XXXIII

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«hug me till the end»

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«hug me till the end»

Jimin rimase una manciata di minuti a fissare la porta della stanza del suo compagno. All’improvviso si sentiva senza forze e aveva paura di creare casini. E se Taehyung non avesse avuto voglia di vederlo in quel momento? Scosse la testa, cercando di cacciare quei pensieri oppressivi dalla sua mente e prese una grande boccata d’aria, prima di azzardarsi sa mettere la mano sulla maniglia d’acciaio. E così, mordendosi con forza il labbro, riuscì ad aprirla e a fare il primo passo.

La luce era accecante, così tanto che lo costrinse a socchiudere gli occhi, fino a farli diventare due piccole lunette. Chiuse lentamente la porta e, finalmente, posò il suo sguardo sul ragazzo che tanto stava bramando nei giorni scorsi.

Taehyung stava dormendo. Sembrava tranquillo, senza problemi e, sembrava stare bene. Ma fu proprio quello che gli fece spezzare il cuore, ancora più di come non fosse già spezzato. Sembrava star bene, ma, in realtà, stava soffrendo. Soffriva senza darlo a vedere, soffriva reggendosi in piedi da solo, senza aiuto di nessuno. Taehyung aveva una particolarità che Jimin non aveva mai avuto: la forza.

Taehyung era il ragazzo più forte che Jimin, in tutti gli anni della sua vita, ebbe mai conosciuto. Stava male, eppure trovava sempre quel momento per confortare gli altri, senza far pesare i suoi problemi. Forse, più che pregio, in quell’istante, poteva definirsi come un grande e brutto difetto che lo aveva portato sul filo del rasoio. O, come dicevano tutti lì dentro, alla fine. Diretti e spietati.

Si sedette sulla piccola poltroncina bianca, al fianco del letto su cui stava beatamente riposando il grigio, e cominciò ad osservarlo. I capelli ormai troppo lunghi, gli ricadevano disordinati sulla fronte. Le labbra screpolate erano socchiuse e piccoli soffi uscivano da esse, a ritmo del suo respiro. Un piccolo sorriso andò ad incorniciare le labbra di Jimin. Gli era mancato così tanto in quei giorni e non sapeva nemmeno lui come stesse riuscendo a contenersi, in quell’istante, dall’abbracciarlo e dal baciarlo. Ne aveva bisogno, ne sentiva la necessita, ma non poteva rischiare di svegliarlo, quindi cercò di starsene buono nell’angolino, ad osservare ciò che per lui era di vitale importanza: Taehyung.

Quando non riuscì più a sopportare tutta quella distanza, si alzò dalla poltroncina e si avvicinò cautamente al letto e al ragazzo. Tenne il suo sguardo sulla pelle ormai nivea del suo ragazzo e, come di riflesso spontaneo, la sua mano andò alla ricerca della mano del grigio. Gliela strinse dolcemente e ne carezzò il dorso con una lentezza disarmante. Quel contatto che in quei giorni lo aveva distrutto, a causa della sua mancanza, ora non sembrava più lo stesso. Spento, disastrato.

Gli occhi scuri di Taehyung tremarono leggermente, prima di aprirsi lentamente a causa della forte luce della stanza. Jimin boccheggiò alla vista di un Taehyung sveglio e, ancora, al suo fianco.

“J-Jimin” sussurrò con voce completamente spezzata e stanca, che a malapena arrivò all’orecchio di Jimin. “Taehyungie” gli sorrise dolcemente, facendo intrecciare le loro dita, gesto che venne subito ricambiato. “Vuoi farmi venire un accidente, vero?” il biondo continuò a tenere il suo sguardo sugli occhi scuri e profondi del grigio, che guardò all’improvviso altrove, non riuscendo a nascondere la sua tristezza.

Jimin s’impanicò alla vista della sua reazione, quindi si sedette sul bordo del letto e, con la mano libera, gli accarezzò i capelli morbidi. “Mi sei mancato tanto in questi giorni” e Taehyung, nonostante stesse cerando di nascondere la sua espressione d’imbarazzo e tristezza, a quell’affermazione girò subito il viso nella sua direzione e gli sorrise spontaneamente.

“Mi sei mancato anche tu, Chim” la sua voce usciva debole e davvero poco percettibile all’orecchio degli altri. Jimin ci fece caso, ci fece subito caso e, sin dal primo istante, stava cacciando quelle stupide e amare lacrime, che minacciavano di uscire allo coperto in qualsiasi momento.

E, dall’altra parte, Taehyung si era stufato. Stufato di essere sempre il primo a crollare, anche se cercava di rimanere forte, lottando con tutte le sue forze. Voleva urlare, voleva sfogarsi, ma a malapena riusciva a muovere le braccia, stanco com’era.

Taehyung era sfinito? Meglio dire, Taehyung era finito.

“Sai cosa voglio più di tutto?” ma si sforzò, cercò di farsi sentire, cercò di esternare la poca forza che gli era rimasta in corpo. “Abbracciami, è l’unica cosa che voglio. Voglio sentirti qui, ho bisogno di sentirti al mio fianco, fino alla fine."

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e , ce l'ho fatta, siate fieri di me!
e, in più, sono riuscita a pubblicare il primo capitolo della vkook! se volete darci un'occhiata io vi aspetto a braccia aperte uwu tengo molto a quella storia e mi ci sto impegnando moltissimo!

btw buona giornata guys~
ilysm

Oncology | VminWhere stories live. Discover now