Capitolo 72

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"Non mi sono pentita di niente, anzi..." Sussurro, allontanando lentamente le mie labbra dalle sue.
Per un attimo lui mi guarda negli occhi, per poi premermi la mano dietro la testa per stamparmi un altro bacio.
Questa volta è lui ad abbassarsi leggermente, per arrivare alla mia altezza e, sinceramente, la cosa non mi dispiace.
Mi lascio travolgere dalle sue morbide labbra, perdendo quasi i sensi. Come può una persona farmi battere così forte il cuore?

Non appena si allontana mi rivolge un dolce sorriso baciandomi poi sulla fronte.

"Mi dispiace che stasera sia andata così..." Dice, leggermente imbarazzato.
"Ah, oh... n-non fa niente..." Balbetto io. Mi sento una completa idiota.
"Beh, ehm... stai... stai preparando la valigia?" Mi domanda, all'improvviso.

Ok, capisco che si senta a disagio, come me d'altronde... ma i maschi hanno un modo assurdo di cambiare conversazione!

"La valigia? Ah, sì! Ormai mancano pochi giorni prima del campionato a Boston!" Dico ovvia.
"Già. Non vedo l'ora di vederti con i nuovi body delle cheerleader!" Ridacchia.
"Stupido!" Esclamo, tirandogli un piccolo pugni sulla spalla che, scommetto, ha provocato più dolore a me che a lui.
"Beh, se ti dá fastidio che ti guardo posso sempre guardare qualcun'altra... magari quelle della squadra avvers-" Non fa in tempo a terminare la frase che gli ho già tirato un calcio negli stinchi. E questo ha fatto sicuramente male, visto come zoppica.
"Ah...! Cazz... mi hai fatto male!"
"Ma davvero? Il più giovane e forte tirapugni del momento si fa mettere al tappeto da una ragazza? Beh, perché non vai a farti medicare da qualche bella cheerleader? Magari da una della squadra avversaria!" Dico acida, tirando dritto.
"Eddai piccola, scusa. Lo sai anche tu che la mia preferita sei tu." Mi corre dietro, per poi prendermi per mano.
"Certo... se fosse così non penseresti alle altre vestite da cheerleader..." Metto su il muso.

Magari sto esagerando, anche perché so benissimo che stava scherzando... ma mi dá comunque fastidio.

"Non ero serio, lo sai."
"Vuoi farti perdonare?"
Lui annuisce, mentre io sospiro.
"Portami a mangiare qualcosa di buono, allora. Sto morendo di fame." Lo ammetto, vorrei prenderlo a sberle, ma non posso prendermela tanto per una battuta... o sbaglio...?
Appena lo guardo sul suo viso spunta un sorriso a trentadue denti, da sembrare quasi un bambino.
"Ai suoi ordini, principessa."


-


"Gli spazzolini?"
"Sì, mamma."
"Il pigiama?"
"Anche quello."
"Oh, Heric, non dimenticare la tua tuta!"
"Già presa." Risponde lui, dalla cucina.
"Cara, sicura di avere tutto? Hai controllato di aver preso abbastanza calzini? Farà freddo! Reggiseni? Mutandine di ricamb-"
"Mamma, mamma... calmati! Ho preso tutto! E poi non stiamo via un mese, ma pochi giorni!" Tento di calmare mia madre che sembra più nervosa di tutti.
"Oh, tesoro hai ragione, perdonami." Si scusa lei, abbracciandomi forte.
Appena chiudiamo del tutto le nostre valige, io ed Heric ci dirigiamo verso l'uscita.
"Mi raccomando, avvertiteci quando arrivate!" Ci ricorda la mamma.
"Certo!" La rincuoro io, andando a salutare prima lei e poi papà.
"Heric, non ci saluti?" Lo rimprovera.
"Sì..." Lui tira su con gli occhi.
"Tieni d'occhio la tua sorellina mi raccomando!"
"Stai tranquilla." Le sorride Heric, dandole un veloce bacio sulla guancia e un semplice abbraccio a mio padre.
"Ciao! Ci vediamo tra pochi giorni!" Saluto nuovamente io, per poi andare verso la macchina.
Fortunatamente, Oliver, un amico di Heric in squadra con lui, si è proposto di venire a prenderci.
Non appena carichiamo le valige saliamo in macchina, ed io rivolgo un ultimo saluto ai miei genitori.

Pochi minuti dopo arriviamo davanti a scuola, dove erano presenti già alcuni ragazzi della squadra e alcune mie ragazze del cheerleading.
Di Jace, però, ancora nessuna traccia.

"Buongiorno a tutti!" Saluto, appena arriviamo in mezzo agli altri, che ricambiano il saluto.
"Ecco i nostri Evans! Mi raccomando Evans maschietto, ti voglio bello carico!" Il coach di mio fratello gli tira una forte pacca sulla spalla, ridendo a squarciagola.
"Sì, coach, ma prima mi faccia dormire eh, che sono le 7.00 di mattina anche per me."
Appena vedo le mie migliori amiche raggiungere il gruppo smetto di ascoltare le loro cavolate per andare a salutarle!
"Ma buongiorno!" Strillo scherzosamente, abbracciandole forti.
"Visto, dovresti essere più sveglio come tua sorella? Sicuro che siate gemelli?" Sento nuovamente il coach. E alle sue parole non riesco a trattenere una risata.
"Uff... non ce la faccio più, fatemi salire su sto pullman, che voglio dormire." Brontola mio fratello.
"Certo, Evans. Guarda un po' è arrivato anche Hogan! Quindi direi che puoi andare benissimo a dormire. Non mi va di gestire due bambini litigare di prima mattina." Ride il coach, permettendo veramente ad Heric di salire.

Quando sposto lo sguardo per vedere Jace il mio cuore perde un battito.
Sta scendendo dalla macchina di Nate, che mi rivolge un piccolo sorriso, per poi ripartire.
Jace, ci raggiunge, con lo sguardo ancora addormentato, una semplice tuta nera e la valigia in mano.

Giuro, non esiste nessuno di più bello, pure se appena sveglio.

"Buongiorno." Saluta, strofinando leggermente gli occhi e mettendo le mani in tasca. Non appena mi vede mi lancia un veloce occhiolino, seguito da un sorriso.
"Buongiorno, Hogan! Pane ed energia stamattina, vedo!" Lo prende in giro il coach.
"Mh, no. Magari dopo... ora vado a dormire." Dice lui, salendo sul pullman.
"Direi che siamo al completo. Ci conviene salire. Non mi fido di quei due quando son da soli."

Finalmente, saliamo tutti a bordo.
Siamo pronti per partire.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora