Capitolo 34

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Appena saliamo in macchina, io dietro e Jace davanti, Nate preme sull'acceleratore, lasciandoci alle spalle tutto quel casino.
Mi giro a guardare le luci delle sirene che riflettono nei miei occhi, facendoli socchiudere leggermente.

"Wow! Per fortuna ce l'abbiamo fatta!" Jace si stiracchia tranquillamente, come se non fosse successo nulla.
"Già... per fortuna." Fa eco Nate.
"Piuttosto, dov'è la mia felpa?" Chiede.
"Dietro, nel mio zaino."
Jace si gira, allungando le mani su uno zaino nero, da cui tira fuori la sua felpa nera.
Appena se la infila, sento come un sollievo. Non ce la facevo più... mi sentivo troppo in imbarazzo, soprattutto dopo che mi sono aggrappata a lui.
Anche se però... devo ammettere che mi dispiace non poter più godere di una certa vista.

"Allie, hai fame?" Mi chiede Nate, guardandomi dallo specchietto.
"Certo che avrà fame! Le avevo promesso una pizza!" Si intromette Jace.
"Allora ci fermiamo alla prima pizzeria che troviamo?"

C'è un attimo di silenzio e Jace sta fissando il suo cellulare senza dare retta alla domanda.

"Oh, coglione. Mi vuoi rispondere?" Nate gli dá una sberla sulla gamba, per attirare la sua attenzione.
"Eh? Sì, scusa."
Nate continua a guardare la strada, aspettando una risposta.
"Mi dici sì scusa, ma non mi hai ancora risposto!"
"Ehm, no! Ci fermiamo alla pizzeria dietro casa mia. Ho paura che Emma sia a casa da sola e non abbia mangiato. Prendiamo una pizza anche a lei."
"E Scarlett?"

Ancora queste Emma e Scarlett. Le ho già sentite nominare prima, mentre stavano discutendo con Jeremy.
Ma chi sono?

"Mi ha appena detto che non sa a che ora finisce."
Nate guarda l'orologio. "Ma sono le 21.30!"
"Lo so..."
"È assurdo... spero solo che non si stanchi troppo." Noto preoccupazione nei loro toni di voci. Mi chiedo di cosa stiano parlando, dal momento che non ci sto capendo nulla.

Il resto del tragitto lo facciamo in silenzio, ascoltando la radio, fino quando arriviamo davanti ad una pizzeria.
Nate parcheggia e scendiamo tutti e tre.
Ma si può scappare dalla polizia ed andare tranquillamente a mangiare una pizza?!

"Come la vuoi?" Mi chiede Jace.
"Ehm... è uguale."
"Scegli, poi me lo dici."
Ma vuole davvero offrirmela?
"Jace! Nate! Sempre insieme voi due, eh?" Un uomo alto, brizzolato, con un grembiule bianco viene verso di noi. Noto subito un accento marcato straniero.
"Carlo!" Lo salutano entrambi, con una stretta di mano seguita da un abbraccio.
"Cosa vi faccio oggi, solito?" Chiede, sorridente.
"Sí, anche per Emma." Dice Jace.
"Oh, la piccola Emma! Dov'è finita quella combinaguai? È da un po' che non la vedo!" Ride l'uomo.
"A casa, ci sta aspettando." Ride Jace, seguito da Nate.
È da quando siamo usciti da quel posto che non sento altro che parlare di questa Emma! Ma chi è?!
"E Scarlett, dove l'avete lasciata?"
Ecco, mi ero dimenticata anche di questa.
"Sta ancora lavorando..." Lo sguardo di Jace diventa improvvisamente più cupo.
"A quest'ora?!"
"Già..."
"E lei...?" Carlo sposta lo sguardo verso di me.
"Una nostra amica." Risponde Nate.
"Alison, lui è Carlo, il proprietario di questa pizzeria. Lo conosciamo da quando siamo bambini. Carlo, lei è Alison." Ci presenta Jace.
"Piacere." Sorrido, stringendogli la mano.
"Oh, il piacere è tutto mio! Devi essere tu la famosa Alison di cui Jace parla semp-"
"Ok! Siamo venuti a prendere le pizze, Carlo!" Interviene Jace.
"Oh, certo!" Lui scoppia in una grossa risata. "Alison, cosa gradisci?" Si rivolge a me.
"Ehm... non saprei..."
"Io ti consiglio una bella pizza Napoletana! Ormai è la preferita di questi miei due ragazzoni!"
"Certo, va benissimo! Mi fido." Sorrido.
"Allora vado subito a farle!" Mentre si dirige verso la cucina noi ci accomodiamo al bancone.
"Carlo è italiano, fa una pizza buonissima." Mi dice Nate, bevendo un bicchiere d'acqua offerto da una dipendente.
"Ah, ecco. Si sentiva dall'accento che non era Americano."

Pochi minuti dopo torna da noi con quattro cartoni di pizze.
"Grazie mille!" Lo ringraziamo tutti e tre.
"Quanto-"
"Andate." Carlo interrompe Jace, che stava tirando fuori i soldi dal portafoglio.
"Sono in debito con te, allora."
"Non siete mai in debito con me. Salutatemi quella mocciosetta e Scarlett!" Carlo saluta di nuovo Jace e Nate con un abbraccio, mentre a me dá due baci sulle guance.
Allora è vero che gli italiani sono così tanto amichevoli senza nemmeno conoscerti bene.

Quando usciamo dalla pizzeria faccio per andare verso la macchina.
"Allie, andiamo a piedi. Casa mia è qua di fianco." Mi informa Jace.
"Ah... okay."

Neanche due minuti dopo arriviamo davanti a un palazzo. Jace prende le chiavi, apre la porta e saliamo le scale fino al terzo piano.
Arriviamo davanti ad una porta bianca, che si apre, però, senza che nessuno di noi la tocchi.

Una ragazzina con dei lunghi capelli castani e gli occhi azzurri si mette davanti a noi, con aria strafottente e le mani incrociate al petto.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora