19.That's son of bitch!

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Katherine' s pov

Non capisco che cosa sia successo di così tanto grave da piangere per trenta minuti di fila senza nemmeno fermarsi un attimo. Samantha ha versato talmente tante lacrime che si è appena formato un nuovo oceano.

-Vuoi un fazzoletto?- chiede dolcemente Josie. La bionda porta gli occhi arrossati su di lei e poi riprende a piangere. -Direi che non ha funzionato.-

-Piangi perché sei rimasta profondamente e irremediabilmente toccata dal mio meraviglioso e strepitoso discorso?- intervengo con l'intento di risollevarle il morale. Non ricevendo risposta continuo a parlare. -Ho persino citato una parte del prologo iniziale della Bella e la Bestia. Sono o non sono un genio?-

La rossa mi fulmina con uno sguardo glaciale, a cui replico con uno simile a "Scusa, ma sono molto modesta".

Proseguo con le domande. -Sei in questo stato per come è andate la quarta stagione di Casa di Carta? Perchè se è per quello, ti comprendo. Non ho ancora superato la morte di Nairobi. Spero solo che Gandia venga ucciso brutalmente nella quinta stagione, io opterei per impiccagione e così la mia sete di vendetta sarà placata!- commento sadicamente. Accavallo le gambe e appoggio la schiena contro lo schienale della panchina.

Per nostra fortuna la domenica mattina presso il campus procede all'insegna della tranquilla, anche perché la maggior parte degli studenti dorme fino all'ora di pranzo per superare i postumi della notte passata a bere come se non ci fosse un domani.

-Samantha, ti è successo qualcosa? Dobbiamo chiamare la polizia?- la incalza Josie decisamente in preda all'agitazione.

Vorrei dirle che sono io un membro delle forze dell' ordine ma questo metterebbe a repentaglio la mia copertura, quindi è meglio rimanere in silenzio.

-Voi...non....- farfuglia in risposta Samantha. Passa le mani fra i capelli arruffati.

-Beh, se non parli con noi chiamiamo direttamente i tuoi genitori.- la minaccio pur mantenendo una certa tranquillità. Solitamente durante gli interrogatori presso la sede del Bureau, si tende a nominare i nomi dei parenti dei sospettati in modo che questi svuotino il sacco nel giro di un battito di ciglia.

Credo che questo trucco con Samantha abbia successo considerando la sua indole.

La ragazza si raddrizza con la schiena. Scuote la testa. -Tutti ma non mio padre.- implora mentre altre lacrime solcano le sue guance rosse. A quanto pare, le mie parole sono riuscita a scuoterla nel profondo più di quanto potessi pensare.

-Chiamo tua madre allora.- continuo irremovibile seguendo la procedura imparata.

Josie mi colpisce il braccio. Tuona. -Lei è orfana di madre!-

Alzo gli occhi verso l'alto.

-Prima figura di merda della giornata!- bisbiglio. Ho completamente dimenticato che Mrs.Williams è morta per una fibrosi cistica alcuni anni fa, eppure ne sono stata informata fin dai primi giorni di conoscenza. Sono stata decisamente troppo poco accorta.

-Chiamo pure Shakira, se non parli di cosa ti è successo!- sbotto. Il suo pianto prolungato non può essere causato da qualche sciocchezza o sbadataggine commessa involontariamente, cela dell'altro e temo che sia qualcosa di terribilmente grave.

-Meglio Demi Lovato. Mi voglio far autografare la maglietta con la sua faccia sopra.- commenta Josie gasata all'idea di poter conoscere la sua idola.

La fisso torva. -Ti sei comprata una maglietta con la sua faccia sopra. È inquietante da morire.-

-Tu non l'hai mai fatto?-

-Ehm... no.- commento disgustata.

-Tu vuoi dirmi che non hai mai preso la maglietta con la faccia del tuo cantante preferito?- E' inorridita. -Edsheeran? Dua Lipa? Miley Cyrus? Nicki Minaj? Beyonce?-

Just like fire (In revisione)Onde histórias criam vida. Descubra agora