Capitolo 45

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Per un momento sento come una fitta al cuore... come se avesse saltato un paio di battiti, o forse anche di più.

"Intendo... non stare a preoccupartene troppo... è stato solo un piccolo... bacio... La gente se li dá ogni giorno."
"Ehm, s-sí, sono d'accordo..." Sorrido, nervosa.

Ma che cavolo mi prende?!
In questo momento dovrei infuriarmi per ciò che ha appena detto!
Cosa intende dire? Che mi ha usata solo per i suoi scopi...?!

Però... non riesco a reagire come dovrei... sento solo un grande nodo alla gola...
Ci hai veramente sperato, Alison?
Con Jace? Pff...! Quello non cambierà mai, mettitelo in testa! Rimarrà sempre il solito stronzo.

"Vado da Heric, ci vediamo." Tento di sorridergli il più credibilmente possibile, alzandomi dal tavolo.
"Ma non hai mangiato nulla." Mi fa notare.
"Oh... non ho molta fame, puoi mangiare tu." Gli porgo il vassoio, per poi andarmene senza aspettare nessuna risposta.
Non ho nessuna intenzione di ascoltarlo più.
Che vada al diavolo!

Continuo a girare per i corridoi della scuola, senza un obiettivo preciso. Non ho idea di cosa fare e di dove andare.
Spero solo che questo periodo passi... e in fretta.





"Siamo tornati!" Dice Heric entrando in casa, mentre io rimango sulla soglia della porta, appoggiata.
Faccio fatica a reggermi in piedi e sento gli occhi pesanti. Per non parlare della testa, mi sta scoppiando...
"Bentornati, amori miei! Com'è andata la scuola?" Nostra madre ci viene incontro per salutarci con dei baci ma, come al solito, Heric la schiva.
"Quando ti farai baciare da tua madre?" Si arrabbia lei.
"Probabilmente mai. Piuttosto, Alison non sta bene." Dice Heric, accarezzandomi leggermente la testa.
Quando mia madre posa lo sguardo su di me diventa bianca in volto.
"Allie! Tesoro, che hai?!" Si scaraventa su di me, mettendomi una mano in fronte.
"Nulla mamma, sono solo un po' stan-"
"Scotti! Hai sicuramente la febbre!"
"Mamm-"
"Caro! Aiutami!" Mia madre urla per chiamare mio padre, che appare dalla cucina.
"Che succede?" Chiede, preoccupato. Ha ancora il giornale in mano e gli occhiali addosso.
"Penso abbia la febbre, aiutala ad andare in camera, io vado a prepararle qualcosa di caldo."
Mio padre avvolge il suo braccio intorno alla mia vita e io mi aggrappo alla sua schiena.
"Papà, posso portarla io, se vuoi." Dice Heric, guardandomi preoccupato.
"Mi stai dando del vecchio?"
"No, ti sto offrendo il mio aiuto." Ironizza lui.
"Dai, prendila dall'altra parte."
Alle parole di mio padre, Heric mi prende allo stesso modo e io mi appoggio anche a lui.
Mi sento come svenire, giuro...

Finalmente arriviamo in camera mia e loro mi appoggiano sul letto, dolcemente.
"Ce la fai a cambiarti da sola?" Mi chiede mio padre, che nel frattempo mi sta accarezzando leggermente la guancia.
"Sì..." Sorrido io.
"Va bene, allora riposati. Heric, vai a prendere il termometro."
"Ok."
Ed escono entrambi dalla stanza.
Riesco, a fatica, a mettermi il pigiama.
Mi sembra di aver fatto uno sforzo enorme. Mi sento senza forze.
Sono rimasta tutto il giorno senza mangiare... probabilmente il mio corpo ha bisogno di energie, ma... continuo ad avere lo stomaco chiuso dopo tutto ciò che è successo...
Perché Jace ha detto quella cosa...?

"Eccomi, adesso misuriamo la febbre." Mio fratello si siede sul mio letto, di fianco a me aiutandomi a mettere il termometro.
"Scema, come hai fatto ad ammalarti?" Mi chiede, accarezzandomi i capelli.
"Sarà stato un colpo di freddo." Sorrido io.
"L'importante è che ora ti riposi."
"Sì..."
Rimaniamo per un po' di minuti in silenzio e io chiudo gli occhi che si sono fatti ancora più pesanti.
"Cosa vi siete detti tu e Rossana...?" Sussurro, debolmente, continuando a tenere gli occhi chiusi.
"Eh? Oh... nulla di importante." Dice, togliendomi il termometro. "Mh... hai 38 di feb-"
"Non ti credo..."
Lui rimane un attimo in silenzio, sospirando.
"Mi ha solo chiesto scusa."
"E tu?"
"Beh, le ho detto che non ero io quello con cui doveva scusarsi, ma te."
"Non me ne faccio molto delle sue scuse..." Rido lievemente.
"Adesso non stare a preoccuparti di quelle cose. Pensa a riposare." Mi dá un dolce bacio sulla fronte, per poi uscire dalla mia stanza.

I miei occhi iniziano a farsi ancora più pesanti, finché, ad un certo punto, non sento più nulla...

"Dimenticatelo..."

"Dimentica ciò che è successo..."

"Dimenticatelo..."

"La gente se li dá ogni giorno..."

"Diment-"

Apro gli occhi di scatto.
Il mio respiro si è fatto pesante e il cuore sembra che stia per uscirmi dal petto da un momento all'altro.
"Era... un sogno..." Sussurro, una volta resa conto che ciò che stavo vedendo non è reale.
Guardo l'orologio: sono le 20.20. 
Ho veramente dormito così tanto...?

"Allie, è pronta la cena." Mi avverte Heric, per poi aiutarmi ad alzarmi dal letto ed andare in cucina.
"Forza, tesoro, devi mangiare qualcosa o non posso darti la medicina." Mi incoraggia mia madre.
"Lo so, ma ho lo stomaco chiuso..." Mi sforzo a mangiare, ma sto facendo una fatica immensa.

Dopo un bel po' riesco finalmente a finire.
Mia madre mi porge la medicina e io la ingoio assieme all'acqua.
Mi sento distrutta, come se le ore in cui ho dormito pomeriggio non fossero mai esistite. Dev'essere l'effetto della febbre.

Dopo aver preso la medicina ritorno in camera, aiutata da mio fratello.
"Ci vediamo domani, quando torno da scuola." Mi saluta, con un dolce sorriso.
"Buonanotte." Ricambio io.

L'unica cosa positiva della febbre è che non andrò a scuola...
Niente Sam e Katie.
Niente Debora e Rossana.
Ma soprattutto... niente lui...
Niente Jace...

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora