Capitolo 3

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È una settimana che frequento la scuola e devo dire di non aver avuto poche difficoltà. Sono stata sgridata per le cose più assurde "non si può mangiare in classe" "quella è la macchinetta degli insegnanti" "si deve indossare la tuta della scuola nelle ore di ginnastica" tutte cavolate per conto mio. Sospiro mentre guardo le ragazze correre nel campo di atletica. Qui prendono lo sport in modo un po' troppo serio. Per me le ore di ginnastica sono sempre state un "fai come vuoi, hai due ore per restare in palestra e fare qualcosa che sia simile a un'attività fisica". Mi ricordo ancora quando la professoressa apparve in palestra con uno stereo e un cd di musica latina cominciando a ballare la salsa... e non sto scherzando... episodio successo veramente. Un piccolo sospiro esce dalla mia labbra. 

Sto sospirando sempre di più. Davanti a me sfrecciando una serie di ragazze nella loro divisa scolastica che consiste in pantaloncini e una maglietta. Io mi domando ancora se qualcuno in questa città abbia la minima idea di cosa sia un termometro... o se ne abbia mai visto uno. Anche oggi sono vestita a strati, come una cipolla. Loro invece corrono tutte tranquille... cioè corrono e parlano... una cosa che a me ammazzerebbe la milza. Non sono una ragazza a cui non piace lo sport, intendiamoci, però preferisco quelli in cui c'è una squadra, in cui le persone si incitano e si tirano su di morale a vicenda. In Italia giocavo a pallavolo e anche se non eravamo cosi tanto brave, mi sono molto divertita. Ho conosciuto delle persone che sono rimaste nella mia vita e a cui oggi tengo moltissimo. 

Mi sistemo meglio sulle gradinate degli spalti che danno sul campo. Mi sono nascosta qui per non correre, sperando che il professore non mi veda. Non può farci correre per due ore, è da mostri. Ci dovrà pur essere uno sport diverso dalla corsa che questi ragazzi praticano... cavolo hanno un intero campo a loro disposizione. Appoggio il mento sopra la mano. Ho scoperto che ci sono un sacco di corsi dopo scuola a cui, sfortunatamente, mi devo segnare. Credo che seguirò il corso che fa Charlotte, cosi almeno avrò compagnia. Mi spezza il cuore sapere che non tornerò a casa dopo le canoniche 5/6 ore di scuola. Sento il cellulare vibrare. Guardo lo schermo e vedo un messaggio.

Li-Lu ci manchi!

Sotto una foto dei miei amici. Ci sono tutti: Anna, Daniele, Benedetta, Camilla, Giacomo e Marco. Tutti in una foto davanti a delle pizze, in mezzo un posto vuoto... il mio. Guardo una delle tante pizze...

Anche voi... più di tutto, però, mi manca quella pizza!

Rispondo. Ancora non sono riuscita a trovare qualcuno che faccia una pizza decente qua, abbiamo provato a farla a casa, ma non è la stessa cosa. Guardo la foto. Stanno bene, sorridono tutti. Sospiro. Spengo il telefono e lo rimetto in tasca. Adesso la mia vita e qui. Una folata di vento più forte mi costringe a stringermi nella felpa. Ormai non indosso altro. Le ragazze mi ripassano davanti per quello che sarà il 5 giro di corsa. In mezzo al campo si è riunito un gruppo di ragazzi.

"non ce la faccio più" Charlotte si avvicina ansimando. "Ci credo... da più di mezz'ora che stai correndo" "dovresti farlo anche tu" contro ribatte mettendosi a sedere accanto a me. "sono troppo furba per correre" le faccio l'occhiolino. Sorride leggermente. Non indossa gli occhiali e il suo volto sembra meno tondo. Sta bene anche in questa versione. È molto carina, tutta caschetto e chiacchiere. Anche lei sta indossando la divisa da ginnastica. "io non capisco perché indossi dei pantaloncini corti quando fuori ci sono, si e no, 10 gradi". "altra cosa che stai trasgredendo". Sorrido. Col cavolo che mi metto dei pantaloncini d'inverno! Per non morire di ipotermia ho scelto dei semplici pantaloni lunghi. "Secondo me il professore mi sta odiando" dico ridendo. "anche secondo me" ribatte. Sospiro. 

"sono arrivati" Ormai dal suo tono di voce ho già capito di chi stia parlando. Dagli spogliatoi maschili escono gli stronzi... so che dovrei chiamarli in un'altra maniera, ma ormai ci ho fatto l'abitudine. Charlotte sospira. "aspetta, aspetta- dico avvicinando una mano verso il suo mento- ti è caduta un pò di bava" lei spinge via la mia mano e io mi metto a ridere. È veramente divertente vedere come perde il suo tempo dietro a quei ragazzi. Ancora non ho capito perché le piacciono cosi tanto. Vedo che si riscaldano cominciando a correre. "sono tutti degli ottimi atleti". "sai Charlotte certe volte penso che potresti arrivare a scrivere un libro su di loro". Un piccolo sorriso spunta sulle sue labbra. "alla fine non è altro che una ossessione adolescenziale... come le boy band... solo che io li posso vedere tutti i giorni a scuola". Il suo tono di voce diventa più pesante, come se anche lei si rendesse conto che è una cosa stupida. "vabbè allora a fine allenamento andiamo da loro e gli chiediamo un bell'autografo". Per fortuna sorride, per un attimo un'ombra, le era passata sul viso. 

Resta con meWhere stories live. Discover now