You

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Era arrivata la fatidica sera.
Yoongi mi aveva appena inviato un messaggio, dicendomi che stava per arrivare.
Sembrava più che deciso a dire ai miei della nostra relazione.
Da una parte era come se mi fossi già tolto un peso dal cuore.
Ora che non era più un mio insegnante, potevamo uscire come una coppia qualunque.
Anche se ovviamente le voci a scuola sarebbero state molte... Ma non mi importava. Di quello mi sarei occupato poi.
Era davvero come diceva Yoongi?
Mia madre se ne era già accorta?
Era una donna molto sveglia.
Non me ne sarei stupito.

< Stai scavando una trincea. >
< Mh?>

Tae fece con la mano avanti e indietro, mimando il movimento che stavo facendo poco prima facendo su e giù per la stanza.
Sospirai e mi sedetti sul letto, sentendo il cuore palpitarmi fino in gola.
< Ho paura Tae. Non so come potrebbe finire questa storia, davvero.>

< Per questo sono qui.>
Si alzó dalla sedia e si mise a sedere accanto a me, appoggiando una mano sulla mia schiena per accarezzarla con dolcezza.
< Sei qui perché speri che papà lo pesti come hai fatto già tu.>

Ci fu un preoccupante momento di silenzio, tanto che mi voltai con gli occhi sbarrati verso di lui, guardandolo minaccioso.
< Non guardarmi così. Va bene, non dico che lui mi stia simpatico, ma non voglio che vada male. Insomma voglio che tu sia contento. Tutto qua. >

Alle sue parole mi sciolsi, allungandomi per stringerlo in un abbraccio.
< Grazie Taehyung. Significa tanto per me averti accanto. >
Sussultai nel sentire suonare, e mi alzai di scatto, cercando di respirare correttamente.
Tae prese la mia mano, infodendomi un po' di coraggio.
E così scendemmo al piano di sotto.


Eravamo seduti sul divano.
Io accanto a Yoongi, e miei di fronte a noi. Mia madre sulla poltrona e mio padre in piedi.
Non avevo il coraggio di guardare nessuno. Tenevo lo sguardo puntato sulle scarpe; mi stavo trattenendo dallo stringere la mano del mio ragazzo.

< L'ultimo compito è andato così male? >
In un'altra circostanza avrei riso dell'ingenuità di mio padre.
Non era una cattiva persona.
Però temevo davvero molto la sua reazione.
< No, non si tratta di questo. A dire la verità non sono più l'insegnante di Jimin. Mi sono licenziato. Ma prima che possiate dire qualcosa, è proprio di questo che devo parlarvi. >

La voce di Yoongi non tremava.
Anzi, sembrava calmissimo.
Così tanto che alzai lo sguardo sul suo viso, notando uno strano luccichio nei suoi occhi. Ci furono diversi secondi di silenzio. Mia madre era seria, ma non confusa, a differenza di mio padre che teneva le sopracciglia aggrottate.
Sapevo che Taehyung invece stava ascoltando tutto, seduto in cucina.

< Io e Jimin ci frequentiamo. Ed è una cosa seria. >
Lo disse senza un minimo di esitazione. Scandendo bene le parole, senza abbassare lo sguardo, senza mostrare insicurezza.
I miei sembravano aver perso l'uso della parola, quasi stessero elaborando le parole che avevano appena sentito.

< Nel senso...come...>
< Come una coppia signor Kim.>

Lo vidi incrociare le braccia al petto, la sua espressione corrucciarsi ancora di più.
Ormai la bomba era stata sganciata, così non esitai nell'appoggiare la mano su quella di Yoongi, prendendo la parola anche io.

< So che probabilmente è una sorpresa...>
< Sorpresa? È uno shock. Non sapevamo nemmeno fossi gay. E poi sei un bambino. Lui è il tuo insegnante.>
< Non sono un bambino.>

Lo interruppi bruscamente, ricambiando il suo sguardo.

< E come ha detto poco fa, Yoongi non è più il mio insegnante.>
Come avevamo sospettato, mia madre non sembrava sorpresa.
Se ne stava in silenzio nel suo angolo, scrutando Yoongi soprattutto.
Probabilmente avevano la testa affollata di pensieri quasi quanto noi.

<Ti voglio fuori da casa mia Jimin.>

A quelle parole sentì mancarmi il fiato. Lo aveva detto con un tale convinzione nella voce che sentì che anche Yoongi si era irrigidito.
< Papà non puoi essere serio.>
Questa volta era stato Tae ad intervenire. Con poche veloci falcate aveva raggiunto il salone, mettendosi in mezzo a noi. Anche mia madre sembrava scioccata da quelle parole, difatti alzó lo sguardo verso di lui.
< Caro non mi sembra sia il caso...>
< Ha detto che non è un bambino. Giusto? Quindi può prendersi la responsabilità delle sue decisioni. Già è tanto che accetti che mio figlio è gay, ma in più con questa sfacciataggine si presenta qui con lui.>

Vidi distintamente la mascella di Yoongi contrarsi, Taehyung respirava più affannosamente di prima...
Prima che la situazione degenerasse, sorpresi tutti alzandomi in piedi, porgendo la mano a Yoongi.
< Andiamo hyungie. >
Vedevo dalle sue labbra schiuse che avrebbe voluto dire qualcosa. Ma si limitò a stringere con forza la mia mano, seguendomi verso l'uscita.
Diedi un bacio sulla guancia a Tae e gli sorrisi, quasi come a dirgli di non fare stupidaggini, e poi mi tolsi un piccolo sfizio. Mi gettai con le braccia al collo di Yoongi e lo baciai con trasporto prima di uscire, sentendo le sue braccia stringermi.
Senza voltarmi indietro poi uscì da casa, e mano nella mano con Yoongi raggiungemmo la sua auto.







~~
Che dire?
Siamo quasi alla fine~ 🌻🌻🌻🌻

Teacher Where stories live. Discover now