Capitolo 68

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Sento la gola secca e le gambe tremare.
Cosa intende con... la ragazza di Jace?!
Non... non può essere...

"Marika? Cosa ci fai qui?" Jace appare all'improvviso davanti a me. Addosso ha una semplice tuta nera e una felpa bianca.
"Se mai cosa ci fa lei, qua." Risponde quella ragazza, incrociando le braccia al petto.
Jace rimane un attimo in silenzio, per poi sospirare.
"Allie, andiamocene." Dice, prendendomi per un braccio.
"Non vado da nessuna parte! Prima voglio delle spiegazioni!" Sbotto, allontanandomi da lui.

Sento delle lacrime rigarmi il volto.
Come ho potuto essere così stupida?!
D'altronde le persone non possono cambiare così... da un momento all'altro...
Jace Hogan è, e rimarrà sempre il solito stronzo.

"Alison, calmati." Jace tenta di avvicinarsi a me, ma io mi sposto nuovamente all'indietro.
Non voglio essere nemmeno sfiorata da una persona del genere.
E io che ci ho pure sperato.
"Calmarmi?! Come posso calmarmi?! Una ragazza si presenta davanti a casa tua, dicendo di essere la tua ragazza... e io dovrei pure rimanere calma!" Sento la rabbia scorrere per tutto il mio corpo. Lo so, sto per esplodere.
"Senti, bella. Potrei dire la stessa cosa." Si intromette la stronza.
"Marika, stanne fuori. Mi hai già portato fin troppi casini." La voce di Jace è completamente cambiata. È dura e aggressiva.
"Casini?! Pf, fino a prova contraria-"
"Ti ho detto di stare zitta! Torna da dove cazzo sei venuta! Da quando ho saputo che eri tornata non vedevo già l'ora che te ne andassi!" Jace comincia a urlare contro quella ragazza che, però, rimane quasi impassibile.
"Cosa vuoi fare, Jace? Picchiarmi? Poi te la vedi tu con mio cugino." Sorride lei, con aria di sfida.
"Oh, credimi che tuo cugino sarebbe il primo a volerti mettere le mani addosso, non io di certo!"
"Che hai, Jace? Non ti ho mai visto così nervoso per una biondina. Allora sono vere le voci che ti sei innamorato perso."
"Chiudi quella bocca." Jace la guarda in cagnesco, per poi prendermi di forza e trascinarmi via.
"Sì, vai pure con la tua fiamma. Tanto non finisce di certo qua." La sento urlare alle mie spalle.

Camminiamo per un paio di minuti, in silenzio, fino ad arrivare ad un piccolo parco dove venivo a giocare da piccola.
Sento gli occhi pesanti per via delle lacrime, ma allo stesso tempo ho un nodo alla gola che non mi permette nemmeno di parlare. Se lo facessi, scoppierei a piangere.
"Siediti." Jace mi fa sedere delicatamente su una panchina, per poi mettersi in ginocchio davanti a me.
Faccio fatica a guardarlo in volto, ma riesco a intravedere i suoi occhi azzurri fissi su di me. "Non piangere, per favore." Le sopracciglia sono ricurve, creando in lui un'espressione preoccupata e dispiaciuta. Ma ho paura a fidarmi... finora mi ha solo preso in giro...
"C-come posso non piangere...? Mi... mi hai ingannato... come sempre..." Singhiozzo, tra le lacrime.
"Alison... posso spiegarti ogni cosa." Si avvicina ancora di più a me, alzando una mano fino ad asciugarmi il viso, ma io gliela sposto.
Alla mia reazione sembra rimanerci male, ma in questo momento mi sento uno straccio per provare compassione per lui.
"Ascolta. Ho fatto tante cazzate nella mia vita. Sono stato con tante ragazze e ho fatto il coglione, e questo tu lo sai. Ma se c'è una cosa che non ho mai fatto è tradirti." Appena mi ricorda tutte queste cose mi viene una stretta al cuore, ma per lo meno so che è sincero... d'altronde non può negare cose che già so.
"E allora quella chi cazzo é?!" Innervosirmi così non mi fa bene, mi fa solo piangere di più.
"Quella è una cogliona che... giuro, ne avessi la possibilità le metterei al suo posto. Ma non è solo una ragazza... è anche la cugina di Nate."

A quella confessione alzo di scatto la testa, incrociando il mio sguardo col suo.
"C-cosa...?"
Non può essere vero... una persona del genere non può essere parente di... Nate?! Un ragazzo così dolce e gentile...
"Hai sentito bene... mi è sempre venuta dietro, ma io non l'ho mai sopportata. E credimi, nemmeno Nate."
"Nemmeno... Nate?" Chiedo, asciugandomi le lacrime con la manica della felpa.
"Ha sempre avuto un carattere pesante. Ti ricordi quando siamo usciti, che prima di portarti a casa mi è arrivato un messaggio?"
Io annuisco, ricordando perfettamente come aveva cambiato umore subito dopo.
"Era Nate. Mi aveva chiesto di andare a farci una birra perché era troppo nervoso."
"Per cosa?" Chiedo, a voce un po' bassa e strozzata ancora dal pianto.
"Per Marika, sua cugina. Purtroppo dovrà abitare per un po' di tempo con lui, finché i suoi genitori non tornano dall'Inghilterra, per alcune faccende famigliari di cui non me ne frega neanche un cazzo. E il solo pensiero di doverla sopportare pure io ha reso nervoso anche me, quella sera."

Io rimango un attimo in silenzio, non sapendo neanche cosa dire.

"Alison, devi credermi. Per favore..." Nei suoi occhi riesco a intravedere un briciolo di disperazione, non l'avevo mai visto così...
Ma ho paura... non so se fidarmi... chi mi assicura che sia questa la verità...?
"Non lo so, Jace..." Abbasso lo sguardo.
"Alison." Sussurra il mio nome, alzandomi delicatamente il mento, per guardarmi negli occhi.
"Lo giuro sui miei genitori..."
"Che cosa...?"
"Che ti amo."

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora