Capitolo 6

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"In presidenza? Davvero Livia?" Mia madre si passa una mano tra i capelli. Sono seduta in cucina mentre guardo mia madre che va avanti e indietro con uno straccio in mano.

Davanti ho un piatto di pasta quasi finito. Mio padre accanto a me mi guarda serio. "non pensavo che ci avresti dato problemi" continua sgridandomi. Abbasso gli occhi. Ovviamente non appena sono tornata a casa i miei era già stati informati della mia piccola disavventura a scuola. Inutile dire che non sono stati esattamente contenti di quello che è accaduto, anzi....

"io non volevo" dico a bassa voce. "ma che ti è preso?" continua mia madre stavolta mettendosi al mio pari e fissandomi. "mi hanno spinta" dico infine. "non è quello che ci hanno detto" continua lei, adesso con voce perplessa. "ma è la verità... io stavo in corridoio con Charlotte e lui mi ha spinto a terra, poi una ragazza vi ha offeso e non ci ho visto più" dico soltanto.

Sento la mano di mio padre sulla mia. Lo guardo e vedo comprensione nei suoi occhi. Mi giro verso mia madre, adesso il suo sguardo è più dolce. Non voglio dirgli che la persona che li ha offesi fino a pochi giorni fa era proprio qui... davanti a loro.

"scusate" dico soltanto. Si scambiano una rapida occhiata e sul volto di mio padre compare un sorriso. "dovremo metterti in punizione signorina..." dice serio. Mia madre lo affianca. "certo una bella punizione" contro ribatte. Cerco di trattenere una risata. Questo è il loro modo di dirmi che è tutto a posto, che non sono arrabbiati con me... anche se tecnicamente mi stanno mettendo in punizione.

"ehm... a letto senza cena" mio padre mi guarda dritto negli occhi indicando con un dito la mia camera, al piano superiore. Nonostante tutto il suo tono di voce è scherzoso. "ottimo caro" mia madre annuisce. "peccato che io abbia già mangiato" dico riferendomi al piatto di pasta. "oh... bhe allora..." "... allora niente televisione per stasera". "siete seri? Io non ce l'ho la tv in camera". Ma abitiamo nella stessa casa?

Non sono quasi mai stata in punizione e loro non sono abituati a darmele. Sorrido. Mi alzo da tavola, tanto ormai abbiamo finito. "bene ragazzina, non si esce... stasera non si esce con gli amici" mio padre fa la voce grossa. "credo che la mia mancanza di fasciano abbia vanificato anche questa punizione" dico alzando le spalle. "potrei pulire il bagno... ormai sono diventata brava in quello" dico cominciano a salire le scale. "il bagno?" sento la voce di mio padre e poi le loro risate.

Sospiro. Entro dentro la mia camera buttandomi sul letto. Rispetto a quella di prima questa camera è molto più grande, il che mi trasmette una sensazione di disagio. Quando dormo mi piace avere il letto attaccato al muro... cosi se dovesse entrate un ladro ho meno lati scoperti. So che è una cavolata ma da piccola avevo il terrore di queste cose. Sono un essere umano che adora la luce... il buio mi trasmette ansia. Ancora oggi ho paura a mettere fuori dal letto qualsiasi arto mentre dormo, come se il materasso fosse la zona sicura.

Abbraccio il cuscino. Ormai fuori è buio. Oggi è stata veramente una giornata da dimenticare. La spinta, Allison, la punizione e poi Brutus e quella maledetta frase "tu non capisci"... forse mi sono persa il fatto che questo è il motto cittadino perché tutti ripetono questa dannata frase. Cosa non capisco? Credono che al posto del cervello abbia una nocciolina? Sospiro affossando la testa nel cuscino. Il telefono vibra.

Stai meglio?

Dopo che sono tornata a casa mi sono sfogata con Benedetta raccontandole tutto. Ovviamente non può capire a pieno la situazione, perché è lontana, ma sentire una voce familiare mi è stato d'aiuto.

No.

Rispondo. Sono ancora arrabbiata e infastidita, anche se non so da cosa.

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