Capitolo 1

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Scendo dalla macchina. In mano il mio zaino e i pochi libri che non sono entrati nelle varie scatole. "andiamo" guardo mia madre che con le maniche alzate apre lo sportello del bagagliaio. "abbiamo un sacco di cose da fare oggi!". Sbuffo per l'ennesima volta. "ricordarmi perché siamo venute qua?". Il suo volto compare da dietro lo sportello.

Mia madre, Giulia, è sempre stata una donna attraente, o almeno lo è per me. Una coda dietro alla testa, un viso ovale, una piccola bocca e due grandi occhi nascosti dietro un paio di occhiali. Sono felice che qui con me ci sia lei. So che è da sfigati dirlo, ma mia madre è la mia migliore amica. "perché tuo padre ha bisogno della sua famiglia" mi risponde in modo ovvio. "come io adesso ho bisogno che tu vada ad aprimi la porta di casa" continua mettendomi davanti alla faccia un paio di chiavi.

Alzo gli occhi al cielo afferrando le chiavi e mi incammino verso la mia nuova casa. È molto più grande di quella precedente, non so se sia una cosa positiva. Metto la chiave nella toppa e girandola la porta si apre. Non entro subito ma mi sporgo leggermente e guardo l'ingresso...niente di che. Vengo spintonata da mia madre che in grande fretta appoggia per terra la prima scatola. "bhe... è una casa" dice alzandosi e togliendosi dagli occhi alcune ciocche di capelli. La guardo male. "wow mamma, non ti sfugge niente".

Non so se si è capito ma non sono esattamente felice di essermi trasferita. Abbiamo dovuto seguire mio padre e il suo lavoro. Sono felice di potergli star vicino però avevo una vita e non è stato il massimo lasciarla. "ti stai lamentando... come sempre, vuol dire che stai bene" la guardo male. Detto ciò riprende a portare gli scatoloni in casa. Sbuffo sonoramente entrando finalmente nella mia nuova dimora. "bhe... eccoci qua". Mi manca già casa. Prima abitavo in Italia, in un piccolo paese vicino a Firenze. Non era tanto, ma era quello di cui avevo bisogno. Non credo di essere portata per le grandi città o per la massa di persone, credo di essere piu un tipo da... da paesino, ecco. Appoggio per terra le poche cose che ho in mano iniziando cosi ad aiutare mia madre con i vari scatoloni.

Tutta la mattina passa a trasportare oggetti o metterli in ordine sugli scaffali. Non faccio caso all'orario che abbiamo già superato mezzogiorno. "entro domani dovrebbero arrivare anche tutti i mobili" mia madre mi sorride per poi abbracciarmi. "lo so che per te è dura, ma questa è la scelta giusta per tutti". Ricambio l'abbraccio. Alla fine sarebbe stato peggio stare senza la mia famiglia. Mio padre lavora nel campo automobilistico, vende automobili antiche nel mercato dei collezionisti. In poco tempo la sua attività si è allargata e cosi ha dovuto seguire la domanda del mercato fino ad approdare in Canada, dove sembra che tutti vogliano acquistare questo tipo di macchine. Evviva! Canada... già. Mio padre è stato lontano per ben 2 anni, lo vedevo di rado e mia madre ci stava male, per questo non ho potuto dire niente quando mi hanno annunciato che ci saremo trasferiti. Era veramente orrendo vedere mia madre triste per la lontananza di mio padre e alla fine... anche a me mancava.

"grazie di non aver detto niente". Gli occhi di mia madre risplendono. "non c'è di che" dico alzando le spalle e staccandomi da lei. "vedrai che qui ti farai tanti nuovi amici. Il Canada poi è molto bello, molte foreste, cascate... sciroppo d'acero... Il profumo della natura!". Sorrido all'idea di mia madre in mezzo alla natura. Non saprebbe nemmeno come entrare in un bosco. Mia madre è molto urbana... se cosi si può dire. Lei vive in citta, punto. Lei adora la città, punto. Infatti guardando la sua faccia si può benissimo vedere il disgusto mentre sfoglia un libro sul Canada che abbiamo comprato in aeroporto. "maledizione nemmeno un singolo pezzo di cemento in queste foto... vabbe ci faremo andare bene le foglie". Scoppio a ridere. Adoro mia madre. "e foglie siano".

La città che abbiamo scelto è molto simile a quella di prima, un piccolo centro vicino ad una grande metropoli, una via di mezzo tra quello che serve a mio padre e quello che vorrebbe mia madre. Mio padre è una persona molto distinta, molto chiara, sa sempre quello che vuole e sa sempre cosa è giusto e cosa è sbagliato. Mio padre non consiglia, sentenzia e anche se questo a volte può dar fastidio, per me è solo un modo per capire al meglio cosa la persona davanti a me vuole. Chiarezza... ci vuole chiarezza nella vita, e mio padre è molto chiaro, sia in ciò che vuole, sia in quello che fa. Non credo di aver superato ancora la fase del "mio padre è un supereroe", e credo che sarà molto difficile che la superi. Sono sempre stata innamorata di mio padre, quando ho qualcosa che non va lui mi abbraccia. Più di una volta è capitato che mi stringesse forte mentre piangevo, per una qualsiasi cosa che mi mettesse paura o ansia. Insomma... credo di essere messa bene per quanto riguarda il settore famiglia, per questo eccomi qui in Canada... non per me, ma per loro. Dovrebbe essere questo, in fondo, l'amore, no?

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