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buon pomeriggio raga, sono qui per scrivervi questo ""capitolo"" che credo in pochi leggeranno, però onestamente c'è seriamente bisogno di farlo.

mi ha scritto una ragazza, con cui ho parlato (non farò nomi, nonostante la signorina in questione mi abbia anche bloccato, matura come si è dimostrata) dicendomi che avrei dovuto eliminare questa storia perché di mio non c'è nulla

"come se tu avessi passato quella vita lì."

"non ne hai il dritto, non hai il diritto di parlare di malattia"

Io non ho diritto di parlare di malattia...?

ho seriamente bisogno di sfogarmi e credo che questa cosa tocchi profondamente il percorso di questa storia.

no, non ho avuto il cancro. no, non sono stata in coma. no, non ho fatto la chemio.

ma vivo in ospedale da quando ho 11 anni. ho vissuto otto anni con il terrore di non arrivare al giorno dopo, ho vissuto otto anni vedendo i miei genitori piangere dai medici, perché per alcuni non avevo grandi aspettative di vita. perché ero e sono tutt'ora a rischio di sviluppare qualcosa di maligno. perché se le malattie peggiorano possono bloccare qualsiasi progetto, che sia per me e per la mia famiglia. e sì, capite ciò che intendo.

non ho il cancro, ma ho rischiato di lasciarci la vita più di una volta.
so cosa vuol dire rischiare, so cosa vuol dire arrivare alla via del non ritorno. so cosa vuol dire star per morire.

onestamente? non volevo nemmeno scrivere queste cose, così crude e amare, perché fanno assai male, specialmente a me. ma sentirmi dire di non avere il diritto di parlarne, mi ha fatto venire un peso al petto che non provavo da un po'.

per farla breve:

questa storia nacque durante uno dei miei ricoveri più brutti, quel mese lo ricordo assai bene.
nacque come un qualcosa che non sarebbe mai dovuto essere stato pubblicato. nacque come un qualcosa che sarebbe dovuto rimanere nel mio computer. nacque come sfogo, sfogo di una ragazzina sedicenne, ricoverata da quasi un mese in ospedale, in balia di oncologi e immuno terapisti, medici di ogni tipo.

questa storia mi ha "salvata" (e lo metto tra virgolette, mai sia che qualche moralista venga a farmi la predica pure per questo ) perché è stato seriamente il mio sfogo. lo sfogo che mi ha portato a star meglio, sotto quell'aspetto.
ogni volta che avevo voglia di piangere mi mettevo al computer e scrivevo. mi immedesimavo nel personaggio di Taehyung, così pessimista, triste e che poca voglia di lottare e mi faceva star meglio scrivere di come mi sentivo. questa storia, tramite anche voi lettori, mi ha fatto tornare la voglia di sorridere.

mai, e dico MAI, verrà cancellata.

non accadrà, specialmente se qualche sapientone, senza sapere la realtà delle cose, viene a dirmi sopra, senza motivo.

questa storia fa parte di me, sgrammaticata che sia, sconnessa, triste, depressa, quel che volete.

questa storia parla di me, del mio percorso. questa storia parla della mia vita, scritta tramite gli occhi di chi sta affrontando un mostro più grande del proprio copro, più forte di sé stesso: la malattia.

e se ho voluto descrivere ciò, tramite gli occhi di due delle persone più importanti per me, è perché ci tenevo, più di quanto qualsiasi persona possa immaginare. due delle persone che più sono riuscite ad aiutarmi durante questi anni impossibili da superare.

*

se ho scritto di due "amici" così felici insieme (che poi amici lo sono stati per poco tempo, son altri dettagli) è perché descrive ciò che ho passato anche io.

un mio amico, uno dei miei più grandi amici, conosciuto in ospedale, rappresenta la forza che Jimin dava a Taehyung e viceversa.

so cosa vuol dire perdere PER MALATTIA qualcuno di così caro perché questo mio amico non ce l'ha fatta.

e fra esattamente 6 giorni, è un anno che non è più al mio fianco.

è un anno che ciò per cui lotto anche io, è riuscito a buttarlo giù e sapete cosa? mi chiedo perché sia successo a lui e non a me. cosa sia andato storto in quel poco tempo in cui è peggiorato, ma non mi aveva detto niente.

non se lo meritava.

*

quindi, per finire, perfavore, prima di parlare informatevi. perché oltre che farne di una grande figura di merda voi, fate anche star male la gente.

e per "male", intendo star male seriamente.

dubitare della malattia di qualcuno fa male. forse più di qualche coltellata al petto, di qualche ossa rotte, di qualsiasi dolore fisico una persona possa provare.

detto ciò, dico ancora che mi dispiace aver dovuto scrivere tutto ciò, ma mi slno quasi sentita in dovere.

raga, vi voglio bene.

-Martina

Oncology | VminWhere stories live. Discover now