XLVI

741 103 87
                                    

«Have courage and be kind»

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

«Have courage and be kind»







Lo sguardo spento e stanco del grigio rimase immobile, bloccato negli occhi pieni di gioia del biondino.

Taehyung ce l'aveva fatta, era riuscito ad uscire da quel tunnel stretto, scuro e spaventoso. Quel tunnel senza fine, finalmente, aveva avuto una via d'uscita. Era riuscito a superare le sue paure, aggrappandosi a quel poco che gli rimaneva. Aggrappandosi all'unica luce nella sua vita. Il suo Jimin.

Il grigio, osservandosi attorno, in seguito, sentendo la necessità di parlare, ma non avendone possibilità, cominciò ad agitarsi. E fu così che Jimin si svegliò e tornò con la testa sulla terra. Si alzò, spostando bruscamente la sedia all'indietro, precipitandosi a premere il campanello d'emergenza, per poi soffermarsi sul ragazzo che più amava.

"Taehyung, Taehyung calmati!" gli prese entrambe le mani e gliele strinse. "Sta c-calmo, va tutto bene" ma il grigio non riusciva a star calmo. Voleva parlare, alzarsi, ma era bloccato in un letto, attaccato a delle macchine, costretto a respirare in quel modo artificiale a causa di alcuni tubi fastidiosi.

Nessuno si apprestava ad arrivare in quella stanza a dar aiuto a quel povero ragazzo spaesato, impaurito. Nessuno era lì, se non Jimin, che stava cercando di fare il suo meglio per tranquillizzare l'amore della sua vita.

"Tae, ti prego, sono qui, sono qui con te, concentrati sul mio sguardo" si sedette sul bordo del letto, al fianco del grigio, che giaceva ancora lungo nel letto. "Guardami negli occhi" e così fece.

Jimin in quell'istante aveva il cuore che scoppiava di gioia, di felicità. Il suo Taehyung era sveglio, era vivo. Il suo Taehyung era ancora lì con lui e ora sapeva che, nonostante tutto il trambusto, la vita poteva riservare anche delle cose belle. Aveva imparato a credere nella speranza, aveva imparato a vivere fino alla fine, fino a toccare il limite. Aveva imparato a resistere.

Non gli sembrava vero che i loro sguardi si stessero ancora cercando come i tempi addietro.

Ma, Taehyung, a differenza del biondo, non aveva il cuore colmo di gioia e felicità in quel momento. Era pieno di amarezza e paura. Si trovava ancora, seppur sveglio, ancora segregato a letto, senza la possibilità di parlare, di muoversi o, semplicemente, respirare.

Jimin prese di scatto, di nuovo, il campanello d'emergenza e, per svariate volte, lo suonò, domandandosi dove fossero finiti tutti dentro quel reparto.

Poco dopo la porta venne spalancata bruscamente e l'intera equipe medica entrò nella stanza in modo irruente, trascinando via, di forza, il piccolo Jimin, lasciando così Taehyung da solo. Spaesato e tremante dalla paura.

*

"Voglio vedere mio nipote!" il biondo sentì urlare nella sala infermieri la nonna del grigio, quindi corse da essa, affiancandola.

La signora tremava, piangeva ed era davvero spaventata. Forse più di tutti. Sembrava temesse che il peggio ancora non fosse passato, che non fosse finito o, forse, non credeva ancora al fatto di non essere stata in grado di interagire con suo nipote per giorni, settimane. Sembrava esausta, lo era. Il marito le faceva concorrenza, ma era taciturno. Entrambi avevano delle grandi occhiaie sotto gli occhi lucidi e spenti.

Jimin non ci pensò due volte e le prese la mano, sorridendole.

"Andrà tutto b-bene" annuì ad essa "Taehyung, lo sappiamo tutti, è forte. Il più forte tra tutti. È sveglio e sicuramente vorrà vederla. Ma d-diamo un po' di tempo ai dottori. Ne hanno bisogno loro e, sopratutto, ne ha bisogno Taehyung."

La signora strinse in risposta, anch'essa, la mano del ragazzo e sospirò. Guardò infine l'infermiera a su cui stava scaricando tutta la sua tensione poco prima e si inchinò scusandosi, per poi uscire dalla stanza, sospirando per l'ennesima volta.

Jimin sorrise all'uomo, che lo ringraziò con uno sguardo e un cenno, per aver calmato la sua dolce metà, ormai troppo anziana per sostenere queste grandi tensioni.

Entrambi raggiunsero la signora, che si era seduta in un divanetto nella sala d'aspetto, mentre si teneva una mano davanti agli occhi, cercando di non scoppiare in lacrime anche quella volta.

L'unica cosa che avrebbe voluto era sentire la stretta della mano del suo adorato nipote. Del ragazzo che aveva cresciuto per quasi venti anni come se fosse suo figlio, del ragazzo a cui aveva donato tutto il suo amore, tutti i suoi averi e tutta la sua vita.

"Tesoro, sii paziente. Presto lo rivedrai, lo abbraccerai e potremmo tornare come prima. Una famiglia felice" l'uomo le circondò le spalle con un braccio, avvicinandola a sé, poi rivolse il suo sguardo sincero al ragazzo.

"Jimin, noi due non abbiamo parlato così tanto in tutto questo tempo. Come hai potuto constatare tu stesso, sono un tipo abbastanza taciturno. Non mi piace parlare molto, ma mi sento davvero di dirti grazie in questo momento. Grazie perché in tutto questo tempo ci sei sempre stato per il nostro Taehyung e l'hai reso felice. Davvero felice e spero davvero che questa cosa, fra voi due, possa continuare a lungo. Perchè un sorriso come quello che gli donavi tu, nel viso di Taehyung, non credo di averlo mai visto."

Jimin rimase a bocca aperta, non sapendo cosa dire. Sapeva solo che, tutte le cose che avesse detto il nonno, fossero reciproche. Jimin mai aveva sorriso come quando era Taehyung la causa del suo sorriso. Mai era stato più felice di quando il grigio stesse con lui.

E sì, sperava con tutto sé stesso che il loro bellissimo e unico rapporto continuasse.

Perchè Jimin aveva bisogno di Taehyung e Taehyung, aveva bisogno di Jimin. L'uno era complementare all'altro. Un unico pezzo, un'unica anima.

"Signore, le prometto che non lascerò mai suo nipote. Taehyung è la cosa più cara e preziosa che ho nella vita e non ho intenzione di lasciarlo andar via così facilmente. Io... Io lo amo, e non credo che questa cosa riesca a cambiare. Non credo che riuscirò mai a star lontano da suo nipote" sorriso timido, abbassando lo sguardo.

"Te ne siamo grati Jimin, davvero tanto." entrambi annuirono, facendo spazio in volto ad un bellissimo sorriso.

*

"Scusatemi tanto se interrompo questo bellissimo momento" un'infermiera minuta si avvicinò sorridente ai tre, seduti sul divanetto, in attesa di buone notizie che, finalmente stavano arrivando.

"Potete andare da Taehyung, non aspetta altro che vedervi."

____

E NIENTE
TANTI AUGURI AL NOSTRO JIMIN
😔✨

domani pubblico il prossimo capitolo!

e, soprattutto, spero che questa storia ancora vi piaccia e mi scuso immensamente per le assenze che faccio;;

e grazie a tutti voi che ancora state dando una possibilità a questa piccola storia e a me;; love u all

Oncology | VminWhere stories live. Discover now