire.

"che ci faceva Charlotte li?" la voce soffice e femminile di Allison mi arriva alle orecchie. Ci sono proprio tutti eh... "credeva di farcela... non si trasformava da mesi, era riuscito a controllarlo... stanotte dev'essere andato storto qualcosa" replica Brutus. La sua ombra è più grande delle altre, significa che è più vicino alle scale rispetto agli altri.

"è colpa di Livia" di nuovo Allison. Certo è colpa mia! Ovvio... io sono stata quasi uccisa e la colpa è mia. Sento rompersi qualcosa. Sussulto. "Brutus che fai?" non riesco a capire la situazione... forse ha rotto qualcosa. "non è colpa di Livia" il tono di Brutus è roco e basso... fa paura. Un brivido mi attraversa il corpo. C'è un momento di silenzio come se nessuno osasse replicare.

Resta con meWhere stories live. Discover now