4.9

770 35 19
                                    

«Sono nel panico! Vi prego ragazze aiutatemi!» questo è quello che sento dall'altro capo del telefono durante la nostra conferenza quotidiana, mentre me ne sto sdraiata sul letto intenta a passare lo smalto bianco latte sulle unghie dei piedi, perché farlo su quelle delle mani è inutile ormai! È un mese che non faccio altro che mordicchiarle per cercare di scaricare la tensione.

«Tranquilla Tay, andrà alla grande.» Clare tenta di rassicurare la disperata che ci ha chiamate questo sabato mattina a poche ore prima del pomeriggio di relax e coccole col suo ragazzo.

«Dai! Contiamo insieme fino a tre e poi procedi, ok?» la sento prendere un bel respiro profondo prima di rispondermi con un "va bene" e procediamo accompagnate da Clare a contare: «Uno. Due.» piccola pausa «Eee tre!»

Si sente il rumore di uno strappo seguito da un "ahi" abbastanza forte.

«Tay, tutto bene?» chiede Clare nel panico, come se fosse stata lei ad averle strappato i peli!

«Cavoli, che dolore!» si lamenta facendomi alzare gli occhi al cielo. «Sappi Emma che in questo momento ti sto odiando a morte!»

«Oh andiamo! Ringrazia che non ti abbia proposto di usare il mio silk epil.» sbuffo accorgendomi di aver appena sbavato con lo smalto, solo per dare un po' di supporto morale alla mia amica terrorizzata da una banalissima ceretta!

E pensare che io sono anni che ho ormai abbandonato il rasoio!

«Beh, il silk epil non è poi così doloroso come la ceretta!» ed ecco che Clare dà inizio ad un battibecco senza fine tra quale sia il rimedio meno doloroso per rimuovere quei maledetti peli superflui!

«Ceerto! Solo se sei abituata ad utilizzarlo da anni o millenni forse!»

Nel mentre sentiamo un altro strappo seguito da un'imprecazione a bassa voce da parte della poverina che si sta facendo bella per il suo ragazzo. «Aah, basta! Mi arrendo! Io vado di rasoio!» si impunta.

Ecco, lo sapevo! Non mi da mai ascolto!

Sto per lamentarmi con lei quando: «Tay, muoviti mi serve il bagno!»

Sono passati solo quattro giorni dall'ultima volta che abbiamo parlato, o forse dovrei dire bisticciato come due bambini nell'aula di falegnameria. Ed è da quando lui ha varcato quella porta lasciandomi sola lì con i miei pensieri ingarbugliati e i mille dubbi che ci evitiamo. Divisi sempre, a tal punto che Oliver è costretto a fare avanti e indietro per la scuola per poter passare del tempo con entrambi.

Non mi piace stargli lontana, è così difficile dopo il modo in cui ci siamo riavvicinati adesso tornare a far finta di nulla, come se non fossimo cresciuti insieme o se non ci fosse stato nulla tra noi. Ma ogni volta che mi decido ad avvicinarmi c'è sempre in mezzo qualcosa o qualcuno.

È un po' come se l'intero universo stesse tramando contro di noi.
Quel noi che è durato talmente poco che sembra quasi un sogno confuso e sbiadito.

«Esci e non rompere! Quella in ansia e che ha poco tempo per prepararsi sono io!» la porta che sbatte, il rumore dell'acqua che esce dal rubinetto seguito da un: «Ragazze ci sentiamo dopo. Quel troglodita di mio fratello ha fretta e io devo seriamente muovermi!»

La telefonata viene chiusa ancora prima che io o Clare possiamo salutarla.

Scuto il capo e riprendo a sistemare l'unghia che ha ancora lo smalto bianco latte sbavato.

«Emma» avevo quasi dimenticato che Clare fosse ancora in linea.

«Mhm» concentrata procedo con un po' di solvente e un batuffolo di cotone a togliere i residui insoddisfatta del mio lavoro.

I want You || Noah CentineoWhere stories live. Discover now