Sorpresa

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Come si è permesso di parlarmi in quel modo?
Sono sulla metro per dirigermi a casa...mi spiace pensare che Tae dovrà tornare da solo oggi ma non potevo rimanere un minuto di più li dentro.
Un tizio che mi conosce si e no da un'ora si prende la libertà di chiamarmi per nome e di farmi un cazziatone sulla mia timidezza.
Su un mio problema.
Probabilmente la cosa che mi ha dato più fastidio é che in pochi secondi mi sia stata sbattuta in faccia tutta la verità.
Tutto quello che so ma che non riesco ad accettare.
Tutto quello che probabilmente molte persone non hanno avuto il coraggio di dirmi.
Ma resta il fatto che non spettava a lui farlo. Non ne aveva il diritto.
La vita è mia e uno sconosciuto come lui non ha il diritto di giudicarmi nè tantomeno di provare una pietà così sfacciata nei miei confronti.
È vero sono uno che alla minima critica se la prende subito.
Non riesco a non fregarmene.
So per certo che le sue parole mi resteranno in testa per un bel po' di tempo. Soprattutto se dovrò vedere la sua faccia a scuola quasi tutti i giorni.
Scendo dalla metro e mi dirigo silenzioso verso casa.
Mi viene in mente che posso andare ad esercitarmi sulla nuova coreografia per qualche ora...si posso andare a casa e prendere il cambio e passare li il resto del pomeriggio.
Ballare era l'unica cosa che mi distraeva davvero dai miei pensieri e in quel momento ne avevo davvero bisogno.
Rincuorato da quest'idea proseguo pregustando il momento in cui sarò da solo con la mia musica.
Si...peccato mi sia di nuovo tornata in mente la sua faccia. Maledizione!
Sarà una lunga nottata...
Alla fine decido di passeggiare per non so bene quanto tempo. Se fossi tornato a casa prima dell'orario di chiusura della scuola i miei si sarebbero posti delle domande.
Mi passo una mano tra i capelli mentre apro la porta di casa.
Sento subito le voci dei miei genitori.
Sembrano allegri e stanno parlando con qualcuno...strano non mi avevano detto che avremmo avuto ospiti.
Varco l'uscio di casa e poi mi avvicino al salotto almeno per salutare. Un po' di educazione non guasta mai.
Poi lo sento.
<<Scusate se sono piombato qui all'improvviso>>
Non è possibile.
Ditemi che è uno scherzo.
Mi avvicino cautamente sporgendomi oltre lo stipite della porta.
È lui! In casa mia.
Impreco sottovoce e cerco di fare retromarcia senza farmi notare da poter uscire di nuovo senza essere visto.
<<Jimin sei tu?>>
Altra imprecazione.
<<Ciao mamma>>
Dico in un sussurro entrando finalmente nella stanza.
Il prof Min che prima era impegnato in una conversazione con mio padre si alza dalla sedia e mi guarda visibilmente stupito.
Che vuol dire? Non era venuto apposta a cercarmi?
<<Non mi avevi detto di avere un figlio>>
Sussurra poi rivolto a mio padre senza però staccarmi gli occhi di dosso.
<<Lui è il mio figliastro Jimin! Tra poco arriverà anche mio figlio Taehyung così conoscerai anche lui>>
<<Jimin non si saluta?>>
Mi rimprovera subito mia madre.
<<Buonasera>>
Dico in un sussurro facendo un leggero inchino.
Che situazione imbarazzante!
Eppure il professore oltre che sorpreso sembra anche divertito.
Un leggero sorriso increspa le sue labbra sottili mentre risponde al mio saluto.
<<Ciao Jimin>>
<<Vi conoscete?>>
Chiede subito mia madre,incuriosita dalla scena.
<<Ci siamo incontrati oggi a scuola. Sono il suo nuovo insegnante di matematica>>
<<Che bello Jimin! Forse con Yoongi riuscirai a capirci qualcosa!>>
<<Ne dubito>>
Rispondo prontamente incrociando le braccia al petto.
<<Su non essere pessimista!>>
<<Comunque perchè è qui?>>
Chiedo in modo non molto gentile fissando uno sguardo cattivo sull'ospite.
<<Non essere scortese Jimin! I suoi genitori venivano al liceo con noi e ora Yoongi è venuto a salutarci visto che si è trasferito qui vicino>>
Di bene in meglio.
E adesso mi diranno anche che magari rimarrà qui a cena da noi.
<<Yoongi perchè non rimani qui a cena da noi?>>
Mamma ti sto odiando così tanto in questo momento.
<<Giusto cara ottima idea!>>
<<Vi ringrazio...se a Jimin non dispiace rimango volentieri>>
Si che mi dispiace!
Forzo un sorriso e rispondo con quanta più cattiveria posso.
<<Chi sono io per cacciarti? Con permesso ora vado in camera.>>
<<Ma no Jimin resta! Così vi conoscete>>
<<Ho i compiti da fare mamma.>>
E non ci tengo certo a conoscerlo avrei voluto aggiungere.
<<Va bene. Ti chiamo quando è pronta la cena!>>
Salgo le scale di corsa e dopo essere entrato nella mia camera chiudo la porta a chiave per poi lasciarmi cadere sul pavimento.
Salvo. Almeno per il momento.

Teacher Where stories live. Discover now