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«Is this the... end?»


Jimin era andato a fare una passeggiata nel retro dell'ospedale, in quel grande giardino che poche volte aveva avuto l'occasione di visitare. Era davvero un posto mozzafiato, ma fin ora, per le sue condizioni, non era riuscito a goderselo a pieno. Nonostante le temperature fredde, i fiori erano sbocciati rigogliosi e donavano quel tocco di colore a quell'ambiente grigio e triste. Il sole risplendeva su tutta la città, illuminandone pure le parti più buie e tristi, donando loro quell'area affascinante che l'intero paese aveva da offrire.

Parecchi pazienti erano lì con i propri familiari, i propri cari. Camminavano tutti, l'uno al fianco dell'altro, godendosi quel sole che si era fatto desiderare fin troppo in quel periodo. Molte coppie erano lì, mano nella mano, sorridenti, che parlavano amorevolmente tra di loro. Jimin osservò ogni minimo particolare e, come al solito, non potè non venirgli in mente il suo Taehyung. Il suo amato Taehyung, che in quel momento era a fare l'ennesima visita.

Si vedevano davvero poco, il grigio era sempre in giro per i vari reparti, mai in stanza e mai a far compagnia al biondo. E, quelle poche volte che riuscivano a stare insieme, oltre alla notte, Taehyung era sempre a letto, stanco e sfinito dai medici e dalle infermiere. Jimin, però, d'altro canto, capiva benissimo come stesse e l'unica cosa che poteva fare per farlo star meglio, era stargli accanto. Si allungava al suo fianco e, mentre riposava, gli accarezzava dolcemente i capelli grigi, gli cantava qualcosa e lo ammirava. Ammirare Taehyung, ogni minimo difetto che, agli occhi di Jimin, era più un particolare che lo rendeva sempre più bello, interessante e ammaliante. I piccoli nei sul viso, le labbra carnose e i suoi occhi, così scuri, profondi e sognanti. Jimin era perdutamente innamorato di ogni sua piccola particolarità.

Continuava a guardarsi attorno, gustandosi quella piccola fuga dalla realtà, mentre i raggi caldi del sole gli carezzavano dolcemente la pelle esposta, il venticello gli muoveva leggermente i capelli, facendoglieli cadere disordinatamente sulla fronte e il cinguettio degli uccelli completava la quiete creatasi quella mattina.

"Sono secoli che non mi sentivo così" mormorò sorridendo, mentre cercava un posto per potersi sedere sull'erba asciutta. Così fece, si sistemò comodamente e si allungò direttamente, inspirando una grande quantità d'aria fresca. "Se solo Taehyungie potesse raggiungermi" poi sospirò, aprendo gli occhi per osservare il cielo limpido che gli si presentava sopra la testa. "Amerebbe stare all'aperto oggi, è una giornata così bella" allargò le braccia sul prato, facendo sì che un brivido gli percorse tutta la schiena, a causa del fresco provocato. Rimase così per un bel po', perduto tra i suoi pensieri, mentre l'altro, ero chiuso dentro uno studio, aspettando il medico per l'ennesima visita.

"Taehyung, scusa il ritardo, ho avuto un contrattempo" l'uomo chiuse la porta per raggiungere il ragazzo, che era seduto sul lettino a gambe incrociate. "Non si preoccupi, tanto non ho altro da fare" alzò le spalle in risposta, sospirando, regalandogli un sorriso stanco.

L'uomo cominciò a visitarlo, senza perdere tempo, facendo sì che il ragazzo avrebbe avuto un po' di tempo per riposarsi dopo di essa. Passò un'ora precisa, quando Taehyung, finalmente, potè tornare nel suo reparto, per poter riposare beatamente nel letto. Entrò in stanza, speranzoso di trovare Jimin, ma il ragazzo era ancora fuori quindi decise di cambiarsi e stendersi direttamente.

Quel giorno, come aveva riferito a tutti i medici, era più stanco di sempre. Sentiva le gambe cedere e non aveva la forza di fare qualsiasi cosa, come se qualcosa gli stesse consumando completamente tutte le energie. Si sentiva strano, peggio di sempre.

In quel momento si trovava in bagno, davanti allo specchio. Il suo viso era spento, i suoi occhi non avevano più quel luccichio di speranza, felicità e forza di volontà. Anch'essi erano spenti, tristi e stanchi. Sfiniti. Sfiniti proprio come lui, che non riusciva più a trattenersi, a lottare, la situazione era più grande di lui e non ne poteva più. Era diventato stancante pure sorridere e far finta che tutto andasse bene, come aveva fatto fino a quel momento con tutti, perfino con Jimin. Scosse la testa, sapendo di non poter continuare così per molto. Sapeva che non ce l'avrebbe fatta e, era più che certo che sarebbe andata male pure con Jimin, se avesse continuato a mentire in quel modo.

Quindi alla fine si cambiò velocemente, uscì dal bagno rassegnato e, all'improvviso, si sentì mancare la terra da sotto ai piedi, poi il buio.

[...]

Jimin stava tornando dentro il reparto, quando all'improvviso venne spinto per sbaglio da un'infermiera che stava correndo verso la fine del corridoio. "Scusami Jimin" gli urlò, senza fermarsi. "Ma che diavolo succede" il biondo aggrottò le sopracciglia, corrucciando l'espressione. Il reparto era in fibrillazione, i medici e le infermiere che correvano, le urla, i richiami da una stanza all'altra.

Si incamminò verso la propria stanza, quando l'ennesima infermiera lo bloccò.

"Jimin" lo richiamò, prendendogli la mano. Era agitata, tremava e aveva le mani davvero fredde. "Cosa diavolo sta succedendo qui dentro" chiese guardandola dritta negli occhi, cominciando ad avere uno strano presentimento. La donna scosse il capo, chiaramente in panico, non sapendo cosa rispondere.

"Dov'è mio nipote?" un urlo di disperazione attirò l'attenzione del biondo. Una voce che, purtroppo aveva imparato a conoscere davvero bene. Era la nonna del suo ragazzo, accompagnata dal marito. E stava piangendo. Piangeva di disperazione, paura e tristezza. "Ditemi ora dove si trova mio nipote, cos'è successo? Fatemelo vedere!" continuò ad urlare, mentre il marito la stringeva a sé, cercando di calmarla.

Tornò con lo sguardo su quello dell'infermiera, cominciando a sentire il panico impossessarsi di lui. "Che cazzo sta succedendo?!" Urlo, lasciando la presa dalla mano della donna, cominciando a piangere, anche lui.

"Taehyung" la donna cercò di rimanere calma, ma la sua voce continuava a tremare. "Taehyung si è sentito male" disse abbassando il tono di voce. Jimin scosse la testa, ridendo, mentre le lacrime continuavano a scorrergli sulle guance. "Non puo' essere vero, mi state portando per culo, no?"

Il suo mondo si bloccò all'istante, quando la donna negò con il capo. Chiuse gli occhi e si buttò a terra, in ginocchio. Perchè il suo mondo si stava bloccando? Perchè il suo mondo era Taehyung. E qualsiasi cosa fosse successa, sapeva che non ne sarebbe venuto fuori così facilmente.

Conosceva il clima di quel reparto e, mai prima d'ora, aveva visto così tanta agitazione nei confronti dello staff medico per un paziente.

Non era una cosa da poco, non era ciò che era successo fino a quel giorno. Era qualcosa di grosso, imponente, che avrebbe potuto distruggere ogni singola speranza dalla vita del biondo, che per la prima volta stava andando bene. Qualcosa di... irrimediabile? Jimin non lo sapeva, ma era certo che avrebbe fatto del tutto per non perdere la sua persona.

___
e niente, si comincia con il drama, ilysm guys

btw ho anhe cambiato la copertina e niente, Taehyung con i capelli silver sarà sempre la mia più grande debolezza, ciaone

Oncology | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora