Capitolo 113

65.3K 2.2K 907
                                    

Ormai è arrivata l'ora di tornare a casa.
Di Jace e mio fratello neanche l'ombra per l'intera mattinata a scuola. Senza contare che ho perso il conto delle chiamate che ho fatto ad Heric, ma non ha risposto nemmeno a mezza.

"Ma dove sono finiti...?!" Penso ad alta voce, mentre continuo a tenere gli occhi sul cellulare.
Magari almeno uno si decide a farsi sentire...!
"In effetti non si sono visti in tutto il giorno, che è successo?" Mi domanda Sam.
Ormai siamo già alla fermata del pullman, ma essendo che il loro è già arrivato ho la scusa buona per evitare di parlarle.
"Cavolo, di solito fa sempre tardi!" Piagnucola Katie, che voleva sapere la storia.
"Tranquille, non credo sia grave. Avranno deciso di saltare, per oggi." Mento.
Non so perché, ma non ho nemmeno voglia di parlare di tutta questa situazione.
"L'importante è che sia tutto a posto. Se ci sono problemi chiamaci." Mi salutano con un bacio sulla guancia, per poi salire sul pullman.

Fortuna che non abitiamo nella stessa zona è siamo costrette a prendere due linee di bus differenti, altrimenti mi avrebbero assillata.

Mi siedo in uno dei piccoli spazi liberi del marciapiede, dal momento che l'intera scuola sta aspettando il proprio.
Non riesco a far altro che pensare a dove possano essere finiti sti due... ma soprattutto almeno mio fratello avrebbe potuto farmi sapere qualcosa...!
In lontananza vedo arrivare il mio pullman.
Mi alzo da terra, prendendo anche lo zaino, e salgo non appena questo si ferma.
Mi siedo in fondo, vicino ad un finestrino.
Guardo fuori, e vedo un sacco di studenti, alcuni della mia età, altri più grandi, più piccoli... ma insomma, tutti felici.
Prima di innamorarmi di Jace ero continuamente così pure io.
Non che con lui non sia felice... anzi, ciò che mi ha fatto vivere quel ragazzo penso che non potrebbe farmelo provare nessuno. Ma quando si comporta così... con quella testardaggine...!
Mi sale un nervoso solo a pensarci.

Pochi minuti dopo mi trovo fuori casa.
Una parte di me spera di trovare mio fratello in casa e poterlo riempire di domande, ma dall'altra parte sono consapevole che non sarà così.
Figurati se è tornato a casa così... tranquillamente!

"Ciao amor- oh, dov'è tuo fratello?" Mia mamma compare davanti a me, con un matterello in mano e un grembiule addosso.
"Stessa cosa che vorrei sapere io..."
"C-come? Non ti ha detto se usciva?"
Quando mi accorgo che sembra preoccupata tento di tranquillizzarla.
"Tranquilla, mamma. Probabilmente avrà avuto qualcosa da fare." Le sorrido, e lei sembra stia iniziando ad essere più calma.
"Vuoi mangiare qualcosa?" Mi chiede premurosa. Probabilmente deve aver capito che c'è qualcosa che non va, e sta solo tentando di migliorarmi l'umore.
Faccio cenno di no con la testa.
"No, grazie. Credo che andrò direttamente in camera a studiare un po'." Lascio la giacca sull'appendiabiti.
"Come preferisci. Se ti viene fame dimmelo."
"Va bene." Le sorrido, per poi salire in camera mia.

Mi lascio cadere sul letto, e mi fermo a fissare il soffitto.
Nessuna notizia.
Zero.
Niente di niente.

"Mi sembra di impazzire!" Con uno scatto mi metto a sedere. Guardo ancora una volta il telefono, ma l'unica cosa che spunta è l'orario.
"E io dovrei mettermi a studiare?! Ma come faccio...?!" Guardo lo zaino, che poco prima ho lanciato per terra in mezzo alla stanza.
Con zero voglia, mi alzo dal letto per andare a recuperarlo e tirare fuori i libri e quaderni.

"Proviamoci." Sospiro, sedendomi alla mia scrivania.
Guardo il libro e inizio a leggere, ma giusto due minuti dopo mi accorgo che di tutto ciò che ho lezzo non ho capito una mazza.
"Oh, che palle... qualcuno mi dia una botta in testa, che magari riesco a farci un buco e a ficcare qualche informazione dentro..." Piagnucolo, ormai con le mani tra i capelli.

Il tempo continua a passare e ormai non riesco neanche più a vedere bene per colpa della luce che sta sparendo.
Guardo fuori dalla finestra e mi accorgo che sta arrivando il tramonto.
Accendo la luce, e lancio letteralmente i libri sul letto, prendendo per l'ennesima volta in mano il telefono: ma niente.
"Oh, vaffanculo!" Sbotto, scendendo le scale.
Prendo nuovamente la giacca e mia madre mi raggiunge sulla soglia di casa.
"Amore, dove vai? È quasi ora di cena."
"Lo so, mamma. Scusa, ma ho avuto un imprevisto. Non faccio tardi, ci vediamo dopo." Dico di fretta, chiudendomi la porta alle mie spalle.

Percorro il viale del giardino, ma prima di poter mettere piede fuori vedo una macchina familiare fermarsi proprio davanti.
Riconosco subito che è la jeep bianca di Scarlett, e quando dentro ci vedo Jace e mio fratello il mio cuore inizia a battere a mille.
Stavo uscendo proprio per distrarmi, per fare una passeggiata, e si presentano davanti a me proprio adesso... dopo che li stavo cercando da tutto il giorno.

Questi scendono dall'auto, e io mi precipito davanti a loro.
Non ho neanche la voglia di arrabbiarmi.
"Bentornati!" Dico ironica.
"Hai ragione, lo so. Avremmo dovuto farci sentire." Inizia Heric, mentre Jace rimane serio, appoggiato alla macchina per accendersi una sigaretta. Il suo distacco e il suo menefreghismo mi fanno salire ancora di più il nervoso. Ma non ho nessuna intenzione di prendermela, devo imparare a rimanere impassibile, esattamente come sta facendo lui.
"E menomale che lo sai." Guardo Heric in cagnesco.

Entrambi hanno un'aria strana, come se ne avessero combinata qualcuna, ma data la situazione meglio non indagare troppo. Rischieremmo solamente di peggiorare la situazione...

"Jace." Heric richiama la sua attenzione, e lui lo guarda serio, con i suoi soliti occhi glaciali, per poi guardare me.
Butta fuori il fumo della sigaretta, per poi pizzicarci sopra per far cadere la cenere.
Ma perché dev'essere così bello anche mentre fuma...?!
Mannaggia a me e ai miei pensieri.

"Sali." Mi ordina, con un gesto della testa.
"Salire? Con te? Neanche morta." Dico con una smorfia.
Jace mi fulmina con lo sguardo, fa un altro tiro dalla sigaretta per poi buttarla a terra. Non ha nemmeno finito di fumarla, è arrivato neanche a metà.
"Allie, è meglio se vai e parlate." Heric tenta di convincermi, ma io non mi sento sicura.
"N-non-"
"Se non sali ora non ti do più nessuna possibilità di parlarne." Sbotta Jace, con sguardo duro.

Mio Dio... da una parte quello sguardo mi fa tremare le gambe da quanto è bello...
Mi manca... mi manca da morire.

Silenziosamente mi avvicino all'auto, per poi aprire la portiera e salire, seguita da Jace che prende posto al volante.

"La riporti tu?" Domanda Heric, dal mio finestrino.
"Sì, tranquillo. Ciao."
"Grazie, ciao." Heric mi rivolge un sorriso, accarezzandomi la testa. E io faccio lo stesso.
Rialzo il finestrino e Jace mette in moto la macchina.

"Dove andiamo?" Domando.
"A casa mia."

Poi, silenzio.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora