XVI

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«Be my sun»

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«Be my sun»

«Ho paura»

A Jimin si bloccò il respiro. Tutto ciò era successo perché il grigio aveva paura. Voleva prenderlo a schiaffi, ma il desiderio di capire sovrastava la rabbia, in quell'istante.

«Hai paura» sussurrò, accarezzandogli i capelli.  Il grigio si mosse lentamente annuendo. «Perché- di cosa?» chiese con tono basso.

Taehyung cominciò a tremare, non di freddo, ma di terrore. Non voleva esporsi, non voleva buttare questi pesi sulle spalle del suo amico, il quale, però, voleva sapere a tutti i costi.

«Sai che io sarò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada» disse con tono calmo il biondo, continuando a passare la mano tra i capelli del suo compagno di stanza. «Sai anche che ti vorrei prendere a schiaffi in questo momento, quindi evita che succeda e parla.»

Taehyung, lentamente, si alzò, prendendo la mano del biondo. Lo guardò negli occhi e, di nuovo, venne ripercosso dai brividi.

Alla fine si convinse e buttò fuori tutto ciò che sentiva, sapendo di non avere altra scelta.

«Di cosa ho paura?» chiese con voce spezzata, facendo annuire Jimin. «Di me stesso, della mia stessa vita» cominciò, continuando a guardarlo negli occhi.

«Legarsi ad una persona vuol dire cominciare a progettare un futuro» la sua voce cominciò a tremare «chi garantisce che io, io abbia un futuro?» e le lacrime cominciarono a rigargli di nuovo le guance, ormai rosse, a causa dell'agitazione e dei pianti.

Jimin si bloccò. Quelle parole erano state quasi peggio di una coltellata. Sapeva che Taehyung non stesse davvero bene, con sé stesso, ma mai avrebbe pensato di sentire queste cose.

«Taehyung calmati, non dire queste cose, sai anche tu che passer-» e non riuscì a finire la frase che il grigio lo bloccò. «Non dirmi che è solo un momento e che questo passerà, perché cazzo, anche tu sai che non è vero. Non riuscirò mai ad essere abbastanza per questo mondo di merda!»

Un rumore sonoro riempì l'intera stanza. Jimin non ci aveva visto più, aveva alzato la mano e gli aveva mollato uno schiaffo dritto sulla guancia. Taehyung rimase a bocca aperta, fissando un punto vuoto, fissando il nulla.

«Chi cazzo ti ha mai detto che non saresti mai stato abbastanza?» Jimin alzò la voce di nuovo, sentendo la rabbia farsi spazio in lui.

«Adesso tu stai zitto e mi ascolti» lo indicò, ordinandoglielo.

«Non puoi affrontare tutto da solo, sei andato incontro a troppe cose, da solo. So che non stai bene, so che non è tutto okay. Avrei voluto tornare indietro nel tempo, mandare tutto in rewind e cancellare tutte queste cose, evitare che questa merda fosse successa, ma non si può; vorrei sostituire tutto il tuo dolore con delle parole, dei gesti, che possano farti star bene, farti essere felice. È la tua vita, so che stai avendo giorni difficili, duri e insopportabili, ma sai anche che ci devi convivere. Hai perso la fede in te stesso, non vuoi più vedere avanti, al futuro, perché hai paura. E so che non vuoi sentire queste cose, ma so anche che tutto ciò ti può far diventare più forte.» Taehyung si portò le gambe al petto, stringendosi, continuando a guardare di sfuggita il biondo che stava parlando, senza fermarsi un secondo. Aveva ragione, però.

«Pensi che non puoi andare avanti, ma sai anche tu che questa non è la verità. Non sei sbagliato, non sei inutile. Sei forte, più di quello che pensi. E quando cadi, senza forze e sfinito, ti rialzi e ricominci a lottare. Lo hai sempre fatto, lo sappiamo entrambi. Non farti abbattere, non far che questa cosa ti porti a pensare che tu non sia abbastanza, che ti faccia sentire così piccolo e insignificante. C'è molto di più del fatto che ti senti cupo, spento dentro, c'è molto di più del dolore che stai cercando di nascondere.» Si fermò, avvicinandosi al grigio, posandogli una mano sulla spalla, e tirandogli su il viso, con un dito sotto il mento.

«So che vuoi mandare tutti via, che vuoi spingerli fuori dalla tua vita, pensando che così tu possa non farli soffrire. Ma sai cosa succede? Succede il contrario e, cosa ancora peggiore, facendo così tu ti riempi di dolore. Non devi sentirti così per sempre, devi dire la verità. Non stai bene, devi seguire la tua strada, ma non da solo. Devi far si che le persone ti aiutino, che stiano al tuo fianco. Tu sei bellissimo, migliore di quello che pensi. Sei così speciale, tu vali, le persone si interessano a te, le persone si preoccupano perché ti vogliono bene, perché ti amano. Tu meriti l'amore che cerchi, l'amore di cui hai bisogno. Tu meriti molto di più. Apri al mondo il tuo magnifico cuore, lascia che il sole lo colpisca, illuminandoti la vita. Starai bene, troverai la tua strada. Queste cose cambieranno, avrai i tuoi giorni, avrai i tuoi momenti. Vincerai questa battaglia. Manda a fanculo questo gioco altalenante e riprendi in mano la tua vita.» Gli portò una mano sulla guancia, asciugandogli una lacrima.

«Guardami TaeTae, guardami negli occhi e dimmi che hai capito» sussurrò.

Il grigio alzò lo sguardo, di nuovo, fissandolo con quello del biondo.

«Hai detto che devo lasciare che il sole colpisca il mio cuore» mormorò «allora, per favore, sii tu il mio sole

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mi scuso per eventuali errori, ma questo capitolo lo avevo già scritto e, siccome non sto molto bene non sono riuscita a rivederlo,,, spero sia di vostro gradimento uhg

Oncology | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora