Tears

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Piangevo tra le braccia di Yoongi da ormai diverse ore.

Se di fronte ai miei ero riuscito a mantenere una certa compostezza, anche per l'adrenalina data dalla situazione, una volta salito in macchina col maggiore i miei occhi si erano gonfiati di lacrime, le mie labbra avevano iniziato a tremare.
Yoongi aveva tenuto il più possibile la mano sulla mia, stringendola con dolcezza. E una volta a casa, senza dire nulla, mi aveva stretto a lui e mi aveva portato sul divano, lasciandomi sfogare.

"Non si è mossa capisci? Lei è mia madre. Avrebbe dovuto difendermi. Non pensavo avrebbe permesso che mi cacciasse..."

Tirai su col naso, ormai diventato rosso esattamente come i miei occhi, mentre sentivo le labbra di Yoongi lasciarmi dei morbidi baci tra i capelli.

" Mi dispiace per questo disastro Jimin. Forse avrei dovuto semplicemente stare zitto."

Alzai il viso a quelle parole, cercando i suoi occhi scuri in cui non mi sarei mai stancato di perdermi.
" Non mi pento di nulla Yoongi. Quello che è successo non è dipeso da te. Pensa come sarebbe andata se ci avessero scoperto per caso. Noi non abbiamo fatto nulla ok?"

Non rispose, si limitó a stringermi tra le sue braccia, continuando a cullarmi fino a quando non riuscì a prendere sonno.


Il giorno dopo a scuola fu...strano.
I bisbigli che sentivo alle mie spalle erano evidentemente riferiti a me.
La voce che Yoongi si era dimesso per causa mia si era diffusa alla velocità di un soffio di vento e io non potevo fare altro se non camminare a testa alta ed ignorare.
In verità, a parte il solito frocio a cui ero abituato, e le occhiate sprezzanti delle ragazze facenti parti del fan club di Yoongi, nessuno mi stava dicendo nulla. Ero abituato ad essere non più di un'ombra a scuola.
Adesso era diverso.
Io ero diverso.
Il mio obiettivo era finire l'anno nel miglior modo possibile.
E poi mettermi subito a cercare un lavoro per contribuire alle spese insieme a Yoongi.
Nulla di più.

Per quanto riguardava le ripercussioni professionali, Yoongi non aveva avuto problemi.
Non c'erano prove che io e lui avessimo avuto rapporti prima che si dimettesse, quindi non gli era stato detto nulla.

La giornata procedette tranquilla.
Tra occhiate e bisbigli.
Ma ero stranamente tranquillo; probabilmente era il pensiero di trovare Yoongi al mio ritorno a casa.
Difatti feci la strada del ritorno a passo svelto, impaziente di vederlo.
Fy un colpo quando di fronte al portone trovai mia madre ad aspettarmi.
Mi avvicinai lentamente, non sapendo bene se guardarla negli occhi o meno.

"Posso entrare?"

Ero davvero tentato di dirle di no.
Ma non sarebbe stato un comportamento maturo e io dovevo dimostrarle che era nel torto.
Così la feci entrare, sotto lo sguardo sorpreso del mio ragazzo che la salutó comunque educatamente.
Parlammo a lungo io e lei.
A quanto pare subito dopo che me ne ero andato via, Taehyung preda della rabbia, si era lasciato andare ad una serie di confessioni circa la sua omosessualità e le sue serate a cantare nei locali.
Mamma mi disse che aveva davvero creduto che il signor Kim stesse per avere un infarto.
Poi esattamente come me era uscito, dicendo che andava a dormire dal suo ragazzo.
Questo spiegava perché non avevo visto né lui né Jungkook a scuola.

"Tuo padre-"
"Non è mio padre."
"Ascoltami. Lui vi vuole bene. É stato solo colto alla sprovvista. A differenza mia non si era accorto di nulla."
Posó con dolcezza una mano sulla mia, stringendola con un piccolo sorriso.
"Come lui anche io però sono rimasta di sasso. Ma ti ho difeso nell'istante in cui quel caos è finito. Appoggio le tue scelte e ti voglio bene lo sai. Se vuoi tornare a casa io sarò lì ad aspettarti"

Prima che potesse dire altro mi gettai tra le sue braccia, stringendola.
"Il mio posto è qui con Yoongi mamma. Ma appena papà si sarà calmato sono disposto a parlargli. Lo farò per te."

Da un angolo non molto distante Yoongi ci osservó per tutto il tempo con un piccolo sorriso, ricambiando poi lo sguardo complice di mia madre. Stavamo facendo dei piccoli passi avanti.


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