63. Io vinco nel bene o nel male 🏊‍♂️🏖🌊

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Sto scrivendo questo capitolo seduta in corridoio mentre attendo di essere interrogata in antropologia.
Gustatevelo nello stesso modo in cui io bramo ora un bel gelato fresco🍦. Non si è capito che sto schiattando di caldo?

Alexander's pov

L'orologio segna già le tre e mezza. Di questo passo non raggiungeremo mai la meta, senza peraltro contare il traffico che entro un'ora si riverserà sulla strada e ci bloccherà come sardine. Sbuffo. Accendo una sigaretta.

-Auto data alle fiamme a Sapphire Ridge.- legge Harry mostrandosi estremamente scioccato. Una volta staccati gli occhi dal titolo di un quotidiano online e essersi avvicinato a Ben, che beatamente attende seduto nel furgoncino accanto al sedile del guidatore. -Quanto scommettiamo che sono stati certi adolescenti?- Se c'è una cosa che elettrizza il mio amico, è proprio il poter scommettere su tutto, anche ciò che sarebbe il meno indicato. -Certo che non ci sono più i ragazzi di una volta. Se avessero avuto i miei genitori o i tuoi, gliene avrebbero date così tante... altro che andare in giro a vandalizzare le cose. A casa a studiare, a studiare.-

-Sembri mio nonno, Harry!- commenta Ben inorridito dalla possibilità che nel corpo di un giovane ci possa essere l'ideologia di un uomo canuto.

-Concordo.- aggiunge John pulendosi le mani sporche di glassa e schierandosi dalla parte del gemello, cosa a dir poco rara.

-Ma non è vero!- si oppone Harry, leggermente offeso. Una cosa arcinota dei Moore è l'essere molto permalosi.

Harry sottrae a John la parte restante di ciambella, la divora in un battibaleno. Deglutisce e riprende a parlare. -E poi chi potrebbe appiccare il fuoco ad una macchina nel bel mezzo di una prateria del Montana? Soltanto degli adolescenti sbandati. Quindi si ritorna alla mia teoria. Ho assolutamente ragione.-

La discussione in merito ai possibili colpevoli prosegue come una barca a vela con il vento in poppa. Ai tre si aggiungono pure Samantha e Madison le quali si calano più che volentieri nei panni di Sherlock e del suo fido compare Watson. Nel giro di poco lo spiazzo davanti all'autogrill si genera una baraonda a tutti gli effetti e solo con la comparsa di Josie Clarke, bendata e guidata da Katherine Price che ci intima di zittirci quanto prima con una sola occhiataccia, si interrompe. Il regime del terrore a cui siamo sottoposti è inequiparabile.

-E tu che cosa ne pensi, Katherine?- chiede Harry.

La mora stringendo a sé la rossa avanza lentamente verso il furgone colorato. Non risponde al ragazzo.

-Dai, Katherine, avanti non farti pregare come al solito.- commenta Samantha. 

Gli occhi di Katherine si trasformano in vere e proprie lame pronte a trafigge chiunque, in questo caso la malcapitata Samantha che rimpiange fin da subito di non aver saputo tenere a freno la propria lingua.

-Vuoi veramente sapere il mio parere?- replica nervosa.

Se c'è un lato positivo nell'intervento della mia amica, è il fatto che ha saputo svegliare Katherine Price dalla bolla di apatia e torpore in cui si è racchiusa, di certo di propria spontanea volontà, da non so quanto tempo precisamente. Con la mente sembra in un altro universo, non ascolta, fissa il vuoto e basta. Si sta annodando nei fili tessuti dalla sua mente al punto tale che vi rimarrà intrappolata.

Samantha tentenna. Rispondere affermativamente comporterebbe quasi con tutta probabilità l'essere incenerita dalla sua furia, il negare invece sarebbe segno di codardia e sa quanto Katherine non tolleri un tale atteggiamento. Si trova ad un bivio.

Non per molto, però.

-Se non erriamo, sei tu la più intelligente fra noi.- sputo acido comparendo alle sue spalle.

Just like fire (In revisione)Where stories live. Discover now