12.Convento dimenticato da Dio e Sotterrare L' Ascia Di Guerra

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Katherine's pov

Parcheggio la moto nello spiazzo davanti al convento. Levo il casco e scendo.

Difronte a me si staglia un vecchio edificio, risalente probabilmente ai primi anni del novecento, forse anni venti ma potrebbe essere anche anteriore. La facciata presenta numerose crepe dovute sia al tempo che passa velocemente sia alle continue scosse di terremoto, a cui la California è ormai soggetta. Saranno decenni che queste mura non incontrano vernice fresca. Non riesco a capire se il colore sia giallo o grigio.

La siepe, che circonda la catapecchia, ovvero il convento, si trova in una condizione analoga al degrado generale. Sembra di aver avuto la possibilità di vedere le cesoie di un giardiniere almeno da dieci anni, al punto tale da crescere ormai libera come il vento.

L'insegna posta sopra l'alto cancello arrugginito pende verso destra. È questione di momenti prima che cada a terra o peggio colpisca in testa uno dei rari visitatori, perchè, siamo onesti, nessuna persona, escludendo i depressi e i pazzi, verrebbe mai a fare un giro qui.

"Convento degli angeli" recita la scritta. Io la cambierei in "Convento dimenticato da Dio". È più adatto. Se pure lassù ci si dimentica di questo luogo, la situazione è grave.

Mi avvicino al cancello aperto. È un miracolo che stia alzato visto che gli mancano i cardini. Praticamente questo posto sta cadendo a pezzi ed è un eufemismo dirlo.

Vado oltre, attraverso il vialetto pieno di erbacce. Una parte del mio cuore soffre a vedere questo. Un tempo il convento era un bel posto, non era  al pari di Disneyland Paris o Las Vegas, ma almeno a prima vista sembrava un posto accogliente per chi, come me e Khloe, non aveva una famiglia. Ora trasmette solo tanta tristezza.

Anche la fontana è stata soggetta al deterioramento del tempo, è vuota, niente acqua e niente pesci.

Ieri notte, quando ho riaccompagnato con Mike, non ho notato questi dettagli. Il buio copriva tutto con il suo manto.

Salgo le scale e raggiungo il portone. Suono ripetutamente il campanello ma nessuno mi viene ad aprire. Forse il campanello è rotto e nessuno ha pensato di aggiustarlo. Noto che la finestra vicino al portone è aperta, quindi mi intrufolo dentro e finisco in quello che un tempo corrispondeva alla portineria del convento. Sul bancone ci saranno tre dita di polvere.

Le pulizie di primavera non si fanno più a Berkeley?

-Katherine Price?- domanda una voce di donna.

Sposto gli occhi su una figura non particolarmente alta ed avvolta in un sobrissimo abito nero. È Suor Lily, l'altra religiosa che gestisce il convento assieme ad Alison. Si avvicina e mi abbraccia, anzi mi stritola. Potrei giurare di avere sentito il rumore delle ossa spezzate. Una volta libera dal soffocante abbraccio, le chiedo che cosa sia successo.

-È cambiato molto da quando c'eravate tu e Khloe.- dice con amarezza.

-Troppo. Com'è stato possibile?-

Suor Lily si sistema il saio. -Non abbiamo soldi.-

-E quando mai li avete mai avuti? Siete suore, non imprenditori.-

-Lo stato ha ridotto drasticamente i versamenti.- aggiunge.

-Come?- Faccio cadere a terra il casco per lo stupore. Lo raccolgo.

Sono scioccata. I politici non possono fare una cosa del genere al convento e ai bambini qui allevati.

Suor Lily mi fa cenno di seguirla. Attraversiamo il corridoio in silenzio contemplando come ogni singola cosa sia andata in rovina. Non è più la casa dove ho vissuto per diversi anni.

Just like fire (In revisione)Where stories live. Discover now