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Con oggi sono tre giorni che non esco di casa. Ho volutamente evitato di andare a scuola solo per non vedere Taylor, ma soprattutto Noah. Non avrei il coraggio adesso di dirgli nulla, né di guardarlo negli occhi. Clare insieme ad Oliver mi hanno riempito di chiamate e messaggi in questi giorni a cui non ho volutamente risposto. Del resto cosa dovrei dirgli?

La notte ormai non riesco a chiudere occhio, passi il tempo a piangere quando sono sola in casa e quando ci sono i miei parlo a stento. Il mio aspetto è davvero orribile al punto che Jamie stesso quando mi ha visto si è messo piangere convinto che mi fossi beccata qualche brutta malattia. Mia madre ha provato a farmi parlare per cercare di capire cosa mi fosse successo, ma al solo pensiero di dover ricordare quei momenti scoppiavo a piangere e preferivo restare in silenzio. Non che ora la situazione sia migliorata, ma almeno riesco ad uscire fuori dalla mia camera anche se solo per mangiare, più che altro perché costretta da mio padre.
«Non può di certo vivere per sempre lì nella sua camera solo perché ha avuto una delusione amorosa!»

Già, così l'ha chiamata lui: "delusione amorosa". Peccato che l'unica che avesse deluso tutti fossi solo io!

Così di peso mi ha costretta ad uscire fuori dalle coperte, facendomi addirittura una strigliata col solo intento di farmi reagire. C'è riuscito? Non direi. Ma almeno li rendo contenti della mia "presenza" a tavola. Mangio a stento per quanto il mio stomaco sia chiuso, ma mi sforzo di farlo solo per non vedere gli occhi tristi di mia madre.

Proprio come adesso che sto cercando di mandare giù un pezzo di carne, ma più guardo il mio piatto ancora pieno di cibo più mi viene da vomitare.
«Emma ti prego mangia!» Mia madre sembra davvero disperata, ma non ho le forze nemmeno di alzare gli occhi in dissenso.
«Hanna!» La richiama mio padre lanciandole uno sguardo ammonitore, «È grande abbastanza da sapere che deve mangiare per rimettersi in forze.» Ritorna a guardare il suo piatto e a mangiare sotto lo sguardo di un Jamie ammutolito. Non parla da quando mi ha visto nascondermi sotto le coperte a piangere, a differenza di mia madre che invece non la smette di passare a controllarmi e chiedermi continuamente di parlarle.

Mi sto comportando da stronza con loro, lo so. Ma devo ancora metabolizzare il tutto!

«Non ho fame, mi dispiace.» È tutto quello che dico prima di alzarmi da tavola.
«Solo un altro boccone!» Continua mia madre disperata.

«Adesso basta!» Mio padre sbatte il palmo della sua mano contro il tavolo facendo sussultare tutti, persino Jamie al suo fianco che smette di mangiare. «Siamo stati fin troppo pazienti e accondiscendenti fin'ora.» Mi guarda con rabbia e credo di non averlo mai visto in diciassette anni così nervoso. La vena sul collo gli pulsa tantissimo ed è diventato tutto rosso in volto. «Stai facendo preoccupare tutti. Non parli, non mangi, passi tutto il tempo in camera tua allontanando il mondo. Devi smetterla Emma e per una buona volta reagire alle difficoltà!»

È la seconda persona questa settimana a urlarmi contro, non ci sono per niente abituata e si vede perché i miei occhi diventano subito lucidi, il labbro superiore mi trema.

Sto per rifare di nuovo la vittima.

«Bruce» La voce di mia madre esce fuori come un sussurro.
«No Hanna, adesso basta davvero! Non so cosa ti sia successo di preciso, cosa o chi ti abbia fatto cadere, ma se non vuoi parlarne e chiederci aiuto, quanto meno reagisci e non lasciarti andare. Non ha senso!» Le sue parole mi colpiscono come un fiume in piena. So che ha ragione, so che dovrei reagire, ma sento di non riuscire a farcela da sola. E da vittima quale sono scoppio a piangere disperata ancora in piedi davanti al tavolo con la testa bassa e i pugni chiusi.

I want You || Noah CentineoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ