Capitolo 31

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Guardo fuori dal finestrino. Gli alberi corrono lungo la strada ad una velocità tale che non mi permette di soffermarmi su nessuno di loro. La macchina balla, dai sedili di dietro si sente ancora di più. La musica crea un leggero sottofondo che mi infastidisce, tutto mi infastidisce. Mia madre si gira dal sedile davanti e mi guarda sorridendo.

"tutto bene amore?". Mi stacco dal finestrino guardandola e annuendo con un sorriso timido. Sappiamo entrambe che ultimamente sorrido più per lei che per me. Non voglio che si preoccupino per me, voglio che siano felici.

"Ho sentito la nonna ha detto che la il tempo è bellissimo" la mamma cerca di alleggerire la situazione ma sappiamo tutti che non le sarà felice questa volta. Babbo continua a guidare in silenzio, non mi guarda e credo di sapere il perché. Mi vengono le lacrime agli occhi e per non farmi vedere ritorno a guardare fuori dal finestrino. Mi dispiace.

Mentre cerco di rimandare indietro le lacrime, gli alberi cedono il posto al cemento, il traffico si fa più fitto e le macchine aumentano.

Lo sforzo di trattenere le lacrime mi provoca un forte dolore su tutta la mascella e sento che la testa comincia a farmi male. Non mi piace piangere ma ultimamente sembra che sappia fare solo quello.

La macchina si ferma e per la prima volta mio padre si gira e mi guarda. "Siamo arrivati"

Pochi giorni prima

Ok... l'ho presa male. Ho preso una di quelle bastonate che non penseresti mai di ricevere finché non te la ritrovi sulla testa. Tu la guardi e lei con un cazzo di sorriso sadico ti riguarda salutandoti pronta ad infliggerti dolore... ma quello serio, un dolore che io pensavo di non poter provare.

Sono sempre stata solare, sorridente e positiva, non mi sono mai buttata giù anche perché ritengo che le cose possono sempre andare peggio. Ma per la prima volta io... io non riesco a vedere il peggio.

Brutus ha trovato la sua compagna.

Buffo vero? Cinque minuti prima mi sussurrava che ero la sua vita e poi tremava per l'emozione di aver trovato la sua compagna... la sua metà.

Cammino per il corridoio guardando per terra e stringendomi sempre di più nella felpa. Mi avvicino alla mia aula. Prima ora, storia. Una gioia.

Mentre attraverso la soglia della stanza sento una risata. Cristallina. Pura. Stronza. Se è possibile mi rintano ancora di più nella felpa. Ci voglio annegare.

Mi siedo al mio banco, terza fila, finestra. Bene adesso l'unica cosa che devo fare è ignorare tutto, fissare la lavagna e sentire di come il generale Caster abbia sterminato intere tribù di indiani. Questo è quello che ho intenzione di fare.

La campanella suona e gli altri studenti si affrettano a sedersi. Ancora quella risata. Ora spacco tutto. Sul serio... dovrei essere triste, delusa, in piena crisi di pianto... ma in realtà vorrei... vorrei solo... spaccare tutto.

Guardo fuori dalla finestra per calmarmi... piove, strano. Che tempo di merda. Chiudo gli occhi cercando di pensare a casa. Al sole, alle colline verdi, al vento che ti alza la maglietta, alla tranquillità della campagna e al suono delle cicale.

"Livia" il mio nome. Mi giro e trovo Charlotte seduta accanto a me. "Livia" ripete. Purtroppo nel girarmi per guardarla ho una perfetta visuale di Brutus e Ariel... si Ariel come la fottuta sirenetta... ovviamente non si poteva chiamare Cacca fumante... eh no... una maledetta principessa.

Lui ha un braccio sulle sue spalle e ridono, le mani intrecciate.

Fanculo

Fanculo

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